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L’Escherichia coli in gravidanza è un’evenienza cui fare molta attenzione, poiché potrebbe generare complicanze anche gravi per il feto.
Si tratta di un microrganismo che vive nel tratto gastrointestinale e in vagina. I ceppi sono diversi e la maggior parte sono innocui. Alcuni però sono in grado di produrre una potente tossina che può essere rischiosa per la salute.
Sono piuttosto frequenti anche le infezioni delle vie urinarie causate da questo batterio, soprattutto in gravidanza.
Nella maggioranza dei casi, una tossinfezione causata da questo patogeno può manifestarsi con sintomi quali: crampi addominali, gastroenterite, colite emorragica, febbre e diarrea.
Scopri se un’infezione da Escherichia coli in gravidanza può essere pericolosa per mamma e bimbo, i sintomi e come prevenire.
Infezione da escherichia coli in gravidanza: cos’è e come si può contrarre
L’Escherichia coli, come abbiamo detto, identifica un gruppo di batteri che risiedono nell’intestino e nella vagina delle persone sane come parte integrante della normale flora batterica. La maggior parte dei ceppi di Escherichia coli sono innocui, ma ce ne sono alcuni che possono causare infezioni del tratto digerente, delle vie urinarie o di altre parti del corpo.
Durante la gravidanza, in particolare, è importante prestare attenzione alla presenza di questo batterio, specie di alcuni ceppi specifici, poiché può causare gravi complicanze sia per la madre, sia per il feto.
L’infezione da Escherichia coli in gravidanza può essere acquisita attraverso il consumo di cibi contaminati, soprattutto carne cruda o poco cotta, latte non pastorizzato, frutta e verdura non lavate adeguatamente o acqua contaminata.
Nonostante la maggior parte dei ceppi di Escherichia Coli sia inoffensiva per l’organismo, occorre tuttavia fare attenzione a quelli che, invece, possono causare intossicazioni. Tra questi:
- E. Coli enteropatogenico (EPEC).
- E. Coli enterotossigenico.
- E. Coli O157:H7 e altri ceppi.
L’infezione comporta sintomi gastrointestinali come diarrea, crampi addominali, nausea e vomito. Tuttavia, diventa preoccupante la possibilità che l’infezione si trasmetta al feto causando una grave complicanza chiamata sindrome emolitico-uremica (HUS). È una malattia caratterizzata dalla distruzione dei globuli rossi, danni ai reni e bassi livelli di piastrine nel sangue, quindi problemi di coagulazione.
Per prevenire l’infezione durante la gravidanza, è essenziale adottare buone pratiche igieniche in cucina, come lavarsi le mani regolarmente, lavare accuratamente frutta e verdura e cuocere bene la carne e il pesce. Sono da evitare del tutto i cibi crudi o poco cotti e il latte non pastorizzato.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sull’Escherichia coli.
Sintomi dell’Escherichia coli in gravidanza
I sintomi possono variare in base al ceppo specifico del batterio che causa l’infezione. Si tratta comunque di un microorganismo che può determinare infezioni gastrointestinali e, durante la gravidanza, comportare complicazioni per madre e feto.
Tra questi ci sono:
- Diarrea: è uno dei sintomi più comuni dell’infezione da Escherichia coli. Le feci possono essere liquide o acquose e possono essere accompagnate da crampi addominali.
- Nausea e vomito.
- Febbre e brividi.
- Sintomi urinari: l’infezione può causare infezioni del tratto urinario (cistite) con bruciore durante la minzione e il bisogno di urinare più frequentemente del solito.
In presenza quindi di sintomi gastrointestinali o urinari, è bene consultare subito il proprio medico per una valutazione accurata e un trattamento tempestivo, due aspetti essenziali per prevenire complicazioni e proteggere la salute della madre e del bambino.
Escherichia coli in gravidanza: diagnosi ed esami strumentali
Per la diagnosi di Escherichia coli si ricorre all’esame delle feci, ma in base ai sintomi, si può ricercare il batterio anche nel sangue o nelle urine. L’esame delle urine da solo però non basta a identificare l’Escherichia coli. Può indicare sicuramente se c’è un’infezione delle vie urinarie in atto, ma va associato all’urinocoltura per individuare con maggiore precisione i microrganismi che determinano l’infezione. Infatti, non tutti i microrganismi rispondono alle stesse terapie, pertanto è necessario individuarli anche grazie al test dell’antibiogramma.
