Sommario
Procrastinare significa letteralmente rimandare a domani o al futuro qualcosa.
E’ un comportamento volontario e consapevole che consiste nel rimandare o rinviare un’azione, i propri impegni o decisioni nonostante le possibili conseguenze negative future.
Non è solo un comportamento che viene agito ma piuttosto un fenomeno complesso in cui convergono e interagiscono differenti fattori emotivi, cognitivi e comportamentali.
Dietro la procrastinazione si cela la necessità di evitare o ridurre le sensazioni e i sentimenti negativi legati all’attività in sé (noia), all’esecuzione (errori) e alla conclusione dell’attività stessa (fallimento e giudizio altrui).
Nel momento in cui la tendenza a rimandare interferisce sfavorevolmente sulla vita dell’individuo e ne ostacola lo svolgimento, assume una connotazione negativa ed è necessario intervenire per evitare spiacevoli conseguenze.
Infatti, agisce indirettamente sulla vita dell’individuo, sul suo benessere psico-fisiologico e sulla sua qualità di vita anche economica.
Cosa significa procrastinare?
Significa letteralmente rimandare a domani o al futuro. La procrastinazione non è solo un comportamento ma piuttosto un fenomeno in cui convergono diversi fattori come quelli emotivi, cognitivi e comportamentali.
Procrastinare deriva dal prefisso latino “pro” che significa “in favore di/avanti”, e dall’aggettivo “crastinus” che significa “di domani”. Procrastinare, dunque, significa letteralmente rimandare a domani o al futuro.
La procrastinazione è un comportamento volontario e consapevole che consiste nel rimandare o rinviare un’azione. Si rimanda, generalmente, un’attività spiacevole sostituendola con un’altra attività soddisfacente e piacevole anche se meno prioritaria.
Nonostante le possibili conseguenze negative future, i procrastinatori rimandano le attività da compiere, i propri impegni e decisioni preferendo azioni più piacevoli e la soddisfazione immediata.
La procrastinazione non è solo un comportamento che viene agito ma un fenomeno complesso in cui convergono e interagiscono differenti fattori emotivi, cognitivi e comportamentali.
Pensiamo a quando diciamo che inizieremo una dieta o la palestra da lunedì ma lunedì arriva e non iniziamo nulla. Non si tratta solo di rimandare un’attività ma di evitare tutte le emozioni e le sensazioni negative connesse all’attività stessa.
Se lunedì dovessimo iniziare la palestra o qualunque altra attività, ci assalirebbero differenti pensieri, paure e preoccupazioni: e se fallisco cosa diranno gli altri?
Se fallisco non sono brava/o a concludere nulla. E se non sono all’altezza? Se non lo faccio bene? L’intenzione di iniziare l’attività porta con sé questi pensieri e queste preoccupazioni e genera spesso ansia sottoponendo il corpo a stress.
Procrastinare significa rimandare l’inizio delle attività e quindi anche allontanare, sebbene temporaneamente, i sentimenti e i pensieri negativi che accompagnano le diverse fasi dell’attività.
Differenza tra procrastinare e posticipare
Tutti noi procrastiniamo nella nostra vita senza molti problemi, tuttavia, quando procrastinare diventa un’abitudine e porta a conseguenze spiacevoli e dannose per l’individuo, influenzandone negativamente la quotidianità, esso assume una connotazione negativa.
Rimandare un’attività, infatti, non sempre ha una connotazione negativa, alle volte prendere tempo è un comportamento utile, strategico e consono ad alcune circostanze.
Pensiamo a quando procrastiniamo un compito semplice, poco impegnativo per un compito più difficoltoso o importante.
In questo caso scegliamo di rimandare un nostro impegno meno importante per poter svolgere qualcos’altro che consideriamo più rilevante. Posticipare significa pianificare lo spostamento di un qualcosa a un altro momento in cui potremo svolgere l’attività in questione più agevolmente.
Posticipando un appuntamento, un’uscita, una riunione, pianifichiamo lo spostamento di quell’attività a un altro giorno o a un altro momento in modo tale da poterla eseguire in maniera più consona e favorevole a noi o al nostro interlocutore.
Quando posticipiamo vi è una motivazione chiara al nostro comportamento, motivazione che è coerente con la situazione e le richieste ambientali.
