Sommario
La sindrome di Tourette è un disturbo neurologico caratterizzato dall’emissione, spesso combinata, di vocalizzazioni e suoni involontari e incontrollati e da movimenti del volto e/o degli arti denominati tic.
Riguarda principalmente giovani e adolescenti, con una prevalenza maggiore tra i maschi, e tende a regredire con il completamento dello sviluppo cerebrale, che avviene intorno ai 25 anni.
Secondo i dati epidemiologici:
- Nel 66% dei casi, i sintomi, che seguono un andamento altalenante, si attenuano dopo i 15-16 anni.
- Nel restante 33% dei casi, i disturbi persistono ma si riducono in gravità, diventando più gestibili con il tempo, il che porta anche a una diminuzione della necessità di terapie.
In molti casi, la Tourette è spesso associata al disturbo ossessivo-compulsivo o al disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Ma le cause non sono ancora del tutto note, sembrerebbero associate all’alterato funzionamento di alcune aree del cervello, i gangli della base, deputati al controllo del movimento. Attualmente non esiste una cura definitiva, solo terapie specifiche per tenere sotto controllo i sintomi.
Secondo recenti studi, la prognosi per la sindrome di Gilles de la Tourette, nonostante sia un disturbo persistente e cronico (ma non degenerativo), è migliore rispetto al passato.
Cos’è la sindrome di Tourette
La sindrome di Tourette è un disturbo neurologico descritto per la prima volta nel 1884 dal neurologo francese Gilles de la Tourette e reso noto dal neuropsichiatra Oliver Sacks nel suo celebre romanzo del 1985 L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello. Infatti, Sacks descrive la sindrome di Tourette come una turba caratterizzata “da un eccesso di energia nervosa e da una smodata produzione di gesti e atteggiamenti bizzarri” come tic, scatti, smorfie versacci, imprecazioni, ecc.
Per di più, i sintomi includono movimenti e suoni involontari (tic), che possono essere inibiti temporaneamente dalla volontà e che variano nel tempo per intensità, caratteristiche e tipi di suoni o movimenti prodotti.
Inoltre, in alcuni soggetti, i tic vocali possono essere parole oscene o bestemmie, con implicazioni sociali non indifferenti.
La Tourette è considerata una malattia abbastanza rara, a cavallo tra la neurologia e la psichiatria. Tuttavia, recenti studi la inseriscono ormai a pieno titolo tra i disturbi del movimento.
Sindrome di Tourette: sintomi
I tic sono la manifestazione più caratteristica della Sindrome di Gilles de la Tourette, nello specifico una combinazione di tic motori e fonici, che possono essere sia semplici che complessi e che devono durare più di un anno.
Generalmente, i tic motori semplici rappresentano il sintomo d’esordio, in un’età compresa tra i 5 e i 10 anni: circa il 50-70% dei soggetti riferisce inizialmente tic motori semplici, soprattutto del viso. Successivamente, i tic coinvolgono progressivamente anche altri distretti corporei.
Invece, la comparsa dei tic fonici è più tardiva, verso gli 11 anni o dopo circa due anni della comparsa dei tic motori.
Tic nervosi: cosa sono e tipologie
I tic sono la manifestazione più caratteristica della Sindrome di Gilles de la Tourette e si distinguono in:
- Fonici (o vocali): consistono nell’emissione di suoni, colpi di tosse oppure di parole o di intere frasi, schioccare la lingua, fischiare, dire oscenità, sputare, ripetere suoni o frasi.
- Motori: sono movimenti del corpo, come ad esempio ammiccare con gli occhi, ruotare il capo, arricciare il naso, sollevare una spalla, movimenti ripetuti come battere i piedi o far oscillare una gamba. Tra i tic motori più complessi: mandare baci, grattare, tirare fuori la lingua o schioccare le labbra, fare gesti osceni.
A loro volta si distinguono in:
- Semplici: piccoli movimenti (tipo sbattere gli occhi o muovere la testa) o emissioni di un suono simile a un borbottio.
- Complessi: tendono a simulare o imitare un movimento volontario complesso. Ad esempio, toccare o annusare oggetti, imitare gesti altrui (ecoprassia) o saltare; oppure per i tic fonici l’espressione di frasi lunghe.