Per tutti questi motivi, tra gli esami da fare in gravidanza quello delle urine è molto importante e va eseguito con una certa regolarità. Una diagnosi tempestiva, infatti, consente di avviare subito il trattamento più idoneo, riducendo i rischi per la donna e il bambino.
Rischi dell’Escherichia coli in gravidanza: è pericoloso?
In effetti l’Escherichia coli presenta una certa pericolosità durante la gravidanza. È una fase della vita di una donna in cui il corpo subisce cambiamenti ormonali e fisici che possono aumentare il rischio di sviluppare infezioni del tratto urinario.
Se non trattate correttamente, sono infezioni che possono comportare complicazioni anche serie, come infezioni renali, e che possono essere correlate a:
- Un certo incremento delle nascite premature (parto prima delle 37 settimane di gravidanza).
- Una maggiore possibilità di rottura pretermine delle membrane (rottura del sacco amniotico).
- Basso peso alla nascita e sviluppo generale del nascituro.
- Raramente può accadere un aborto spontaneo o un parto prematuro o una condizione di sepsi.
Nonostante il rischio sia basso, è essenziale trattare con efficacia eventuali infezioni che dovessero svilupparsi durante la gestazione.
Quindi se si sospetta un’infezione grazie a sintomi come bruciore o dolore durante la minzione, febbre o mal di pancia, è bene contattare il prima possibile il proprio ginecologo. È importante evitare di automedicarsi o sottovalutare i sintomi di infezione.
Se l’infezione coinvolge il tratto gastrointestinale, invece, potrebbe verificarsi uno stato di disidratazione per la perdita di liquidi con la diarrea e il vomito. In questo caso, la donna deve essere reidratata adeguatamente.
L’Escherichia coli in gravidanza non va mai sottovalutato. La diagnosi precoce e la cura sono fondamentali per evitare conseguenze potenzialmente gravi.
Come si cura l’Escherichia coli in gravidanza
In caso di sintomi, il primo passo da fare è rivolgersi al proprio medico che prescriverà l’esame colturale delle urine.
La scelta della terapia da parte del medico curante dipenderà dalla gravità dell’infezione, dalle settimane di gestazione e da eventuali disturbi precedenti o in atto. È fondamentale evitare il faidate. Il trattamento è farmacologico e prevede l’uso di antibiotici efficaci contro l’Escherichia coli e sicuri in gravidanza.
Si tratta di farmaci che non presentano particolari rischi durante la gestazione, ma che comunque dovranno essere prescritti dal proprio medico o ginecologo.
Al termine della terapia antibiotica, si ripeterà l’esame delle urine per verificare l’efficacia della cura. Occorre assicurarsi di aver eliminato completamente il batterio e l’infiammazione.
È anche importante mantenere una buona idratazione, per aiutare a combattere l’infezione, e riposarsi.
Come prevenire ed evitare l’Escherichia coli in gravidanza
Per prevenire l’infezione da Escherichia coli durante la gravidanza l’igiene è di fondamentale importanza. Ecco alcuni consigli utili per cercare di evitare l’infezione.
- Lavarsi le mani: prima di mangiare, dopo aver usato il bagno, dopo aver toccato animali o dopo essere stati in luoghi pubblici, lavare sempre accuratamente le mani con acqua e sapone.
- Cuocere bene gli alimenti: carne, pollame, pesce e uova devono essere cotti a temperature sufficienti per uccidere eventuali batteri.
- Lavaggio di frutta e verdura: lavare accuratamente frutta e verdura prima di consumarle, ma è meglio sempre mangiare almeno la verdura cotta. Utilizzare acqua pulita e strofinare delicatamente con le mani o una spazzola le superfici esterne dei prodotti.
- Evitare il consumo di latte non pastorizzato o prodotti lattiero-caseari che potrebbero contenere batteri patogeni.
- Evitare alimenti a rischio di contaminazione da Escherichia coli, come insalate o cibi mal conservati e dove non è garantita un’adeguata igiene.
- Lavare bene coltelli, taglieri e altri utensili da cucina dopo averli utilizzati per preparare carne cruda.
- Assicurarsi di bere acqua potabile e sicura. Nel dubbio, meglio bere acqua in bottiglia.
- Evitare contatto con feci di animali infetti.
- Prestare attenzione all’igiene intima: durante la gravidanza, è fondamentale seguire una buona igiene intima, evitando l’uso prodotti profumati o troppo aggressivi per la pelle e il pH vaginale.
- In caso di sintomi gastrointestinali importanti consultare subito il ginecologo.
Fonti