Coronavirus: arriva la fase 2. Sarà una fase di parziale e graduale riapertura, per recuperare un po’ di quella normalità che abbiamo perso in quasi due mesi di lock down senza vanificare i sacrifici e gli sforzi fatti finora.
Come affrontare questa “nuova” normalità che ci attende? Una normalità diversa da quella che ci siamo lasciati alle spalle e che ci vede, probabilmente, diversi da come eravamo. Questa emergenza, infatti, oltre ad essere stata motivo di ansia e preoccupazioni, ci ha dato anche un’opportunità. Quella di fermarci, di guardarci dentro, di comprendere meglio chi siamo e, magari, di provare a migliorarci approfittando di questo tempo sospeso.
Ne abbiamo parlato con la psicologa, Floriana Ventura.
In questo quarto appuntamento, la dottoressa Floriana Ventura ci offre consigli e dritte per affrontare al meglio la quarantena e la nuova “fase 2” dell’emergenza in cui stiamo vivendo. #EmergenezaCoronavirus
Pubblicato da Melarossa.it, la tua dieta gratis su Giovedì 30 aprile 2020
Coronavirus e quarantena: un’occasione per guardarci allo specchio
La quarantena ci ha messo nella condizione di confrontarci con noi stessi. Prima di questa chiusura forzata eravamo tutti molto concentrati sul lavoro, con cui tendevamo a identificarci in via quasi esclusiva. L’emergenza ci ha bloccati o molto limitati nella nostra professione e questo ci ha portati a guardarci un po’ di più allo specchio. E qualcuno si è trovato di fronte uno sconosciuto.
Molto spesso, infatti, la vita lavorativa troppo frenetica ci assorbe completamente e può diventare il pretesto per una fuga da noi stessi. Questa emergenza rappresenta un’occasione importante per fermarci, osservarci un po’ di più e comprendere meglio, “costretti” dalle circostanze, chi siamo al di fuori dello scenario lavorativo.
Naturalmente, per cogliere questa opportunità è importante cercare di vivere questa situazione nel modo più sereno possibile. Non dobbiamo focalizzarci esclusivamente sul pericolo, ma cercare di cogliere gli aspetti positivi di questa esperienza. Una prospettiva utile anche per affrontare meglio la fase 2, che rappresenta un parziale ritorno alla vita, ma ad una vita differente da quella a cui eravamo abituati.
Non vivere solo di Coronavirus
Nella fase iniziale di questa emergenza siamo stati tutti, comprensibilmente, concentrati sul Coronavirus: era importante informarci e capire come riorganizzarci. Adesso conosciamo meglio il problema e abbiamo imparato a gestirlo, quindi può essere un po’ più semplice spostare la nostra attenzione su altro. E, magari, provare a combattere alcune resistenze al cambiamento che tutti noi abbiamo e che ci tengono bloccati, spesso per paura. Ora abbiamo un po’ di tempo a disposizione, abbiamo la possibilità di guardarci dentro, quindi il consiglio è quello di provare a lavorare su noi stessi per affrontare rinnovati la nuova normalità in cui vivremo nelle prossime settimane. Dobbiamo ripartire: l’invito è quello di far tesoro dell’esperienza che abbiamo vissuto in questi quasi due mesi di quarantena per riflettere sui nostri blocchi e provare a superarli.
Imparare a gestire la paura e l’ansia
La paura, che ha contraddistinto questa pandemia, probabilmente non scomparirà del tutto, perché l’emergenza, per quanto sembri più sotto controllo, non è finita. Per molte persone questa paura si è trasformata in ansia. Un’emozione un po’ meno violenta ma che è comunque importante imparare a gestire, perché rischia di diventare una compagnia costante, non proprio gradevole.
Non che l’ansia sia sempre un’emozione negativa, anzi: l’ansia “amica” è un campanello d’allarme che ci mette in guardia da un pericolo, ci spinge ad attivarci per non correre rischi, quindi ci protegge. Ma se questo “antifurto” si inceppa e suona quando non dovrebbe, l’ansia si trasforma in uno stato di allerta continua che non ci fa bene, perché ci fa sentire costantemente sotto minaccia. Per questo è importante tenere a freno l’ansia, quando diventa eccessiva o troppo presente nelle nostre vite. Dobbiamo ridimensionarla sulla base di dati reali, in modo da attivarci solo di fronte a una minaccia vera, concreta, misurabile, che merita effettivamente la nostra preoccupazione.
Cogliere il bello, anche di questa esperienza
Riuscire ad uscire, da soli o con l’aiuto di un terapeuta, da questo gorgo di emozioni negative ci permette di aprirci alle emozioni e alle esperienze positive, che possono esserci, anche in questo frangente, e che anzi vanno inseguite e coltivate. Uno degli insegnamenti più preziosi che questa esperienza dovrà lasciarci è che dobbiamo imparare a prenderci veramente cura della nostra salute, sia fisica che psicologica: questa è una grande verità che questa emergenza ci ha insegnato e di cui dobbiamo fare tesoro da ora in poi nella nostra vita.
Fonti esterne
Floriana Ventura, psicologo e psicoterapeuta.
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