Talvolta, i tic motori complessi possono provocare comportamenti di tipo autolesionistico e, nei casi di tic vocali, l’emissione di vocalizzazioni involontarie ed ecolalia (necessità di pronunciare parole o frasi dette da altri, tipo effetto eco), spesso socialmente imbarazzanti (come nella coprolalia – la necessità di pronunciare parole oscene o volgari). Possono essere soppressi volontariamente, almeno per brevi periodi di tempo.
Tic transitori e cronici
Oltre a questo, una caratteristica importante dei tic è che, nel corso degli anni, variano in intensità e sede corporea interessata. Quindi, i tic, motori e fonici, possono essere classificati in:
- Transitori, quando hanno una durata inferiore a 1 anno. Questi tic si osservano frequentemente nel bambino e nell’adolescente.
- Cronici, quando durano più di 1 anno.
Vocalizzazioni involontarie
Tra le vocalizzazioni involontarie, possono manifestarsi episodi che vanno da:
- Semplici rumori.
- Coprolalia (parole oscene).
- Ecolalia (ripetizione delle parole).
- Palilalia (ripetizione di una frase o parola con crescente rapidità).
Sensazione premonitrice (premonitory urge)
Inoltre, con una certa frequenza, i tic sono preceduti da un forte impulso chiamato “sensazione premonitrice”.
Si tratta di fenomeni fisici (prurito, senso di tensione o costrizione in una specifica parte del corpo) e stati mentali (senso di tensione o sensazione di dover compiere una determinata azione) vissuti come percezioni spiacevoli. Perciò, i soggetti descrivono le sensazioni premonitrici usando parole come “tensione”, “pulsione”, “desiderio” o anche “qualcosa che è giusto fare”, dalle quali si può provare sollievo mettendo in atto il tic.
Sindrome di Tourette: cause e fattori di rischio
Le cause della sindrome non sono ancora note, anche se è stata dimostrata una forte componente genetica. Si tratta, comunque, di una patologia multifattoriale, in cui sono coinvolti fattori sia genetici che ambientali.
Quindi, tra le possibili cause ipotizzate ci sono i fattori: ereditari, ambientali, infettivi e neuropsicologici.
Tra le diverse teorie ci sono:
- Teoria genetica in cui la sindrome sarebbe un disturbo genetico di tipo ereditario. Infatti, sono molti gli studi dedicati all’individuazione del gene o del complesso genico responsabile di tale disturbo.
- Teoria ambientale. Numerosi studi sostengono che la manifestazione della sindrome sia condizionata da variabili ambientali, come la cultura di appartenenza, i fattori ambientali (famiglia e scuola), climatici e perfino nutrizionali. Ad esempio, un ambiente familiare o sociale ostile che aumenta il livello di stress e di ansia. Così come la conflittualità in famiglia, problemi a scuola, stanchezza, ecc.
- Aspetti nutrizionali e allergie. Secondo alcuni studi potrebbe esserci una relazione, ad esempio, tra la carenza di magnesio e la manifestazione dei tic. Ma recentemente altri ricercatori hanno osservato, invece, che l’assunzione di cibi contenenti conservanti o dolcificanti o bevande stimolanti come il caffè, la Coca-Cola, causano l’esacerbazione dei tic.
- Specifici fattori prenatali (frequenti visite mediche, molte nausee nel primo trimestre di gravidanza, esposizione del feto alla nicotina) e perinatali (complicazioni durante il parto) possono favorire lo sviluppo della sindrome.
- Teoria infettiva. Recentemente, si stanno affacciando nuove ipotesi, come quelle che associano la sindrome all’infezione da streptococco di gruppo A. Infatti, questo microrganismo (responsabile di mal di gola e tonsillite) provocherebbe la produzione di anticorpi che agiscono contro le cellule di una specifica area del cervello, i gangli della base, alterandone la funzione.
- Teoria neuropsicologica. Si basa sulla teoria che alla base della sindrome ci sia un’alterazione funzionale di alcune aree del cervello. In particolare, si tratta dei gangli della base (strutture deputate alla regolazione del movimento e delle connessioni tra alcune aree) e dei neurotrasmettitori dopamina, serotonina e noradrenalina (responsabili della comunicazione tra le cellule nervose).