Quando procrastiniamo spostiamo qualcosa di già pianificato a data da destinarsi, in maniera inadeguata alla situazione, alle necessità e ai doveri.
La motivazione di questo comportamento è vaga, incoerente alla situazione e continuativa. Infatti chi procrastina generalmente rinvia la stessa attività più di una volta fino a quando non è troppo tardi e si va incontro alle conseguenze. Il rischio del procrastinare sta proprio nelle conseguenze negative future che si dovranno pagare.
Tipologie di procrastinatori
La procrastinazione è un comportamento in cui l’individuo sceglie volontariamente di rimandare i propri impegni per attività meno rilevanti ma più piacevoli.
L’individuo sceglie il piacere immediato nonostante le conseguenze negative a cui va incontro, senza che vi sia una valida giustificazione.
Si distinguono, secondo Ferrari, in tre tipologie di procrastinatori:
- Arousal.
- Evitant.
- Decisionali.
Le prime due tipologie si differenziano dall’ultima per l’oggetto della procrastinazione. Infatti, mentre nella procrastinazione da Arousal e in quella evitante la procrastinazione riguarda un compito, un’azione o una attività, nella procrastinazione decisionale si rimandano le decisioni.
Procrastinatore da Arousal
Questo tipo di procrastinatore tende a rimandare i suoi compiti o i suoi doveri con lo scopo di ricercare sensazioni più forti.
In altre parole, cerca di aumentare il proprio livello di eccitazione/attivazione fisiologica riducendosi all’ultimo per consegnare un compito o completare un’attività.
Rimandando un’attività o un compito, la scadenza per la consegna del compito diviene sempre più vicina e l’impegno necessario a completarla in tempo aumenta e con esso anche l’eccitazione e l’attivazione fisiologica.
Sotto scadenza, il procrastinatore si impegnerà con molta più energia e intensità per completare il compito. Molto spesso tali individui sostengono di lavorare meglio sotto pressione anche se nella realtà, alle volte, i risultati sono scarsi.
La procrastinazione rappresenta per questi individui un meccanismo, alle volte non tanto consapevole, per ricercare una sorta di piacere e soddisfazione. Tale comportamento, spesso, diventa una dipendenza per cui la procrastinazione diviene insostenibile e si riduce al minino il tempo prima della consegna aumentando i rischi del fallimento.
Procrastinatore evitante
Tende a rimandare i suoi compiti o i suoi doveri con lo scopo di evitare sensazioni spiacevoli. Ha paura di fallire e del giudizio negativo degli altri.
Per evitare di sperimentare i sentimenti negativi associati al possibile fallimento e alla possibile critica, nonché alle possibili ripercussioni negative successive al fallimento, procrastina ogni compito o decisione.
Vorrebbe svolgere l’attività e ha intenzione di farlo ma di fatto la rimanda sempre. Alla base vi è una bassa autostima e una scarsa percezione di autoefficacia.
Procrastinatore decisionale
Tende a rimandare le decisioni da prendere. In questo caso, l’individuo generalmente ha di per sé difficoltà a prendere decisioni e un atteggiamento pessimista nei confronti delle sue abilità decisionali e di discernimento.
Il procrastinatore decisionale ha paura che prendendo una decisione, questa possa rivelarsi sbagliata o possa condurre a conseguenze spiacevoli. Per evitare questo, rimanda la presa di decisione.
Procrastinare: cause e fattori di rischio
E’ un fenomeno le cui cause sono da ricercarsi quasi sempre nelle caratteristiche personologiche e psicologiche dell’individuo. Generalmente chi procrastina lo fa per ridurre le sensazioni negative e i pensieri negativi associati alle diverse fasi della performance.
Perché procrastiniamo? Le emozioni dietro il comportamento
Procrastinare può avere diverse cause. Si può voler procrastinare un’attività perché questa è poco piacevole o non interessante, perché si è perfezionisti o si ha paura del fallimento.
Alle volte procrastiniamo perché gli obiettivi o il compito sono realmente al di là delle nostre capacità e altre volte perché lo pensiamo ma non lo sappiamo per certo. La procrastinazione, tuttavia, alla lunga, ha effetti diretti sulle attività che si svolgono o che si dovrebbero svolgere inficiando la performance lavorativa, scolastica o sportiva.
Rimandare può indirettamente influenzare anche altri aspetti della nostra vita come la salute, le relazioni sociali e familiari.
