La pandemia ci tiene legati ai luoghi di residenza, ma se guardiamo bene ciascuno di noi finora ha trascurato tanti posti interessanti. Forse il Covid sta avendo il merito di farci riscoprire monumenti di livello assoluto, che a Berlino o a Parigi ci avrebbero attirato immediatamente, mentre a Roma o Milano ci sembrano meno interessanti.
A Tor Tre Teste, periferia sudest della nostra capitale, c’è un gioiello di architettura contemporanea voluto fortemente da papa Giovanni Paolo II. Fu realizzato dallo statunitense Richard Meier.
Il lungo percorso per arrivare in questa zona di Roma, è ripagato dalla bellezza della chiesa. Tra natura e periferia, “Dives in Misericordia” appare con il suo forte candore, dovuto a un particolare cemento, capace di rimanere bianco e inalterato nel tempo.
L’edificio è costruito intorno a tre alte vele, collegate tra di loro da corpi in vetro. L’interno è molto luminoso e di una semplicità assoluta. Gli arredi in legno chiaro, l’altare con la figura di Dio misericordioso che ci osserva da un bel bassorilievo. Si rimane rapiti per tutto il tempo con la testa all’insù, storditi dalla luce che inonda l’interno della chiesa.
Con questa opera Meier ha regalato a un quartiere della periferia romana non solo una magnifica opera, ma anche un luogo di accoglienza e socialità. Accanto alle tre vele c’è il centro parrocchiale con spazi a disposizione della comunità per attività varie.
Opere di Richard Meier nel mondo
Avevo già apprezzato Richard Meier per altre sue opere, come l’High Museum of Art di Atlanta in Georgia, e il Museo di Arte Contemporanea a Barcellona. In entrambi i casi ho apprezzato il contrasto tra le sue bianche linee e l’ambiente circostante.
A sottolineare l’importanza non solo artistica delle opere di Meier, ricordiamo la stessa teca dell’Ara Pacis. Fu concepita a protezione dell’altare della pace di Augusto e come centro polifunzionale con l’auditorium, lo spazio espositivo sottostante e l’area esterna di sosta. Non sempre gli accostamenti tra l’antico e il moderno sono da rifiutare; basti pensare alla piramide nel cortile del Louvre, che in pochi anni è diventata essa stessa un simbolo di Parigi.
Suggerimenti per una pausa lunch
Per una sosta in zona, vi segnalerei un piccolo locale proprio a cento metri dalla fontana: la Taverna Ripetta (via Ripetta 158). È gestita da Fatma El Kordy, una signora egiziana che vive da decenni nella capitale e unisce le due tradizioni in un mix sfizioso. Se il vostro budget è più elevato, vi consiglio l’eccellente ristorante Adelaide all’interno dell’hotel 5 stelle lusso Vilon in via dell’Arancio 69. Qui il giovane chef Gabriele Muro propone una cucina mediterranea di grande classe.
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