Sommario
L’urinocoltura – anche detto esame colturale delle urine – è un esame di laboratorio. Ha lo scopo di ricercare la presenza di microrganismi nelle urine, che normalmente sono sterili.
Generalmente è prescritto in caso di sospetto clinico di infezione delle vie urinarie (IVU) e consente di ottenere una diagnosi certa di IVU.
Nei casi in cui l’esame colturale delle urine risulta positivo, ossia c’è in atto un’infezione delle vie urinarie, mediante l’esecuzione dell’antibiogramma, potremo identificare l’antibiotico efficace per eradicare il microrganismo responsabile dell’infezione.
Urinocoltura: che cos’è
E’ un esame microbiologico che ha lo scopo di ricercare la presenza di microrganismi nelle urine, che normalmente sono sterili, ossia prive di microrganismi.
In caso di presenza di germi patogeni, oltre al loro isolamento ed identificazione, l’esame permette di valutare la carica infettiva (mediante la conta del numero di colonie) e di effettuare l’antibiogramma (il test di sensibilità ai comuni antibiotici).
Si tratta pertanto di un esame di laboratorio con finalità diagnostiche. Svolge un ruolo fondamentale anche nel percorso terapeutico permettendo, mediante l’antibiogramma, di identificare l’antibiotico efficace per eradicare il microrganismo responsabile dell’infezione.
Urinocoltura con antibiogramma
Una volta isolato ed identificato il microrganismo responsabile dell’infezione urinaria mediante urinocoltura, nei casi in cui questa risulti positiva, è fondamentale eseguire l’ANTIBIOGRAMMA. E’ un test di sensibilità in vitro ai comuni antibiotici, per guidare la scelta del corretto antibiotico da utilizzare per debellare il microrganismo responsabile (terapia antibiotica mirata).
Una piccola quantità del germe è posta su una piastra su cui sono disposti dei dischetti di carta imbevuti con i diversi antibiotici da testare.
Dopo un periodo di 24-48 ore di incubazione, si valuta quanto gli specifici antibiotici abbiano inibito la crescita del microrganismo (attraverso valutazione delle dimensioni in mm dell’alone di inibizione che si è creato intorno al dischetto).
Nel referto dell’antibiogramma, è riportata la lista dei comuni antibiotici testati, indicando inoltre la resistenza o sensibilità del microrganismo per ogni antibiotico valutato – che permetterà al medico di scegliere la corretta terapia da utilizzare.
Scegliere l’antibiotico sbagliato – non sulla base del referto dell’antibiogramma – non permette di curare in modo efficace l’infezione.
Al contrario, favorisce e accelera il meccanismo di antibiotico-resistenza. Cioè nel tempo, i microrganismi acquistano la capacità di diventare resistenti all’azione degli antibiotici, che a quel punto non saranno più efficaci nell’eradicare l’infezione.
A cosa serve l’esame colturale delle urine
E’ un esame di laboratorio che permette di ottenere una diagnosi certa di infezione delle vie urinarie (IVU) – che riguardano principalmente vescica (cistite), ma anche uretra, pelvi renale e rene.
Infatti, è un esame microbiologico che permette di isolare ed identificare eventuali microrganismi patogeni nelle urine.
Normalmente, l’esame colturale delle urine risulta negativo poiché le urine sono sterili – ossia prive di microrganismi -, o quantomeno con una bassa carica batterica – soltanto la parte terminale dell’uretra è colonizzata da microflora batterica.
Quando e perché fare il test
L’esecuzione di un’urinocoltura è prescritta in caso di sospetto di infezione delle vie urinarie. E’ una patologia di frequente riscontro nella popolazione generale e che prevalentemente è una cistite, ossia riguarda la vescica, sulla base del quadro clinico presentato.
Sintomi comunemente riscontrati sono:
- Fastidio o dolore durante la minzione.
- Bruciore durante la minzione.
- Necessità di urinare frequentemente.
- Sensazione di non aver svuotato completamente la vescica.
