Sommario
Il pungitopo, conosciuto come rusco, è una pianta arbustiva originaria della macchia mediterranea. L’arbusto viene impiegato a scopo ornamentale a ridosso del periodo natalizio, in quanto, simboleggia il buon augurio per l’arrivo dell’anno nuovo.
La pianta è usata in fitoterapia al fine di beneficiare delle sue interessanti proprietà terapeutiche e in cucina, dove vengono utilizzate le bacche per aromatizzare numerosi piatti.
Inoltre, la radice del pungitopo è usata in campo erboristico ed omeopatico. Infatti, ha delle virtù flebotoniche, diuretiche, vasoprotettrici, antiedemigena ed anticellulite. Invece, i germogli del pungitopo vengono impiegati in cucina per impreziosire deliziose ricette.
Il rusco, in epoca medievale, era uno degli ingredienti base di un potente rimedio diuretico chiamato ‘lo sciroppo delle cinque radici‘. Questo fitopreparato, composto non solo dal pungitopo ma anche da altre erbe officinali dotate di proprietà terapeutiche similari, era in grado di svolgere un’eccellente azione drenante capace di espellere i liquidi in eccesso sedimentati, in modo da fronteggiare patologie dell’apparato urinario.
Pungitopo: cos’è
Il pungitopo, il cui nome scientifico è Ruscus Aculeatus, è una specie arbustiva sempreverde facente parte della famiglia delle Asparagaceae.
Il nome pungitopo trae origine da un‘antica usanza contadina. Prevedeva la disposizione di una corona composta da foglie di rusco ai piedi dei frutteti e attorno ai formaggi e alle provviste alimentari per tenere distanti i roditori.
Queste pratiche popolari conferiscono alla pianta un significato protettivo. Infatti, la tradizione natalizia di donare ai propri cari un rametto dell’arbusto ricoperto da bacche rosse è simbolo di buon augurio.
Il pungitopo, denominato anche rusco, è originario della macchia mediterranea ma si è diffuso, in seguito alla coltivazione, anche nell’Europa centrale, nel Medio Oriente e nel continente africano.
La sua raccolta è vietata per legge in molte regioni italiane ai sensi dell’allegato E del D.P.R. 357/97 (Direttiva Habitat 92/43/CEE).
La differenza tra pungitopo e agrifoglio
Le piante del pungitopo e dell’agrifoglio hanno una struttura morfologica similare. Infatti, entrambe hanno un fogliame verde e sono ricoperte da bacche di un rosso vivace. Per questi motivi, a prima vista è facile confondere le due specie e farsi trarre in inganno.
Tuttavia, in seguito ad un’analisi più attenta degli arbusti, puoi constatare la sussistenza di caratteristiche peculiari e differenti delle due piante che permettono l’identificazione delle diverse specie.
Il pungitopo è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Asparagaceae. Quando si sviluppa, allo stato selvatico, assume una forma cespugliosa che raggiunge un’altezza massima di circa 80 cm. Le foglie sono ovali, piatte e rigide con la punta aculea. Le inflorescenze sono bianche e si trasformano in bacche di colore rosso durante il periodo natalizio. Le dimensioni del frutto sono equiparabili ad una ciliegia.
L’agrifoglio è una specie arborea appartenente alla famiglia Aquifoliacea. Viene popolarmente chiamato pungitopo maggiore. Si sviluppa fino ai dieci metri di altezza e ha una chioma a forma piramidale.
Inoltre, le foglie dell’agrifoglio sono lucenti e di colore verde scuro. Hanno una consistenza coriacea, un margine spinoso e sono dislocate sulle ramificazioni inferiori. Le inflorescenze della acquifoliacea sono munite di quattro petali, di colore bianco-rossastro e riunite in fascetti.
Pungitopo: principi attivi
La droga è costituita dalla radice e comprende le principali componenti chimiche:
- resina
- sali di calcio
- sali di potassio
- saponine steroidee (tra cui la ruscogenina)
- fitosteroli
- flavonoidi
- polifenoli
- tannini
- oli essenziali (canfora, acetato di linalile, acetato di bornile, linanolo, anetolo e resine).
Ruscogenina
E’ una particolare molecola definita saponina steroidea, estratta dal rizoma delle piante del genere Ruscus. L’azione della ruscogenina è dovuta all’interazione di questa molecola con due recettori:
- alfa 1
- alfa 2 di tipo adrenergici.
Sono disposti lungo le cellule muscolari presenti nei vasi sanguigni. Inoltre, questa molecola favorisce il rilascio di noradrenalina attraverso un’azione flebotonica.
