Roma soprattutto città barocca? Forse sì. Anche se la capitale conserva tesori del Cinquecento che esprimono al meglio l’architettura manierista. Villa Giulia ne è un ottimo esempio, oltre a essere la sede del Museo Nazionale Etrusco, scrigno di inestimabili testimonianze di una civiltà che ancor oggi affascina e intriga.
All’opera le archistar dell’epoca
Papa Giulio III non si risparmiò nell’ingaggiare i migliori architetti della sua epoca per regalare a se stesso e a Roma questa splendida villa suburbana (allora!).
Vignola, Ammannati, Vasari e perfino Michelangelo vi lavorarono per creare un ambiente armonioso, ben integrato nella natura circostante, ai tempi ricca di vigne.
A pochi metri dal traffico di via Flaminia
Pur avendo perso gran parte del suo contesto rurale, la passeggiata a Villa Giulia rimane gradevole. Anche a chi abita a Roma può riservare qualche sorpresa, come percorrere la via di Villa Giulia, ex via Julia Nova. Si tratta di una stradina appartata che da via Flaminia giunge al Museo Etrusco. È quel che resta del percorso che collegava la villa al Tevere. Il papa infatti vi arrivava in barca!
Superato l’ingresso del Museo, si apre la spettacolare prospettiva dei tre spazi aperti, cortile, ninfeo e giardino. Molto suggestivo è il ninfeo, pur senza i bellissimi giochi d’acqua che ai tempi di papa Giulio III lo arricchivano grazie all’Acqua Vergine, la stessa che alimenta la Fontana di Trevi.
Un museo unico al mondo
Villa Giulia deve anche al suo contenuto un posto di rilievo nella visita della capitale. L’istituzione del Museo Etrusco nella seconda metà dell’Ottocento la salvò dalla totale decadenza. Pure per il comune visitatore vagare tra i cimeli della civiltà dell’Etruria meridionale è un viaggio accattivante.
Non si può restare indifferenti di fronte all’empatica espressione dell’amore coniugale del Sarcofago degli Sposi rinvenuto a Cerveteri o alla policromia della Statua di Apollo giunta da Veio; per non parlare delle cesellature dei molti utensili, attrezzi, oggetti di uso domestico trovati nelle tombe delle necropoli sparse nell’Alto Lazio, alcune delle quali qui ricostruite con tutti i loro affreschi.
La Sicilia in bocca
Non molto distante da questo gioiello architettonico e museale c’è la possibilità di gustare ottimi piatti siciliani. Il consiglio è di andare in Via Flaminia 388 al ristorante “Siciliainbocca”, zona Auditorium Parco della Musica. Qui potrete calarvi interamente nel mondo della ricca tradizione gastronomica del “continente” Sicilia. Buon appetito!
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