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Con l’arrivo della primavera esplode l’allergia ai pollini.
Li vedi ovunque gli allergici, armati di fazzoletti, antistaminici e tanta pazienza. Perché per loro la bella stagione non è proprio una passeggiata. Sono colpiti da sintomi più disparati:
- Prurito agli occhi
- lacrimazione, congiuntiviti
- sintomi respiratori: starnuti, tosse, asma, affanno
- prurito alla cute
- arrossamenti e orticaria.
Insomma, non certo un bel godere per, statistiche alla mano, il 30-35% della popolazione italiana: percentuale alta rispetto al 10% di quaranta anni fa.
Inquinamento e cambiamenti climatici sembrano essere le principale causa di questo aumento, come ricorda Renato Ariano, medico allergologo, responsabile del sito www.pollineallergia.net e autore del romanzo per ragazzi Il vento è un’autostrada per pollini (Edizioni Leucotea, 172 pp, 12,90 euro).
“L’innalzamento della temperatura a livello mondiale” scrive Ariano “non solo ha fatto aumentare la quantità di polline che si diffonde nell’aria, ma provoca anche cambiamenti climatici tali da stravolgere le stagioni, con primavere precoci e autunni tardivi”.
In altre parole, se la primavera dura di più, siamo esposti ai pollini per periodi più lunghi e quindi aumentano i casi di allergie.
Allergia ai pollini: ecco la classifica
L’allergia al polline più diffusa è quella alla parietaria, che coinvolge il 40% degli individui, seguita dal
- cipresso
- graminacea
- faggio
- ulivo
- quercia
“I soggetti più a rischio”, spiega Ariano, “sono i bambini, ma recenti ricerche hanno dimostrato che molti anziani sono interessati dal problema”.
Allergia ai pollini e alimentazione: un legame possibile?
Ci sono alcuni cibi che possono provocare la stessa reazione del polline della pianta a cui sei allergico.
Questo fenomeno viene chiamato cross-reattività e si manifesta perché questi alimenti contengono lo stesso allergene di particolari piante.
Se ad esempio sei allergico alla betulla, mangiando mele, pesche, nocciole, arachidi e molti altri cibi potresti avere una reazione allergica simile a quella che hai quando respiri il polline di questa pianta.
Il kiwi, l’arancia, i pomodori, il frumento contengono alcuni allergeni presenti nelle graminacee, mentre prezzemolo, zucchine, carote, cicoria, banana possono procurarti la stessa reazione allergica del polline di artemisia o di cipresso.
Il discorso diventa più complesso per il miele, che derivando dalla lavorazione di diversi pollini può provocare reazioni allergiche comuni a più piante.
Non bisogna però creare allarmismo, l’allergia primaverile al polline è abbastanza frequente.
“È un fenomeno che colpisce il 20-25% dei soggetti allergici ed è enfatizzato perché oggi c’è più attenzione a sintomatologie legate al cibo.
Non deve in ogni caso passare il messaggio che se si è allergici al polline di una pianta bisogna eliminare determinati alimenti”, specifica il dottor Ariano.
Con l’app Meteo Allergie sai cosa aspettarti
I periodi di impollinazione per ognuna delle specie di piante causa di allergie variano, ma per quasi tutte la primavera è una stagione produttiva.
Per conoscere i periodi più a rischio allergie e per le previsioni polliniche, il sito gestito dal dottor Renato Ariano fornisce utili informazioni.
In più è stata creata Meteo Allergie, un’applicazione per android ufficiale AAITO (Associazione Allergologi e Immunologi Territoriali ed Ospedalieri) che fornisce in tempo reale le previsioni sulle concentrazioni di pollini sul territorio italiano.
“Un modo”, afferma il dottor Ariano, “per prevenire, ma anche per controllare il proprio stato di salute e verificare la gravità dell’allergia in relazione alla concentrazione di polline nell’aria”.
Allergia ai pollini: prevenzione
La strada migliore contro l’allergia al polline resta la prevenzione.
È lo stesso allergologo a fornire un decalogo semplice da seguire, che noi di Melarossa abbiamo trasformato in un comodo pdf stampabile da portare sempre con te.
Decalogo per combattere l’allergia
Scarica e stampa il pdf del decalogo su come combattere le allergie