Dicembre 1976. Ero da poco tornata ad abitare a Napoli e accadde un fatto rilevante per l’intera città, l’apertura del primo cantiere della metropolitana collinare in una delle piazze più frequentate della collina del Vomero.
Per me, vomerese di nascita e di residenza, pensare di poter “scendere giù a Napoli”, cioè andare nel centro storico, senza “arrampicarmi” sugli autobus o senza dover prendere una delle funicolari, ai tempi era un miraggio.
E per lunghi anni lo è rimasto. Solo molto tempo dopo, nel dicembre 2002, il tratto Dante (centro storico) – Piscinola (zona collinare) è stato ultimato. E una decina d’anni dopo, la metro ha raggiunto la stazione ferroviaria. Prossima tappa, l’aeroporto di Capodichino…
La metro più bella (e più lenta) del mondo
Oltre al vantaggio per la caotica mobilità, la metro ha anche dotato Napoli di una risorsa artistica inestimabile. Numerose stazioni sono vere e proprie opere d’arte, cui hanno concorso diversi artisti e architetti, da Gae Aulenti a Dominique Perrault, da Michelangelo Pistoletto a Mimmo Paladino, per citarne solo alcuni.
Il trionfo azzurro nella stazione Toledo
Forse la più bella è quella di Toledo, nel cuore del centro storico. Qui la discesa nel sottosuolo è un’affascinante immersione nei colori del mare grazie all’opera “Relative light” di Robert Wilson. Con l’installazione di migliaia di LED regala ai passeggeri suggestive armonie luminose in un’ampia gamma cromatica dell’azzurro.
Ma sono tante le stazioni da non perdere: Vanvitelli, Quattro Giornate, Salvator Rosa, Materdei, Museo, Dante, Università, Duomo e Garibaldi. Senza contare che la stazione Municipio, progettata da due grandi firme portoghesi, dovrebbe diventare un vero museo archeologico sotterraneo.
Breve guida al “museo sotterraneo”
Anche se per gli utenti servirebbero corse più frequenti, per gli appassionati dell’arte contemporanea la metropolitana partenopea è dunque un autentico museo a cielo aperto. Si passa dalla divertente installazione di Giulio Paolini a Vanvitelli, alle quattro figure femminili delle Combattenti di Marisa Albanese, omaggio all’eroica pagina delle Quattro Giornate di Napoli del 1943 cui la stazione è dedicata.
Per poi scendere a Salvator Rosa e a Materdei, dove l’atelier Mendini ha lavorato anche per valorizzare le aree vicine alla metro.
Decine di artisti coinvolti
La mano di Gae Aulenti è riconoscibile nella stazione del Museo, in cui ci accoglie un calco in vetroresina dell’Ercole Farnese. A ricordarci che siamo vicinissimi al Museo Archeologico Nazionale, uno dei più importanti d’Italia.
E’ un tripudio di colori il lungo mosaico dell’“Universo senza bombe, regno dei fiori, 7 angeli rossi” di Nicola De Maria a Piazza Dante, stazione ricchissima di altre imperdibili opere.
Ed é dedicata ai saperi e ai linguaggi dell’era digitale, secondo il progetto dell’architetto e designer anglo-egiziano Karim Rashid, la metro vicina alla sede centrale della gloriosa Università Federico II, fondata dallo stupor mundi nel 1224.
Infine, a Piazza Garibaldi ci sono dei passeggeri in eterna attesa (metafora dei frequenti disservizi?): sono quelli ritratti nel trompe-l’œil di Michelangelo Pistoletto!
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