Le donne vanno pazze per tacchi alti, zeppe e plateau, ma anche gli uomini ci mettono il carico da novanta. Molte volte avrai sentito il tuo compagno chiederti di indossare un bel paio di decolleté con i tacchi a spillo. Certamente i tacchi alti sono un’arma di seduzione fortissima, perché slancia la tua figura, fa apparire le tue gambe più lunghe e dà al tuo piede una forma estremamente più sinuosa. I tacchi alti saranno pure scomodi, ma certe occasioni li richiedono e moltissime donne non sanno rinunciarvi. Ma sei davvero sicura di conoscere tutti i guai del tacco alto?
Tacchi alti: attenta all’alluce valgo
Più che di tacco qui si parla di punta. Più precisamente, da indossare con moderazione: sono sì le scarpe con il tacco alto, ma soprattutto quelle a punta stretta. In primo luogo, il tacco alto comporta lo spostamento del peso corporeo in maggiore percentuale sull’avampiede. La punta stretta non favorisce la corretta posizione delle dita. L’uso di simili scarpe, quindi, può sollecitare la predisposizione individuale a sviluppare la comparsa dell’alluce valgo. Le cause di tale deformità sono piuttosto di origine congenita o traumatica. Tuttavia, un tipo di scarpa può essere molto più dannosa di un’altra quando si parla di alluce valgo. Si tratta di una patologia che affligge il primo dito del piede, l’alluce, comportando una sua deviazione in direzione delle altre dita. Nei casi più gravi, la base dell’alluce sviluppa una protuberanza tale da deformare anche molte delle calzature che indossi, formando la cosiddetta “cipolla”. I rimedi a tale fenomeno sono solo di tipo chirurgico, quindi meglio prevenire scegliendo la calzatura più adatta ed evitando il sovraccarico sulle dita del piede.
Tacchi alti e vene varicose
Anche a livello circolatorio, la calzatura sbagliata può essere fonte di stress. Il rischio è quello di andare incontro ad insufficienza venosa che è una delle cause delle varici, anche dette vene varicose. L’intero arco plantare è irrorato da una concentratissima rete di vene. Il corretto appoggio del piede e la sua conseguente pressione sulla suola, insieme alla contrazione dei muscoli del polpaccio, consentono la continua sollecitazione di vasi e vene, cosiddetta “spremitura”. Questo meccanismo, similmente al funzionamento di una pompa, evita il ristagno di liquidi nelle estremità corporee. Va da sé che un malfunzionamento di siffatto sistema comporta un cattivo ritorno venoso. Ed è stato testato che l’appoggio plantare ideale ed il corretto funzionamento dei muscoli del polpaccio sono garantiti con un tacco di 3,5 cm. Bando perciò a lunghe ore in piedi sui tacchi alti o sulle zeppe, se non in rare occasioni. Infatti, soprattutto per chi è in sovrappeso e specie nei mesi più caldi, anche senza voler arrivare all’estremo delle varici, affaticamento, pesantezza e gonfiore verranno certamente a bussare alla tua porta.
Guai per la postura, rischio distorsioni e dolori al metatarso
Il discorso vale a maggior ragione per l’intera postura corporea. Il peso va bilanciato tra tallone ed avampiede. È intuitivo che più è alto il tacco, più il tallone è sollevato. Maggiore, quindi, sarà la percentuale di peso corporeo che grava sulle dita del piede, a discapito di un corretto portamento. Tacchi più alti di 3 / 3.5 cm ti costringono a spostare il baricentro in avanti e a stravolgere il naturale allineamento del corpo. A lungo andare, il rischio può essere una iperlordosi lombare, cioè un’accentuazione della curvatura della colonna vertebrale a livello lombare.
Quante volte ti è capitato di perdere l’equilibrio sui tacchi? Spesso, per evitare di cadere, puoi andare incontro a distorsioni della caviglia, lesione di tendini e infiammazioni. Evita di indossare tutti i giorni o per lunghe ore consecutive scarpe dai tacchi troppo alti. Potresti rischiare anche danni più gravi, quali il tendine d’Achille. La posizione del piede in una calzatura dai tacchi vertiginosi, cosiddetta di “equinismo”, con il tallone sollevato e il dorso iper-esteso non dà la possibilità di articolare correttamente la caviglia. Infatti, importantissima è la fisiologica alternanza di flessione ed estensione.
Tra gli ulteriori effetti nocivi che una scarpa inappropriata può provocare troviamo la metatarsalgia ed il neuroma di Morton. La prima patologia si spiega in un pungente dolore ai metatarsi. Il neuroma di Morton, invece, è una infiammazione che danneggia l’avampiede, traducendosi in un dolentissimo nodulo che si estende tra il terzo e quarto dito del piede. Tra i sintomi, potresti notare la percezione del classico “sassolino nella scarpa” nel punto interessato. Chi soffre di questa patologia si trova costretto a fermarsi per strada per alleviare il fastidio.
La giusta prevenzione
Se ami i tacchi alti, proprio non puoi farne a meno, ma allo stesso tempo hai a cuore la tua circolazione ed il benessere di muscoli e articolazioni delle gambe, quantomeno cerca di usare alcune accortezze. Innanzitutto, alterna tacchi e zeppe alle scarpe con un tacco da 3 o 4 cm, privilegiando queste ultime. Anche le ballerine vanno usate con cautela, perché non avere nemmeno un minimo di rialzo può causare problemi alla schiena. Scegli, poi, una scarpa che ti calzi a pennello. Non fare acquisti nel tardo pomeriggio, quando il piede è più gonfio, né di prima mattina, quando è troppo asciutto. L’ideale per lo shopping è metà giornata. Prediligi comunque una scarpa di buona fattura e nota che la maggior superficie possibile della pianta del piede appoggi sulla suola. Infine, in inverno, acquista delle calze elastiche. Oggi, in commercio ce ne sono di bellissime e sensuali. Non vendono più solo i modelli “effetto nonna”.