E’ giunta appena alla settima edizione, ma “Favole di luce”, il grande evento natalizio che riempie di luminarie il centro di Gaeta, è già diventato un riferimento nazionale e ha allungato di almeno un paio di mesi la stagione turistica.
Così com’era avvenuto anni fa in un’altra bella città di mare quale Salerno. Come Salerno, anche Gaeta ha da offrire molto di più ai visitatori, e non parlo solo delle spiagge che in questo periodo sono comunque belle da fotografare!
La tiella, un simbolo della dieta mediterranea
Un recente volume di Typimedia attribuisce alla cittadina pontina “100 meraviglie + 1”: magari qualcuna si può anche trascurare, ma l’elenco è accurato e annovera chiese, castelli, mausolei di epoca romana, fortificazioni militari. Ma anche musei, santuari e piatti assolutamente tipici del luogo.
E’ il caso della tiella, eccellente spin-off della pizza, che prevede due dischi sovrapposti con al centro un ripieno che può basarsi sul pesce, sulle verdure o su entrambi. La fantasia degli abbinamenti risponde a tutti i desideri del buongustaio: si va dalle alici al polpo, dal baccalà alla scarola e alla melanzana…
Una passeggiata sul “Monte” Orlando
Prima di sedersi a tavola, però, si può fare una piccola escursione a piedi sulla collina chiamata Monte Orlando, che ospita un bel parco urbano utilizzabile da pedoni e ciclisti. Oltre ad ammirare dall’alto le spiagge e il borgo antico, si raggiungono facilmente la Montagna Spaccata e il Mausoleo di Lucio Munazio Planco.
Cominciamo da quest’ultimo, che dal 22 a.C. domina la cima del cosiddetto Monte. Il console romano aveva una villa a Gaeta, ma volle restare lì per sempre, e fece costruire questo imponente monumento funerario alto quasi 10 metri e con un diametro tre volte superiore. Da vedere e da ammirare, anche per il notevole stato di conservazione.
La posizione unica del Santuario
Il santuario della Santissima Trinità, che tutti conoscono come Montagna Spaccata, è uno dei luoghi più visitati del Lazio. Sia perché è indubbiamente pervaso da un certo misticismo, sia per la sua posizione unica, che arricchisce il viaggio religioso con la visione di una splendida grotta naturale (la grotta del Turco).
Purtroppo è chiusa – per motivi di sicurezza – la suggestiva scalinata che consentiva di scendere fino all’acqua marina che entra nella fenditura della roccia. Fondato poco più di mille anni fa dai monaci benedettini proprio sui resti della villa del console romano, da circa un secolo è gestito dal PIME, il “Pontificio istituto per le missioni estere”.
Una chiesa rivestita d’oro
Dovendo scegliere fra le tante chiese di Gaeta, città che alla fine del Cinquecento espresse anche un papa (Gelasio II), al primo posto metterei la Cappella d’Oro, ovvero la Cappella dell’Immacolata Concezione inserita nel complesso, a sua volta bellissimo, del Santuario della Santissima Annunziata.
Quest’ultima chiesa si vede bene passeggiando nell’ultimo tratto dello scenografico lungomare, dove spicca anche grazie a un campanile a vela adornato da un bell’orologio maiolicato. L’interno è molto interessante, ma non quanto la Cappella d’Oro, che unisce gli affreschi sulle pareti alla volta, ricoperta di oro zecchino nel 1500.
Fu qui che papa Pio IX, fuggito a Gaeta durante il breve esperimento della Repubblica Romana fra il 1848 e il 49, decise di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione, il che spiega il nome ufficiale della cappella.
Torneremo a Gaeta nel prossimo articolo, dato che la shortlist delle cose da vedere è ancora lunga…
© Bruga