La ruscogenina ha interessanti proprietà terapeutiche:
- protegge i vasi sanguigni
- svolge azioni: flebotoniche, antitrombotiche, antinfiammatorie e vasocostrittrici
- migliora la funzionalità del microcircolo
- cura le vasculopatie periferiche (quali: vene varicose, emorroidi e edemi)
- allevia la sindrome premestruale
- placa l’asma bronchiale.
Effetti benefici del pungitopo
Le proprietà curative del pungitopo trovano impiego in campo medico, erboristico e cosmetico.
Insufficienza venosa
La ruscogenina, essendo uno steroide vegetale, viene impiegata nel trattamento di:
- stanchezza alle gambe
- prurito
- gonfiore
- secchezza della pelle.
Queste sintomatologie sono originate dalla presenza di uno stato di insufficienza venosa periferica, localizzata agli arti inferiori.
Puoi trovare la ruscogenina sotto forma di gel, creme e pomate.
Invece, per un’azione più blanda, preferire un decotto del rizoma. Inoltre, la ruscogenina è anche efficace nella cura delle patologie rettali, come le emorroidi.
Infatti, questo steroide vegetale è in grado di elasticizzare le pareti dei vasi sanguigni fronteggiando il ristagno linfatico.
Rinforza la parete dei capillari
I flavonoidi presenti nel pungitopo svolgono un’interessante azione vasoprotettrice. Quindi, rafforzando le pareti dei capillari e delle vene, i fitonutrienti sono in grado di curare la fragilità e l’eccessiva permeabilità dei vasi sanguigni.
Inoltre, anche le saponine svolgono un’azione vasoprotettrice e lavorando sulla muscolatura liscia venosa, donano una maggiore resistenza e tonicità per garantire un corretto ritorno venoso.
La saponina aculeoside A combatte la vasodilatazione riducendo il campo d’azione di un enzima chiamato adenilato ciclasi che dà origine al ristagno dei liquidi.
Quindi, la ruscogenina è in grado di:
- riattivare la circolazione
- conservare l’integrità cutanea
- ridurre la permeabilità grazie alle sue proprietà vasocostrittrici.
Azione diuretica
Il potassio e le saponine contenuti nel rizoma del pungitopo, svolgono un’interessante azione a livello del sistema circolatorio veno linfatico andando a stimolare la diuresi. Inoltre, drenano i liquidi sedimentati nelle aree della pelvi e degli arti inferiori. Infatti, le proprietà diuretiche del rusco vengono impiegate per contrastare l’insufficienza cardiaca e l’ipertensione.
Pungitopo: pianta antiedematosa
L’azione sinergica dei glicosidi saponinici ruscogenina, ruscina e ruscoside contenuti nel rizoma del rusco, in associazione con i flavonoidi e i fitocomposti a base di vitamina C, costituiscono un efficiente rimedio nel trattamento non solo dell’insufficienza venosa ma anche di:
- emorroidi
- flebiti
- varici
- edemi.
Attraverso la contrazione della muscolatura liscia dei vasi sanguigni, la ruscogenina agisce stimolando il ritorno venoso e riducendo l’edema.
Proprietà cosmetiche
Anticellulite
Creme e impacchi a base di pungitopo sono un utile alleato nella lotta contro la cellulite.
Infatti, questa patologia, il più delle volte, deriva da un difetto del microcircolo che impedisce ai tessuti di drenare correttamente l’accumulo di grasso localizzato.
Anche la tintura madre di rusco ha un’efficace azione sia nel trattamento della cellulite che delle varici.
Azione lenitiva della pelle
Nell’industria cosmetica, puoi trovare gli estratti di rusco nelle creme ad azione protettiva e lenitiva per trattare:
- pelli delicate ed arrossate
- couperose derivante da una fragilità del microcircolo
- eritemi solari
- occhiaie
- dermatocalasi causate da un ristagno di liquidi.
Trattamenti
E’ un rimedio per:
- insufficienza venosa
- dolori e gonfiori alle gambe
- crampi
- insufficienza cardiaca
- ipertensione
- emorroidi
- edemi
- cellulite
- couperose.
Pungitopo: modalità d’uso in erboristeria
Per beneficiare delle proprietà presenti nella radice della pianta officinale viene sfruttato in erboristeria per la produzione di:
- estratti idroalcolici
- estratti secchi titolati
- tisane ad uso interno.
Invece, ad uso topico, ci sono creme e pomate a base del rizoma di rusco al fine di combattere le emorroidi e i disturbi della pelle.
