Sommario
L’artiglio del diavolo è una specie erbosa e perenne, originaria del continente africano. La droga è costituita dalla radice secondaria della pianta ed è riconosciuta come un ottimo rimedio fitoterapico con proprietà antinfiammatorie ed analgesiche. Infatti, la pianta officinale è disponibile in commercio sotto forma di pomate, compresse, in taglio tisana e in soluzione idroalcolica al fine di soddisfare le esigenze terapeutiche per le quali è preposta. Tuttavia, L‘Harpagophytum procumbens presenta alcuni effetti collaterali, quindi meglio valutare se il rimedio è adatto al proprio stato di salute.
Infine, molte persone confondono l’artiglio del diavolo con l’arnica montana ma queste piante officinali hanno indicazioni terapeutiche differenti.
Artiglio del diavolo: che cos’è
Il nome scientifico dell’artiglio del diavolo è Harpagophytum procumbens (Bunch). Tuttavia, viene anche menzionato con la nomenclatura Harpagophytum burchellii Decne.
Consiste in una specie erbosa con un ciclo vitale perenne. La pianta appartiene alla famiglia delle Pedaliacee.
Dunque, in tassonomia, attribuiscono alla pianta i seguenti nomi vernaculari:
- Afrikanische Teufelskralle
- beesdubbeltjie
- devil’s claw
- duiwelsklou
- grapple plant
- grapple vine, ecc.
L’artiglio del diavolo giace nel continente Sud Africano, in particolar modo è presente nelle zone del deserto del Kalahari, dell’Angolia, della Botswanna e della Namibia.
Il nome artiglio del diavolo trae origine dalla conformazione tipica della pianta che presenta delle spine simili ad uncini che nascondono i suoi frutti. Quindi, a causa della struttura peculiare della pedaliacea, molti mammiferi di piccole dimensioni finiscono intrappolati nella pianta fino al sopraggiungere della morte.
Invece, l’etimologia del nome scientifico Harpagophytum procumbens ha origini sia latine che greche. Il termine della lingua romana ‘harpago’ indica l’arpione. Mentre il nome ellenico phyton fa riferimento al genere delle piante. Infatti, Harpagophytum tradotto significa la pianta dell’arpione. L’epiteto procumbens discende dalla parola procumbo, alludendo alla forma dell’arbusto prostrata al suolo.
La pianta trova largo impiego nella medicina tradizionale africana.
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Il gel a base di artiglio del diavolo e arnica forte è lenitivo e dermoattivo. Ideale per chi ha dolori muscolari o articolari. E’ arricchito con aloe vera biologica, albero del tè, Canfora, lavanda, chiodi di garofano, mentolo. Non contiene parabeni, testato per il nikel.
Artiglio del diavolo e Arnica: le differenze
Molte persone confondono le due piante medicinali poiché all’apparenza svolgono funzioni similari. Ma non è affatto così: l’artiglio del diavolo e l’arnica vengono sfruttati per fronteggiare problematiche differenti.
- Artiglio del diavolo è efficace prevalentemente per trattare dolori muscolari, reumatismi, tendiniti ed artrosi.
- Arnica montana trova impiego nel trattamento dell’infiammazione e del dolore derivante da incidenti e contusioni. Inoltre, risulta efficace nella cura di ecchimosi ed ematomi.
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Artiglio del diavolo: composizione chimica e benefici
L’arpagoside è una sostanza chimica, appartenente alla classe dei glicosidi iridoidi, e costituisce il principio attivo fondamentale dell’artiglio del diavolo. Infatti, è oggetto di numerosi studi scientifici che ne hanno rivelato interessanti proprietà terapeutiche analgesiche ed antinfiammatorie.
Il termine iridoide trae origine da una formica australiana chiamata Iridomyrmex. Gli iridoidi consistono in metaboliti secondari presenti nelle specie vegetali sotto forma di glicosidi. Inoltre, hanno proprietà:
- antinfiammatoria
- antireumatica
- spasmolitica
- antalgica
- anti-allergica.
Artiglio del diavolo: proprietà terapeutiche
In fitoterapia si usano le radici secondarie essiccate dell’Harpagophytum procumbens.
