Una visita a Montmartre è quasi obbligatoria per qualsiasi turista, anche al primo passaggio nella capitale francese. Se non altro perché si vede tutta la città dall’alto, perfino con pioggia e nebbia, come mi è capitato recentemente.
E poi le due chiese (la più antica e meno nota Saint-Pierre e la basilica del Sacro Cuore). La curiosa statua del “passamuri” (personaggio letterario dello scrittore Marcel Aymé), la piazza dedicata alla cantante Dalida con relativa popolarissima statua.
E vari locali mitici per aver dato spazio e ispirazione ad artisti celebri, come il “Lapin agile”, il “Moulin de la Galette” o la “Maison rose”…
Una posizione spettacolare
Di questo e di tanto altro troviamo traccia nelle eleganti sale del Musée de Montmartre, con gli annessi Jardins Renoir.
Basta entrare, per trovare qua e là pannelli che riproducono le opere d’arte nate in questa zona appartata. All’interno di un quartiere che per tutto l’Ottocento e i primi del Novecento ha ospitato, oltre a pittori e altri personaggi in cerca di fama, un ceto popolare molto incline alle idee rivoluzionarie dell’epoca.
Alla scoperta di Steinlen
Lo scopriamo sia nell’esposizione permanente, sia nella grande personale dedicata al pittore Theophile-Alexandre Steinlen in occasione del centenario della morte e aperta fino a metà febbraio.
Un nome poco noto al grande pubblico, meno certamente di quelli che si vedono a ogni passo nel museo (Renoir o Utrillo, per esempio). Ma molto importante per la storia di quel quartiere.
Ne raccontò l’adesione alla Comune di Parigi nel 1870, così come il duro lavoro degli edili in una Parigi in costante crescita fra una guerra, una fiammata rivoluzionaria e un cambio di regime.
Un centro dell’arte mondiale
Ma è tutta la visita che affascina e incuriosisce, con le vedute sulla vigna e sulle case circostanti, lo studio della pittrice Valadon e del figlio Maurice Utrillo. E anche la riproduzione di un bar di un secolo fa che sembra ancora pronto a servire i clienti, gli sfondi del teatro delle ombre cinesi o i poster d’autore dei cabaret più famosi…
Da vedere con calma, per capire quale misteriosa alchimia attirò a Parigi, in pochi anni, molti fra i più grandi geni dell’arte moderna!
© Brugam