Gli assorbenti interni (o tamponi) consentono di assorbire flusso mestruale direttamente dall’interno del canale vaginale. Sono una valida alternativa agli assorbenti esterni. Infatti, sono igienici, comodi, discreti. Realizzati con materiali assorbenti, come il cotone, e dotati di uno strato impermeabile per prevenire perdite.
Le prime volte che si usano possono esserci alcune difficoltà nell’inserirli, ma basta un po’ di pratica per usufruire dei loro vantaggi in termini di comfort e per gestire le mestruazioni in modo igienico e pratico.
Ne esistono di tue tipi: con applicatore( tipo tampax) e senza ( tipo OB). Scopri cosa sono gli assorbenti interni, come si usano e le possibili alternative.
Cosa sono e a cosa servono gli assorbenti interni
Gli assorbenti interni o tamponi sono dispositivi da inserire in vagina durante le mestruazioni e che si possono utilizzare fin dal primo giorno del ciclo mestruale.
Sono invisibili e discreti e offrono diversi vantaggi come poter andare al mare, fare sport o indossare un abito aderente anche nei giorni del ciclo. Non danno poi quella sensazione di umido e alleviano il disagio in caso di forte odore mestruale.
Sono realizzati in fibre assorbenti e di forma cilindrica, con la punta arrotondata. Sono dotati anche di un cordoncino che deve restare all’esterno della vagina per facilitare la rimozione dell’assorbente.
Esistono due tipi di assorbente interno:
- Con applicatore (tipo tampax).
- Senza applicatore.
In commercio puoi trovare diversi tipi di assorbenti interni, anche in base al tipo di flusso. Il grado di assorbenza è indicato sulla confezione con il simbolo delle gocce (da 1 a 4 o più gocce). Ci sono anche diverse dimensioni: “mini” per flussi leggeri o per gli ultimi giorni del ciclo o “ultra” o “super” per flussi più abbondanti.
Come inserire i tampax
Gli assorbenti interni si inseriscono direttamente nel canale vaginale in due modalità, a seconda se sono con applicatore o senza.
In quelli con applicatore (tipo tampax per capirci), si inserisce delicatamente l’applicatore in vagina, spingendo con il dito il tubicino interno dentro il tubicino esterno. In questo modo si posiziona correttamente l’assorbente in vagina e si rimuovono delicatamente i due tubicini.
Negli assorbenti interni senza applicatore, invece, si scarta il tampone dalla confezione e si distende il cordoncino che servirà per toglierlo. Con il dito indice e medio si aprono delicatamente le labbra della vagina, mentre con il dito dell’altra mano si spinge l’assorbente nel canale vaginale dirigendolo, per quanto possibile, all’interno e verso l’alto. Se il tampone è posizionato correttamente, non dev’essere percepita la sua presenza.
Ricordiamo che occorre rimuovere l’assorbente interno dopo 4-5 ore, mai oltre le 8 ore. Basta allungare il cordoncino e spingere con i muscoli pelvici, rilassandosi e tirando in avanti il cordoncino, oppure afferrandolo con le dita.
Come rimuovere l’assorbente interno?
Togliere l’assorbente interno è molto facile. Ecco alcune semplici mosse sia se l’assorbente è dotato di cordino, sia se ne è sprovvisto.
Con cordino
- Siediti sul WC con le gambe divaricate.
- Rilassati. Rimuovere l’assorbente interno non deve essere un’esperienza dolorosa. Se ti senti un po’ in ansia, respira profondamente e cerca di rilassarti e di non contrarre i muscoli vaginali.
- Tira il cordino posto all’estremità dell’assorbente. Quest’ultimo dovrebbe uscire senza difficoltà e senza opporre resistenza. Se non riesci a estrarlo o provi dolore, è possibile che non è ancora il momento di sostituirlo. Se non sono trascorse otto ore, aspetta un’altra ora o due, prima di ritentare.
- Una volta estratto, avvolgi il tampone nella carta igienica e gettalo nella spazzatura. Anche se alcuni produttori indicano che i loro assorbenti si possono gettare nel water, non è una buona idea. Anche se si decompongono rapidamente, potrebbero otturare lo scarico.
- Lavati le mani.
Cosa daevo fare se non riesco a trovare il cordino?
- Mantieni la calma se il cordino si è rotto o se usi quello che ne è privo e non riesci a trovatore l’assorbente.
- Lavati le mani e controlla che le unghie non siano affilate o scheggiate.
