“Onorevole e antico cittadino di Firenze”. Il Bargello per Dante è la mostra sul sommo poeta. Aperta fino all’8 agosto ricostruisce il complesso rapporto tra Dante e la città natale.
Il Bargello è luogo dantesco per eccellenza. Nella cappella del Podestà si custodisce l’ultimo capolavoro pittorico di Giotto. Fu, infatti, Giotto a ritrarre per la prima volta il volto di Dante, inserito tra le schiere degli eletti nel Paradiso.
L’apoteosi di Donatello
Nel Salone dedicato a uno dei tre padri del Rinascimento l’attenzione è calamitata dal David bronzeo. Primo nudo a tutto tondo dopo quelli dell’antichità: straordinari il cappello e la testa di Golia. Questa celebre scultura dialoga con altri due David: uno marmoreo dall’impronta ancora gotica, prima opera certa di Donatello, e lo spavaldo giovinetto bronzeo di Andrea del Verrocchio. Non si fa in tempo a voltarsi che lo sguardo cade su altri capolavori di Donatello: il Marzocco, simbolo del dominio fiorentino, e il bronzo parzialmente dorato della bizzarra statua dedicata ad Amore/Attis.
Le ceramiche invetriate dei Della Robbia
Il Bargello è costellato da un’infinità di cosiddette robbiane dai bianchi accecanti e dai colori squillanti: è il festival di Luca, Andrea e Giovanni della Robbia. E così si passa dalla dolce Madonna del Roseto di Luca, ai delicati busti di giovane gentildonna e fanciullo di Andrea, per finire con la complessità e la maestosità delle opere di Giovanni.
Uno scultore dell’Ottocento
Nel cortile del Bargello non perdete una piccola scultura in bronzo, il Pescatorello, colto quasi in presa diretta nello stringere tra le mani i pesci, ancora vivi, che cercano di liberarsi. Un tuffo nella realtà popolare della Napoli ottocentesca del suo autore, Vincenzo Gemito.
Ti è piaciuto il nostro articolo? Condividilo su Pinterest!