I secolari pini domestici
“Alcuni dei pini sono qui da secoli, da quando la famiglia dei Medici decise di piantarli per farvi un frutteto”. Ascolto col naso all’insù la guida della cooperativa grossetana “Le Orme” e chiedo spiegazioni sul perché del frutteto. Apprendo che gli alti alberi a ombrello, i pini domestici, erano considerati alberi da frutta a tutti gli effetti. Grazie ai pregiati pinoli, i semi liberati dalle pigne quando, ormai mature, si aprono. Purtroppo la loro produzione è sempre più rara, essendo onerosa, dato che i migliori risultati si ottengono con la raccolta a mano.
La “fortuna” degli ombrosi pini si deve anche alla loro capacità di drenare l’acqua in una terra, la Maremma, a lungo palude flagellata dalla malaria.
Un angolo di paradiso
A pochi chilometri da Grosseto, questa oasi di pace è aperta tutto l’anno e offre una rigenerante opportunità di immersione nella natura.
Oltre alla pineta, ricca anche di pini marittimi, meno alti di quelli domestici e con lunghi aghi e molte pigne, c’è un fittissimo sottobosco, dove si trovano le diverse piante mediterranee: dal lentisco al mirto (famoso per il liquore che ne deriva), fino alla meno nota liana del Mediterraneo, con le peculiari foglie a forma di cuore, chiamata anche “stracciabraghe” per la notevole resistenza e tenacia nel bloccare chi si addentri nel bosco. Non mancano ovviamente gli arbusti di rosmarino, ginepro ed erica che ci accompagnano fino alle dune con il loro aspetto selvaggio, costellate di cespugli tra i quali in estate è possibile ammirare il giglio di mare.
Si giunge infine alla spiaggia demaniale, libera e profonda, bagnata da un mare cristallino. Da qui si gode uno splendido panorama che spazia dal Monte Argentario ad alcune isole dell’arcipelago toscano: il Giglio, l’incontaminata Montecristo e la più grande, quell’isola d’Elba che accolse Napoleone nel suo primo esilio.
La fiumara
L’Oasi San Felice, nata nel 2007 da un’intesa tra Allianz (proprietaria dell’area) e il WWF Italia, comprende anche un ambiente lacustre, la Fiumara di San Leopoldo. È una sorta di lago costiero, formato da un canale che non sbocca a mare, fatto costruire dai Lorena nella prima metà dell’Ottocento. Qui, nel rispetto dei suoi abitanti, si possono ascoltare i versi degli uccelli che vi dimorano, quali folaghe e gallinelle d’acqua.
La bellezza del luogo non può far dimenticare un doloroso frammento di storia. Non lontano si trova una lapide posta in memoria di sei cittadini uccisi dai tedeschi nella cosiddetta strage di San Leopoldo, consumata in questo lembo di terra il 12 giugno 1944.
Come spesso accade, le strade della natura s’intrecciano con quelle della memoria.
Per finire, la Chiccheria
Per non trascurare le esigenze del palato, consiglio un salto alla gelateria Chiccheria della famiglia Presenti a Marina di Grosseto, Via Piave 14/a, inserita nell’edizione 2020 della guida Gelaterie d’Italia del Gambero Rosso.
Vi si possono gustare gelati naturali fatti con materie prime genuine, molte delle quali a chilometro zero. Da non perdere la crema di San Rocco con uova biologiche, pinoli e zafferano. Deliziosi anche i sorbetti a base di acqua oligominerale naturale. Delle vere chicche, fidatevi!
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