- Urine torbide e maleodoranti.
- Sintomi generali, come malessere o febbre.
In caso di insorgenza di uno o più di questi sintomi, è importante consultare il medico di medicina generale o urologo di riferimento.
Nel sospetto di un’infezione delle vie urinarie, richiederà un esame delle urine con urinocoltura ed antibiogramma.
E’ fondamentale non iniziare una terapia antibiotica in modo autonomo. Ma è importante affidarsi all’esperienza e professionalità di un medico per una corretta interpretazione degli esami e per essere guidati nel giusto percorso dapprima diagnostico e successivamente terapeutico.
Talvolta, l’urinocoltura è prescritta anche in pazienti asintomatici, come nei casi in cui ci siano segni di infezione all’esame delle urine, tra cui:
- PH urinario alcalino.
- Presenza di nitriti nelle urine.
- Presenza di leucociti (ossia globuli bianchi) nelle urine (leucocituria).
L’urinocoltura è prescritta in modo frequente durante la gravidanza anche in donne asintomatiche.
Infatti, in questo particolare periodo le donne hanno un maggior rischio di contrarre infezioni delle vie urinarie. Quindi, è necessario diagnosticare e trattare nel modo corretto un’eventuale infezione.
Urinocoltura: come si esegue
Uno degli aspetti più importanti è il metodo con cui si esegue, ossia come sono prelevate le urine per evitare l’inquinamento del campione da parte della flora batterica ambientale e locale.
Infatti, proprio poiché l’urinocoltura ha lo scopo di rilevare le infezioni delle vie urinarie (IVU), è fondamentale non contaminare il campione con germi provenienti dall’esterno.
Per evitare questa evenienza – che inficerebbe il risultato del test – il metodo più usato è quello di raccogliere in una provetta sterile il getto intermedio della minzione, dopo aver accuratamente lavato i genitali esterni.
Regole generali per una corretta raccolta delle urine
Regole generali da tenere a mente per evitare un’errata raccolta delle urine, sono:
- Prima della raccolta delle urine, lavare accuratamente le mani e i genitali esterni con acqua e sapone.
- Nelle donne può essere consigliata anche una lavanda vaginale con un comune disinfettante. Negli uomini è importante retrarre completamente la cute del prepuzio prima di effettuare la pulizia.
- Le urine vanno raccolte in una provetta o contenitore sterile, monouso, acquistato in farmacia o consegnato dal laboratorio stesso presso il quale si fa analizzare l’urina. La raccolta va effettuata in modo diretto (le urine non vanno travasate da un altro contenitore). Non toccare l’interno del contenitore, né aprire il contenitore sterile prima dell’uso.
- Non bisogna raccogliere le urine delle 24h, bensì un singolo getto di urina. Le urine da raccogliere sono quelle della fase centrale della minzione – detto mitto o getto intermedio – poiché nella fase iniziale sono presenti i germi presenti nell’uretra.
- Bastano pochi cc – poche gocce – di urina (poco meno della metà circa di un contenitore sterile).
- Evitare di toccare il bordo della provetta, e che questa tocchi i genitali esterni.
- Assicurarsi che il tappo del contenitore rimanga sterile (appoggiato su un piano, in modo che non si inquini) e avvitarlo subito dopo aver urinato (attenzione a chiudere bene, per evitare di versare le urine durante il trasporto).
- Portare il contenitore con le urine presso il laboratorio scelto al più presto. Altrimenti conservarlo a 4°C (in frigorifero) fino ad un massimo di 12 ore.
- E’ preferibile utilizzare le urine del mattino, dopo che si sono concentrate durante la notte.
Altre regole da tenere a mente per l’esecuzione dell’urinocoltura
Inoltre, va ricordato che le indicazioni per eseguire l’urinocoltura possono cambiare leggermente rispetto a quelle descritte, a seconda del laboratorio in cui si effettua l’analisi.
E’ pertanto importante accertarsi preventivamente delle indicazioni del laboratorio specifico per assicurarsi di eseguire la procedura nel modo più corretto.
