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Il raffreddore nel neonato suscita certamente un po’ di preoccupazione nei genitori. Infatti, con l’arrivo dei primi freddi è piuttosto comune, nei primi mesi di vita così come nei primi anni, ed è normale prestare attenzione ai sintomi per evitare possibili complicanze.
Tuttavia, se è abbastanza comune nei piccoli in età scolare, lo è molto meno nei neonati. Infatti, il raffreddore è un’infiammazione delle mucose delle prime vie respiratorie causata da virus.
È molto contagioso, ma per fortuna poco grave e dura circa 3/4 giorni, al massimo una settimana.
Vediamo, quindi, cosa fare nel caso di neonati con raffreddore e quali sono i rimedi.
Raffreddore neonato: che cos’è
Il raffreddore è un disturbo di origine virale. Sono più di 200 i virus responsabili di questa malattia e i più frequenti sono i rhinovirus.
Non è grave ma piuttosto fastidioso. Si tratta di un’infiammazione che colpisce le vie respiratorie.
Quindi, si manifesta con sintomi tipici come:
- Congestione nasale.
- Naso che cola.
- Starnuti.
- Difficoltà a prendere sonno.
A questi si possono poi associare mal di gola, tosse, cefalea, dolori muscolari e febbricola. Nei piccoli in allattamento può anche verificarsi una certa difficoltà ad attaccarsi al seno.
Il raffreddore nei neonati, cioè entro i primi 30 giorni di vita, se trattato adeguatamente, non rappresenta un rischio per il bambino. Infatti, comunemente non comporta complicanze e dura generalmente pochi giorni.
È abbastanza frequente nel primo, quarto o quinto mese di vita.
Solitamente non si somministrano farmaci, tranne in casi particolari. Invece, basta idratare il piccolo, fare dei lavaggi nasali e lasciarlo riposare.
Infine, è importante evidenziare che l’allattamento al seno ha un effetto protettivo nei confronti del raffreddore e delle infezioni respiratorie nei neonati e nei bambini piccoli in generale.
Infatti, il latte materno contiene tutte le sostanze necessarie per proteggere e favorire la crescita e la maturazione dell’organismo del bambino.
Raffreddore neonato: quanto è comune?
I piccoli appena nati, o nati da pochi mesi, molto spesso respirano in modo rumoroso, soprattutto mentre dormono. È normale per i genitori preoccuparsi, perché può sembrare che il bambino abbia un po’ di catarro o il naso chiuso.
Ma rispetto ad altre fasce di età, nei primi 30 giorni di vita il raffreddore è poco frequente, anche perché il neonato possiede ancora le riserve di anticorpi acquisiti dalla madre che, con il passare dei mesi, si ridurranno.
Tuttavia, vista la fragilità del neonato, è importante fare sempre attenzione.
Quali sono i rimedi contro il raffreddore nel neonato?
È sempre preferibile evitare l’uso di farmaci se non strettamente necessari e, soprattutto, solo dietro prescrizione del pediatra.
Quindi cosa fare? Si possono alleviare i sintomi ricorrendo a semplici rimedi naturali. Dal momento che si tratta di una malattia causata da virus, infatti, l’uso di antibiotici è sconsigliato.
Vediamo i rimedi più efficaci:
- Lavaggi nasali con soluzione fisiologica o soluzione salina, soprattutto prima di andare a dormire, per aiutare il piccolo a respirare meglio. Si può usare una siringa senza ago o degli apparecchi che si trovano in farmacia.
- Riposo, per rimettere il neonato in forze, in attesa che il virus sia sconfitto.
- Bere molto, poiché l’idratazione facilita l’espulsione del muco.
- Evitare sbalzi termici.
Sintomi e cause del raffreddore nei bambini
Il raffreddore è un’infezione delle vie respiratorie piuttosto frequente soprattutto nei bambini. In particolare autunno e inverno sono i mesi più impegnativi per i piccoli alle prese con raffreddori, mal di gola, tosse. Malanni che, se in un adulto possono risolversi nel giro di pochi giorni, nei bambini possono durare circa una settimana.
In ogni caso, è una malattia non grave, e per affrontarla bastano alcuni semplici accorgimenti. In età scolare e pre-scolare poi è molto comune per l’interazione con altri bambini che rende il contagio più frequente.
I sintomi tipici sono congestione nasale, con naso colante e secrezioni liquide che possono diventare più dense, starnuti, a volte febbre e tosse. Il piccolo, poi, può essere più stanco del solito e perdere un po’ l’appetito.
Le cause sono sempre ascrivibili a varie tipologie di virus.
Se dopo una settimana, massimo 10 giorni, i sintomi non passano, è bene rivolgersi al pediatra per escludere infezioni batteriche associate o allergie.
Raffreddore neonato e bambino: quando chiamare il pediatra?
Il raffreddore nei bambini è molto comune, anche per il contatto con altri bambini al nido o all’asilo o successivamente a scuola. Grazie invece ai pochi contatti sociali, il raffreddore nel neonato è abbastanza raro, anche se la prudenza in questi casi è sempre d’obbligo.
Come in tutte le malattie, anche per il raffreddore possono esserci delle complicanze, anche se abbastanza insolite. Occorre prestare attenzione, invece, al neonato per la sua maggiore vulnerabilità.
L’infiammazione delle mucose paranasali, infatti, potrebbe ostruire le cavità nasali o la tuba di Eustachio nell’orecchio, comportando il rischio di sinusite batterica o di otite.
È il caso di rivolgersi prontamente al medico se il neonato o il bambino presenta sintomi come:
- Difficoltà a respirare o affanno.
- Tosse persistente anche forte.
- Occhi arrossati.
- Febbre alta (più di 38°).
