Se sei in una situazione sconvolgente e vuoi rimanere calmo, probabilmente riuscirai a farlo.
Lo spiega un nuovo studio dell’Università di Stanford, secondo il quale le motivazioni personali giocano un ruolo importante nel modo in cui reagiamo emotivamente.
Come rivelano gli studiosi, infatti, quando una persona vuole mantenere la calma riesce a rimanere impassibile anche davanti a persone molto arrabbiate.
Viceversa, quando vuole sentirsi arrabbiata, viene influenzata dalle persone nella stessa condizione intorno a sé. Ciò, dicono gli scienziati, rivela che le persone hanno molto più controllo sulle proprie emozioni di quanto si pensasse in precedenza.
Ciò, dicono gli scienziati, rivela che le persone hanno molto più controllo sulle proprie emozioni di quanto ritenuto in precedenza.
Sappiamo da molto tempo che le persone spesso cercano di regolare le proprie emozioni quando credono che siano inutili. Questo insieme di studi estende questa intuizione, dimostrando che le persone possono anche regolare il modo in cui sono influenzate dalle emozioni altrui.
In che modo le altre persone influenzano le emozioni?
Per capire come le persone reagiscono, i ricercatori hanno esaminato le reazioni di 107 partecipanti verso eventi politicamente rilevanti. Gli hanno mostrato immagini in grado di scatenare emozioni sconvolgenti, con persone che bruciavano bandiere americane o soldati che abusavano di prigionieri nel carcere di Abu Ghraib in Iraq.
Quindi hanno analizzato quasi 19 milioni di post su Twitter, pubblicati in risposta alla sparatoria del 2014 della polizia a Ferguson, nel Missouri, in cui perse la vita Michael Brown.
I risultati dello studio
Il team ha scoperto che i partecipanti che volevano sentirsi meno arrabbiati avevano 3 volte più probabilità di venir influenzate da chi era calmo.
Allo stesso modo, chi voleva sentirsi arrabbiato aveva 3 volte più possibilità di essere influenzato da persone con le stesse emozioni. E che tutti erano diventati più emotivi quando avevano appreso che anche altri, come loro, avevano provato emozioni simili.
Su Twitter, invece, i ricercatori hanno scoperto che gli utenti erano più influenzati dalle risposte forti. E che, quando rispondevano a tweet emotivamente simili ai propri, amplificavano ulteriormente le emozioni per esprimere uno sdegno maggiore.
Emozioni come strumenti
Finora, gran parte degli studi precedenti aveva ipotizzato che le emozioni delle persone sono influenzate automaticamente, in maniera inconscia, da quelle degli altri. Questo nuovo studio, dicono invece i ricercatori, mostra che le emozioni non sono né passive, né automatiche.
Sono un po’ uno strumento. Abbiamo la capacità di usare le nostre emozioni per raggiungere determinati obiettivi, esprimiamo alcune emozioni per convincere altre persone a unirsi alla nostra causa collettiva. Sui social media, usiamo le emozioni per segnalare ad altre persone che ci preoccupiamo dei problemi di un gruppo, per assicurarci che le persone sappiano che ne facciamo parte.
Per comprendere appieno la relazione tra le persone e le loro emozioni, concludono quindi, bisognerebbe fare ulteriori ricerche. Per esempio, dicono, bisognerebbe indagare se il desiderio di sentire alcune emozioni sia alla base del modo in cui scegliamo gli amici e le persone che ci circondano.
Fonte: Università di Stanford