Mercati, antiche moschee, splendidi mosaici, capolavori del gusto tra cui spicca il couscous: un viaggio da Tunisi a Cartagine.
La Tunisia oggi
Un anno e mezzo dopo la rivolta della Tunisia, che si è liberata di una dittatura ventennale e ha dato il via anche a egiziani, yemeniti, libici e siriani, la capitale Tunisi ai turisti appare assolutamente tranquilla. Ma anche ben controllata dalle forze armate, che presidiano con blindati e rotoloni di filo spinato tutti gli edifici pubblici.
Per il resto, la visita risulta affascinante per il viaggiatore e quanto mai gradita anche dalle migliaia di tunisini che vivevano di turismo e ora stentano a tirare avanti. La città storica con il dedalo dei vari souk, le antiche moschee, i negozi di tappeti e di cappelli, i grandi ristoranti come Dar El Jeld le case-albergo di charme come Dar El Medina, può essere la prima tappa.
Cosa vedere a Tunisi
I grandi alberghi un po’ decaduti e i ristoranti (altrettanto deludenti, ma comunque puliti e sempre aperti) si trovano lungo l’avenue Bourguiba, dedicata all’artefice dell’indipendenza. Una strada vivace, vero cuore della città moderna. Al termine di questa si arriva alla stazione della ferrovia che serve il litorale a nord di Tunisi. I trenini sono frequenti, molto economici. In mezz’ora vi portano alle rovine di Cartagine o alla perla turistica della Maghreb Riviera, quella Sidi Bou Said dove ha la villa Afef e che molti paragonano a Capri o Positano.
Paragone sensato, anche se i prezzi qui sono più abbordabili. Se al miglior ristorante di Tunisi, il già citato Dar El Jeld, si può mangiare con 30 euro a persona, una consumazione al mitico Café des Nattes, nella Piazzetta di Sidi Bou Said, vi costa due o tre euro.
Alla scoperta di Cartagine
Cartagine, si diceva. Luogo affascinante, benché spezzettato in una decina di siti separati fra loro dalle ville degli amici del dittatore Ben Alì, peraltro di buon gusto. Sull’antica acropoli c’è un museo con vista panoramica, poi ci sono i resti delle terme e il porto, che duemila anni fa era un prodigio di tecnica e di stile. Il problema è che bisogna spostarsi, con auto o taxi, fra tutti i siti, anche se il biglietto è unico.
Chiudiamo con il Museo del Bardo, ora visitabile solo in parte. Tra breve sarà aperta la nuova ala e il Museo si trasformerà in uno dei più belli e ricchi del mondo. I mosaici del Bardo fanno impallidire qualunque collezione musiva, compresa quella di Piazza Armerina. Sono tantissimi, in qualche caso enormi, di fattura perfetta (i migliori mosaicisti dell’antichità provenivano dal Nord Africa), e nel nuovo ampio spazio saranno esposti nelle condizioni ideali.
La cucina tunisina
Quanto al mangiare, la cucina tunisina è un mix abbastanza gradevole e molto speziato di piatti nordafricani, ricette francesi o internazionali e ingredienti della dieta mediterranea. La salsa più comune, l’harissa, è un pesto di colore rosso fatto con peperoncino, aglio e olio. Niente di strano per i nostri palati, anche se è molto più forte di come la faremmo noi.
Su tutto domina il couscous, condito in vari modi (anche col pesce, dunque). Ma è facile trovare numerosi piatti simili ai nostri anche se più speziati, che utilizzano melanzane e pomodori, fagiolini e carciofi, peperoni e cipolle. La visita dei mercati alimentari è piacevole proprio per la varietà di verdure e spezie, come del resto in Marocco o in Turchia. I prezzi, in questo periodo di relativa crisi, sono in genere estremamente invitanti anche nei migliori locali.