Tenere sotto controllo la pressione arteriosa porta dei benefici anche per la salute del cervello. Misurarne i livelli, tutti i giorni, si associa infatti a un minor numero di complicazioni. Il che potrebbe significare meno rischi di demenza e e problemi cognitivi.
Lo rileva una nuova ricerca, condotta dall’Università del Texas di Austin e pubblicata sulla rivista Jama.
Lo studio dell’Università del Texas
I ricercatori hanno confrontato le scansioni cerebrali di 449 adulti over 50. Tutti con età media di 67 anni e pressione arteriosa sistolica compresa tra 130 e 180 all’inizio dello studio e dopo 4 anni.
Dalle analisi è emerso che chi soffre di pre-ipertensione e ha dei valori di pressione massima sotto i 120 riporta una quantità più bassa di lesioni della sostanza bianca del cervello rispetto a chi raggiunge lo standard di 140.
Queste lesioni, come già documentato in precedenza, sono legate a una maggiore probabilità di declino cognitivo.
La grande notizia di questo studio – evidenzia Nick Bryan, uno degli autori – è che la pressione alta è una condizione curabile e se si tratta la pressione alta in modo deciso, si può avere un beneficio positivo sulla cognizione e sulla struttura del cervello. Sebbene i benefici possano essere ridotti, è uno dei pochi interventi di impatto a livello cognitivo che abbiamo.
Già in passato i ricercatori avevano dimostrato che un controllo intensivo della pressione arteriosa tra le persone con ipertensione si collega a risultati migliori in termini di rischi di infarto, insufficienza cardiaca e morte.
Il passo successivo, concludono, è quello di indagare sugli effetti di un controllo serrato della pressione tra adulti più giovani.
Fonte: Università del Texas