Il cibo, a volte, non è solo nutrimento: può capitarti di mangiare per noia, oppure per sfuggire ad una situazione di disagio dalla quale non sai come uscire. Ma usare il cibo come consolazione, per quanto possa sembrarti una soluzione efficace nell’immediato, produce in realtà, nel lungo periodo, effetti negativi sia per la tua salute fisica, sia per il tuo equilibrio psicologico. Scopri perché questo circolo vizioso fa male e come uscirne con i consigli del dottor Luca Piretta, nutrizionista, e di Floriana Ventura, psicologa.
Cibo come rifugio: i rischi per la salute
Usare il cibo come rifugio ti porta a mangiare più di quanto dovresti, spesso ricercando alimenti poco salutari, ricchi di grassi e zuccheri. Questo può avere come conseguenza un aumento di peso che, se diventa importante, può sfociare anche nell’obesità. Una condizione che rappresenta un pericolo per la tua salute: è dimostrato, infatti, che se il tuo IMC (indice di massa corporea), uno dei principali indicatori di sovrappeso e obesità, è al di sopra di un certo valore (oltre 25), sarai più esposto al rischio di patologie cardiovascolari, malattie metaboliche e diabete. E’ importante mangiare sano ed evitare eccessi alimentari per mantenere il peso nella norma, e non solo per questioni estetiche.
Usare il cibo come compensatore di carenze o vuoti affettivi rischia, invece, di generare un circolo vizioso che ti porta a ricercarlo abitualmente e sempre di più, con conseguenze anche serie sul tuo peso e sul tuo benessere.
La fame nervosa: quando mangiare è un bisogno psicologico
Stress, rabbia, tristezza: sono tante le emozioni che possono spingerti a cercare rifugio nel cibo. Questo atteggiamento, piuttosto comune, viene chiamato fame nervosa perché ti porta a mangiare per soddisfare un bisogno psicologico, non per vera e propria fame.
Alla base della fame nervosa ci sono meccanismi psichici che fanno sì che, in situazioni di stress emotivo, il tuo cervello cerchi istintivamente il cibo per colmare un vuoto o trovare consolazione. Ma, quando succede, all’iniziale conforto segue spesso il senso di colpa per aver superato il limite, soprattutto se sei a dieta e la fame nervosa ti porta a sgarrare: questa frustrazione può minare la tua autostima e portarti a cedere di nuovo al cibo, in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. La forza di volontà, infatti, spesso non basta, ma se impari a conoscere questo meccanismo e metti in atto le giuste strategie, riuscirai a spezzarlo.
I consigli della psicologa per smettere di consolarsi con il cibo
Un metodo efficace per contrastare la fame nervosa è cercare di identificare il momento o la situazione in cui avverti un disagio emotivo, una sofferenza, una frustrazione che ti porta a cercare rifugio nel cibo.
Quando l’evento che scatena il bisogno di cibo si ripresenta, prova a spostare la tua attenzione altrove, dedicandoti ad un’attività piacevole che ti distragga.
Bastano 5-6 minuti perché il tuo pensiero, che è concentrato sul cibo, si trasferisca su altro: una telefonata a un’amica, una passeggiata, la lettura di un libro.
Può essere utile preparare una lista di attività piacevoli che potrai usare all’occorrenza: appena avverti il desiderio di mangiare, potrai decidere facilmente cosa fare per superare il momento difficile ed evitare di buttarti sul cibo.
L’importanza dello sport
Anche lo sport aiuta a rilassarsi, quindi può essere un alleato, non solo per perdere peso, ma anche per superare una situazione stressante che, altrimenti, ti porterebbe a cercare rifugio nel cibo: bastano 10-15 minuti di camminata al giorno per ritrovare la serenità e beneficiare degli effetti positivi dell’attività fisica sulla tua mente e sul tuo fisico.
Fare sport, infatti, stimola il rilascio delle endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello e responsabili di una sensazione di benessere e serenità, grazie al loro effetto analgesico ed eccitante: per questa ragione, sono chiamate anche “ormoni della felicità”.
Non solo. Lo sport aiuta a bruciare più calorie e determina, nel tempo, un aumento della massa magrae quindi del metabolismo del nostro organismo: questo ci fa consumare un po’ di più e ci permette quindi, a parità di calorie ingerite, di non andare incontro al sovrappeso.
Fonte
Floriana Ventura, psicologo e psicoterapeuta.