Sommario
Il raffreddore è un disturbo di origine virale. Non è grave ma piuttosto fastidioso e un problema con il quale combattiamo più volte l’anno. Si tratta di un’infiammazione che colpisce le vie respiratorie e si manifesta quindi con congestione nasale, naso che cola e starnuti. A questi sintomi si possono poi associare mal di gola, tosse, cefalea, dolori muscolari e febbricola.
Più frequente durante l’inverno, è molto contagioso soprattutto nei primi 2 o 3 giorni, poi in genere smette di esserlo dopo una settimana. Solitamente si risolve da solo in pochi giorni. Sono molto efficaci i rimedi naturali e quelli della nonna, nonché riposo e bere molto.
Possono essere utili anche farmaci da banco (spray nasali, pastiglie per la gola) con effetto decongestionante e che aiutano ad alleviare i sintomi e a sentirsi meglio.
Anche il raffreddore nei neonati è piuttosto comune e, se trattato adeguatamente, non rappresenta nessun rischio per il bambino. Il raffreddore in gravidanza, inoltre, anche se frequente, non è pericoloso. Molto spesso si risolve da solo ma la cura più efficace è la prevenzione.
Che cos’è il raffreddore e come si trasmette?
Il raffreddore è una delle patologie più diffuse, soprattutto nei mesi invernali e con l’arrivo dei primi freddi. Ma anche se molto contagioso, non è una malattia grave. È causato da un’infezione virale che colpisce prevalentemente le alte vie aeree (naso, gola, trachea).
Ogni anno sono milioni le persone che prendono il raffreddore: in Italia riguarda circa il 46% della popolazione al di sopra dei 14 anni. Sebbene il raffreddore sia una affezione così frequente, solo il 55% delle persone colpite si cura.
Si trasmette principalmente in due modi:
- Per via aerea: respirando aria infetta. Il virus può essere disperso nell’aria dalla persona raffreddata attraverso le minuscole gocce d’acqua emesse con starnuti e colpi di tosse.
- Per contatto diretto: con oggetti contaminati che tocchiamo quotidianamente, soprattutto con le mani.
L’organismo si difende creando anticorpi che lo rendono immune da possibili ricadute. Ma essendo mutevoli, i virus del raffreddore riescono comunque a eludere le difese: per questo il raffreddore continua a colpire e per questo non è possibile produrre un vaccino.
Rimedi per raffreddore
Normalmente il raffreddore scompare spontaneamente. E’ possibile alleviarne i sintomi utilizzando spray o gocce per il naso in grado di alleviare la congestione. Essendo però farmaci vasocostrittori, devono essere utilizzati con prudenza in caso di pressione alta, diabete e ipertiroidismo.
Se i sintomi persistono si suggerisce il ricorso agli antinfiammatori.
Invece, non vanno usati antistaminici o antibiotici: il raffreddore non è causato da batteri ma da virus.
Se il raffreddore si ripete spesso, oppure se ogni volta è accompagnato da bronchiti, otiti o sinusiti, occorre sia combattere gli episodi acuti sia attuare una prevenzione adatta, che eviti le ricadute e le complicazioni.
Per la tosse è possibile assumere mucolitici (fluidificanti del muco) in caso di tosse grassa con espettorato di consistenza particolarmente densa, ed espettoranti (per facilitare l’emissione del catarro).
Assumere liquidi e fare dei suffumigi, anche con un vaporizzatore, può aiutare a fluidificare le secrezioni facilitando l’espulsione del catarro.
Come far passare il raffreddore?
La prima regola per alleviare i sintomi del raffreddore è quella di concedersi del riposo e mettersi al caldo sotto le coperte fin dalla comparsa dei primi sintomi. Ma ci sono altre buone abitudini che dovresti avere.
- Regolare la temperatura e l’umidità dell’ambiente in cui si vive, evitando un clima troppo caldo o secco. In questi casi è bene umidificare la stanza con una vaschetta d’acqua o un asciugamano bagnato sui termosifoni.
- Cambiare l’aria della stanza ogni giorno.
- Bere molti liquidi per mantenere una giusta idratazione del corpo.
- Preferire cibi leggeri, privilegiando frutta e verdura ricche di vitamina C che rafforzano le difese immunitarie.
