Sommario
Lo stomaco è uno degli organi che fanno parte del nostro apparato digerente. Gioca un ruolo importantissimo perché dal suo funzionamento dipendono la corretta digestione dei cibi che mangiamo e l’assorbimento di alcuni micronutrienti in essi contenuti.
La salute di quest’organo può essere compromessa da diverse patologie, con sintomi più o meno fastidiosi e un decorso più o meno serio: dalla cattiva digestione fino a malattie più serie, come la gastrite, l’ulcera e i tumori. All’origine di queste problematiche possono esserci delle infezioni causate da virus, parassiti o batteri come l’Helicobacter pylori, ma anche cattive abitudini alimentari, abuso di fumo, alcol e farmaci.
Tutti fattori che danneggiano e infiammano le pareti dello stomaco, possono comprometterne le funzionalità e mettere a rischio la salute, oltre a scatenare disturbi che influiscono in negativo sulla qualità della vita.
Scopri tutto sullo stomaco, sulla sua anatomia e le sue funzioni, sulle patologie più diffuse, i sintomi, le cause e i fattori di rischio, le cure più efficaci e le strategie per prevenirle.
Lo stomaco: cos’è
Lo stomaco è uno degli organi che compongono l’apparato digerente, ovvero quell’insieme di organi e strutture, dalla bocca all’intestino, che permettono l’assunzione del cibo, la sua digestione, l’assorbimento dei nutrienti e l’eliminazione dei materiali di scarto.
E’ situato nella parte superiore sinistra dell’addome e, dal punto di vista anatomico, può essere definito come una dilatazione a forma di sacco del canale digerente, posta tra l’esofago, da cui riceve il cibo, e l’intestino tenue.
E’ lungo circa 25-28 cm e largo 10-12 cm e ha una struttura elastica che può cambiare nella forma e nelle dimensioni a seconda del cibo presente al suo interno. Il volume dello stomaco varia da 30 mL a 1.5-2 L.
Anatomia dello stomaco
Le principali aree
Lo stomaco ha una faccia anteriore e una posteriore separate da due margini: la piccola curvatura a destra e la grande curvatura a sinistra.
Ecco le principali parti che lo compongono:
- il fondo: la parte superiore, dalla forma a cupola;
- il corpo: la parte centrale, che è la porzione più ampia e funge da serbatoio per gli alimenti deglutiti;
- l’antro gastrico, che si estende dal limite inferiore del corpo gastrico al piloro.
Sono presenti anche due valvole: il passaggio da esofago a stomaco è delimitato dal cardias, mentre il piloro è la struttura che collega lo stomaco al duodeno.
Lo stomaco è quasi completamente avvolto dal peritoneo. Uno dei componenti di questa membrana è l’omento, di cui esistono due tipi:
- il piccolo omento, composto dal legamento epatogastrico e dal legamento epatoduodenale, che collega il fegato alla piccola curvatura dello stomaco;
- il grande omento, che circonda e connette la grande curvatura dello stomaco agli altri organi circostanti.
La vascolarizzazione arteriosa dello stomaco avviene attraverso le arterie gastriche destra e sinistra e le arterie gastroepiploiche destra e sinistra. Le vene gastriche, invece, sono la pilorica, la vena coronaria gastrica e le vene gastroepiploiche destra e sinistra, tutte affluenti della vena porta.
La parete dello stomaco
La parete dello stomaco è costituita da quattro strati o tonache:
- la mucosa gastrica: è lo strato più interno, secerne i succhi gastrici e crea l’ambiente acido tipico dello stomaco. Produce anche il muco che protegge lo stomaco durante la digestione.
- La sottomucosa: subito sotto la mucosa, costituisce lo scheletro connettivo denso di collagene e fibre di elastina. E’ ricca di vasi arteriosi, venosi e linfatici. Al suo interno si trovano inoltre alcune cellule del sistema immunitario.
- La tonaca muscolare: è lo strato intermedio di muscoli che – contraendosi – consentono il rimescolamento del cibo in fase digestiva. A sua volta la tonaca muscolare è costituita da tre strati di fibre muscolari (oblique, circolari e longitudinali): le fibre circolari avvolgono il corpo dello stomaco e si ispessiscono distalmente a formare il piloro.
- La tonaca sierosa: è lo strato più esterno, il rivestimento che avvolge completamente lo stomaco, continuazione del peritoneo viscerale.
Stomaco: a cosa serve
Lo stomaco riceve dall’esofago il cibo introdotto attraverso la bocca e masticato (bolo). La sua funzione è quella di partecipare alla sua digestione, di permettere l’assorbimento di alcuni micronutrienti (per esempio ferro e vitamina B12) e di consentire il transito del cibo verso l’intestino.