Sindrome di Tourette: diagnosi
La prima fase per la diagnosi della sindrome di Tourette prevede l’esclusione di altre possibili cause dei disturbi.
Ad esempio, se i bambini tirano su con il naso o tossiscono frequentemente, è importante verificare la presenza di allergie, mentre se sbattono gli occhi più del solito, potrebbero esserci problemi di vista.
Inoltre, è fondamentale escludere altre malattie come, ad esempio, disturbo dello spettro autistico, una condizione neuropsichiatrica dello sviluppo che può manifestarsi anche con movimenti ripetitivi che possono essere confusi con i tic.
Un’altra condizione da escludere è la distonia, che provoca spasmi muscolari involontari.
Ma per la diagnosi è necessario che il bambino o il ragazzo presenti:
- Due o più tic motori e almeno un tic vocale.
- Tic più volte durante la giornata, quasi ogni giorno.
- Persistenza dei tic per almeno un anno.
- Età di esordio prima dei 18 anni.
- I tic non devono essere causati da altre patologie o dall’assunzione di farmaci o abuso di sostanze.
I tic partono principalmente dal viso per estendersi, progressivamente, in zone del corpo più periferiche, anche se i distretti più interessati restano testa, collo, spalle e braccia. Ma durante il sonno i tic possono alleviarsi, anche se il 60% dei soggetti affetti da Tourette presenta disturbi del sonno di diversa entità, soprattutto nei casi più gravi.
Poi, possono aumentare se il soggetto è sotto stress o vive momenti emotivamente rilevanti, ma anche in situazioni di relax. Invece, diminuiscono durante le attività che richiedono un’attenzione focalizzata.
Anamnesi e valutazione
Acquisire l’anamnesi, anche mediante questionari, è il primo passo per la diagnosi. Perciò, per bambini e adolescenti è necessaria anche la collaborazione di un insegnante. Inoltre, la storia medicale del soggetto e della sua famiglia deve essere valutata interamente, includendo: farmaci assunti, eventuale abuso di stupefacenti, storia della gravidanza-nascita e dei primi anni di sviluppo, condizioni psicosociali, psichiatriche e neurologiche.
Poi, la valutazione deve includere un colloquio clinico per ricostruire: anno di esordio e tipologia dei tic, evoluzione, comorbilità, sensazioni che accompagnano i tic, capacità di sopprimere i tic e fattori che li fanno scatenare o alleviare.
Inoltre, è necessario eseguire una valutazione psichiatrica e neurologica, soprattutto nei casi di diagnosi più difficili. La valutazione neurologica è utile nei bambini e ragazzi con disturbi d’apprendimento e negli adulti che riscontrino deficit cognitivi nella loro attività lavorativa.
Esami clinici
Non esistono esami specifici per la diagnosi. Tuttavia, l’uso di tecniche di imaging cerebrale, come la tomografia computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica (RM), possono essere utili per individuare eventuali anomalie nel cervello o nel sistema nervoso, aiutando a determinare se i disturbi del bambino abbiano un’origine neurologica diversa dalla sindrome di Tourette.
Nondimeno, nella maggior parte dei casi di tic o sindrome di Tourette nei bambini, queste indagini non sono necessarie per confermare la diagnosi.
Sindrome di Tourette: comorbilità
La Sindrome di Tourette si associa frequentemente ad altre patologie, tra le quali il disturbo ossessivo compulsivo (malattia caratterizzata da pensieri ossessivi e persistenti e da comportamenti compulsivi, apparentemente privi di scopo), disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD, caratterizzato da difficoltà di attenzione e di concentrazione, di controllo degli impulsi e dalla necessità di muoversi (iperattività) ), depressione e ansia.
Inoltre, si riscontra anche la presenza di disturbi dell’umore e del comportamento nel 30% dei soggetti. I ricercatori ritengono che, già nei primi esordi della malattia, tra i 4 e i 10 anni, il rischio di comorbilità, soprattutto rispetto a queste due patologie, è molto alto e persistente.
