Sommario
L’argento colloidale è un composto chimico storicamente conosciuto per la sua utilità nel contrastare infezioni batteriche, virali e fungine. Solitamente si somministra sia per via esterna (uso topico), che per via interna (uso interno).
Ma, con l’avvento della penicillina e dei più moderni antibiotici, l’argento colloidale è caduto in disuso, a causa dell’elevato costo in confronto alle più economiche innovazioni farmaceutiche. Tuttavia, di recente, a seguito delle polemiche sugli antibiotici e sulla resistenza che molti microrganismi evolvono rispetto a tali farmaci, ha ripreso a svolgere la sua funzione come antibiotico naturale.
Trova grandi riscontri soprattutto nel settore della medicina alternativa, nonostante la sua sicurezza di impiego nelle pratiche curative sia spesso dibattuta.
Infatti, da tempo, è noto che concentrazioni, anche molto basse, di questo composto possano inibire la crescita dei microrganismi, eppure poco si conosce sui potenziali effetti nocivi dovuti al suo utilizzo. Tuttavia, dal punto di vista legislativo, in Europa, l’argento colloidale non è considerato un farmaco, viene invece normato come integratore alimentare ed i suoi impieghi come rimedio naturale spaziano dalla cosmetica alla disinfezione degli impianti industriali.
Argento colloidale: cos’è
L’argento colloidale è un composto chimico con note proprietà antibiotiche. E’ venduto sotto forma di creme, gel, o altri prodotti ad uso cutaneo, ma anche come spray inalatori, o flaconcini per uso interno.
In commercio, si trova sia l’argento colloidale propriamente detto, che l’argento colloidale ionico. Quest’ultimo è un oligoelemento a base di argento puro, ottenuto per elettrolisi con acqua distillata. La concentrazione nel preparato ionico viene espressa in parti per milione (ppm):
1 ppm corrisponde a 1 mg di argento per litro.
Secondo i produttori, perché il prodotto sia efficace, non occorre che abbia un ppm elevato (grandi concentrazioni di metallo). Ma l’importante è che le dimensioni delle particelle di argento disperse siano di piccole dimensioni. Quindi, più piccole sono le particelle di argento e più il prodotto è efficace.
Argento colloidale ionico e puro
I prodotti venduti col nome di “argento colloidale” possono essere raggruppati in due principali categorie:
- argento ionico in soluzione.
- Argento colloidale (vero e proprio).
L’argento colloidale, sebbene possieda caratteristiche curative, in Europa non è ritenuto un farmaco e viene utilizzato principalmente per uso topico, anche se non ci sono divieti di somministrazione interna.
È commercializzato sotto forma di nanoparticelle e si può trovare in gocce, o in erogatori spray, a concentrazioni comprese tra 10 e 50 parti per milione (ppm).
Invece, la forma ionica è una sospensione di particelle dotate di cariche ioniche positive, con una concentrazione che varia da 10 a 20 ppm. Talvolta, a questa sospensione, vengono aggiunte proteine a scopo stabilizzante.
Argento colloidale: chimica
Dal punto di vista chimico, l’argento colloidale è un colloide.
Per definizione, un colloide, o sistema colloidale, è una miscela con caratteristiche intermedie tra la soluzione e la dispersione. La fase solida (ossia la sostanza disciolta) ha dimensioni comprese tra 1 – 500 nm, mentre la fase liquida, detta disperdente, è particolarmente abbondante.
Nel caso del sistema colloide – argento colloidale, le particelle d’argento costituiscono la fase solida, mentre la fase liquida è rappresentata da acqua depurata:
- demineralizzata.
- Distillata.
- Bi-distillata.
Le particelle d’argento che costituiscono la fase solida sono di dimensioni, appunto, nanometriche. Sono disperse nel liquido a concentrazioni che variano dai 10 ppm (parti per milione), fino ad arrivare ai 50 ppm.
Argento colloidale: come agisce
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato il ruolo attivo dell’argento colloidale nell’eliminazione di batteri e virus.
La sua efficacia dipende da alcuni parametri, quali dimensioni e concentrazione delle particelle di argento nella soluzione acquosa. Quando le particelle di argento vengono a contatto con fluidi, come i liquidi corporei, rilasciano ioni di argento.
Sono questi la parte biologicamente attiva dell’argento colloidale, perché capaci di legarsi alla parete cellulare di batteri e virus con un effetto tossico.
