Sommario
Ogni volta che mangiamo più del necessario, le calorie in eccesso sono immagazzinate nel tessuto adiposo. Accumulare energia ci permette di sopravvivere senza dover mangiare continuamente. Tuttavia la grande disponibilità di cibo nel mondo occidentale sta causando una diffusione endemica dell’obesità.
Secondo le stime della World Health Organization, gli adulti in sovrappeso in Europa sono il 32-79% per gli uomini e 28-78% per le donne. Le persone obese, invece, si attestano tra il 5-23% per gli uomini e il 7-36% per le donne. Anche l’aumento del peso nei bambini inizia ad essere preoccupante, poiché più del 60% dei ragazzi è in sovrappeso prima della pubertà.
Prevenire l’obesità, e quindi i fattori di rischio per patologie come le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e alcune forme di cancro, sta diventando sempre più necessario. La strategia migliore è certamente mangiare meno e consumare più energia, ma studi recenti indicano che le terapie potrebbe partire proprio dal tessuto adiposo. Considerando, infatti, il tessuto adiposo non solo come deposito energetico, potrebbero emergere nuove indicazioni nella lotta all’obesità.
Il tessuto adiposo
Il tessuto adiposo è un tessuto connettivo ed è costituito da due elementi principali: le cellule e la matrice extracellulare (la parte del tessuto non composto da cellule).
Le cellule adipose (adipociti) sono presenti in tutte le zone del corpo in cui vi sia tessuto connettivo. Un’importante raccolta di grasso si trova intorno ai reni, ai visceri e al cuore: l’insieme di questi accumuli va a costituire il cosiddetto grasso viscerale.
Accumuli più o meno consistenti di tessuto adiposo si formano anche tra i muscoli, mentre il tessuto adiposo sottocutaneo interessa l’intera superficie corporea e soprattutto gli strati profondi della pelle.
Dove si trova?
- per il 50% nel pannicolo sottocutaneo, dove svolge una funzione sia isolante dal freddo che meccanica per il 45% nella cavità addominale, dove forma il tessuto adiposo viscerale
- per il 5% nel tessuto muscolare, dove svolge un’azione di aiuto al lavoro muscolare.
Oltre ad avere una funzione di serbatoio di sostanze ad alto valore energetico come colesterolo, trigliceridi e vitamine liposolubili, il tessuto adiposo è anche un organo endocrino. È, cioè, in grado di rilasciare una serie di sostanze bioattive che influenzano il metabolismo corporeo. I ricercatori, infatti, si stanno concentrando proprio sulla funzione di questi mediatori biochimici e sulle loro potenzialità terapeutiche nella lotta contro l’obesità.
Se vuoi saperne di più sul tessuto adiposo, ti consigliamo di leggere il nostro approfondimento: Grasso addominale: cos’è, cause, rischi e come smaltirlo
Tessuto adiposo bianco, bruno e beige. Che cosa sono?
Gli adipociti si distinguono in adipociti bianchi e bruni. Sono molto diversi per formazione e funzioni e si organizzano rispettivamente nel tessuto adiposo bianco e in quello bruno.
Grasso bianco
Al microscopio, le cellule di grasso bianco appaiono come un’unica goccia lipidica, senza membrana, che occupa quasi interamente il citoplasma. Sono cellule molto grandi, dal diametro di circa 50-100µm.
Il tessuto adiposo bianco non è molto vascolarizzato e reagisce prontamente ai periodi di minore o maggiore disponibilità alimentare.
Svolge, quindi, una funzione energetica ma anche meccanica (cioè di sostegno e protezione) e termoisolante (attenua la dispersione del calore corporeo).
All’interno degli adipociti bianchi poi sono presenti degli enzimi con il compito di scindere il legame tra i trigliceridi e le proteine che li trasportano nel sangue. In questo modo i trigliceridi e gli acidi grassi liberi possono entrare all’interno dell’adipocita per essere poi utilizzati come fonte energetica o immagazzinati come riserva.
Grasso bruno
Il grasso bruno, invece, nella specie umana è presente durante la vita fetale e nel neonato. Recentemente è stato, tuttavia, dimostrato che anche nell’adulto ci sono aree attive di adipociti bruni localizzati:
- nelle aree sottocutanee dei muscoli anteriori del collo
- nella parete addominale anteriore e nell’inguine
- a livello dell’arteria carotide comune, aorta, arteria brachiocefalica e arteria coronaria epicardica
- a livello del pericardio e nelle zone connettivali che circondano reni, ghiandole surrenali, pancreas e fegato.
Gli adipociti bruni sono più piccoli rispetto all’adipocita bianco (40µm) e presentano numerose gocce lipidiche ricche di trigliceridi, fosfolipidi, glicolipidi, colesterolo. La caratteristica principale di questo tessuto è la colorazione rosso-brunastra. Gioca poi un ruolo dominante nella termogenesi (cioè nella produzione di calore in caso di diminuzione della temperatura esterna). In altre parole, produce calore quando l’organismo è esposto alle basse temperature.
Il tessuto adiposo si attiva anche quando introduciamo con la dieta più calorie del necessario. Questo fenomeno, basato sulla dispersione dell’eccesso energetico sotto forma di calore, dovrebbe garantire la stabilità del peso corporeo, indipendentemente dagli eccessi alimentari. Nei test di laboratorio, infatti, su cavie ipernutrite, si è evidenziato un aumento della termogenesi (produzione di calore), con un effetto preventivo sullo sviluppo dell’obesità. Il tessuto adiposo bruno ha risposto cioè all’ipernutrizione con le stesse variazioni metaboliche attivate durante la termogenesi da freddo.
Grasso beige
I ricercatori hanno anche individuato un terzo tipo di tessuto adiposo. Si tratta di grasso “reclutabile” sparso tra i depositi di tessuto adiposo bianco chiamato grasso beige. Caratteristiche e funzioni, infatti, sono intermedie fra i due tipi di adipociti bianchi e bruni.
L’importanza della dieta
Le abitudini alimentari rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo del tessuto adiposo in ogni fase della vita. La suscettibilità a sviluppare obesità e altre patologie, tra cui il diabete mellito e la sindrome metabolica, può essere determinata, secondo alcuni ricercatori, prima della nascita. Infatti, lo stato nutrizionale della madre incide sulla programmazione delle cellule che daranno origine, nel bambino, agli adipociti bianchi, bruni e beige. In particolare, la malnutrizione della madre durante la gravidanza può incrementare il rischio di obesità e diabete nell’età adulta dei figli.
Fonti
Bianco, bruno e beige: diverse sfumature di grasso, M. Colitti, T. Montanari – Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali, Università degli Studi di Udine, Scienze e Ricerche.
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