- Inalare sostanze balsamiche disciolte in acqua bollente.
- Soffiarsi spesso il naso per evitare il ristagno prolungato delle secrezioni nel naso e nella faringe.
- Evitare il fumo di sigaretta che indebolisce le difese.
Aerosol
Un aerosol è una sospensione gassosa di minuscole particelle liquide e/o solide, solitamente somministrata da un dispositivo medico come un inalatore. È usato in genere per trattare i problemi alle vie respiratorie e consente la somministrazione aerea dei farmaci per curare o prevenire le malattie a carico dell’apparato respiratorio.
L’aerosolterapia è molto efficace perché il farmaco viene ridotto in particelle molto piccole così da raggiungere con maggiore facilità tutte le zone delle vie respiratorie.
L’aerosol può inoltre essere utilizzato anche in caso di tosse secca ed ha un’azione calmante e decongestionante placando l’infiammazione delle prime vie aeree.
È importante sottolineare che è sempre il medico, e il pediatra nei più piccoli, a prescrivere questa terapia.
Molto utile è, comunque, l’aerosol con soluzione fisiologica come forma di igiene nasale quando l’aumento delle secrezioni è in corso. Infatti, grazie alla sua azione fluidificante, in caso di congestione nasale aiuta a rimuovere le secrezioni, muco e catarro.
Rimedi naturali o della nonna per il raffreddore
Come abbiamo visto il raffreddore dura più o meno una settimana. Tuttavia, con l’aiuto di alcuni rimedi naturali e casalinghi si può accelerare la guarigione senza imbottirsi di medicinali.
Infatti, uno stile di vita sano è un’ottima forma di prevenzione e aiuta l’organismo a produrre le difese di cui ha bisogno. Prendersi cura del proprio corpo, potenzia il sistema immunitario aiutando a combattere il raffreddore.
Infatti, mangiare sano, bere almeno un litro d’acqua al giorno, dormire almeno 8 ore a notte e fare sport: sono queste le prime dritte per non ammalarsi.
Un’altra dritta è chiedere aiuto alla natura che con le sue piante può dare una mano a rinforzare le difese immunitarie. Sono rimedi che possono essere usati a tutte le età senza particolari controindicazioni. Ma dato che i macerati sono preparazioni alcoliche devono essere somministrati con cautela ai bambini sotto i 3 anni di età, alle donne in gravidanza e ai pazienti con disturbi epatici.
Il bicarbonato è uno dei più famosi e antichi rimedi naturali per il raffreddore, poiché è di aiuto per il mal di gola e il naso chiuso. Infatti, ha proprietà antisettiche e le inalazioni calde di vapore acqueo aiutano a respirare meglio e sono semplici da eseguire.
Si aggiunge nell’acqua bollente un cucchiaio di bicarbonato, poi si copre il capo con un asciugamano e si respirano i vapori dell’acqua.
Come combattere a tavola il raffreddore
L’alimentazione, spiega il nutrizionista Luca Piretta, è la prima arma di prevenzione contro i malanni di stagione. Se si mangia sano si aiuta l’organismo a funzionare bene e a sviluppare gli anticorpi che servono per proteggersi dalle aggressioni di virus e batteri.
La giusta scorta di vitamine, vitamina C, proteine e antiossidanti nutre e sostiene il sistema immunitario. Anche bere molta acqua è fondamentale, perché idrata a fondo, permettendo il funzionamento di tutti i sistemi enzimatici di difesa.
Fatte queste premesse diventa naturale dire di no a diete monotematiche o a un’alimentazione non sufficientemente variata.
Una dieta bilanciata, preferibilmente ispirata ai principi della dieta mediterranea e quindi composta da tutti gli alimenti – proteine, carboidrati, frutta, verdura, legumi – è il modo più semplice e sano per costruire uno scudo protettivo contro il raffreddore.
Durante la fase acuta della malattia è preferibile far seguire ai bambini un’alimentazione a base di cibi semplici, poco elaborati, per non sottoporre l’organismo ad uno stress digestivo.
Per evitare “bruciori” fastidiosi, sono da evitare assolutamente cibi caldi e piccanti. Quelli freddi, come yogurt, latte e gelato, possono servire invece ad alimentare i bambini che, se hanno un forte mal di gola, hanno a volte difficoltà ad ingoiare.