Nei bambini piccoli (<3 anni) – per i quali la procedura di raccolta può risultate più difficile e laboriosa – si può utilizzare un sacchetto di plastica sterile o, ancor meglio, prelevare le urine tramite cateterismo vescicale.
Invece, per le donne, non è possibile effettuare l’urinocoltura durante i giorni delle mestruazioni.
Infine, va ricordato che nei casi in cui si sia assunta terapia antibiotica di recente, è necessario aspettare un periodo di circa 2 settimane prima di effettuare l’urinocoltura.
Analisi del campione presso il laboratorio
Una volta ottenuto il campione e trasportato al laboratorio, questo viene seminato su terreni di coltura selettivi per determinate specie di microrganismi. Il tempo di incubazione varia tra le 24 e 48 ore. Fanno eccezione i microbatteri, che necessitano di tempi più lunghi (dai 5-7 ai 40 giorni a seconda dei tipi).
Dopo che si sono sviluppate le colonie, si procede alla loro classificazione e conta; successivamente viene effettuato l’antibiogramma.
Pertanto, generalmente, a seconda del laboratorio, dei tempi di incubazione e dell’eventuale necessità di dover eseguire anche l’antibiogramma, sono necessari circa 2-3 giorni per avere il referto dell’esame.
Urinocultura: interpretazione del referto e dei valori
Per una corretta interpretazione del test è necessario mostrare i risultati – insieme a quelli di un esame delle urine, per una completezza della valutazione – al medico di base o urologo di riferimento.
Tutti i referti di un’urinocoltura ben eseguita – indipendentemente dal laboratorio specifico – riportano le seguenti informazioni:
- Se negativo (non infezioni delle vie urinarie in atto) o positivo (è presente una diagnosi di infezione delle vie urinarie).
- Il germe responsabile dell’infezione e il numero di colonie rilevate.
- ANTIBIOGRAMMA: che riporta la lista dei diversi antibiotici testati e se il microrganismo è resistente o sensibile ad ognuno di questi.
Il batterio più frequentemente isolato ed identificato nelle urine è l’Escherichia coli – batterio che costituisce la normale flora batterica intestinale.
Spesso l’infezione proviene da altri organi, come il sistema gastro-intestinale (zona perineale) o dall’apparato genitale (dalla vagina nelle donne o dalla prostata negli uomini).
Per quanto riguarda la conta batterica, viene considerata sicuramente positiva (patologica) l’urinocoltura con presenza di germi >100.000 UFC (Unità Formanti Colonie) per ml di urina.
Al contrario, quando il valore è compreso tra 10.000 e 100.000, la probabilità di infezione è proporzionale al numero di germi. Invece, quando la carica batterica è <10.00 UFC/ml, questa generalmente deriva da contaminazione esterna.
Nei portatori di catetere vescicale, e nei casi in cui il campione di urina è stato raccolto direttamente dalla vescica (mediante cateterismo vescicale o per via percutanea), viene considerata positiva un’urinocoltura anche con una carica batterica inferiore (ossia minor numero di UFC).
Urinocoltura: il costo
Il costo dell’urinocoltura varia a seconda se l’esame sia negativo o positivo, poiché in quest’ultimo caso viene implementato con l’esecuzione di antibiogramma che aumenta i costi.
Il costo varia a seconda dei laboratori, con un prezzo medio che oscilla tra 10-15 euro per l’urinocoltura e 30-45 euro per l’urinocoltura con antibiogramma.
Fonti
- OEPRICH PD. Culture of the urine. J Lab Clin Med. 1960 Dec;56:899-907.
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- – Jaffe JS. Collection of urine for culture. N Engl J Med. 1994 Sep 1;331(9):617-8. Yarbrough ML, Lainhart W, McMullen AR, Anderson NW, Burnham CD. Impact of total laboratory automation on workflow and specimen processing time for culture of urine specimens. Eur J Clin Microbiol Infect Dis. 2018 Dec;37(12):2405-2411.
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