E’ all’interno dello stomaco che ha inizio il processo digestivo, che avviene grazie alla presenza di succhi gastrici (prodotti dalle ghiandole gastriche) ed enzimi digestivi.
L’attività neuromuscolare partecipa al processo di digestione in tre momenti distinti:
- iniziale rilasciamento dello stomaco, con cui il cibo proveniente dall’esofago viene accolto;
- triturazione del cibo, grazie ad una serie di onde di contrazione che si verificano a livello della regione antro-corpo, che permette la formazione del cosiddetto “chimo”;
- peristalsi antrale, con contrazione coordinata antro-piloro-duodeno, con la quale il chimo verrà veicolato nel duodeno. A livello dell’intestino, la digestione si completa e i nutrienti presenti negli alimenti ingeriti vengono assorbiti.
In dettaglio, nello stomaco avviene parte della digestione dei grassi e delle proteine, scomposti rispettivamente in acidi grassi e aminoacidi. La digestione dei carboidrati nello stomaco è invece molto limitata per l’ambiente acido che lo caratterizza: questa acidità inattiva l’amilasi salivare, che avvia il processo di digestione dei carboidrati a livello della bocca. A causa di questo meccanismo, la digestione dei carboidrati, cominciata in bocca, nello stomaco è molto ridotta e si completa poi nell’intestino tenue grazie all’azione dell’amilasi pancreatica.
La digestione gastrica
Quella che avviene nello stomaco prende il nome di digestione gastrica (che si differenzia da quella che avverrà nell’intestino, che si chiama digestione enterica). Questo processo è controllato dal succo gastrico, prodotto dalle ghiandole gastriche, che contiene:
- la pepsina, che si occupa della scomposizione delle proteine nei loro componenti di base, gli aminoacidi;
- l’acido cloridrico, indispensabile affinché la pepsina possa svolgere la sua funzione (questo enzima ha bisogno di un ambiente acido per agire);
- la lipasi gastrica, che inizia la scomposizione dei grassi.
Nella digestione entra in gioco anche il fattore intrinseco, prodotto dalle ghiandole gastriche e fondamentale per l’assorbimento della vitamina B12 nell’intestino e del ferro.
Durante il processo digestivo, la parete dello stomaco produce anche la mucina, una sostanza che lo protegge dall’azione corrosiva dell’acido cloridrico.
Oltre che da succhi gastrici ed enzimi, le funzioni digestive sono favorite dalle contrazioni della muscolatura gastrica, che rimescolano il contenuto dello stomaco: in un massimo di 5 ore, lo stomaco è quindi in grado di digerire il cibo solido, riducendolo a una sostanza semifluida, il chimo, inviata all’intestino.
Mal di stomaco: da cosa dipende?
Il mal di stomaco è uno dei disturbi più comuni e non deve essere sottovalutato, perché può essere il segnale di cattive abitudini a tavola da correggere oppure la spia di patologie che devono essere indagate e trattate.
Il mal di stomaco può essere la conseguenza di una cattiva digestione e presentarsi associato ad altri sintomi, come bruciore di stomaco, acidità, gonfiore addominale, nausea.
Questi disturbi possono essere scatenati da un’alimentazione troppo pesante o da un pasto troppo abbondante.
Per prevenire i disturbi di stomaco legati a problemi di digestione occasionali, è quindi importante modificare le proprie abitudini alimentari in modo da evitare gli eccessi e gli errori a tavola che possono affaticare il processo digestivo. In particolare, è importante:
- fare 5 pasti al giorno
- masticare lentamente
- evitare pasti troppo abbondanti
- evitare di sdraiarsi subito dopo aver mangiato
- non abusare di alcol e bevande gassate
- limitare il consumo di cibi piccanti o che possono favorire la comparsa di acidità di stomaco (agrumi, pomodori).
Vuoi saperne di più su come prevenire e combattere dolore, bruciore e acidità di stomaco? Leggi il nostro articolo “Bruciore di stomaco, cosa fare?”
Il mal di stomaco può anche essere causato da situazioni che sono fonte di nervosismo o stress, oppure può essere la spia di intolleranze alimentari, per esempio a glutine e lattosio, quindi se si presenta frequentemente, e dopo aver consumato cibi che li contengono, è bene consultare un medico per tutti gli accertamenti del caso.
Ma mal di stomaco, bruciore e pesantezza possono anche essere campanelli di allarme che ti avvertono della presenza di patologie più o meno gravi da non trascurare. Vediamo le principali e come trattarle.
Le patologie dello stomaco
Lo stomaco è un organo fondamentale per la nostra salute, perché è cruciale per trasformare il cibo che mangiamo in energia spendibile per le nostre attività e ci permette di assorbire correttamente i nutrienti presenti negli alimenti. Ma ci sono patologie che possono comprometterne le funzionalità.