Poi, è importante bere molta acqua. Per i bambini bere è forse più importante che negli adulti, perché si disidratano molto più velocemente. Il rapporto tra la superficie esterna (la pelle) e la massa corporea è infatti maggiore rispetto ad un adulto, per cui la possibilità di disperdere acqua è maggiore.
Raffreddore nei neonati e nei bambini
Il raffreddore nei neonati è piuttosto comune e, se trattato adeguatamente, non rappresenta nessun rischio per il bambino.
È abbastanza frequente nel terzo o quarto mese di vita. La causa è sempre un virus e i sintomi sono quelli tipici: naso colante, febbre, starnuti, tosse, difficoltà a dormire.
Solitamente non si somministrano farmaci, tranne in casi particolari. Basta infatti idratare il piccolo, fare dei lavaggi nasali e lasciarlo riposare.
Certamente non va trascurato, per evitare complicazioni. Tuttavia il raffreddore, sembra strano a dirsi, è utile per i bambini piccoli. Infatti, li aiuta ad entrare in contatto con gli agenti infettivi per sviluppare e potenziare il sistema immunitario.
Autunno e inverno possono essere mesi impegnativi per i bambini alle prese con raffreddori, mal di gola, tosse. Malanni che, se in un adulto possono risolversi nel giro di pochi giorni, nei bambini possono durare sino a 2-3 settimane.
La conseguenza per loro è stanchezza, stordimento, disattenzione e poco rendimento a scuola sino a lunghi periodi di assenza.
Quando chiamare il pediatra?
È il caso di rivolgersi prontamente al medico se il neonato ha meno di tre mesi e/o se il raffreddore si aggrava o ci sono complicanze. Vediamo dunque quali sono i casi in cui è opportuna la valutazione medica:
- Difficoltà a respirare o affanno.
- Tosse persistente anche forte.
- Occhi arrossati.
- Febbre alta (più di 38°).
- Irritabilità e pianto frequente.
- Secrezione nasale purulenta.
- Colorito bluastro delle labbra.
- Presenza di tracce di sangue nell’espettorato.
Raffreddore in gravidanza
Il raffreddore in gravidanza è una condizione piuttosto comune, ma non pericolosa. Infatti, molto spesso si risolve da sola. È sempre importante evitare le possibili complicazioni, tuttavia la cura più efficace è la prevenzione.
Contrarre il raffreddore in gravidanza è abbastanza frequente, anche perché in questo periodo la donna subisce dei cambiamenti nel proprio sistema immunitario per azione degli ormoni. Infatti, per questo motivo, spesso il raffreddore dura un po’ più a lungo rispetto agli standard, ma non vuol dire che sia più pericoloso.
Il raffreddore in gravidanza si risolve in pochi giorni e di per sé non rappresenta un grave problema. Tuttavia può accadere che il ristagno del muco comporti la proliferazione dei batteri che è alla base di patologie come la faringite, l’otite, la bronchite e la sinusite.
Si tratta di infezioni un po’ complicate da trattare durante la gestazione perché richiedono l’uso di farmaci che sarebbe meglio evitare. Per scongiurare questa eventualità è bene quindi prevenire e se si è già raffreddate, provare con i rimedi naturali e tanto riposo.
Infatti, anche i decongestionanti nasali a base di vasocostrittori, sono da evitare perché c’è il rischio che attraversino la placenta e compromettano lo sviluppo del feto.
Sintomi del raffreddore
I sintomi del raffreddore non sono causati direttamente dal virus, ma dal meccanismo di difesa del nostro corpo e dal sistema immunitario che tenta di debellarlo.
L’incubazione va dalle 4 alle 72 ore. Il suo esordio si manifesta in modo brusco: una sensazione di prurito al naso e alla gola, seguita da una serie di starnuti. Questi i sintomi più comuni e facili da riconoscere:
- Naso chiuso e colante.
- Starnuti.
- Mal di gola.
- Tosse.
- Raucedine.
- Malessere generale e stanchezza.
- Mal di testa.