Infatti, queste particelle hanno alta affinità di legame con elementi chimici carichi negativamente, come zolfo e fosforo, abbondanti sulle membrane cellulari dei microrganismi.
Grazie a questa affinità, le particelle di argento sono in grado di interagire con le proteine di membrana e svolgere la loro azione citotossica all’interno della cellula mediante due principali meccanismi d’azione:
- DANNO METABOLICO – Interazione a livello di membrana. Le particelle d’argento interagiscono con i gruppi funzionali carichi negativamente a livello di membrana, alterandone l’equilibrio elettrochimico, che è alla base dei meccanismi di trasporto ionico. Questa funzionalità alterata può determinare la produzione di acqua ossigenata (H2O2), che provoca la morte del microrganismo.
- DANNO DIRETTO – Interazione con il materiale genetico (DNA/RNA).
Una volta entrate nella cellula batterica attraverso la membrana cellulare, le particelle d’argento sono in grado di andare a danneggiare il materiale genetico del microrganismo, provocandone la morte.
Controindicazioni e effetti collaterali dell’argento colloidale
Ad oggi, non ci sono controindicazioni per l’uso topico dell’argento colloidale. Quindi, creme, unguenti e gel a base di questo composto, possono essere utilizzati senza correre il rischio di sviluppare effetti avversi.
Al contrario, la sicurezza di assunzione per via interna (ingestione, o applicazione sublinguale) è molto dibattuta, al punto che la FDA (Food and Drug Administration degli Stati Uniti) ha vietato la vendita di farmaci a base di argento, a causa della loro non dimostrata sicurezza d’uso.
In primis, bisogna tenere conto della capacità delle particelle d’argento di interagire con il metabolismo di alcuni farmaci e dello scatenarsi di eventuali reazioni allergiche. Inoltre, nonostante non sia stato stabilito un upper limit di dosaggio, esistono documentazioni in termini di danno tissutale da accumulo di argento, tali da sconsigliarne vivamente un consumo eccessivo e prolungato:
- insorgenza di argiria. Effetto collaterale che consiste nella colorazione bluastra della pelle, dovuta al deposito di sali d’argento nello strato sotto-epiteliale e, successivamente, mucose, unghie, congiuntiva, cornea, ed organi interni.
- Tossicità e insufficienza epato-renale.
- Più raramente, neuropatie, disordini ematologici, cardiomiopatie, amnesia, e altro.
Quindi, si consiglia di consultare il proprio medico prima di assumere argento colloidale per ingestione, soprattutto se in stato di gravidanza o allattamento.
Alcuni marketing advisor hanno messo in rete informazioni prive di fondamenta scientifiche, quali l’efficacia dell’argento colloidale contro:
- AIDS.
- Cancro.
- Malattie genito-urinarie.
- Tubercolosi.
- Colera.
- LES (Lupus Eritematoso Sistemico).
- Parassitosi.
- Stanchezza cronica.
- Molte altre condizioni, tra cui la malattia da Coronavirus (COVID-19).
Quindi, diffidate delle fake news: per quanto l’argento colloidale sia un potente antivirale, non ci sono ricerche che provano la sua efficacia nella cura del COVID 19 (Corona Virus Desease, il cui agente eziologico è SARS – COV – 2).
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Proprietà e benefici dell’argento colloidale
Le proprietà dell’argento colloidale sono correlate principalmente alla difesa dell’organismo da infezioni da parte di microrganismi di varia entità.
Infatti, viene spesso utilizzato come antibiotico naturale, ma pochi sanno che esso svolge una funzione protettiva andando a rafforzare in maniera diretta il sistema immunitario.
Inoltre, questo composto favorisce la rigenerazione della pelle e la guarigione delle ferite.
Le principali proprietà dell’argento colloidale si possono riassumere come segue:
- antibatteriche.
- Antivirali.
- Antifungine.
- Rafforza il sistema immunitario.
- Favorisce la rigenerazione dei tessuti.
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Per cosa viene utilizzato e quando
Basta un dosaggio molto basso di argento colloidale per combattere i microrganismi patogeni. Esso può essere assunto per via interna, in gocce o spray, per via esterna (uso topico), come crema o gel, o essere utilizzato per la sanificazione di ambienti di lavoro e delle acque.