E allora perché continuiamo a procrastinare se sappiamo che si ritorcerà contro noi stessi? Come abbiamo detto, la procrastinazione non è solo un comportamento o una tendenza a rimandare i propri impegni ma un fenomeno che coinvolge diversi aspetti emotivi, cognitivi e comportamentali.
Procrastinare significa ridurre o eliminare lo stress e le emozioni negative legati all’attività in sé o all’esecuzione della stessa.
Molto spesso l’attività che si deve svolgere è un’attività noiosa e sgradevole, non si ha interesse nel completarla, altre volte si sperimenta ansia da prestazione, paura del fallimento, paura di sbagliare e commettere errori, paura delle responsabilità.
Queste sono solo alcune delle sensazioni e dei sentimenti che l’individuo, attraverso la procrastinazione, cerca di ridurre o eliminare.
Cause strutturali del compito
Avversione per il compito, scarso interesse e scarsa motivazione nello svolgere l’attività possono rappresentare delle cause scatenanti il comportamento di procrastinazione.
Quando un compito è di poco interesse, è monotono e ripetitivo, molto spesso si tende a procrastinare per evitare le sensazioni spiacevoli associate al compito stesso come la noia. Altre caratteristiche del compito possono facilitare l’attuazione di questo comportamento, come l’astrattezza o la concretezza dell’azione.
Più i compiti sono astratti e vengono rappresentati dall’individuo in maniera astratta più distante nel futuro sarà svolta l’azione.
Questo significa che maggiore è il livello di astrattezza con cui immaginiamo un obiettivo da raggiungere e meno tempo si dedicherà allo svolgimento dell’attività, procrastinandola.
Se io penso di dover dimagrire XX chilogrammi attraverso una dieta, questo “compito” è sì realizzabile ma molto generale e molto astratto.
Suddividerlo in obiettivi più concreti e realizzabili, raggiungibili nell’immediato, lo renderà meno impossibile, più fattibile e meno procrastinabile. Ad esempio un obiettivo più concreto ascrivibile all’interno dell’obiettivo generale di “dimagrimento” potrebbe essere migliorare l’alimentazione aumentando frutta e verdura oppure camminare ogni giorno per circa 30 minuti e così via.
Concretizzare l’azione significa rendere concreto un obiettivo più astratto e più generale.
Cause psicologiche
Autoefficacia
L’autoefficacia è la percezione che ognuno di noi ha di essere efficace, di sentire di poter riuscire in un compito e di saper gestire una situazione. Questo ha un ruolo importante nella procrastinazione o meno.
E’ essenziale per poter perseverare nelle attività, soprattutto quelle difficili e per poter pianificare l’azione e l’attività da svolgere.
Se io credo di poter riuscire in un compito, dedicherò più tempo e sforzi per svolgerlo e completarlo anche quando è difficile. Generalmente i procrastinatori sentono di possedere un basso controllo sul proprio comportamento e sulla performance, non credono che le loro azioni possano cambiare la situazione.
Dal momento che non credono di poter controllare la situazione si concentrano e cercano di controllare le loro emozioni e le loro sensazioni legate al compito. Procrastinando riducono lo stress e l’ansia associati all’esecuzione di un’attività o compito.
Tuttavia, la diminuzione delle sensazioni negative legate all’esecuzione dell’attività, è transitoria. Ansia e stress si presenteranno ogni volta che si presenterà il compito e diminuiranno ogni volta che il compito verrà procrastinato.
Autostima
L’autostima è la fiducia che si ha in sé stessi e nelle proprie capacità. Chi ha una bassa autostima non riesce a mettersi in gioco, non ha fiducia di poter riuscire a completare un’attività, ha paura del fallimento e di quello che potrebbero dire le persone che la circondano.
Chi ha una bassa autostima tende a procrastinare l’attività o il compito per paura del fallimento, di commettere errori e del giudizio negativo o del rifiuto altrui.
Si sente inadeguato, incapace, non all’altezza. Spesso, chi ha una bassa autostima non riesce a porsi degli obiettivi che siano oggettivamente raggiungibili (molto spesso ci si sabota da soli) o al contrario che siano obiettivi adeguati alle proprie capacità e possibilità (obiettivi troppo bassi e poco ambiziosi).
