Il tumore al seno non smette di colpire le donne, anzi i casi aumentano in tutto il mondo.
È quanto afferma uno studio canadese pubblicato su The Lancet Global Health. La ricerca ha valutato l’incidenza e la mortalità del cancro al seno nel 2018, prendendo in esame la tendenza della neoplasia tra il 1998 e il 2012, in ben 41 Paesi.
Ha utilizzato un criterio specifico, cioè l’età delle donne al momento della diagnosi, differenziando i tumori che si sviluppano in pre-menopausa da quelli in post-menopausa (dopo i 50 anni).
Secondo i dati, nei Paesi più ricchi, Italia compresa, aumentano sensibilmente i primi, nonostante l’accesso alle cure e la diagnosi precoce. Nei Paesi più poveri, invece, sono in aumento i casi in post-menopausa.
Cosa dice lo studio
Il cancro al seno è la neoplasia più comune al mondo. Secondo il GLOBOCAN Cancer Tomorrow, l’osservatorio dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) che studia l’incidenza di questa malattia, nel 2018 c’è stata una crescita di nuovi casi del 24% e un tasso di mortalità del 15%. Non basta, entro il 2040 l’incidenza aumenterà del 46%.
In totale i casi diagnosticati sono stati, sempre nel 2018, quasi 2 milioni in tutto mondo. Ovvero, ogni 100.000 donne, 20 sono state colpite dal tumore in pre-menopausa e 152 in post-menopausa.
Nel nostro Paese, invece, l’incidenza è di circa 163 casi diagnosticati ogni 100.000 donne.
La distinzione tra i due periodi di menopausa si è resa necessaria per le diverse caratteristiche della ghiandola mammaria in queste due fasi della vita delle donne. Ad esempio, se l’aumento del peso è un fattore di rischio in post-menopausa, in pre-menopausa la relazione con il cancro è meno evidente. Quindi, fattori di rischio, terapia e prognosi assumono caratteristiche diverse in questi due momenti, anche in base all’età di diagnosi e alle diverse zone geografiche.
Un altro motivo è che la diagnosi precoce è più difficile nelle donne in pre-menopausa a causa della densità del seno. Ciò può causare la scoperta del tumore in una fase successiva.
Per tutte queste ragioni, i ricercatori hanno messo in relazione l’incidenza del cancro con la menopausa. Anche per sviluppare adeguate ed efficaci campagne informative e iniziative di prevenzione.
I risultati
Nel 2018 sono stati, quindi, diagnosticati nei Paesi di riferimento circa 645.000 casi di tumore al seno in pre-menopausa (con più di 130.000 decessi) e più di un milione in post-menopausa (con quasi 500.000 morti).
I Paesi con HDI più basso (l’HDI è il valore usato per misurare il benessere economico di una nazione) hanno registrato più casi di cancro e più decessi nella fase della pre-menopausa rispetto ai Paesi più ricchi, cioè con HDI più elevato. Questi ultimi, tuttavia, hanno evidenziato una maggiore incidenza di tumore sia in pre che in post menopausa (rispettivamente 30,6 e 253,6 casi su 100.000 donne). Più o meno il doppio di quelli osservati nei Paesi più poveri.
Ma il tasso di mortalità resta, tuttavia, elevato nei Paesi a basso e medio HDI, con 8,5 morti in pre-menopausa e 53,3 in post-menopausa ogni 100.000 donne.
Il dato più preoccupante è comunque l’aumento dei casi di tumori in pre-menopausa, soprattutto in Europa occidentale (38,4 ogni 100.000).
Malattia e disuguaglianza
I tassi di mortalità, quindi, sono più elevati nei Paesi con basso HDI. Soprattutto in Africa, con Camerun e Somalia in testa.
I ricercatori hanno verificato che con l’aumento dell’HDI e quindi della ricchezza, la percentuale dei decessi diminuiva: nelle zone più povere del mondo, infatti, circa il 47% delle donne con diagnosi di tumore al seno in pre-menopausa non sopravvive. Nei Paesi con alto reddito, invece, la mortalità scende all’11%.
Per quanto riguarda, invece, le diagnosi in post-menopausa, nei Paesi con basso reddito la percentuale è del 56%, più del doppio rispetto al 21% dei Paesi più ricchi. In questo caso, la mortalità è più alta nell’Asia meridionale (circa 62%), seguita dall’Africa centrale (circa 60%).
Quanto conta la prevenzione
Sull’insorgenza dei tumori in giovane età, invece, si sa ancora troppo poco. Secondo i ricercatori canadesi, l’aumento dei casi di tumore in età giovanile nei Paesi ad alto reddito, si deve ai programmi di screening che consentono una diagnosi più rapida. La crescita, invece, dei casi di tumori in post-menopausa nei Paesi più poveri potrebbe essere la conseguenza di un cambiamento degli stili di vita, sempre più vicini ai modelli occidentali e quindi a fattori di rischio come obesità, abuso di alcool e scarsa attività fisica.
Lo studio vuole, infine, sottolineare la necessità di adottare strategie di prevenzione a livello mondiale per ridurre il più possibile l’incidenza della malattia. In quest’ottica, la diagnosi precoce e l’accesso alle cure restano quindi i due aspetti basilari per ridurre la mortalità anche nei Paesi in via di sviluppo.
Se vuoi saperne di più sul tumore al seno, ti consigliamo di leggere il nostro approfondimento: Tumore al seno: fattori di rischio, prevenzione e terapie.
Fonti:
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