Uso interno
L’argento colloidale per la sua azione antibiotica è assunto come integratore alimentare per alleviare i sintomi di: raffreddore, influenza, mal di gola, bronchiti, infezioni delle vie aeree.
Più spesso, invece, è utilizzato sotto forma di spray per curare, o prevenire:
- infezioni delle cavità nasali.
- Infezioni gengivali e del cavo orale.
Uso topico
La sua azione antibiotica è sfruttata dall’industria cosmetica per la preparazione di creme o unguenti, da applicare sulla zona interessata per contrastare problematiche, come:
- infezioni delle orecchie, otite.
- infezioni dell’occhio e della congiuntiva, come l’oftalmia neonatale.
- micosi delle unghie e candidosi.
- herpes e acne.
I prodotti cosmetici contenenti argento colloidale, grazie alla capacità antinfiammatoria di questo composto, sono considerati ottimi rimedi ad uso esterno per disturbi, quali: dermatite atopica (Eczema), eritemi, e psoriasi, patologie ossee come artrite o artrosi.
Azione lenitiva
La sua azione lenitiva è, invece, utilizzata nella preparazione di creme per alleviare fastidi più lievi, come:
- scottature solari, prurito, pelle secca.
- Punture di insetti.
- Dermatiti da pannolino.
- Irritazioni della pelle da depilazione.
- Emorroidi.
Inoltre, creme o unguenti a base di argento colloidale vengono impiegate per riparare e favorire la ricrescita di tessuti danneggiati, a causa di:
- bruciature lievi o ustioni.
- Ferite o ulcere.
- Favorire la ricrescita dei capelli.
- Contrastare la comparsa delle rughe.
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Usi in medicina
In alcune terapie intensive, per minimizzare i rischi di infezioni, vengono utilizzati strumenti rivestiti in argento, come:
- cateteri.
- Cerotti.
- Mascherine.
- Camici.
- Attrezzatura da sala operatoria di vario tipo.
Modalità d’uso dell’argento colloidale
In merito all’utilizzo topico, in commercio esistono molte formulazioni di creme, o gel, a base di argento colloidale, da applicare sulla zona interessata, ripetendo più volte la procedura fino a completa guarigione.
Per quanto riguarda l’uso interno, l’argento colloidale si trova principalmente in due formulazioni, con diverso metodo di assunzione:
- Spray: da nebulizzare a livello delle mucose (naso – gola).
- Gocce: da assumere per via sublinguale.
A livello legislativo, l’argento colloidale, ad uso interno, viene normato come integratore alimentare. Non sono stati stabiliti dei valori soglia oltre il quale questo composto possa rappresentare un rischio per la salute (upper limit).
Ad ogni modo, le linee guida riportate dallo studio dello United States Environmental Protection Agency suggeriscono una dose di riferimento (RFD) pari a:
5 µg di argento per kg di peso corporeo al giorno = 5 µg/kg/die.
Si consiglia di preferire formulazioni contenenti particelle d’argento di piccole dimensioni e cariche positivamente per evitare l’accumulo del metallo nei tessuti e consultare il proprio medico prima di assumere tale rimedio.
Microbiologia
L’argento colloidale è stato testato in laboratori di analisi microbiologiche, e confermato come inibitore di crescita per molti batteri patogeni, tra cui:
- Klebsiella pneumoniae.
- Escherichia coli.
- Staphylococcus aureus.
- S. epidermidis.
- Bacillus cereus.
- Proteus vulgaris.
Infatti, in laboratorio è possibile stabilire la MIC (concentrazione minima inibente), ossia la dose minima efficace di antibiotico capace di inibire la crescita dei microrganismi indagati, anche per l’argento colloidale.
La MIC è specifica per ciascuna coppia ceppo batterico – antibiotico. Uno dei metodi più utilizzati per calcolarla consiste nel posizionare, al centro di un terreno di crescita, un dischetto imbevuto della sostanza con azione antibiotica.
Questa si diffonde in modo radiale nel terreno di coltura, a concentrazioni tanto più basse quanto più si allontana dal dischetto, delineando una zona di inibizione di crescita, ossia un’area, sul terreno di coltura, con assenza di crescita di microrganismi.
La concentrazione di antibiotico presente sulla linea di confine tra crescita e inibizione di microrganismi corrisponde alla MIC.