Quindi, in sintesi, i ricercatori sostengono che la sindrome di Tourette, il disturbo ossessivo-compulsivo e/o il deficit dell’attenzione/iperattività, possono essere geneticamente determinati e quindi biologicamente in relazione tra loro.
I bambini affetti dalla sindrome di Tourette possono presentare anche alterazioni del comportamento tra le quali:
- Irritabilità o collera improvvisa.
- Ansia.
- Comportamento inadeguato o anti-sociale.
- Autolesionismo (poco frequente).
Ma, spesso i sintomi principali regrediscono in modo significativo (di solito circa 10 anni dopo la prima manifestazione) e non sono più necessari farmaci o terapie per il controllo dei tic.
Tuttavia, in un terzo circa dei soggetti, i disturbi durano tutta la vita, ma diventano più lievi e controllabili con la crescita. Ciò significa che la necessità dei trattamenti può ridursi notevolmente con il tempo.
Sindrome di Tourette: cure e trattamenti
Attualmente non esiste una terapia specifica per la sindrome di Tourette, ma cure che possono aiutare a tenere sotto controllo i sintomi principali. Perciò, la terapia si basa prevalentemente sull’uso combinato di tecniche di psicoterapia cognitivo-comportamentale e di farmaci.
Ma, in alcuni casi, può essere utile il trattamento con tossina botulinica (specie nei tic facciali). L’approccio chirurgico mediante DBS (Deep Brain Stimulation – Stimolazione cerebrale profonda) può essere utilizzato nelle forme più gravi, ma non esiste una validazione scientifica univoca sul trattamento anatomico più efficace. I trattamenti sono:
- Terapia cognitivo-comportamentale.
- Terapia farmacologica.
- Trattamento chirurgico (nei casi più severi).
Sindrome di Tourette: terapia farmacologica
Quando i tic sono frequenti o gravi, il trattamento farmacologico, basato sui farmaci agonisti alfa2-adrenergici, miorilassanti o antagonisti della dopamina, può rappresentare un valido aiuto.
Tuttavia, la variabilità individuale della sintomatologia e la comorbilità con altre patologie può interferire nel processo di trattamento.
Nel soggetto affetto da sindrome di Tourette vi è probabilmente un’alterazione di ricezione dopaminergica nel cervello, oltre che nel trasporto di dopamina ai gangli della base. Quindi, i farmaci intervengono sui tic modulando il sistema dopaminergico, in particolare bloccando i recettori D2 post-sinaptici.
Tra questi:
- Agonisti dei recettori alfa2-adrenergici. Sono raccomandati solitamente per la cura di disturbi da lievi a moderati. Sono farmaci che tendono a stabilizzare i livelli di noradrenalina. Ciò contribuirebbe a ridurre il rischio di un’attivazione non appropriata nel cervello (a livello dei gangli della base) e della conseguente comparsa dei tic.
- Miorilassanti. Questa classe di farmaci si è dimostrata efficace soprattutto per i tic motori. Il baclofen e il clonazepam sono quelli maggiormente utilizzati. Tra gli effetti indesiderati ci sono prevalentemente sonnolenza e vertigini. Però, va evitato l’uso di alcolici perché l’alcol potenzia l’effetto dei farmaci.
- Antagonisti della dopamina. Questi farmaci sono i più efficaci per contrastare i tic, ma possono causare una serie di effetti collaterali. Per questo motivo sono da utilizzare nei casi particolarmente gravi o che non rispondono agli altri trattamenti. Gli antagonisti della dopamina bloccano gli effetti della dopamina.
Sindrome di Tourette: trattamento chirurgico
La chirurgia è considerato un trattamento di ultima scelta per i soggetti con un quadro severo di sindrome di Tourette che non abbiano risposto positivamente ad altre cure. È generalmente riservata soltanto agli adulti.
L’obiettivo di questo tipo di trattamento è indurre una pausa temporanea nella comunicazione tra le cellule nervose coinvolte nello sviluppo dei tic. La zona principale del cervello sulla quale generalmente si interviene è il sistema limbico, anche se aree diverse sono state prese in considerazione.