- Febbricola: in questo caso per velocizzare la guarigione si può utilizzare il paracetamolo. Se compare questo sintomo è però possibile che ci siano in atto altre infiammazioni di origine batterica. Diventa importante rivolgersi al medico.
- Difficoltà a respirare.
Solitamente il raffreddore dura in media dai 5 ai 10 giorni. Quando i tempi di recupero superano le 2 settimane, i sintomi potrebbero derivare da altre cause ed è quindi il caso di consultare il medico. Un controllo va fatto anche quando si prende il raffreddore più di 5 volte all’anno, oppure quando i sintomi diventano cronici.
Tuttavia, è opportuno segnalare che tali sintomi sono comuni anche a diverse forme allergiche. Pertanto, se si sospetta un’allergia è meglio rivolgersi subito al proprio medico.
Raffreddore o influenza?
Raffreddore e influenza hanno in comune una serie di sintomi che, se non ben conosciuti, possono facilmente condurre a una diagnosi non corretta circa la presenza dell’una o dell’altra patologia.
I principali sintomi comuni ad entrambe le patologie sono: febbre, tosse, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola, nausea, vomito, brividi, starnuti, rinorrea, stanchezza e spossatezza residua.
Per lo più questi sintomi sono tipici sia del raffreddore che dell’influenza, ma non allo stesso modo. Nel raffreddore, la febbre è piuttosto rara e la tosse può essere presente oppure no; i dolori muscolari sono lievi o assenti, così come la nausea, il vomito, la stanchezza e i brividi.
Sono sempre presenti invece gli starnuti e la rinorrea (naso chiuso e che cola), mal di testa e produzione di muco. Il raffreddore dura in genere 7-8 giorni e non lascia alcuna sensazione di spossatezza fisica.
L’influenza è un‘infezione virale più seria caratterizzata dall’aggiunta di altri sintomi quali: febbre, che può durare anche 3-4 giorni, tosse molto fastidiosa, stanchezza, brividi di freddo e, frequentemente, intensi dolori muscolari, nausea e vomito.
Starnuti e rinorrea possono anche non essere presenti. Il decorso dell’influenza è più lungo di quello del raffreddore e può lasciare un grande senso di spossatezza che si protrae per molti giorni.
Cause del raffreddore
Le cause principali del raffreddore sono i virus, in particolare i rhinovirus. La grande varietà di ceppi virali non ci consente di essere immuni dal raffreddore ed è per questo che non esiste un vaccino contro questa malattia.
I virus del raffreddore si diffondono con grande facilità sia per via aerea, sia per contatto. Nel primo caso il virus è disperso nell’aria tramite le goccioline che si emettono starnutendo o tossendo; queste goccioline possono essere inalate da altri individui che in questo modo si infettano.
Possono però depositarsi anche su oggetti e superfici e lì sopravvivere per qualche ora, fino a quando capita di toccare tali superfici contaminate che infettano anche noi.
Il nostro corpo possiede barriere di difesa lungo le vie respiratorie, come il muco, che ricopre la parte interna del naso e il cui compito è quello di intrappolare particelle nocive e come il sistema di ciglia vibratili, che eliminano le particelle nocive intrappolate nel muco.
Tuttavia quando un virus arriva alla mucosa delle narici ed entra in contatto con il sistema muco-ciliare che lo trasporta più in profondità, si avvia il processo infiammatorio delle mucose delle vie aeree.
Il virus si lega a specifici recettori che gli consentono di addentrarsi nella cellula da infettare e inizia a riprodursi. Quindi, la cellula muore e libera altre particelle virali appena formate, che vanno a infettare altre cellule amplificando l’infezione.
Bastano, infatti, anche pochissime particelle virali per avviare il processo infiammatorio che causa il raffreddore.
Perché ci si raffredda di più durante l’inverno?
Il freddo abbassa la temperatura della cavità nasale: questo permette l’insediamento del virus del raffreddore.
Inoltre, inibisce la motilità delle ciglia che ricoprono la mucosa delle vie aeree, ovvero la prima forma di difesa immunitaria di cui è fornito l’apparato respiratorio. In questo modo virus e batteri hanno via libera per aggredire il nostro organismo.
D’inverno è poi più facile essere soggetti agli sbalzi di temperatura. Il passaggio da un ambiente caldo a uno freddo altera il meccanismo di termoregolazione, cioè la capacità del nostro organismo di mantenere la temperatura corporea costantemente attorno ai 37° C.