Puoi trovare anche gel da spalmare con un massaggio circolare sulle gambe e sui polpacci per contrastare gonfiori e sensazioni di pesantezza agli arti inferiori. Invece, per beneficiare di un’ottimale azione anti cellulite, esistono impacchi imbevuti in un decotto.
Uso interno
Tintura madre ed estratto secco di rusco
I fitoterapici a base di pungitopo sono efficaci per trattare:
- dolori e pesantezza alle gambe
- crampi ai polpacci
- edemi
- vene varicose
- idropisia
- emorroidi
- disturbi alla circolazione della retina.
Posologia estratto secco: 500 o 750 mg di prodotto, da assumere lontano dai pasti, due volte al dì.
Posologia tintura madre: 30-40 gocce, due volte al giorno, da prendere lontano dai pasti.
Sciroppo alle cinque radici
Ingredienti
- Radice di pungitopo: 15 g
- Rizoma di finocchio: 15 g
- Rizoma di asparago: 15 g
- Radice di prezzemolo: 15 g
- Radice di sedano: 15 g.
Preparazione
Una volta che l’acqua ha raggiunto l’ebollizione, lasciare in infusione i 75 g delle piante officinali per circa 20 minuti.
Filtrare il rimedio e pressare il residuo. Procedere con la pesatura della bevanda e calcolare il doppio del risultato. Tale valore costituisce l’ammontare dello zucchero da aggiungere all’infuso. Con questo procedimento si ricava la consistenza dello sciroppo.
La tisana va assunta quotidianamente nel quantitativo di 3 o 5 cucchiai da minestra. Per potenziare l’effetto diuretico, preparare una tisana a base di piccioli di ciliegio e aggiungere a quest’ultima lo sciroppo delle cinque radici.
Uso topico
Decotto anticellulite
Lasciare bollire un litro d’acqua contenente 40-60 grammi di radice fresca di rusco per circa 10 minuti.
Effettuare degli impacchi con delle garze imbevute del preparato, della durata di 20 minuti.
Questo rimedio, effettuato con regolarità, non solo contrasta la ritenzione idrica ma allevia anche l’infiammazione del tessuto e il processo edematoso.
Trattamento omeopatico
Il rusco viene impiegato anche dalla medicina omeopatica sotto forma di gocce, granuli e tintura madre. E’ un rimedio efficace per trattare:
- insufficienza venosa
- edemi
- flebiti
- pesantezza alle gambe
- problemi circolatori.
La posologia del rimedio, in preparazione liquida, a base di Ruscus Aculeatus consiste in 30 gocce, da prendere 2 volte al dì, lontano dai pasti.
Controindicazioni
Non ci sono evidenti effetti collaterali derivanti dall’uso di fitopreparati a base di pungitopo. Tuttavia, il consiglio è di non usarlo in gravidanza e durante l’allattamento.
Inoltre, evita l’assunzione di preparati a base di rusco se soffri di ipertensione e patologie gastriche.
Quindi, valuta la preesistenza di un’accentuata sensibilità ai principi attivi contenuti nella droga, in quanto tale condizione potrebbe causare manifestazioni di natura allergica.
In caso di sovradosaggio, potresti avere:
- disturbi gastrici
- vomito
- nausea
- diarrea.
Infatti, gli agenti responsabili di tali reazioni fisiologiche sono le saponine.
Pungitopo: guida all’acquisto
Le creme, le pomate e i gel a base di rusco sono facilmente reperibili presso farmacie, parafarmacie, erboristerie e rivenditori online.
Nella composizione chimica di tali rimedi, al pungitopo spesso vengono aggiunti estratti ricavati da altre piante, come ad esempio mirtillo e centella asiatica, con le medesime proprietà al fine di potenziarne gli effetti. L’estratto secco è disponibile in commercio sotto forma di gocce o capsule.
Poiché è un rimedio molto concentrato bisogna attenersi scrupolosamente ai consigli del personale esperto.
Inoltre, prediligere sempre rimedi 100% di origine naturale, che utilizzano piante officinali provenienti da agricoltura biologica certificata.
Pungitopo: botanica
Il Ruscus aculeatus ha delle dimensioni contenute che vanno dai 30 ai 100 cm in altezza. Gli steli sono di forma cilindrica e conservano intatto il loro colore verde durante tutto l’anno. Dal fusto crescono cladodi che consistono in rametti modificati di tipo coriaceo che assumono le sembianze delle foglie. I cladodi hanno una forma ovale e piatta, una cromia verde scuro e terminano con una punta acuminata.
Le inflorescenze fanno capolino tra aprile e maggio e consistono in piccoli ed insignificanti fiorellini tinteggiati di bianco/verde o violacei che giacciono sui cladodi.