Stimolazione cerebrale profonda (DBS)
Si tratta di una tecnica relativamente nuova e utilizzata per il trattamento dei casi più gravi di sindrome di Tourette. La DBS prevede l’impianto, permanente, di elettrodi a livello dei nuclei cerebrali dei gangli della base, la cui disfunzione è associata alla sindrome di Tourette.
Piccoli generatori, inseriti in altre parti del corpo, inviano impulsi elettronici agli elettrodi che, a loro volta, stimolano le aree del cervello in cui sono inseriti.
Quindi, grazie a queste stimolazioni, i sintomi riescono, spesso, ad essere controllati efficacemente: in alcuni soggetti si è verificata una sostanziale riduzione dei tic per un periodo superiore ai cinque anni.
La DBS sembra essere più efficace se combinata con la terapia comportamentale. Tuttavia, questo tipo di trattamento così come l’approccio chirurgico, non è avallato da evidenze scientifiche per essere considerato un trattamento standard per la sindrome di Tourette.
Sindrome di Tourette e attività sportiva
L’esistenza di una relazione tra attività fisica e sportiva e riduzione dei tic è documentata anche dalla ricerca scientifica.
Secondo molti studi, l’esercizio fisico determina frequentemente una totale o parziale remissione dei tic.
Protagonista è il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) che controlla le funzioni vegetative, cioè le reazioni fisiologiche fuori dal controllo volontario, come la pressione arteriosa, il meccanismo contrazione-rilassamento dei muscoli che rivestono l’intestino, dei vasi sanguigni, la frequenza di contrazione del cuore, ecc.
Tim Howard, il portiere della nazionale di calcio degli Stati Uniti, nel 2014 ha stabilito il record assoluto di parate in una partita di campionato mondiale.
Ma Howard non è solo un campione, è anche un simbolo di speranza.
L’atleta ha dichiarato al mondo intero di essere affetto dalla sindrome di Tourette da molti anni. La malattia lo accompagna dall’età di 10 anni, per questo motivo dedica parte del suo tempo ad attività di sostegno ed educazione per i più giovani.
Anche la pratica dello yoga sembra avere effetti benefici nella gestione dei sintomi grazie all’attenzione sulla respirazione per calmare il corpo e alle tecniche di rilassamento. Poi, lo yoga aiuta ad acquisire fiducia in se stessi, nelle proprie potenzialità e ad accettarsi.
Sindrome di Tourette e alimentazione
Recenti studi hanno evidenziato che i processi infiammatori possono rappresentare una causa o una concausa di diversi disturbi e disordini del neuro-sviluppo, ponendo attenzione anche alle funzioni intestinali.
Infatti, l’intestino può essere sede della risposta infiammatoria, ma anche un veicolo delle infiammazioni verso altri distretti corporei, tra i quali l’encefalo.
La colina è una sostanza con funzione cardioprotettiva, vasoprotettiva e antinfiammatoria. Per questo motivo è stata recentemente classificata come nutriente essenziale. Inserita tra le vitamine del gruppo B, la colina ricopre un ruolo sostanziale anche perché svolge:
- Azione protettrice verso tutti gli organi del nostro organismo.
- Azione antiossidante, riducendo l’azione dei radicali liberi.
- Funzione cardiovascolare.
- Produzione di acetilcolina (neurotrasmettitore fondamentale) per mantenere una normale funzionalità nervosa (consigliata in casi di depressione, perdita di memoria, Alzheimer, sindrome di Tourette, bipolarismo, convulsioni e schizofrenia).
- Riduzione degli stati infiammatori.
Triptofano
È un aminoacido che non può essere sintetizzato dall’organismo e che perciò deve essere necessariamente assunto tramite l’alimentazione. Svolge le seguenti funzioni: interviene nella sintesi proteica, è precursore della serotonina, regola l’umore agendo sui neuroni.
Il triptofano è consigliato per ottimizzare le prestazioni sportive, per contrastare la depressione, l’ansia e l’insonnia, ma anche come ausilio per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) e la sindrome di Tourette.
Inoltre, gli integratori a base di triptofano vengono anche raccomandati in presenza di: apnee del sonno, dolori al viso, forme gravi di sindrome premestruale e bruxismo (digrignamento dei denti).
