Sommario
Un viaggio alla scoperta del Marocco. Un itinerario che, fra bellezze locali e buon cibo, raccontano un paese dalla storia antichissima.
Tangeri, il punto di partenza
Se avete amato “Il thè nel deserto”, sia il film di Bernardo Bertolucci che il romanzo di Paul Bowles, girando in Marocco non mancate di visitare un luogo dove la presenza dello scrittore si avverte in maniera particolare: parlo di Tangeri. Un’importante città marocchina del nord, quasi di fronte a Gibilterra. Paul Bowles vi trascorse quasi tutta la vita e ne divenne una figura di riferimento. Vi fece arrivare decine di altri intellettuali, soprattutto quelli della Beat Generation, che per molti anni resero Tangeri un vero cenacolo culturale. Ce lo ricordano vari luoghi, a cominciare dal TALIM, la prima sede diplomatica degli Stati Uniti.
Cosa vedere in città
Nel tempo l’American Legation è stata sostituita da ambasciate e consolati, e ha assunto il ruolo di centro culturale e museo, una stanza del quale è tutta dedicata a Bowles. Il TALIM si trova al centro della medina, ma a poca distanza troverete anche i caffè nei quali si riunivano i vari scrittori amici di Bowles o gli hotel nei quali alloggiavano.
Uno di essi è l’elegante Villa De France, da poco ristrutturata e adiacente alla bella chiesa anglicana di St. Andrew col suo piccolo cimitero. A poca distanza, su un lato della piazza del Gran Socco trovate un meraviglioso cinema d’essai, il Rif. Ancora pochi metri ed ecco l’hotel di lusso El Minzah, nelle cui sale sono esposte le foto di tutti gli ospiti illustri, soprattutto scrittori e uomini di cinema.
Panoramico e molto legato al periodo d’oro di Tangeri, ma un po’ decaduto, è poi l’hotel Continental, che ha da poco festeggiato i 150 anni di storia. In peggiori condizioni, a solo un secolo dall’apertura, è invece il teatro Cervantes. Uno splendido edificio modernista di cui si può ammirare la facciata maiolicata, in attesa dei restauri che sembrano imminenti. Da non perdere poi il nuovo museo della Kasbah, bello per il contenitore e per il contenuto.
Dove dormire a Tangeri
Per l’alloggio, una segnalazione pratica. Nel centro storico, a poca distanza da tutti i monumenti fin qui citati, trovate il primo ufficio del telegrafo aperto in Africa alla fine dell’Ottocento. Ora è un bell’albergo, il Dar El Kasbah, spazioso e con un buon ristorante.
Tangeri sta avendo uno sviluppo tumultuoso, grazie anche al gigantesco porto Tanger Med in parte già funzionante e in parte ancora in costruzione a una trentina di chilometri dal centro. Lo attraverserete in arrivo o in partenza, così come vedrete l’enclave spagnola di Sebta/Ceuta. Inoltre potrete ammirare anche tre località emergenti che meritano di essere segnalate:Tètouan, Asilah e Larache.
La tappa di Tètouan, Asilah e Larache
Tètouan, la cui medina è sito Unesco, è una città di grande fascino, nella quale si avverte la presenza spagnola sia in termini di vicinanza geografica che di recente presenza “coloniale”. Molto tranquilla e ordinata, merita qualche ora di passeggiata se non un vero e proprio soggiorno.
Lo stesso vale per Asilah, piccola città murata di pescatori. Negli ultimi decenni, grazie all’impegno di alcuni intellettuali e artisti, è diventata un riferimento per eventi e festival di risonanza mondiale. Le stradine sono piene di murales, un grazioso museo presenta opere di pittori e scultori marocchini contemporanei e fuori dalle mura è in costruzione un grande centro culturale. Così anche nella vicina Larache, porto di pescatori ed “erede” di Lixus, un sito archeologico romano al momento poco valorizzato.
Meknès e le sue rovine
Un giro per il Marocco non può non includere Meknès, dove la prima cosa che colpisce il visitatore sono le mura spettacolari e potenti, con relative porte monumentali. Le costruì Moulay Ismail, un sultano ricordato ancor oggi per la sua forte personalità, per la sua ambiziosa politica e per i suoi eccessi. Da visitare le rovine della città imperiale, con un immenso bacino d’acqua, il mausoleo, i granai e le scuderie.
A una trentina di chilometri di distanza, ai piedi delle montagne dell’Atlante, è obbligatoria una visita attenta al principale sito archeologico del paese, patrimonio Unesco e luogo di straordinario fascino: la città romana di Volubilis. Frail secondo e il terzo secolo d.C. divenne un avamposto dell’impero già in grave crisi, tanto che da quella lontana provincia nota come Mauretania Tingitania giunsero al potere supremo, sia pure per pochi mesi, imperatori “minori” come Macrino. La cosa importante per noi è che la città, in quei due secoli di opulenza, fu ricchissima e bellissima. La sia visita richiede alcune ore, una scorta di acqua e un buon cappello contro il sole e il caldo, già in primavera. In cambio, Volubilis offre edifici pubblici e privati stupendi, abbelliti da mosaici preziosi e discretamente conservati.