Si tratta di problematiche che possono avere diverse cause scatenanti, da uno stile di vita poco salutare, caratterizzato da una dieta scorretta o dall’abuso di alcol e fumo, a fattori di natura psicosomatica, a fenomeni infiammatori e autoimmuni.
Ci sono poi alcune malattie di origine infettiva, ovvero causate dall’aggressione di batteri. Vediamo le principali.
Digestione lenta o dispepsia
La dispepsia è un sintomo diffuso nella popolazione e viene avvertito come “digestione lenta”, senso di pesantezza post-prandiale e sazietà precoce anche per pasti non particolarmente abbondanti.
A questi sintomi possono accompagnarsi anche nausea, bruciore e acidità. Una problematica che può essere scatenata da cattive abitudini alimentari, ma che vede tra le sue cause anche altre patologie a carico dello stomaco, come un’infiammazione cronica della mucosa, secondaria, per esempio all’infezione da Helicobacter pylori.
Per saperne di più, leggi il nostro approfondimento “Digestione lenta e difficile: cosa fare contro la dispepsia”: scoprirai quali cibi è bene evitare perché peggiorano questo disturbo, quali sane abitudini a tavola ti aiutano a digerire correttamente, quali rimedi naturali sono utili contro la dispepsia.
Aerofagia
L‘aerofagia è un accumulo di aria nell’apparato digerente che provoca disturbi come gonfiore e tensione addominale ed eruttazione frequente.
Può essere causata dall’ingestione eccessiva di aria mangiando o bevendo, per esempio a causa della cattiva abitudine di mangiare velocemente o di parlare mangiando.
Si presenta spesso in associazione ad altri sintomi nella sindrome dell’intestino irritabile, nei pazienti con stipsi o dispepsia funzionale o in caso di alterato equilibrio della flora batterica intestinale. Anche durante la gravidanza è frequente soffrire di aerofagia, a causa dei tanti cambiamenti fisiologici che caratterizzano l’apparato gastrointestinale e che possono provocare un rallentamento della digestione.
Nel nostro articolo, ti spieghiamo tutto sull'”Aerofagia: cos’è, cause, sintomi, cura e dieta per combatterla“. Troverai tanti consigli sulle migliori cure se soffri di aerofagia, dai cibi consigliati e vietati, agli esempi di menù fino ai rimedi naturali.
Ernia iatale
L’ernia iatale è una condizione caratterizzata dal passaggio di una parte dello stomaco nel torace.
Si forma a causa dell’allentamento delle pareti dello iato, una piccola apertura del diaframma attraverso la quale passa l’esofago. Può essere asintomatica, oppure manifestarsi con sintomi da reflusso gastroesofageo, eruttazioni frequenti e in alcuni casi disfagia, cioè difficoltà a deglutire.
Esistono due tipi di ernia iatale:
- da scivolamento, la più frequente, caratterizzata dal passaggio, attraverso lo iato esofageo, di una porzione più o meno estesa della parte prossimale dello stomaco;
- paraesofagea, più rara ma anche più pericolosa, perché a passare dallo iato è il fondo dello stomaco, con possibile strozzamento dell’ernia e compromissione dell’afflusso di sangue nella zona.
Scopri le cause, i fattori di rischio, le migliori cure e la dieta da seguire nel nostro articolo “Ernia iatale: cos’è, quali sono i sintomi e come si cura”.
Gastrite
La gastrite è un processo infiammatorio della mucosa gastrica, ovvero della parete interna dello stomaco. Si manifesta con sintomi come bruciore, acidità di stomaco, crampi, difficoltà a digerire, reflusso gastroesofageo, alito cattivo e nausea.
Esistono diverse forme di gastrite:
- la gastrite acuta, che insorge in modo improvviso e rapido e ha una durata di solito contenuta.
- La gastrite cronica, che non guarisce spontaneamente ma tende a persistere nel tempo. Questa tipologia di gastrite è causata, nel 60% dei casi, da un’infezione da Helicobacter pylori, ma può anche essere provocata (nel 30% dei casi) da agenti chimici nocivi per la mucosa gastrica, come alcol, nicotina, FANS (Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei) oppure (nel 5% dei casi) da una reazione autoimmune del sistema immunitario, che distrugge alcune cellule della mucosa gastrica, determinando un’atrofia della mucosa con conseguente malassorbimento di alcuni micronutrienti, come ferro e vitamina B12.
Scopri di più sulla gastrite nel nostro articolo “Gastrite: cos’è, come riconoscerla e curarla”. Troverai informazioni approfondite sulle diverse tipologie, sui sintomi e le cause, sulle terapie farmacologiche per curarla, sulla dieta per la gastrite, sui cibi da evitare e su quelli consigliati, sui rimedi naturali per alleviare i sintomi e su come prevenire questo disturbo.
