Secondo il dizionario Garzanti, la gravina è un “profondo crepaccio con pareti ripide, scavato dalle acque nella roccia, specialmente calcarea”.
Questo spiega il nome di Gravina in Puglia. Si tratta di un piccolo scrigno di tesori, certamente non al livello della vicina Matera, ma assolutamente degno di un tour anche approfondito.
Gravina, “avamposto” pugliese a poca distanza da Matera
La somiglianza con Matera è evidente già per la posizione sui bordi del crepaccio. In America lo chiamerebbero canyon, che suona molto più affascinante, ma – credetemi – lo sono anche quelli nostrani.
Nel caso di Gravina, il canyon creato dal fiume Crapo si attraversa grazie al ponte detto dell’Acquedotto, alto quasi 40 metri, lungo 90 e largo più di 5.
Da entrambi i lati si possono ammirare le fontane, ma soprattutto ci sono da una parte la cittadina e dall’altra un affascinante complesso di chiese rupestri noto come Madonna della Stella.
La Cattedrale e Papa Benedetto XIII
Non che la Cattedrale sia da meno. Ha quasi mille anni e deve essere ammirata accuratamente, anche per il legame con il personaggio forse più importante della storia locale. Quel Pier Francesco Orsini (gli Orsini hanno dominato per secoli in questa zona) che alla fine del 1600 divenne Papa Benedetto XIII.
Se la bellissima facciata si rivolge verso il ponte, il lato destro si affaccia su una piazza di grande eleganza, che raccoglie vari monumenti e sovrasta i quartieri più antichi ricavati sul bordo della gravina.
Il lascito che dette vita al museo Santomasi
Il museo della Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi” nasce un secolo fa alla morte del barone. Ultimo discendente della famiglia, preferì lasciare il patrimonio alla comunità.
La visita, molto ben organizzata – come del resto quella delle chiese –, merita assolutamente. Il palazzo è una testimonianza non solo artistica ma anche storica e sociale della vita di una famiglia aristocratica pugliese nei secoli passati.
Una cucina salutare e saporita
Inutile dire che, girando tra le tranquille ed eleganti stradine del centro storico, fra una chiesa e un palazzo nobiliare sarete stuzzicati dai profumi delle cucine in attività.
Qui si mangia bene e con poco, grazie a prodotti unici come il fungo cardoncello, le verdure fresche o sottolio, formaggi come il celebre “pallone” (un caciocavallo di forma appunto sferica), qualche salume, senza contare le zuppe e i dolci.
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