Nell’individuo con bassa autostima, procrastinare, rimandare sempre, rafforza la percezione di essere non competente e non capace. Questa percezione condurrà a un aumento della procrastinazione per cercare di evitare le conseguenze e il possibile fallimento instaurando un circolo vizioso che porterà con sé insoddisfazione, ansia, stress e disagio psico-fisiologico e diminuzione dell’autostima.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’autostima.
False credenze e perfezionismo
La procrastinazione è spesso legata alle credenze che noi abbiamo in merito alle nostre capacità e abilità. Capita alle volte di sentirci stanchi mentalmente o non all’altezza della situazione, di dire frasi come: “non ce la faccio”, “non ne sono capace”, “non sono abbastanza intelligente e forte”. Capita di essere pessimisti quando dobbiamo completare un’attività.
Tutte le frasi e i pensieri che noi abbiamo su noi stessi si ripercuotono negativamente sulla nostra motivazione. La motivazione è quella spinta che ci permette di perseverare nelle attività anche quando sono noiose, distanti da ciò che siamo o da ciò che vorremmo fare.
Credere di non essere capace o non essere all’altezza di qualcosa è spesso connesso a un altro fenomeno: il perfezionismo, una delle cause più comuni di procrastinazione.
I procrastinatori perfezionisti credono che il compito debba essere svolto senza imperfezioni o errori in modo tale da non poter essere mal giudicati o criticati. Per evitare il momento del giudizio, i perfezionisti procrastinano l’attività fino a quando possono. La procrastinazione, anche qui, è messa in atto con lo scopo di evitare sentimenti e sensazioni negative legate a un possibile fallimento o critica.
Ricerca di forti emozioni e impulsività
Alcuni procrastinatori scelgono di procrastinare le loro attività al fine di ritrovarsi con l’acqua alla gola, a ridosso delle scadenze per aumentare l’eccitazione o attivazione fisiologica.
È il caso dei procrastinatori da Arousal che ricercano il piacere del rischio. Spesso, tuttavia, possono diventare dipendenti dal piacere indotto dal rischio. La conseguenza è che si cercherà di correre rischi sempre più grandi aumentando la procrastinazione che a sua volta aumenterà il rischio.
Numerose ricerche dimostrano una stretta relazione tra procrastinazione e impulsività. Chi è impulsivo, infatti, non possiede un buon auto-controllo e spesso e volentieri preferisce il benessere e il piacere e la gratificazione immediata piuttosto che a lungo termine.
Procrastinare: cause psicopatologiche
La procrastinazione è un comportamento che talvolta può rappresentare un sintomo di una psicopatologia come nel caso del disturbo borderline di personalità, disturbo antisociale di personalità e disturbo narcisistico di personalità.
I primi due disturbi, quello antisociale e il disturbo borderline di personalità, sono caratterizzati da estrema impulsività e incapacità di controllare il comportamento coerentemente con la situazione e le esigenze.
Questi tipi di disturbi si manifestano con difficoltà nel controllo degli impulsi e nella gestione delle emozioni, oltre che nella pianificazione di un’azione e nella perseverazione nell’esecuzione di un compito.
Ne consegue che gli obiettivi rimangono a un livello di astrattezza più elevato e possono essere facilmente sostituiti da altri che permettono una soddisfazione più immediata.
Per quanto riguarda la personalità narcisista la procrastinazione fa leva sulla sua bassa autostima e sulla sua sensibilità non tanto al fallimento quanto al giudizio e alle critiche altrui. Il narcisista, infatti, ha paura delle critiche, ha una bassa autostima sebbene, al tempo stesso, creda di essere superiore agli altri e che il suo valore non venga mai riconosciuto.
Il fallimento in un compito viene vissuto come fallimento personale e per evitare e allontanare la possibilità di un fallimento, il narcisista preferisce procrastinare e allontanare il compito.
Esiste una correlazione abbastanza forte anche tra la procrastinazione e il disturbo ossessivo-compulsivo. In questo caso la procrastinazione è legata alla necessità dell’individuo di evitare di prendere una decisione perché potrebbe essere quella sbagliata o portare conseguenze indesiderate o insoddisfacenti.
Quando procrastinare diventa patologico?
La procrastinazione assume una connotazione negativa nel momento in cui interferisce con il normale e fluido svolgimento della vita quotidiana. Chi procrastina generalmente è una persona con bassa autostima e autoefficacia, che ha paura di fallire e del giudizio altrui.