- Irritabilità e pianto frequente.
- Inappetenza o vomito.
- Secrezione nasale purulenta.
- Colorito bluastro delle labbra.
- Presenza di tracce di sangue nell’espettorato.
Come si trasmette il raffreddore nei bambini?
Sono le secrezioni, le responsabili del contagio. Infatti, i bambini hanno la tendenza ad asciugarsi il naso con le mani, a starnutire e tossire senza coprirsi la bocca, a scambiarsi oggetti che hanno messo in bocca.
Il contatto diretto o indiretto con le secrezioni o con le goccioline di saliva che si diffondono nell’ambiente dopo un colpo di tosse o uno starnuto, sono le modalità con le quali il virus entra in contatto con le mucose di un altro bambino, causandone il contagio.
Non sono il freddo o l’aria aperta a favorire il contagio, poiché i virus si trasmettono più facilmente negli ambienti chiusi, dove le persone stanno a contatto più a lungo, senza ricambio d’aria.
Infatti, case, scuole, asili, luoghi di lavoro e trasporti pubblici sono gli ambienti in cui è più facile il contagio.
Quanto dura e quali sono i rimedi per curare il raffreddore nei bambini
I sintomi si manifestano poco dopo il contatto con una persona infetta, circa 1-2 giorni. Si tratta di un’infezione virale, pertanto non ci sono farmaci per la cura ma solo rimedi per alleviare i sintomi.
È necessario ricordare che in caso di febbre sui 38° è importante chiamare il pediatra.
In linea generale, il miele può aiutare ad alleviare i sintomi, così come l’uso di unguenti mentolati, per i quali però non ci sono ancora dati scientifici certi.
È bene anche evitare che l’aria delle stanze sia troppo secca, favorire il ricambio dell’aria (soprattutto negli ambienti affollati), usare fazzoletti di carta monouso e mantenere una corretta igiene delle mani.
Infine, assumere probiotici, vitamina C o zinco potrebbe aiutare a prevenire il raffreddore, così come dei frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica.
Ma vediamo i principali rimedi contro il raffreddore nei bambini.
Lavaggi nasali
I lavaggi nasali con soluzione fisiologica favoriscono l’eliminazione del muco. Sono utili soprattutto per i neonati e i bimbi piccoli che non sanno ancora soffiarsi il naso da soli.
Aerosol
Il vapore dell’Aerosol con soluzione fisiologica aiuta a sciogliere le secrezioni. Tuttavia, è necessario seguire sempre le indicazioni del pediatra. Occorre, infatti, evitare l’uso di farmaci in aerosol senza prescrizione medica.
Corretta idratazione
Nei bambini piccoli è importante fare attenzione all’idratazione. Tra i campanelli di allarme c’è il pannolino poco bagnato che indica che il piccolo fa meno pipì del solito.
Quindi, dare da bere bevande tiepide è utile per fluidificare il muco e liberare il naso.
Assumere liquidi serve anche a ripristinare le perdite di acqua che si possono verificare a causa della tosse o in caso di febbre.
Riposo
Stare a casa a riposare è importante per il bambino. Meglio quindi saltare qualche giorno di scuola, che aiuta anche a non diffondere il contagio e a ridurre l’esposizione agli agenti patogeni in un momento in cui il piccolo è più vulnerabile.
Antipiretico
Sempre in seguito alla valutazione del pediatra, in caso di febbre (38°) si può usare un antipiretico (come il paracetamolo o ibuprofene) per alleviare il malessere del bambino.
Raffreddore neonato e bambini: prevenzione
Il contagio nei neonati e nei bambini può avvenire attraverso il contatto diretto con le secrezioni di persone infette o dal contatto con goccioline di saliva, che possono diffondersi nell’aria con gli starnuti o la tosse e depositarsi sulle superfici.
Quindi, c’è il rischio di contagio se il neonato è troppo vicino alla persona infetta o se quest’ultima lo prende in braccio o lo bacia. Oppure, se entra in contatto con superfici contaminate.
È dunque importante ricordare semplici accorgimenti come:
- Tenere i bambini lontani dalle persone con un’infezione in corso.
- Tossire o soffiarsi il naso lontani dal piccolo e pulirsi bene le mani prima di toccarlo.
- Evitare il contatto con altri bambini, i luoghi troppo affollati e, se possibile, non prendere i mezzi pubblici.
Lavarsi molto bene le mani è fondamentale per chi accudisce un neonato, soprattutto prima di preparare la pappa e di dargli il biberon, poiché riduce di molto la possibilità di contagio.
COVID e raffreddore: come distinguerli
In caso di raffreddore senza febbre è altamente improbabile che si tratti di COVID-19. Il medico comunque, grazie all’anamnesi, potrà avere più elementi di valutazione.
Se il piccolo, tuttavia, è entrato in contatto a scuola con un compagno positivo al COVID e ha un po’ di febbricola è meglio eseguire un tampone.
Inoltre, i sintomi del COVID sono specifici, come:
- Perdita dell’olfatto, del gusto.
- Tosse intensa.
- Febbre.
- Mancanza di fiato.
- Malessere diffuso.
Infatti, è proprio questa tipicità ad aiutare i medici a distinguere, in attesa dell’esito del tampone, una sospetta infezione da COVID-19 dal comune raffreddore che, invece, si manifesta solitamente con naso che cola (rinorrea), naso chiuso, starnuti e mal di gola, raramente febbre.
Fonti
- Simasek, M., et al., Treatment of the Common Cold, American Family Physician, volume 75, number 4, pages 515-520, 2007.
- Ospedale Bambin Gesù – Raffreddore.
- Ospedale Bambin Gesù – Distinguere COVID da raffreddore e allergie