Tuttavia, gli studi scientifici attualmente disponibili non sono sufficienti per garantire l’efficacia di utilizzo.
Curiosità: la sindrome di Tourette al cinema
Anche il mondo del cinema si è interessato in diverse occasioni alla Sindrome di Tourette.
- The Tic Code (1998). Film diretto da Gary Winick, narra di un giovane con un talento straordinario per il pianoforte. La sua vita però è condizionata dai tic scatenati dalla sindrome di Tourette. Questa condizione lo porterà ad isolarsi progressivamente dai suoi coetanei. Ma, saranno l’affetto della madre e la vicinanza del sassofonista Tyrone ad aiutarlo a giocare la partita della vita: “se non tutte le tue carte sono giuste, il trucco sta nel giocarle al momento giusto a proprio vantaggio”.
- Gigolò per sbaglio (1999). Diretto da Mike Mitchell, il protagonista deve prendersi cura dell’acquario di un suo amico gigolò in partenza per un viaggio. Ma, dopo aver distrutto la casa e il costoso acquario, si vedrà costretto a sua volta a prostituirsi per raggranellare la somma necessaria alla riparazione. Una delle sue clienti è affetta dalla sindrome.
- La mia fedele compagna (2008). Il film di Peter Werner è ispirato da una storia vera, quella di Brad Cohen che, nonostante la diagnosi di sindrome di Tourette, è riuscito, contro ogni pregiudizio, a coronare il suo sogno: diventare un insegnante. Deriso dai compagni di classe e mal tollerato dagli insegnanti, Brad comincia ad odiare la scuola, fino all’incontro con un preside capace di fargli cambiare idea e di far nascere in lui il desiderio di divenire un insegnante. Però, una volta adulto, si scontrerà con l’ottusità e l’ignoranza di molti e sarà rifiutato da parecchi istituti.
- Niente può fermarci (2013). Per la regia di Luigi Cecinelli, il film racconta di 4 ragazzi, uno narcolettico, uno internet-dipendente, uno ossessivo compulsivo e uno affetto da sindrome di Tourette, che si incontrano in una clinica per la cura dei loro disturbi. Arriva l’estate e i quattro decidono di rubare la macchina del direttore e partire per Ibiza. Il viaggio on the road li porterà a conoscere posti nuovi e nuove persone, a superare i propri limiti e a scoprire nuove sensazioni.
Associazioni
Le associazioni di soggetti affetti dalla Sindrome di Tourette sono presenti sul territorio nazionale ed europeo.
L’obiettivo è fornire un terreno di confronto tra chi vive la malattia e chi la studia e la cura attraverso incontri, seminari, pubblicazioni e sostegno, anche ai familiari.
La mission di queste associazioni (ne elenchiamo alcune) è dunque:
- Supporto ai familiari e agli operatori che si occupano di bambini e ragazzi con Tourette.
- Diffusione di una corretta informazione anche di tipo clinico.
Tra le Associazioni in Italia:
- AIST – Associazione Italiana Sindrome di Tourette.
- Ast-Sit Onlus (Associazione Sindrome di Tourette – Siamo In Tanti).
- Tourette Roma onlus.
Conclusioni
La Sindrome di Tourette è un disturbo neurologico caratterizzato da movimenti e suoni involontari, detti tic. Questi possono essere sia semplici, come sbattere le palpebre, sia complessi, come gesti o espressioni verbali inappropriate.
La sindrome si manifesta solitamente durante l’infanzia e può variare in intensità. Sebbene non esista una cura definitiva, i sintomi possono essere gestiti con terapie comportamentali e, in alcuni casi, con farmaci.
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Con la consulenza del Dott. Matteo Bologna, Neurologo Ricercatore c/o l’Università Sapienza di Roma, Dipartimento di Neuroscienze Umane.
Fonti
- La sindrome di Gilles de la Tourette in età evolutiva. Aggiornamento sui dati della ricerca e sull’aspetto clinico (R. Rizzo, M.M. Robertson).
- Ospedale pediatrico Bambin Gesù.
- Istituto Superiore di Sanità- ISSalute.