E’ un comportamento che spinge l’individuo a rimandare i propri impegni per attività piacevoli e meno importanti nonostante la consapevolezza delle possibili conseguenze negative.
Rimandare può avere una connotazione positiva quando è un meccanismo consapevole e adattivo per l’individuo aiutandolo a gestire con efficienza ed efficacia gli impegni quotidiani e le proprie attività. Nel momento in cui la tendenza a rimandare interferisce sfavorevolmente sulla vita dell’individuo e ne ostacola lo svolgimento, la procrastinazione assume una connotazione negativa.
La procrastinazione patologica è caratterizzata dalla continua tendenza e necessità di rimandare ogni attività senza alcuna valida motivazione.
Identikit del procrastinatore
Il procrastinatore cronico:
- Ha molta difficoltà nel prendere una decisione, ha confusione mentale di fronte a compiti complessi.
- Non riesce a pianificare le azioni da fare per l’esecuzione di un compito.
- Rimanda sempre i propri impegni, decisioni, compiti.
- Non riesce a gestire il tempo, a identificare le sue priorità e a fissare delle regole per l’esecuzione del compito.
- Non riesce a fissare un obiettivo e identificare le strategie più efficaci per raggiungerlo. Gli obiettivi che si pone sono irrealizzabili (troppo ambiziosi) o non congrui alle sue capacità (troppo bassi).
- È spesso una persona ansiosa che non sa gestire bene lo stress e le incombenze.
- Ha paura del fallimento, del giudizio altrui e degli errori che può compiere.
- Cerca di evitare ogni situazione o compito che lo pone di fronte alle sue insicurezze e paure.
- Non accetta i fallimenti, è ipercritico, li vive come un fallimento personale.
- Ha una bassa autostima e una bassa autoefficacia.
- Ha un pensiero “tutto o nulla”, tutto deve essere perfetto altrimenti non ha senso farlo.
- Alle volte è una persona impulsiva, anche se non necessariamente, preferisce cogliere l’attimo, il suo motto è “prima il piacere e poi altro piacere, se c’è tempo il dovere”.
Incidenza della procrastinazione
Può incidere su alcuni ambiti della vita di un individuo o, addirittura, pervadere l’intera vita. Generalmente il comportamento da procrastinazione è molto diffuso a livello accademico, scolastico e lavorativo.
Esso può manifestarsi, tuttavia, in qualsiasi dominio di vita, dalle faccende domestiche alle relazioni sociali, dalle incombenze economiche a quelle medico-sanitarie.
Il procrastinatore può essere chiunque, a qualunque età, di qualunque genere e provenienza socioeconomica. La procrastinazione è un fenomeno indipendente dall’intelligenza dell’individuo, dalle sue capacità e competenze ma che ha a che fare con una scarsa capacità di controllo comportamentale ed emotivo.
Come smettere di procrastinare: trattamenti ed esercizi
E’ un comportamento volto a ridurre le sensazioni spiacevoli che si possono verificare durante l’esecuzione di un compito. Smettere di procrastinare significa imparare a gestire il proprio comportamento e le proprie emozioni e accettare la possibilità di fallimento.
Terapia cognitivo comportamentale
La psicoterapia cognitivo comportamentale è un percorso terapeutico costruito tra paziente e terapeuta in grado di aiutarti a migliorare la tua tendenza a procrastinare.
L’intervento cognitivo-comportamentale ha l’obiettivo di migliorare la consapevolezza dell’individuo sulla propria procrastinazione e sulle cause che l’hanno generata o rafforzata.
La terapia sarà diretta a migliorare e modificare le credenze, i pensieri e i comportamenti disfunzionali alla base della procrastinazione attraverso l’utilizzo di tecniche come la ristrutturazione cognitiva.
Aiuterà a riconoscere e a distinguere le emozioni che si sperimentano e le sensazioni che si presentano per poter poi imparare a gestirle in maniera efficace ed efficiente.
Attraverso l’insegnamento di tecniche specifiche, la terapia cognitivo-comportamentale permetterà di affrontare l’ansia, e lo stress associati alla procrastinazione.
Se ti interessa l”argomento, scopri il nostro approfondimento sulla terapia cognitivo-comportamentale.