La permanenza in luoghi chiusi e affollati agevola poi la diffusione del virus e il conseguente contagio. Inoltre, se le nostre condizioni di salute non sono ottimali, è più facile che le difese immunitarie si abbassino provocando una debilitazione organica che lascia terreno fertile al virus del raffreddore.
Quando rivolgersi al medico
In caso di raffreddore è bene rivolgersi al medico se si manifestano problemi respiratori e se i sintomi peggiorano o non migliorano nell’arco di 7-10 giorni.
Bambini e neonati
Tuttavia, quando la patologia interessa i bambini è necessario rivolgersi al medico nel caso di:
- Febbre elevata (oltre 39,5 ºC o oltre 37,8 ºC per i neonati di età inferiore ai 3 mesi) o una febbre che dura per più di tre giorni.
- Sintomi che durano per oltre 10 giorni.
- Respirazione difficoltosa, respiro rapido o ansimante.
- Colore bluastro della cute.
- Mal d’orecchi o secrezioni dalle orecchie.
- Alterazioni dello stato mentale (ad esempio: difficoltà di risveglio, irritabilità o convulsioni).
- Sintomi simil-influenzali che inizialmente migliorano, ma successivamente si ripresentano con febbre e tosse più pronunciata.
- Aggravamento di una condizione medica cronica (come il diabete o una cardiopatia).
Adulti
Quando la patologia invece interessa gli adulti è importante farsi visitare in caso di:
- Febbre elevata di lunga durata (oltre 38,9 ºC).
- Sintomi che durano per oltre 10 giorni o che si aggravano invece di migliorare.
- Tosse persistente.
- Dolore o pressione al torace.
- Mal di gola molto forte.
- Confusione o disorientamento.
- Vomito grave o persistente.
- Dolore intenso al viso o alla fronte.
Fattori di rischio
Alcune condizioni fisiche possono favorire l’arrivo del raffreddore. Queste sono:
- Debilitazione dell’organismo o stress.
- Presenza di tonsille o adenoidi infette o ingrossate che riducono la capacità dell’organismo di contrastare le infezioni.
- Reazioni allergiche circoscritte alla gola e al naso che diminuiscono la capacità di resistenza locale.
- Altre patologie connesse alle mucose delle alte vie respiratorie.
Sono i bambini che frequentano l’asilo o la scuola, dove il virus si trasmette facilmente, ad essere i più colpiti dal raffreddore.
I più piccoli, infatti, non hanno ancora sviluppato gli anticorpi necessari per difendersi dai numerosi virus che causano il raffreddore. Per questo, nel primo anno di vita i neonati si ammalano in media 8 volte. Man mano che crescono poi le ricadute diminuiscono, perché aumenta l’immunità contro i virus.
Ma anche le persone stressate emotivamente si ammalano di più. Infatti, in questi casi, le ghiandole surrenali liberano alcune sostanze che riducono l’attività del timo, la ghiandola che ha il compito di difendere l’organismo dalle infezioni.
Infine, sono più vulnerabili anche le persone affaticate da un lavoro eccessivo (o affette da eccessiva debolezza).
Complicazioni più comuni del raffreddore
Anche se si tratta di una patologia comune e blanda, il raffreddore non va trascurato: gli stessi sintomi possono essere infatti provocati anche da altre patologie che potrebbero richiedere l’intervento del medico.
Sintomi a carico delle basse vie aeree sono piuttosto rari, anche se i raffreddori possono causare delle complicanze o attacchi di asma nei soggetti che già ne soffrono. In alcuni casi quindi possono presentarsi delle complicazioni quali l’otite, la laringite, la faringite, la sinusite e la tonsillite. Vediamole nel dettaglio.
1 – Otite
L’otite è un’infiammazione dell’orecchio, generalmente tipica dei bambini, ma in alcuni casi può interessare anche gli adulti e si divide in otite esterna, media e interna.
Il dolore causato dall’otite viene spesso descritto come lancinante e acuto, così che i bambini che ne sono affetti portano spesso la manina all’orecchio per cercare di calmare i sintomi.