- Mettiti nella stessa posizione che assumi per inserire il tampone. Puoi stare seduta sul WC, accovacciata o con un piede appoggiato al water. Fai un respiro profondo e cerca di rilassarti.
- Inserisci il dito indice nella vagina per sentire il tampone, eseguendo dei movimenti circolari in avanti e indietro finché non riesci a sentire l’assorbente. Potrebbe essersi girato di lato o spostato in alto nel canale vaginale.
- Inserisci due dita per afferrare il tampone ed estrailo. Se hai difficoltà a toglierlo, prova a sederti sul water e a spingere come se stessi cercando di andare in bagno.
- Non gettare l’assorbente nel WC e lavati le mani.
Quando cambiare l’assorbente interno?
Potrà apparire banale ma è bene ricordare che prima di utilizzare un assorbente interno è opportuno lavarsi le mani così da non contaminare il tampone, che dovrà rimanere per diverse ore nella vagina. Per evitare inconvenienti, ricorda di utilizzare l’assorbente interno con un grado di assorbenza inferiore rispetto a quello che useresti con un assorbente esterno.
E’ importante cambiarlo ogni 4 ore circa: lo stazionamento del sangue potrebbe infatti provocare la proliferazione di batteri con il rischio di sviluppare eventuali infezioni. Non è un caso che una delle cause più frequenti delle infezioni vaginali sia proprio un utilizzo scorretto dell’assorbente interno.
Dopo il bagno al mare o in piscina, ricordati di cambiare il tampone: il cloro e l’acqua salata possono infatti causare cistiti ed irritazioni cutanee.
Quando sono sconsigliati gli assorbenti interni?
Il tampone è un prezioso alleato dell’igiene femminile ma il suo utilizzo è sconsigliato in caso di vaginiti o infiammazioni in quanto, oltre all’azione irritativa di un corpo estraneo, l’assorbente impregnato di sangue diventa un ottimo terreno di coltura per germi, favorendo ulteriormente lo sviluppo dell’infezione.
È buona abitudine alternare a quello interno l’assorbente esterno e non utilizzare quelli interni in caso di disturbi come le infezioni vaginali. Ricordiamo che l’assorbente interno deve essere utilizzato solo in presenza del ciclo mestruale.
L’unica controindicazione seria potrebbe essere un’eventuale allergia ad uno dei componenti. In tal caso è bene utilizzare gli assorbenti esterni oppure le coppette mestruali.
Dobbiamo però sfatare alcuni vecchi “miti” legati all’utilizzo degli assorbenti interni:
- Assorbenti interni e verginità: tra le adolescenti vi è la credenza di poter perdere la verginità utilizzando l’assorbente interno. E’ un’idea assolutamente errata, poiché l’imene ancora integro possiede un’apertura dalla quale fuoriesce il flusso mestruale. Il tampone si andrà a posizionare proprio in questa apertura: non c’è rischio di perdere la verginità utilizzando i tamponi, che possono essere usati sin dalla prima mestruazione.
- Bagno al mare con gli assorbenti interni: si può fare tranquillamente a patto di cambiare il tampone una volta terminata la nuotata. L’assorbente infatti assorbe acqua e si gonfia perdendo la sua comodità. Inoltre il cambio è necessario per evitare di entrare in contatto con alcuni batteri che possono depositarsi sull’assorbente durante la nuotata.
Assorbenti interni: vantaggi e svantaggi
Gli assorbenti interni hanno dei vantaggi e degli svantaggi rispetto ad altri metodi, come gli assorbenti esterni o la coppetta mestruale.
Vantaggi
- Sono discreti e invisibili, quindi si possono usare con qualsiasi tipo di abbigliamento, anche chiaro o aderente.
- Sono pratici e comodi, perché permettono di svolgere tutte le attività, anche sportive o in acqua, senza limitazioni.
- Evitano la sensazione di umidità e il cattivo odore.
- Sono più igienici da cambiare, perché il sangue rimane all’interno del tampone e non sporca la biancheria o le mani.
Svantaggi
- Possono causare allergia o irritazione, a causa del materiale di cui sono composti o dei residui chimici che possono contenere.
- Favorire le infezioni, se non vengono cambiati spesso o se si usano quelli con una capacità di assorbimento superiore al necessario.
- Possono provocare la sindrome da shock tossico (TSS), una rara ma grave complicazione causata da alcuni batteri che possono proliferare nel tampone e rilasciare delle tossine nel sangue.
- Interferire con la flora vaginale, alterando il pH e la lubrificazione naturale della vagina.
- Essere difficili da inserire o rimuovere, soprattutto le prime volte.