Un altro luogo imperdibile, ai margini delle montagne del Rif ritornando verso nord e dunque verso Tangeri, è la cittadina di Chefchaouen, fondata come avamposto militare contro i portoghesi alla fine del 1400, poi occupata dagli spagnoli nel 1920 e in seguito isolata fra le montagne, fino all’esplosione turistica degli ultimi anni, cominciata con i visitatori locali e ormai estesa a spagnoli, francesi e anche molti italiani. Il luogo è talmente fotogenico da sembrare finto: case bianche con porte di un azzurro carico, o più spesso facciate ton-sur-ton nella gamma che va dall’azzurro al blu. L’onda azzurra coinvolge talvolta perfino stradine e scalini!
Si sale e si scende, dalla parte bassa e moderna a quella alta e storica, in mezzo a negozietti pittoreschi fino all’eccesso, in un clima peraltro placido e senza l’assalto dei venditori tipico di altri tipi di kasba. Una tappa ottima anche dal punto di vista gastronomico, perché a Chefchaouen si fondono due grandi cucine, quella marocchina e quella iberica, con risultati eccellenti. Per dormire, un riferimento può essere proprio una pensione nella parte alta della città vecchia, che mostra fin dal nome la sua doppia anima ispano-marocchina: Casa Miguel (www.hotelcasamiguel.com ), una sorta di riad con … impluvium centrale e stanze un po’ piccole ma molto originali, e naturalmente un’ottima cucina!
La bellezza di Fes
Impossible, poi, non dedicare almeno un paio di giorni a Fes (foto in alto), che non solo è molto popolosa ma anche ricchissima di storia, cultura e attività artigianali di grande finezza. Le mura con relative porte monumentali, un palazzo reale, ben due medine costruite in tempi diversi, la kasbah, il quartiere ebraico o mellah, l’Università al-Qarawiyyin. Tutto questo rende la visita della città un impegno non da poco, che conviene affrontare con una guida locale.
Dicevamo delle attività artigianali, tutte rappresentate sia negli aspetti più commerciali che in quelli di altissimo livello. È interessante visitare il grande atelier nel quale si produce lo zellige, uno spettacolare mosaico composto da grandi tessere di ceramica colorata e smaltata. Una decorazione di pavimenti e pareti diffusa un po’ in tutto il mondo islamico ma soprattutto nel Maghreb e nel Marocco, dove la manifattura di Fes è assai apprezzata. Da vedere assolutamente, oltre alle lavorazioni di tessuti e di oreficeria, le concerie a cielo aperto, che di recente sono state risistemate, proprio in considerazione della loro millenaria tradizione.
Per dormire, conviene scegliere un riad un po’ fuori dall’affollamento delle medine: vi consiglio “La perle de la medina”, molto bello e ben posizionato, con una buona cucina e un personale molto gentile. Con un po’ di fortuna, riuscirete ad avere una delle stanze più grandi e spaziose, naturalmente adorne di uno splendido zellige (www.perledelamedina.com)!
Rabat, la Capitale
La capitale mantiene un bel centro storico circondato da mura spettacolari che risalgono alla fine del 1100. Ma è soprattutto il suo aspetto moderno a colpire. È chiaro che sta diventando un biglietto da visita dell’intero paese, da mostrare con orgoglio per attirare interesse e investimenti internazionali. Ecco dunque l’efficientissimo metrò di superficie, che collega le due sponde del fiume Bou Regreg e le due città gemelle di Rabat e Salè. O l’impressionante progetto urbanistico che prevede il rifacimento del lungofiume e la costruzione di una Cittadella della cultura, sempre nella zona intermedia fra i due centri urbani. O ancora due bellissimi musei “di nuova generazione”, come quello Archeologico e il MMVI (Arte moderna e contemporanea), dedicato a Mohammed VI, l’attuale sovrano. Sono assai vicini l’uno all’altro, nella zona intorno all’immenso Palazzo Reale, e meritano una visita approfondita anche perché non troppo grandi.
La Torre e la moschea di Hassan
Se questi due musei mostrano il volto moderno del Marocco, a poche fermate di distanza trovate il “polo religioso” della città. La Torre Hassan del 1200, possente e incompiuta, la moschea di Hassan, crollata ma incredibilmente affascinante con le sue centinaia di colonne residue. Ma anche il moderno Mausoleo di Mohammed V (nonno del re e artefice dell’indipendenza), costruito una cinquantina di anni fa. Lo stile ricorda l’imperdibile Moschea moderna di Casablanca, intitolata ad Hassan II, padre del re e suo predecessore.
Non può mancare, poi, una visita alla necropoli di Chellah. Si trova a poca distanza dal centro, ma arrivando lì vi troverete in una dimensione del tutto diversa, che mescola i tesori archeologici con le bellezze naturali e la tranquillità di un luogo appartato. Qui, inoltre, regnano incontrastate centinaia di cicogne.
Il cibo a Rabat
Un capitolo a parte meriterebbe lo street food. Rschioso da mangiare, ma bellissimo da vedere e da fotografare. A Rabat non mancano i locali interessanti. Sul modernissimo lungofiume raggiungibile col tram veloce, stanno nascendo molti locali di cucina fusion. Per un menu più tradizionale ma eseguito e presentato a regola d’arte, fra i vicoli della medina troverete, non senza qualche difficoltà, rue Belgnaoui 6. È la sede del lussuoso ristorante Dinarjat, dove il viaggio si conclude con una cena degna di un sultano.