La diagnosi viene fatta da parte del medico tramite la visualizzazione della membrana timpanica, usando uno strumento apposito e non doloroso chiamato otoscopio.
La terapia va impostata al fine di calmare il dolore ed eliminare l’agente patogeno (di solito un batterio). L’otite, dopo la giusta cura, tende a scomparire, anche se in ogni caso andrebbe indirizzata all’attenzione medica onde evitare serie complicazioni, come la meningite.
2 – Laringite
La laringite è un’infiammazione dell’organo fonatorio chiamato laringe, situato nella gola, tra la faringe e la trachea. Le infezioni del tratto respiratorio sono il gruppo di patologie acute più comuni al mondo. Di solito vengono autodiagnosticate dai pazienti e curate a casa.
La laringite acuta è, tra queste, una delle patologie più comuni e può essere definita come un’infiammazione della laringe e della mucosa delle corde vocali, solitamente della durata inferiore a tre settimane. Gli episodi sono generalmente autolimitanti e possono anche essere influenzati dalle condizioni meteorologiche. I sintomi della laringite acuta includono un abbassamento del tono normale della voce e raucedine, che di solito persistono dai tre agli otto giorni.
Tuttavia, i pazienti possono anche manifestare altri sintomi come mal di gola, odinofagia, rinorrea, dispnea, secrezioni nasali e congestione.
Sfortunatamente, poiché non ci sono criteri clinicamente utili che aiutano a distinguere tra infezioni batteriche e virali, l’eziologia non è necessariamente stabilita e la diagnosi può spesso essere basata solo sull’anamnesi.
3 – Faringite
La faringite è comunemente chiamata mal di gola. Tutti ne hanno sofferto almeno una volta nella vita. Infatti, è uno dei problemi di salute più diffusi di cui le persone soffrono durante la stagione fredda, essendo associato a malattie virali che colpiscono le prime vie respiratorie.
Molto spesso è descritta come una sensazione di bruciore nella parte posteriore della gola (faringe), combinata con difficoltà a deglutire a volte abbastanza forte da portare a rifiutare di mangiare.
Il dolore localizzato nella faringe può essere di causa virale, batterica o allergica, ad ognuna delle quali spetta una terapia differente a seconda dell’eziologia. Invece, la faringite acuta è una delle patologie più diffuse nei bambini, soprattutto nei primi anni di vita, a causa dell’immaturità del sistema immunitario e della precoce immissione in collettività. In alcuni casi può portare a conseguenze importanti se non trattata prontamente.
4 – Sinusite
La sinusite è l’infiammazione dei seni paranasali dovuta a infezioni batteriche, virali o fungine, allergie o esposizione a irritanti (fumo, aria condizionata). La presenza di elementi che ostacolano il drenaggio del muco (polipi nasali, deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati) rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della patologia.
Spesso questo disturbo origina da un raffreddore che non passa e che non viene trattato adeguatamente. Il sintomo principale è il naso chiuso. Altri sintomi sono lo scolo di muco dietro il naso (verso la gola), il mal di testa e alle ossa del volto, un senso di pressione alle ossa facciali, le orecchie tappate, gli occhi che lacrimano e bruciano.
La febbre e il malessere generale devono far ipotizzare un’estensione dell’infezione alle strutture circostanti.
La sinusite può comparire in forma acuta (dura meno di 30 giorni), subacuta (fra 30 e 90 giorni), cronica (più di 90 giorni) o ricorrente (se si verificano attacchi ripetuti separati fra loro).
Per il trattamento delle forme virali acute, è consigliato l’uso di decongestionanti nasali, aerosol e antinfiammatori da banco, da affiancare a rimedi quali suffumigi e lavaggi nasali che sciolgono il catarro e ne favoriscono il deflusso. Invece, le forme batteriche vengono trattate con l’antibiotico.
5 – Tracheite
La tracheite è un’infezione per lo più batterica della trachea, una struttura elastica e flessibile che congiunge la laringe ai bronchi. L’infiammazione determina la formazione di essudato purulento e denso nelle vie respiratorie, al di sotto della glottide.
I sintomi della tracheite più comuni sono quindi un senso di irritazione della gola, ma anche dolore alla deglutizione e tosse.