Alternative agli assorbenti interni
La scelta tra un assorbente interno e uno esterno è assolutamente soggettiva. Oltre alla comodità di utilizzo, la grande differenza è l’impatto ambientale che sono in grado di provocare: quelli interni, privi di applicatore, rappresentano la scelta più ecologica che si possa fare (dopo le coppette). Il cordino è generalmente in poliestere o cotone. Gli assorbenti esterni, invece, sono realizzati da diversi strati di materiale: cotone o cellulosa o materiali sintetici (polietilene, polipropilene).
Gli assorbenti interni possono poi essere usati tranquillamente anche durante l’ovulazione, in caso di perdite particolarmente abbondanti.
Ma non ci sono soltanto assorbenti interni o esterni, ma diverse altre tipologie a seconda delle esigenze. Vediamone alcune.
Coppette mestruali
Economiche ed ecologiche, le coppette mestruali sono un’ottima alternativa al tradizionale tampone o assorbente igienico. La coppetta mestruale è un contenitore in lattice o silicone da inserire all’interno della vagina durante il ciclo in modo da “raccogliere” il flusso mestruale.
La differenza più importante rispetto ai tradizionali assorbenti è proprio questa: la coppetta raccoglie e non assorbe il flusso come gli assorbenti. Questo non è un dettaglio di poco conto: gli assorbenti interni non si limitano infatti ad assorbire solo il flusso mestruale ma anche il muco cervicale.
Quest’ultimo è un forte anti-batterico che crea una naturale barriera protettiva tra vagina e utero nella cavità cervicale, impedendo a batteri e ad altri organismi estranei di entrare nella cavità uterina.
Assorbenti post parto
Gli assorbenti post parto sono stati ideati per gestire il flusso e le perdite vaginali che possono verificarsi durante il periodo post parto, aspetto del tutto normale.
Infatti, si tratta dell’espulsione da parte dell’utero dei residui della gravidanza, che può durare tra le 2 e le 6 settimane dopo il parto.
Sono spesso più lunghi, più larghi e più assorbenti rispetto agli assorbenti femminili convenzionali. Sono realizzati con materiali morbidi e assorbenti per garantire comfort e protezione. Alcuni possono anche contenere gel o materiali che aiutano a ridurre il rischio di odori sgradevoli.
Sono disponibili in diverse dimensioni per adattarsi alle esigenze delle donne durante il periodo di recupero post parto. Infatti, ci sono diversi tipi di assorbenti per maternità, adatti a ogni flusso, da cambiare più o meno ogni 4 ore.
Ci sono quelli per i primi giorni, da indossare quando il flusso è più abbondante (da 5 a 7 giorni dopo il parto), sono più spessi, più lunghi, e più assorbenti. Mentre gli assorbenti post parto per le settimane successive sono adatti per un flusso più lieve.
Mutande assorbenti
Le mutande assorbenti lavabili sono certamente più sostenibili e meno inquinanti, come la coppetta o gli assorbenti lavabili.
Sono quindi slip riutilizzabili nati per sostituire assorbenti e tamponi. In pratica, sono delle semplici mutande che, però, assorbono il flusso mestruale. Ma sono anche comode, leggere e conferiscono la sensazione di asciutto e pulito grazie ai diversi strati filtranti e assorbenti molto efficaci.
Dopo quante ore si cambiano? Dipende dalle marche, alcune possono durare fino a 12 ore e prevedono diverse tipologie in base al flusso, se medio o abbondante.
Sono poi lavabili a 30 gradi in lavatrice o a mano, usando però un sapone delicato per preservare le fibre interne.
Tra i possibili svantaggi c’è il flusso abbondante, cioè in questo caso il cambio può essere scomodo soprattutto se indossi i pantaloni o i collant.
Assorbenti lavabili
Gli assorbenti lavabili hanno la stessa forma di quelli usa e getta ma sono composti da diversi strati di tessuto per assorbire il flusso mestruale. Sono dotati anche di comode ali per “bloccare” l’assorbente con un bottoncino a pressione. Sono traspiranti, sostenibili, disponibili in cotone biologico e semplici da pulire.
Non costano molto e possono durare fino a 5 anni, non irritano la pelle ed evitano l’uso della plastica che impiega decine di anni per degradarsi.
Si possono lavare in lavatrice a 40 o 60 gradi insieme alla propria biancheria, evitando l’uso della candeggina o degli smacchiatori che potrebbero rovinare il tessuto e renderlo meno efficace.
Fonti