Sommario
Per disortografia si intende la difficoltà a tradurre i suoni delle parole in simboli grafici, senza compromissione delle capacità cognitive. Si manifesta con errori ortografici e lessicali e non è possibile diagnosticarla prima del secondo anno delle scuole primarie. Chi ne è affetto conosce le regole della grammatica, ma non riesce ad applicarle in modo automatico.
Infatti, si definisce un disturbo del neurosviluppo, causato da una diversità congenita delle zone del cervello deputate alla scrittura che determina un differente sviluppo dei processi cognitivi.
La diagnosi si esegue attraverso prove e test standard. Invece, il trattamento prevede interventi educativi mirati per migliorare la scrittura e il lessico (ovvero il vocabolario personale di ogni individuo).
La disortografia rientra nella categoria dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento).
Che cos’è la disortografia?
È un disturbo che fa parte dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) e si esprime con la difficoltà ad apprendere e automatizzare i processi di scrittura.
Tuttavia, i bambini con disortografia possiedono un livello intellettivo normale e non presentano problemi di altro tipo (sensoriali, psicologici, ecc.).
La disortografia non è causata, quindi, da malattie neurologiche. In realtà i bambini che ne sono affetti hanno un diverso sviluppo delle funzionalità cerebrali, il loro cervello, cioè, funziona diversamente dagli altri.
Può rientrare in due ambiti specifici:
- linguistico: difficoltà nella scomposizione del suono delle parole
- motorio: deficit nell’esecuzione grafica delle parole.
La disortografia è quindi la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. È spesso associata alla disgrafia, un disturbo dell’apprendimento che non coinvolge le capacità intellettive e che si manifesta con un deficit nel riprodurre su carta i suoni delle parole e dei numeri.
La difficoltà sta nell’aspetto motorio della scrittura che ostacola l’automatizzazione dell’esecuzione del segno scritto.
Si possono individuare due tipi di disortografia che possono essere comunque co-presenti:
- in cui prevale la difficoltà a tradurre correttamente i suoni in segni grafici
- relativa alla difficoltà di memorizzazione e applicazione delle regole ortografiche durante la scrittura (quando utilizzare l’H, QU o CQ?).
Poi, c’è una correlazione rilevante fra la disortografia e la difficoltà di lettura, così come tra disortografia e disgrafia.
Caratteristiche più comuni della disortografia
- I bambini hanno un quoziente Intellettivo medio-alto.
- Si osserva spesso una associazione con la disgrafia e la discalculia.
- Il deficit riguarda l’aspetto fonologico del linguaggio.
- E’ presente spesso familiarità.
- Sono i bambini maschi ad essere più colpiti.
- La difficoltà è nel ricordare le sequenze dei suoni delle parole.
- La decodifica delle parole non è automatica.
- E’ presente deficit di attenzione e concentrazione.
Quali sono le differenze con la disgrafia?
Il disturbo specifico di scrittura è detto disgrafia o disortografia se riguarda rispettivamente la grafia o l’ortografia.
La prima si riferisce agli aspetti grafici della scrittura (numeri e parole) e si collega all’attività motoria/esecutiva, cioè il come si scrive. La seconda, invece, riguarda il corretto uso dei vocaboli (o lessico) cioè il cosa si scrive.
Disortografia
E’ un disturbo che riguarda la costruzione della scrittura e consiste nella difficoltà di scrivere in modo corretto da un punto di vista ortografico. Il bambino disortografico presenta difficoltà a:
- applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta e quindi a riconoscere i suoni che compongono la parola
- individuare la regolarità o irregolarità ortografica e a individuare il corretto ordine con cui questi elementi si compongono.
Disgrafia
Riguarda l’aspetto grafo-motorio (scrittura poco leggibile), si riferisce cioè alla difficoltà di scrivere in modo fluido, veloce ed efficace. Il bambino disgrafico può presentare difficoltà a:
- impugnare bene la penna o la matita
- utilizzare lo spazio nel foglio
- disegnare forme geometriche e copiare immagini
- scrivere senza alternanza tra macro e micrografia (scrittura con caratteri molto grandi o molto piccoli).
