Tre o quattro visite al prezzo di una! Infatti, nei confini comunali di Nardò c’è veramente tutto.
Aree protette, spiagge, chiese barocche, ville liberty, torri di avvistamento, ristoranti di classe e localini a bordo strada. Un mix che fa di Nardò una delle località più affascinanti del Salento!
Chiese barocche e ville liberty
Per rendervi conto della ricchezza concentrata in pochi chilometri quadrati, pensate solo alla dozzina di chiese sparse nel piccolo ma ricchissimo centro storico, agli oltre venti palazzi, al Sedile o alla fontana del Toro, alla piazza Salandra, al castello Acquaviva con il giardino botanico detto “Villa comunale”…
Ebbene, ignorate tutto questo e pensate invece alle oltre venti Masserie storiche… Poi cancellatele e pensate alle ville otto-novecentesche in località Cenate. Facciate splendide, che raccontano periodi di grande ricchezza e voglia di stupire da parte dei committenti.
Ancora uno sforzo e fate finta che tutto ciò non esista, poi pensate alla zona costiera, con Porto Selvaggio e la sua zona protetta, istituita come parco regionale nel 2006 grazie al sacrificio di una giovane amministratrice comunale, Renata Fonte, uccisa nel 1984 per la sua ostinazione nel portare avanti la salvaguardia di quel tratto di costa.
Torri costiere e cibo di strada
Per visitare questa zona splendida il consiglio è di usare la bici, seguendo i numerosi tratti dedicati (non esclusivamente, peraltro) alle due ruote, oppure lasciare l’auto nel grande parcheggio comunale. Da lì si possono scegliere vari percorsi, che conducono alla magnifica spiaggetta o alle due bellissime torri di avvistamento.
La Torre dell’Alto con la sua elegante scalinata di accesso, e la Torre Uluzzo, che è affiancata da una costruzione in pietra usata dai contadini o dai pastori. Qui le chiamano pajare, pagghiari, caseddhi o furni.
Di fronte, per bere o per mangiare un po’ di streetfood salentino, c’è un simpatico chiosco, il Ficodindia, che al tramonto si anima per le serate musicali diventate famose negli anni scorsi grazie a gruppi come Sud Sound System o Boomdabash.
Un commercialista ai fornelli
Tornando in centro, ancora frastornati dalla quantità e della qualità di paesaggi e manufatti visti in poche ore, vi consiglio di concedervi una bella esperienza enogastronomica in un locale del centro, aperto non da molto in un convento medievale.
Si chiama Trattoria San Giuseppe Cenobio (la chiesa omonima si trova di fronte) ed è giustamente inserita nella Guida delle Osterie di Slow Food. Ai fornelli c’è un… commercialista, Marco Schirinzi, che ha scelto questa attività, certamente più creativa dei registri Iva. La cucina è salentina, con grande attenzione alle materie prime (pasta fatta in casa con farine di grani antichi coltivati in zona da Marco, per esempio).