Oggi vi portiamo in due località a ridosso della riviera romagnola, dove milioni di italiani trascorrono le vacanze ogni anno. Ebbene, se avrete una giornata libera, magari di tempo un po’ incerto, approfittatene per scoprire l’entroterra. C’è una quantità di posti interessanti, fra i quali ne abbiamo scelti due fra loro vicini: Forlì e Forlimpopoli.
Partenza da Forlì
Forlì è una città molto particolare. Patria di Aurelio Saffi, fervente repubblicano e componente, con Giuseppe Mazzini e Carlo Armellini, del triumvirato che resse le brevi sorti della Repubblica Romana del 1849, ma anche vicinissima a Predappio. Forlì fu nel cuore del Duce, tanto che Mussolini, tra il 1925 e il 1932, vi fece costruire un concentrato di edifici volti a celebrare l’efficienza e la modernità del regime. Ed ecco, a partire dalla stazione, snocciolarsi il Viale della Libertà con una serie di civili abitazioni, come le case economiche per i postelegrafonici e i ferrovieri e quelle, un po’ più prestigiose, dell’INCIS . Accanto la scuola elementare un tempo intitolata alla madre del Duce, Rosa Maltoni, posta di fronte all’Istituto Tecnico dedicato nel ventennio ad Arnaldo, fratello di Benito. E’ un tripudio dello stile razionalista, con inserzioni di quello eclettico, che fa di Forlì una vera città del Novecento.
La Casa della Gioventù Italiana del Littorio e il Collegio Aeronautico
Ma forse la massima espressione del razionalismo forlivese, con le sue linee nette e regolari e le sue forme geometricamente stranianti e per alcuni un po’ fredde. Sono due edifici in gran parte restaurati e ancora parzialmente in uso: il primo è la Casa della Gioventù Italiana del Littorio, che spicca per il contrasto cromatico tra il bianco del travertino e il rosso cupo dell’intonaco. Il secondo è il Collegio Aeronautico, oggi sede di istituti scolastici, annunciato da una gigantesca e intensa statua di Icaro. Non si può infatti andare via da questa tranquilla città romagnola senza avere visitato il complesso museale di San Domenico, vero polo di attrazione per le sue interessanti esposizioni permanenti e temporanee.
Pause golose a Forlì e Forlimpopoli
Per una sosta del gusto consigliamo, in prossimità dei musei di San Domenico, la Casa di Mare in Via Theodoli 6. Qui sarete deliziati da squisiti piatti di freschissimo pesce. Se siete più attratti dalla tradizione gastronomica della Romagna, consigliamo la Trattoria di Giuliana al secondo piano di Eataly. Qui la chef Giuliana Saragoni vi coccolerà con i veri cappelletti in brodo e con alcune chicche, come i diversi piatti a base di Raviggiolo, un raro latticino quasi in via di estinzione. Il tutto con bella vista sulla Piazza Saffi.
Ma se a Forlì la cucina è un elemento di attrazione, la vicina Forlimpopoli vive nel ricordo di Pellegrino Artusi, il padre della cucina nazionale. Il grande Artusi ci accoglie con la sua elegante sagoma già all’ingresso della Casa che il comune natio gli ha dedicato in un antico convento ristrutturato. In realtà il Pellegrino nazionale trascorse pochi dei suoi lunghissimi 90 anni a Forlimpopoli. Nonostante ciò, alla sua morte lasciò tutto alla città natale e non era poco, essendosi dedicato non solo all’arte della cucina, ma anche all’intermediazione finanziaria.
Casa Artusi
Casa Artusi non è un museo un po’ polveroso e nostalgico. È un centro vivissimo della cultura enogastronomica con spazi belli e funzionali per i diversi corsi che vi si svolgono. All’interno una biblioteca aperta al pubblico, la Chiesa barocca dei Servi. Ma anche un magnifico ristorante dove le ricette di Pellegrino sono continuamente rielaborate e rivisitate.
Tutta la cittadina conserva e rinnova con sapienza le tradizioni della cucina domestica italiana, che culminano nella Festa Artusiana di giugno. C’è anche chi, utilizzando il proprio talento e la raffinata arte culinaria, si autofinanzia per attività di volontariato a favore dei giovani. E’ il caso dell’associazione MagnaSso’, che organizza cene dove potete gustare ricette artusiane “in purezza”. Ad esempio i veri cappelletti all’uso di Romagna (ricetta n.7 del manuale) o altre con tocchi di innovazione, tipo la zuppa artusiana (ricetta n.675) rivisitata.
A Forlimpopoli non mancate di fare una capatina alla Rocca Albornoziana del quattordicesimo secolo. Situata nel centro della cittadina, dove sono ospitati anche il museo archeologico civico, piccolo, ma con un allestimento intrigante, e il teatro comunale dell’Ottocento.
Per mangiare c’è solo l’imbarazzo della scelta. A meno che non prenotiate una cena artusiana dell’associazione MagnaSso’, potrete sempre andare al ristorante di Casa Artusi. Qui potrete gustare la Zuppa di farro e cavolo nero, lo squacquerone cotto con grissini alla saba e guanciale di Mora Romagnola croccante, i ravioli all’uso di Romagna con tartufo, il filetto di porcellino con ristretto di Sangiovese e molto altro ancora. Per dormire consiglio un posticino delizioso gestito da due ragazzi intraprendenti e simpatici dove si può anche mangiare: Locanda alla Mano, via della Repubblica, 16/B. Buon soggiorno.