Che cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)?
Si tratta di un gruppo di disabilità in cui si presentano significative difficoltà nell’acquisizione e nell’impiego della lettura, della scrittura e del calcolo.
La principale caratteristica di questa categoria è proprio la “specificità”. Il disturbo interessa cioè uno specifico e circoscritto ambito di abilità necessario per l’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo), lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per una diagnosi di dislessia, il bambino non deve presentare deficit di intelligenza, problemi psicologici, deficit sensoriali o neurologici.
Fanno parte dei DSA:
- dislessia (Disturbo Specifico della lettura)
- disgrafia (Disturbo Specifico della scrittura nella realizzazione grafica)
- disortografia (Disturbo Specifico della scrittura nella componente ortografica)
- discalculia (Disturbo Specifico del calcolo).
Dati statistici
Secondo i dati del MIUR, nell’anno scolastico 2017/2018:
- 177.212 alunni presentano dislessia (disturbo della lettura).
- 79.261 disgrafia (disturbo della scrittura).
- 92.134 di disortografia (disturbo nell’utilizzare il codice linguistico).
- 86.645 discalculia (disturbo nel calcolo matematico).
Il numero complessivo (pari a 276.109) non coincide tuttavia con la realtà, perché per la scuola dell’infanzia non ci sono dati suddivisi per tipo di disturbo e perché gli alunni possono avere più tipologie di DSA, anche associate ad altri disturbi:
- linguaggio
- coordinazione motoria, dell’attenzione e del comportamento (comorbilità).
Orientativamente però si può affermare che gli alunni con:
- dislessia rappresentano il 2,1% del numero complessivo degli alunni
- disgrafia lo 0,9%,
- disortografia l’1,1%
- discalculia l’1%.
Come si manifesta la disortografia?
Nella maggior parte dei bambini, nei primi due anni di scuola primaria, le regole ortografiche si automatizzano. I bambini con disortografia, invece, per ogni singola parola scritta hanno bisogno di più tempo per ricordare la sequenza corretta delle lettere da usare.
I sintomi della disortografia sono, quindi, abbastanza evidenti e si manifestano nel testo scritto con errori ortografici e specifiche difficoltà con:
- le doppie
- gli accenti, apostrofi o nell’uso dell’h nel verbo avere (“vado ha casa”, “o fame”)
- i fonemi simili, come F/V, T/D, B/P, L/R, S/Z
- omissioni di lettere all’interno della parola, soprattutto se si tratta di una doppia (pala invece che palla)
- inversione di lettere (da/ad, da/pa)
- riconoscere i gruppi sillabici più complessi (gn, cg, gl)
- leggere le non parole (parole senza significato)
- fusioni di parole
- lentezza nella lettura
- saltare alcune parole nella lettura
- difficoltà nel ricopiare alla lavagna e a prendere appunti
- inversioni nella sequenza dei suoni all’interno della parola (es. sefamoro invece di semaforo).
Infine, le recenti linee guida internazionali inseriscono nella disortografia anche una sintassi disorganizzata e un’esposizione delle idee attraverso una scrittura poco efficace.
Quali sono le cause della disortografia?
La disortografia è definita un disturbo del neurosviluppo determinato da una diversità delle zone cerebrali deputate alla scrittura e, quindi, soggette a un diverso sviluppo dei processi cognitivi. Ricordiamo poi che le aree motorie della mano si sovrappongono alle aree del linguaggio.
I bambini con disortografia il più delle volte hanno difficoltà a riconoscere i suoni del linguaggio e quindi i fonemi che formano le parole. Oppure fanno fatica a memorizzare la sequenza dei fonemi per tradurli in grafemi (le lettere scritte).
La difficoltà coinvolge anche il livello di attenzione all’aspetto visivo delle parole, alla loro forma.
Per questo motivo, infatti, sbagliano a scrivere parole con suoni simili ma ortografia diversa, come ad esempio l’ago e lago.