Dolori muscolari e attività antinfiammatorie
Una sperimentazione clinica ha sottoposto 118 pazienti che lamentavano dolore cronico localizzato alla schiena, ad una terapia a base di radice di artiglio del diavolo. Il trattamento aveva come scopo la riduzione degli attacchi di dolore acuto. La posologia era di due compresse da 400 mg (comprensive di un totale di 50,0 mg di arpagoside) da assumere tre volte al giorno. Per una percentuale di soggetti, la terapia fitoterapica è risultata totalmente antalgica.
Inoltre, alcuni pazienti affetti da tensione muscolare, da lieve a moderata, localizzata su schiena, spalle e collo, sono stati sottoposti per 4 settimane consecutive a 480 mg di estratto di radice. Al termine del trattamento, si sono verificate sia una netta diminuzione del dolore muscolare che una significativa riduzione della rigidità muscolare.
Artrosi
Studi scientifici rivelano che un particolare estratto acquoso a base di radice di Harpagophytum ha un’azione antinfiammatoria equiparabile ad un potente farmaco antinfiammatorio: il fenilbutazone. Questa virtù terapeutica deriva dalla presenza dell’arpagoside e arpagide.
Inoltre, uno studio a doppio cieco su 46 pazienti ha dimostrato come 480 mg di un estratto delle radici in soluzione etanolica abbia apportato miglioramenti rilevanti sulla rigidità, la funzionalità e il dolore delle articolazioni colpite da artrosi. Il rimedio è stato somministrato due volte al giorno con una drastica riduzione dell’impiego di farmaci a base di ibuprofene.
122 persone affette da artrosi al ginocchio e all’anca sono state trattate, giornalmente, con la somministrazione di sei capsule contenenti radici di harpagophytum. Ogni singolo rimedio conteneva 435,0 mg di radice in polvere. Il trattamento si è protratto per 4 mesi allo scadere dei quali si è riscontrata una riduzione di:
- dolore
- indice di infiammazione reumatica.
Inoltre, l’assunzione del rimedio a base di artiglio del diavolo non ha provocato effetti collaterali, a differenza dei pazienti curati con il farmaco diacereina.
Rimedio per favorire la digestione
L’assunzione di un decotto a base di radici di Harpagophytum è un ottimo tonico amaro utile per il trattamento della dispepsia.
Infatti, grazie alla somministrazione, protratta per diversi giorni consecutivi, puoi beneficiare delle proprietà curative delle piante con riferimento ai disturbi intestinali. Soprattutto, la pianta officinale agisce sulla porzione superiore dell’intestino tenue trattando problematiche inerenti alla coleresi (secrezione di bile da parte del fegato) e alla calcolosi biliare.
Infatti, essendo amara, è un valido rimedio per:
- stimolare l’appetito
- alleviare disturbi gastrici
- favorire la digestione.
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Artiglio del diavolo: modalità d’uso e posologia
Uso interno
Decotti e tisane a base di radici essiccate di artiglio del diavolo sono efficaci per trattare:
- perdita di appetito
- emicrania
- dolori mestruali
- difficoltà digestive.
Inoltre, puoi assumere oralmente capsule e compresse contenenti la radice in polvere o un estratto della pianta officinale. Questi rimedi sono efficaci per trattare:
- manifestazioni dolorose
- infiammazioni di tipo muscolare, articolare e nevralgico.
Invece, l’utilizzo della tintura madre di artiglio del diavolo avviene o in alternativa alle capsule e alle compresse oppure in sinergia con queste ultime.
Infuso di artiglio del diavolo per aumentare l’appetito
Versare in una tazza di acqua bollente, 1,5 g di radice in taglio tisana e lasciar riposare il rimedio per un paio di minuti. Filtrare e bere il preparato due volte al giorno.
Tisane per curare l’emicrania
Aggiungere un cucchiaino scarso di artiglio del diavolo, in taglio tisana, in una tazza colma di acqua bollente. Lasciare in infusione, filtrare con un colino a maglie strette e consumare il rimedio almeno 2 volte al giorno.
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Uso esterno
La sua radice viene sfruttata anche per realizzare unguenti, pomate e gel, ad uso topico.
Tali rimedi erboristici si utilizzano nel trattamento sintomatico del dolore originato da:
- disturbi muscolari
- tendiniti
- artriti
- gotta
- mal di schiena
- arteriosclerosi.
