Dopo il terremoto del 1908, che tutti ricordano come quello “di Messina”, anche Reggio Calabria si ritrovò con danni incalcolabili. Ma questa fu – per certi versi – un’opportunità irripetibile.
Il centro della città fu ricostruito in pochi anni secondo un piano regolatore razionale e con uno stile omogeneo che si è in parte conservato. Anche se la periferia della città mostra invece tutti i difetti dell’edilizia casuale e di “rapina” degli ultimi decenni del secolo scorso.
Un teatro-museo d’eccezione
In questa zona, per esempio, spicca l’edificio del Teatro Cilea, in parte destinato a ospitare la meravigliosa Pinacoteca Civica. Questa è frutto di successive aggiunte e donazioni che hanno portato sulle pareti dell’edificio – risalente a un secolo fa e ristrutturato all’inizio del nuovo millennio – opere di Antonello da Messina, Luca Giordano, Mattia Preti o Guttuso.
Numerosi gli artisti moderni della regione, come i vari esponenti della famiglia Jerace o il futurista Enzo Benedetto. Nacque a Reggio, per la verità, anche Umberto Boccioni.
Ma lasciò lo Stretto al seguito della famiglia quando era ancora un bambino. Anche se qui si sostiene che la città, con i suoi colori e la sua luce così particolari, gli abbia comunque dato un certo imprinting.
Due chiese originali
Proseguendo in questa zona di inizio Novecento, si incontra il Duomo, in stile neoromanico-eclettico. Ampio e luminoso, conserva comunque una magnifica cappella barocca, quella del S. Sacramento.
Altra chiesa da non perdere è quella degli Ottimati, giusto di fronte a ciò che resta del Castello che un tempo era gigantesco ed ora è piccolo ma suggestivo. Iniziamo con la chiesa, anch’essa ricostruita negli anni Trenta sul disegno originario bizantino-normanno. Si caratterizza per un vastissimo pavimento a mosaico.
La vista dal Castello
Il castello definito aragonese, ma forse antecedente, è stato vittima dei terremoti, ma anche della semplice incuria (una parte crollò per scarsa manutenzione). E perfino di una concezione urbanistica poco attenta al passato, che portò ad abbatterne un’altra ala.
La parte che resta è comunque imponente e ricca di spazio che viene usato per mostre temporanee e per altre esposizioni, che rendono assai suggestiva la visita. Da non perdere, se il tempo è bello, la vista panoramica dall’alto di un torrione.
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