Sommario
Ci sono almeno cinque mostre che vi consiglio di vedere, se vivete a (o passate per) Milano. Tutte molto ben organizzate e facilmente raggiungibili con le 5 linee di metropolitana attive nel capoluogo lombardo.
Tre sono in centro, a pochi passi dal Duomo, e due sono ospitate al Mudec, il Museo delle culture sorto pochi anni fa nell’ex-zona industriale di Porta Genova, e precisamente in quella che era la fabbrica dell’Ansaldo.
Uno sguardo originale sul Perù
Pur avendo visitato il paese sudamericano e perfino il museo Larco di Lima da cui provengono i reperti in mostra, devo dire che “Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù”, aperta fino al 19 febbraio, mi ha sorpreso molto positivamente.
E’ un lungo itinerario fra opere pregevolissime e soprattutto ben raccontate, messe insieme per ricostruire una ricchissima cosmologia. Lo straordinario ritrovamento di Machu Picchu, città Inca scoperta poco più di un secolo fa, è solo l’ultimo atto dell’affascinante itinerario espositivo.
Un grande fotografo di guerra
Uscendo dall’edificio che ospita questa mostra e le collezioni permanenti, si può entrare nell’altra sede espositiva del Mudec, che fino al 19 marzo ospita le foto e la ricostruzione della vita breve e avventurosa di Robert Capa, pseudonimo di Endre Friedmann (“Robert Capa. Nella storia”).
Morto in Vietnam a soli 41 anni, Capa riuscì a documentare ben cinque conflitti, dalla guerra civile spagnola a quella in Indocina, che all’epoca coinvolgeva i francesi. Immagini straordinarie da ogni punto di vista, anche in considerazione della tecnologia di cui poteva disporre in quell’epoca.
Dai Beatles a Versace
Di ben altri mezzi tecnici, comunque usati in modo assolutamente originale, ha potuto disporre il secondo fotografo in mostra a Milano, in questo caso nei saloni di Palazzo Reale: Richard Avedon.
Possiamo ammirare i molti, eccellenti ritratti, a cominciare da quelli dei Beatles e di Bob Dylan, e soprattutto l’intensa esperienza nel mondo della moda, caratterizzata dal sodalizio con la rivista Vogue e con la maison Versace (“Richard Avedon-Relationships”).
Gli incubi di Bosch
Ha dipinto poche opere, ma è riuscito ad avere un’influenza enorme sui suoi contemporanei e anche nei secoli successivi. Parliamo di Jheronimus Bosch, pittore olandese vissuto nella seconda metà del 1400 e morto nel 1516 in mostra al Palazzo Reale.
Alcuni quadri presenti nella mostra “Bosch e un altro Rinascimento”, aperta fino al 12 marzo, fanno comprendere bene la sua ossessione per gli incubi più inquietanti, gli incendi notturni e le creature fantastiche. Toccò poi ad altri pittori più prolifici, come quelli della famiglia Bruegel, il compito di renderli popolari nella cultura europea.
Cinque secoli di mecenatismo
L’ultima tappa ci porta davanti alla Scala e a Palazzo Marino, dove si trovano – nell’antica sede della Banca Commerciale – le Gallerie d’Italia. La mostra “Dai Medici ai Rothschild – Mecenati, collezionisti, filantropi” presenta opere assai varie, alcune assolutamente eccellenti, accomunate dall’essere state raccolte da alcune figure rivelatesi poi fondamentali nella nascita dei maggiori musei dell’Occidente.
L’ultimo è Raffaele Mattioli, per decenni alla guida della Comit proprio nelle sale che fino al 26 marzo ospitano l’esposizione.
©Bruga