Inoltre, svolgono un’efficace azione defatigante. Infatti, per beneficiare di questa proprietà, il consiglio è di applicare la pomata di artiglio del diavolo dopo un allenamento intenso.
Spalmare una crema o un unguento a base di harpagophytum fino al completo assorbimento. Ripetere la procedura ogni qualvolta se ne avverta il bisogno.
Un massaggio con una crema a base di artiglio del diavolo consente una corretta stimolazione del microcircolo e una ripresa ottimale della funzionalità di articolazioni e muscoli.
Artiglio del diavolo: posologia
Salvo diversa indicazione da parte del medico curante o dell’erborista, ecco i dosaggi ‘standard’ da adottare in base alla patologia da trattare.
- Contrastare la perdita di appetito: 1,5 g di radice in decozione e in alternativa 30 gocce di tintura madre (in rapporto 1:10 con il 25% di etanolo). Da assumere due volte al giorno.
- Trattare la sintomatologia dolorosa derivante da artrosi e tendiniti: da 1,5 g a 3 g di radice in un decotto. In alternativa, da 1 a 3 g di radice in estratti idroalcolici o acquosi. Da assumere tre volte al giorno.
- Combattere nevralgie e infiammazioni articolari: l’estratto secco formulato in capsule da 300 mg va assunto con un dosaggio di 2 o 3 compresse, da somministrare a stomaco pieno. Protrarre il trattamento per un periodo di tempo che va dai 10 ai 15 giorni consecutivi. Qualora l’affezione dolorosa non passi, continuare la terapia anche il mese successivo.
- Dolori muscolari post allenamento: spalmare una crema o un unguento a base di artiglio del diavolo fino al completo assorbimento. Ripetere la procedura ogni qualvolta se ne avverta il bisogno.
Botanica
L’artiglio del diavolo è un arbusto perenne di tipo erbaceo. Il tubero si presenta con una corteccia di colore bruno giallastro con striature longitudinali. Le foglie sono lobate ricoperte da una peluria ghiandolare.
I fiori solitari si tinteggiano di un rosso vivace e si ergono dalle ascelle del fogliame. La corolla si estende in lunghezza per 7 cm, si presenta tubolare e pentamera, dipinta di rosa porpora.
Invece, l’apparato riproduttivo maschile dei fiori ha quattro stami, uno dei quali non produce polline.
I frutti formano delle capsule di notevoli dimensioni, costituite da due loculi di tipo uncinato con una conformazione ad artiglio. La capsula appiattita si schiude tardivamente e presenta ai margini dei prolungamenti legnosi che si elevano fino ad 8 cm.
I tuberi secondari essiccati vengono sfruttati per scopi terapeutici. Per essere utilizzate in tisane o in decotti, le radici vengono ridotte in fette spesse con margini irregolari, o trasformate a forma di ventaglio o, in alternativa, assumono le sembianze di dischi schiacciati.
Le radici secondarie si presentano con una tonalità che va dal grigio al marrone e con una superficie scura attraversata da linee rugose ad andamento tortuoso. La superficie di taglio manifesta un’area più scura con un tessuto vegetale disposto in file radiali. Al centro, i tuberi presentano delle striature fini di forma concentrica con granuli giallo-rossicci di tipo rugoso.
La pianta officinale non rilascia alcun tipo di odore e il suo sapore è amarognolo.
Cenni storici
Le popolazioni del continente africano usavano l’artiglio del diavolo come pianta medicinale sin dall’antichità.
Infatti, le radici della pianta officinale venivano sfruttate dalle etnie dei bantu, ottentotti e boscimani per le loro virtù terapeutiche. Realizzavano rimedi erboristici utili per trattare:
- dolori articolari
- ferite
- difficoltà digestive
- disturbi gastrointestinali.
Solo a partire dal XX secolo, l’artiglio del diavolo cominciò a suscitare interesse in Europa. In un primo tempo, la pianta era famosa per preparare una bevanda amara e tonica utile per fronteggiare eventuali indigestioni.
Ma, successivamente, vennero riconosciute alla radice dell’arbusto interessanti proprietà analgesiche ed antiflogistiche.
Fonti
- WHO monographs on selected medicinal plants vol.3- OMS.
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