I passi per smettere di procrastinare
- Identifica l’obiettivo che vuoi raggiungere, che sia fattibile e realizzabile. Se è arduo, suddividilo in sotto-obiettivi più facili da raggiungere.
- Pianifica il lavoro e l’attività.
- Complimentati e/o ricompensati con te stesso ogni volta che raggiungi un obiettivo o che concludi un passo per raggiungerlo.
- Se fallisci nel raggiungere o completare un obiettivo non iper-criticarti, cambia strategia di azione, usa strumenti differenti, chiedi aiuto se lo ritieni necessario. Ricorda che le autocritiche e le critiche funzionano solo se sono costruttive e non distruttive.
- Accetta che non si può essere perfetti e che non si può controllare tutto.
- Identifica le priorità della giornata o della settimana, puoi creare anche una “to do list”, una lista delle cose da fare mettendo in cima le tue priorità o le attività più urgenti.
- Se ti distrai facilmente, cerca di eliminare le distrazioni come tv, social network mentre svolgi la tua attività.
- Se stai svolgendo o devi svolgere un’attività spiacevole, noiosa e hai voglia di procrastinare, alterna l’attività sgradita a un’attività piacevole e divertente oppure a una ricompensa.
- Durante le attività e durante la giornata ricavati delle ore per te, per prenderti cura del tuo corpo e della tua mente.
- Cambia stile di vita. Segui uno stile e un’alimentazione sani. Pratica sport, training autogeno o mindfulness. Questo aiuterà il tuo corpo a rispondere meglio allo stress quotidiano.
Tutti i danni del “procrastinare” patologico
Può avere conseguenze sia a breve che a lungo temine agendo direttamente e indirettamente su diversi aspetti. Alti livelli di procrastinazione sono associati a disturbi di natura fisica e psicologica.
Il circolo vizioso della procrastinazione e le conseguenze
Procrastinare significa allontanare il momento e la situazione che generano in noi ansia, stress e preoccupazione anche se l’allontanamento e il benessere sono solo momentanei.
Si riducono l’ansia e lo stress legati al compito ma solo temporaneamente perché l’ansia e la paura legate all’attività vengono meno ma affiorano senso di vergogna e di colpa per non aver eseguito il compito. A questi si aggiungono sentimenti di inadeguatezza e un calo del senso di autoefficacia.
Come in un circolo vizioso l’autoefficacia e l’autostima si abbassano, l’ansia aumenta, la procrastinazione diventa più frequente e si procrastina nuovamente fino a quando non è troppo tardi e le conseguenze sono inevitabili.
È facile comprendere come questo circolo vizioso infici tutti gli aspetti della vita dell’individuo (compresa la salute fisica e mentale) non solo a breve termine ma anche e soprattutto a lungo termine.
Procrastinazione e performance
La procrastinazione è un comportamento che viene agito più o meno consapevolmente e che si ripercuote su ogni aspetto della vita dell’individuo, sul suo stile di vita, sulla sua salute, sulla performance sportiva, lavorativa e scolastica e sulle relazioni sociali.
Alcune ricerche empiriche dimostrano che la procrastinazione è negativamente associata alla performance accademica e alla soddisfazione della vita accademica.
Questo significa che maggiore è la procrastinazione, minore sarà il successo scolastico degli studenti e la loro soddisfazione. La volontà di procrastinare sovrasta la volontà o la necessità di raggiungere obiettivi e di prendersi responsabilità. I procrastinatori sono consapevoli delle loro azioni e delle conseguenze che le loro azioni avranno sulla loro vita.
Nonostante ciò, preferiscono rimandare piuttosto che affrontare la situazione (e tutti gli aspetti negativi che potrebbero vivere) o il compito.
Spesso chi procrastina è anche un perfezionista che non ama e non riesce ad accettare le imperfezioni, un lavoro fatto male e un giudizio negativo da chi lo circonda.
Il procrastinatore perfezionista non riesce a iniziare il compito o a portarlo a termine perché si lascia distrarre dai numerosi dettagli a cui presta attenzione ma che non sono importanti per l’esecuzione dell’attività in sé.
Procrastinazione, stress e ipertensione
Altre ricerche hanno dimostrato come la procrastinazione sia associata a patologie organiche come ipertensione e cardiopatia. I procrastinatori, coloro che rimandano il da farsi, ritardano le consegne o evitano i compiti difficili, accumulano, ogni giorno, senza saperlo, grandi quantità di stress.