La cura dipende dal tipo di tracheite, ma solitamente include antibiotici o antinfiammatori. La durata della malattia è solitamente di 1-2 settimane ed è contagiosa quando è causata da virus o batteri.
Colpisce prevalentemente i bambini più piccoli, ma anche fino ai 16 anni di età e può costituire una complicanza di una banale infezione respiratoria virale. È causata comunemente dallo Stafilococco aureo e più raramente da Streptococco β-emolitico di gruppo A, Streptococco pneumoniae, Hemophilus influenzae di tipo B, Escherichia coli e Moraxella catarrhalis.
Non si tratta quindi di una patologia grave ma è sempre meglio non sottovalutarla.
6 – Tonsillite
La tonsillite è un’infiammazione delle tonsille palatine, organi posti ai lati della gola che hanno funzioni immunitarie attive soprattutto in età pediatrica. Spesso questa infezione si estende anche alle strutture anatomiche vicine: frequente è il quadro di faringo-tonsillite.
L’incidenza della tonsillite è relativamente elevata nella popolazione, tanto da rappresentare un carico notevole per i servizi di medicina di base, e massima nei bambini di età compresa fra 1 e 4-8 anni. Con il superamento della pubertà e la progressiva atrofia delle tonsille, la possibilità che questa malattia insorga è molto bassa.
La tonsillite può avere origine virale, come accade nella maggior parte dei casi, oppure batterica. Nel primo caso, guarisce spontaneamente nel giro di qualche giorno, mentre nel secondo è necessario ricorrere agli antibiotici.
I punti chiave nella gestione della tonsillite sono rappresentati dalla diagnosi e dalla terapia: se viene individuata e trattata correttamente, ha un decorso benigno.
Come prevenire il raffreddore
Il modo più semplice per prevenire il raffreddore è lavarsi le mani spesso con soluzioni disinfettanti dopo aver avuto contatti con una persona ammalata o anche dopo essersi soffiati il naso.
È un rimedio utile per evitarne la diffusione poiché i rinovirus sono in grado di sopravvivere circa tre ore sulla pelle o sulla superficie di oggetti contaminati. Inoltre è consigliabile:
- Non toccarsi gli occhi o il naso soprattutto dopo aver toccato oggetti “contaminati” (toccati a loro volta da persone raffreddate).
- Evitare, se possibile, di stringere la mano ad una persona raffreddata.
- Tenersi lontano, se possibile, dai luoghi affollati e chiusi: sono a maggior rischio di contagio.
- Assumere liquidi abbondanti.
Fare sport fa bene anche con il raffreddore
L’esercizio fisico aumenta la frequenza cardiaca, fa pompare il cuore e favorisce un flusso sanguigno sano, apre i polmoni e rilascia endorfine: tutti effetti positivi che, se sei raffreddato, possono farti sentire meglio. Ecco perché non hai motivo di smettere di fare sport con il raffreddore, anzi è utile che tu continui a farlo.
Unica raccomandazione: riduci l’intensità dell’allenamento se sei molto congestionato, hai il respiro sibilante o ti senti stanco prima del solito. Riposa anche in caso di forte affaticamento o tosse incontrollata.
Attenzione anche agli ambienti in cui ti alleni. In caso di difficoltà respiratorie, meglio evitare di fare sport all’aperto per non esporsi all’aria fredda e secca e allenarsi a casa finché non si è guariti. In questi casi è bene anche rinunciare a nuotare in piscina, perché il cloro può peggiorare i disturbi respiratori.
Ma a parte questi accorgimenti, non ci sono controindicazioni a fare sport con il raffreddore. Se, però, hai la febbre, meglio fermarti.
Conclusioni
Il raffreddore è una delle infezioni virali più comuni, soprattutto durante l’autunno e l’inverno. Provocato da virus come i rhinovirus, si manifesta con sintomi come naso chiuso, starnuti, mal di gola e, talvolta, febbre leggera.
Sebbene fastidioso, il raffreddore tende a risolversi spontaneamente in pochi giorni. Riposo, una buona idratazione e il consumo di alimenti ricchi di vitamina C possono aiutare ad alleviarne i sintomi. Inoltre, lavarsi spesso le mani e mantenere uno stile di vita sano contribuiscono alla prevenzione.
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