Helicobacter pylori: prima causa di gastrite cronica e ulcera gastroduodenale
L’Helicobacter pylori rappresenta una delle principali cause di gastrite cronica. Si tratta di un batterio Gram-negativo a forma di spirale che colonizza lo stomaco. L’infezione da Helicobacter è l’infezione cronica batterica più comune al mondo ed è spesso asintomatica.
In alcuni casi, però, può provocare un danno infiammatorio cronico della mucosa dello stomaco, la cosiddetta “gastrite cronica attiva”, di cui rappresenta la causa più importante.
I sintomi, quando presenti, includono bruciore o dolore nella parte superiore dell’addome (epigastrio) e la cosiddetta “difficoltà a digerire”, cioè la sensazione di avere lo stomaco pieno anche dopo un pasto non abbondante.
L’infiammazione cronica nel tempo determina l’accumulo di molecole nocive che possono danneggiare le cellule dello stomaco e, in alcuni casi, possono portare allo sviluppo di ulcere.
Scopri di più sull’Helicobacter nel nostro approfondimento “Helicobacter: cos’è, come si trasmette l’infezione, quali malattie dello stomaco causa, sintomi, complicanze e cure”.
Ulcera gastrica
L’ulcera gastrica è una lesione, rotonda oppure ovale, che si forma sulla mucosa dello stomaco. Come per la gastrite, l’infezione da Helicobacter pylori è la principale responsabile (80-90% dei casi) dell’ulcera, che può svilupparsi proprio come conseguenza dello stato di infiammazione cronica (gastrite cronica attiva) determinato dall’infezione.
Si parla di ulcera gastrica se l’erosione colpisce la mucosa dello stomaco, se invece è localizzata nei primi centimetri del duodeno l’ulcera si definisce duodenale.
Oltre all’infezione da Helicobacter, sono tanti i fattori che possono determinare la comparsa di ulcera gastrica: tra questi, l’abuso di fumo e alcol, l’abuso di farmaci, in particolare dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), che risultano lesivi della mucosa dello stomaco, lo stress.
Tra i sintomi dell’ulcera ci sono senso di bruciore e dolore epigastrico, ovvero nella parte superiore e centrale dell’addome, talvolta nausea e meteorismo, fino al sanguinamento. Una patologia che, se non opportunamente trattata, può andare incontro a complicanze anche serie, come perforazione e emorragie.
Leggi il nostro approfondimento per sapere tutto su “Ulcera gastrica: che cos’è, epidemiologia, cause, sintomi, pericoli, diagnosi e cura”.
Tumore dello stomaco
Il tumore dello stomaco, o adenocarcinoma dello stomaco, rappresenta il più diffuso (95%) dei tumori maligni che colpiscono questo organo.
Il processo neoplastico ha quasi sempre origine dalla mucosa, ovvero lo strato più interno della parete gastrica.
Esistono anche altre forme tumorali, più rare, in cui invece il tumore si sviluppa a partire dagli strati più profondi della parete (è il caso dei sarcomi) o dal sistema linfatico (è il caso del linfoma non Hodgkin primitivo del tratto gastrointestinale). Secondo le stime per il 2019 contenute nel volume “I numeri del cancro in Italia 2019”, redatto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dall’Associazione Italiana Registro Tumori (Airtum), il cancro allo stomaco colpisce il 4% della popolazione maschile, per lo più in età avanzata (over 70).
L’adenocarcinoma dello stomaco ha origine da una molteplicità di fattori.
Il 90% di queste forme tumorali è associato ad un’infezione da Helicobacter Pylori.
Questo batterio è stato, infatti, classificato dall’International Agency for Research on Cancer come carcinogeno di classe I, cioè come agente di cui è riconosciuta la cancerogenicità nell’uomo.
Numerosi studi confermano che questo tumore è favorito da un elevato consumo di cibi conservati e da un’alimentazione povera di frutta e verdura, dal consumo di alcol, dal fumo e dall’obesità.
Sintomi
I sintomi del tumore allo stomaco sono comuni anche ad altre problematiche, come la gastrite e l’ulcera gastrica. Tra questi, nausea, sazietà precoce, gonfiore, digestione faticosa, vomito, perdita di peso, bruciore, debolezza, presenza di sangue nelle feci e mancanza di appetito.
E’ quindi opportuno, in presenza di questi disturbi, procedere con un approfondimento diagnostico che ne confermi le cause.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul tumore allo stomaco.
Fonti
- Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro
- Humanitas Research Hospital
- Manuale MSD
- Università degli Studi Gabriele D’Annunzio, Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio (DiSPuTer)
- AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori) – I numeri del cancro in Italia 2019.
Revisione scientifica a cura della Dottoressa Carlotta Sacchi, specializzanda in gastroenterologia.