Lo stress è una risposta psicofisiologica del nostro organismo alle richieste ambientali. Quando lo stress diventa distress o stress negativo risulta nocivo per il nostro benessere psico-fisiologico.
I sintomi associati al distress includono sintomi fisici, comportamentali, psicologici e cognitivi:
- Mal di testa.
- Tensione muscolare.
- Dolori e problemi gastrointestinali.
- Abuso di sostanze.
- Ansia.
- Depressione.
- Nervosismo.
- Disturbi del sonno.
- Tachicardia.
- Ipertensione.
- Disturbi sessuali.
Come sappiamo, lo stress determina un aumento dei livelli di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress. Attraverso una serie di reazioni biochimiche e il rilascio di ormoni e altre sostanze, lo stress prolungato e intenso può produrre un innalzamento della pressione sanguigna e portare a ipertensione influenzando anche il sistema cardiovascolare.
Procrastinare: conseguenze
Tra le conseguenze possiamo trovare:
- Incapacità di raggiungere i propri obiettivi e scopi.
- Diminuzione della performance scolastica o lavorativa.
- Difficoltà a portare a termine un compito, soprattutto se complicato, con risultati spesso scarsi o qualitativamente scarsi.
- Perdita di energie, risorse e tempo.
- Ansia.
- Stress.
- Depressione.
- Disturbi del sonno.
- Disturbi psicosomatici.
- Bassa autostima e bassa self-efficacy.
- Sentimenti di inadeguatezza.
- Insoddisfazione costante.
- Aumento del rischio di ipertensione e disturbi cardiovascolari.
- Problemi interpersonali, lavorativi e socio-economici.
Cosa fare per non procrastinare: la prevenzione
Prevenire è meglio che curare. La procrastinazione influenza indirettamente lo stato di salute e lavorativo di un individuo aumentando i livelli di stress e ansia e la buona riuscita dell’attività. Identificare i comportamenti da procrastinazione è molto importante per comprenderne le cause e poter agire per evitare disagi maggiori.
L’attività di divulgazione è fondamentale per sensibilizzare al problema e permettere l’intervento.
Di fondamentale importanza è la possibilità di rivolgersi a professionisti della salute in grado di aiutarti a comprendere il problema e le sue radici al fine di poterlo arginare o risolvere.
Conoscere e favorire la condivisione di informazioni utili su questo argomento è importante anche per poter uscire dal circolo vizioso che radica sempre di più la procrastinazione alla tua persona.
Alcuni dati statistici
La procrastinazione è un comportamento molto diffuso nella popolazione studentesca, circa il 79% degli studenti dichiara di procrastinare le proprie attività.
Di questi, circa il 30% risulta essere un procrastinatore cronico. È facile intuire le motivazioni che spingono gli studenti a procrastinare:
- Lo studio di una materia noiosa, difficoltosa.
- Paura di fallire e di non riuscire.
- Pensare di non possedere le capacità per affrontare l’esame o la verifica.
- Paura delle critiche e dei giudizi altrui.
Nell’intera popolazione adulta circa il 20% afferma di essere procrastinatore ritardando, ad esempio, visite mediche, il pagamento di bollette o attività di vario genere. Man mano che l’età aumenta, il comportamento da procrastinazione sembrerebbe diminuire, nei pensionati la percentuale si attesterebbe intorno al 44%.
Alcuni studi hanno cercato di investigare la possibilità che la tendenza a procrastinare sia legata a fattori genetici suggerendo che questo sia possibile in una percentuale di circa il 30%.
Altri studi invece suggeriscono una correlazione tra procrastinazione e funzioni esecutive cioè quelle abilità cognitive come attenzione, pianificazione, controllo del comportamento e regolazione delle emozioni.
La discussione, tuttavia, in merito a questi punti rimane ancora aperta e oggetto di dibattito.
Fonti
- Johansson, F., Rozental, A., Edlund, K., Côté, P., Sundberg, T., Onell, C., … & Skillgate, E. (2023). Associations Between Procrastination and Subsequent Health Out comes Among University Students in Sweden. JAMA Network Open, 6(1), e2249346-e2249346.
- Salvatori, C. (2017). Se non ora quando? Procrastinazione: origine e trattamento.