In sintesi, quindi, le principali difficoltà che incontra un bambino disortografico sono:
- compiere una corretta analisi fonologica della parola
- memorizzare la sequenza dei fonemi per scriverla correttamente
- ricordare le regole ortografiche
- avere un lessico scarso.
Diagnosi
Come si riconosce e come si effettua la diagnosi di disortografia?
Si usano prove e test standardizzati da somministrare dalla terza elementare per valutare la risposta allo stimolo didattico e la capacità di apprendimento.
Il primo passo è un colloquio anamnestico. Si osserva poi il rapporto tra le parole scritte correttamente e quelle errate, si esaminano i quaderni per verificare il tipo di errore e si ascoltano genitori e insegnanti sulle capacità del bambino nel dettato e nel copiato.
Dalla diagnosi si può evincere se si tratta di sola disortografia o se questa è un sintomo secondario ad altri disturbi dell’apprendimento o di un ritardo mentale.
Quali sono i test per la disortografia?
Sono test usati per misurare le competenze nella scrittura e sono costituti da:
- dettato che comprende le “non parole” (cioè parole inventate, che non esistono)
- le parole con apostrofo che hanno lo stesso suono (cera e c’era)
- le congiunzioni con suono analogo (è-e, ho-o)
- scrittura in velocità
- composizione di una storia partendo ad esempio dai fumetti per valutare non solo gli errori ma anche la lunghezza del testo prodotto.
Grazie a questi test si possono verificare non solo la quantità di errori, ma anche l’aspetto qualitativo della scrittura. Quindi se gli errori riguardano soprattutto parole con lo stesso suono (confusione tra “l’ago e lago” o se scrive “in sieme” invece di “insieme”), vuol dire che il bambino pone più attenzione al suono della parola rispetto all’ortografia.
Se invece l’errore prevede l’aggiunta o l’omissione di una lettera che modifica il suono della parola (“santo” al posto di “canto” o “tefono” invece di “telefono”), è possibile che il bambino non sia sufficientemente attento alla sequenza dei suoni che formano la parola e ai grafemi.
Per le parole contenenti doppie, invece, il cui suono doppio non si percepisce sempre correttamente, l’unica strada è memorizzare la parole nella forma corretta.
Trattamento
Le possibilità di intervento per la disortografia sono principalmente due:
- il metodo SLB (semplificazione della lettura): favorisce l’acquisizione della corrispondenza tra sillaba orale e sillaba scritta. Il bambino deve scandire la parola in sillabe (ad esempio pa-ta-ta).
- Il trattamento lessicale e ortografico: sono esercizi per migliorare e incrementare il lessico. L’idea di base è che l’ortografia può migliorare man mano che aumenta la conoscenza delle parole e dei loro significati.
È, tuttavia, fondamentale che il trattamento inizi il prima possibile. Un intervento precoce può fare la differenza nel percorso riabilitativo che va, comunque, seguito da un logopedista esperto in DSA.
È poi importante analizzare, dal punto di vista qualitativo, gli errori più frequenti, ma anche le competenze fonologiche del bambino e potenziare il processo di comprensione e scrittura delle parole.
Disortografia: attività ludiche e di sostegno
Tali attività hanno l’obiettivo di rafforzare la capacità di riconoscere i suoni all’interno delle parole. Tra questi:
- ricordare le parole che iniziano con uno specifico suono (tra cui il gioco “nomi, cose e città”)
- indovinare se nella parola c’è una doppia oppure no
- esercizi calligrafici (esempio cornicette, barrette, sequenze di figure geometriche, ecc.).
Su internet poi c’è molto materiale, ma va scelto e utilizzato in base all’età del bambino e al tipo di difficoltà.
Gli esercizi veri e propri, invece, sono svolti nell’ambito delle sedute logopediche.
Con la consulenza della Dott.ssa Daniela Barberini, Logopedista e Presidente della Cooperativa ALINT – Logopedia Integrata.
Fonti
- UPPA
- Sostegno BES
- Disortografia, S. Zaninelli
- La disortografia, E. Firpo
- Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi dell’apprendimento, MIUR
- Raccomandazioni cliniche sui DSA, PARCC Bologna.
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