Oggi vi racconto un borgo della Maremma conosciuto bene grazie al FAI di Grosseto, che ha dedicato a Scarlino le Giornate di autunno dell’anno scorso.
Questo evento mi ha fatto scoprire un borgo molto interessante, che proverò a raccontarvi a partire dalla piazzetta principale, dov’era installato il tavolino dei volontari FAI: è dedicata a Giuseppe Garibaldi, che qui si rifugiò nel settembre del 1849 dopo la fine della Repubblica Romana.
Anita era moribonda, alcuni militanti di Scarlino lo fecero pernottare e organizzarono la fuga verso la Liguria. Il monumento risale al settembre del 1900 e fu scolpito dai fratelli Pasquali.
Una chiesa ricca di sorprese
Dopo aver ammirato la statua di Garibaldi, si possono fare quattro passi nel borgo medievale, che risale al XII secolo ed è racchiuso da una cinta muraria pisana. La parte antica di Scarlino si trova a più di duecento metri sul livello del mare, in una posizione panoramica dalla quale si vedono la costa e il centro abitato di Follonica.
Una sosta è raccomandata alla chiesa di San Donato, costruita nel 1300 in stile romanico pisano. L’interno è pieno di opere curiose, fra le quali un volto insanguinato del Cristo di un’originale statua in cartapesta.
Le due scoperte più sorprendenti
La prima sorpresa per il visitatore di oggi è la sacca di cuoio con un centinaio di monete d’oro. Venne ritrovata circa 40 anni fa dopo essere stata nascosta da un ricco mercante nel 1400! E’ definita il Tesoro di Scarlino.
Un altro evento inaspettato ha arricchito la lista di cose da vedere. Dopo la morte dell’uomo che vi aveva alloggiato per decenni, una casa nella parte alta del borgo è finita nelle mani dell’attuale proprietario, Andrea Sozzi Sabatini, che nel risistemarla a B&B ha scoperto pezzi di un gigantesco affresco del Quattrocento con una Crocifissione. L’affresco si trovava in un oratorio poi smantellato e venduto a vari proprietari.
L’ampia parte ritrovata venne coperta da intonaco nel Settecento e protetta così, casualmente, da ulteriori danni. Sozzi Sabatini ha deciso di restaurarla e ha documentato il tutto con un bel video.
Un reperto di archeologia industriale
A questo punto, non resta che visitare la Rocca che domina il centro storico e offre una vista incredibile su tutto il territorio circostante. Si va poi sul mare, dove grazie al FAI ci è stato permesso di visitare il sito minerario di Terra Rossa, sul sentiero per le splendide Cale Martina e Violina.
Un secolo fa, grazie all’estrazione della pirite, Scarlino divenne un importante centro minerario. Questo fu per decenni il punto di attracco delle navi che movimentavano il minerale.
Il museo di Portus Scabris
Dopo le strutture di archeologia industriale, l’ultima tappa è il casello idraulico dei primi del Novecento che ospita il MAPS, Museo archeologico del Portus Scabris. Il MAPS documenta la storia millenaria di questa costa fin dal tempo dei Romani.
E dopo una passeggiata nell’habitat paludoso fra salicornia e vacche maremmane, siamo pronti per tornare al borgo in alto e rendere omaggio nuovamente al Generale.