Rientra nelle specie arboree doiche. Questo termine indica la caratteristica tipica della pianta di possedere fiori di sesso diverso che si producono su piante differenti. Quindi, per ottenere i frutti è necessario l’incontro del fiore maschile con quello femminile. L’esemplare femmineo è l’unico che dà vita ai frutti.
Nel periodo invernale, i fiori si trasformano in frutti che consistono in vistose bacche lucide, tinteggiate di un rosso vivace e contenenti due o tre semi.
La pianta di pungitopo maschio originerà solo fiori e polline mentre la femmina partorirà fiori, frutti e semi.
L’unico metodo per identificare il genere di una pianta di rusco è verificare se nel periodo invernale produce le bacche o meno.
Dove si trova
Tempo fa, prima che si verificasse una raccolta massiva ed indiscriminata della pianta, il pungitopo giaceva allo stato selvatico nei pressi dei boschi di latifoglie, nei luoghi aridi e sassosi e a ridosso di terreni calcarei collocati al di sotto dei 600 metri di altitudine.
L’arbusto si trova a proprio agio in zone dal clima temperato ma riesce a tollerare anche temperature più rigide purché non scendano al di sotto dello zero.
Coltivazione del pungitopo
Il pungitopo si presta ad essere coltivato sia in piena terra che in vaso.
Il rusco è una pianta rustica che predilige zone umide ed ombrose e tipi di terreno ben drenati che hanno un ph neutro o quanto meno poco alcalino. Per quanto riguarda l’annaffiatura, per le piante coltivate in piena terra, è sufficiente l’acqua piovana. Bisogna comunque evitare la formazione di ristagni d’acqua al fine di impedire il danneggiamento della radice.
Inoltre, nel periodo primaverile è richiesta una concimazione liquida mescolata all’acqua utilizzata per le annaffiature o si può procedere con l’utilizzo di un fertilizzante granulare ricco di:
- azoto
- fosforo
- potassio.
Il terreno su cui viene aggiunto il concime dev’essere stato precedentemente inumidito per evitare che la pianta venga danneggiata dal contatto diretto con il fertilizzante.
Coltivazione in vaso
L’arbusto, in quanto pianta prevalentemente ornamentale, si presta alla coltivazione in vaso da dislocare su balconi e terrazze.
Il vaso all’interno del quale vengono distribuiti i semi deve possedere dimensioni discrete in modo da consentire al pungitopo un corretto sviluppo sia dell’apparato radicale che della parte epigea. Il terriccio deve essere ricco di humus e deve avere una consistenza simile a quella del sottobosco.
Per garantire un certo livello di umidità, la pianta deve essere annaffiata con costanza, soprattutto durante i mesi estivi. Il terriccio deve essere sempre leggermente bagnato ma non si devono formare i ristagni di acqua che rischiano di far marcire le radici.
Inoltre, per favorire la fuoriuscita di getti e turioni, vanno recisi con frequenza i rami più vecchi. Con questo metodo si facilita una rigogliosa fioritura e la produzione dei frutti. La potatura deve essere fatta in primavera ma può essere ripetuta anche in autunno e in estate.
L’impianto dell’arbusto deve essere effettuato in primavera o in autunno. Per favorire la presa e una buona crescita del rizoma, prediligere la stagione autunnale e le zone ad alta quota. La messa a dimora deve avvenire necessariamente in primavera.
La buca destinata all’impianto deve essere grande il triplo rispetto alle dimensioni del terriccio. Sulla base della fossa, dev’essere disposta della ghiaia, poi va trapiantato il pungitopo e infine si riempiono gli spazi vuoti con del terriccio.
Riproduzione della pianta
L’arbusto può essere moltiplicato con il metodo della divisione per cespi, per talea dei germogli o con l’inseminazione.
La tecnica di coltura maggiormente praticata è quella della divisione per cespi che deve essere effettuata attraverso un coltello affilato e precedentemente disinfettato. Le porzioni devono essere innestate nel vaso o in piena terra con del terriccio da giardino mescolato a torba e a sabbia.
La moltiplicazione per semi ha tempistiche molto lunghe poiché le sementi, munite di un involucro protettivo, si sviluppano dopo diversi mesi.
Quando i germogli cominciano a manifestarsi, il semenzaio va collocato all’aperto in modo da consentire uno sviluppo più accelerato della pianta e una volta che questa è cresciuta abbastanza, va messa a dimora.
Il rusco in vaso deve essere annaffiato con regolarità soprattutto durante la stagione estiva senza creare ristagni idrici.
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