Sommario
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue all’interno delle arterie ed è prodotta principalmente dalla contrazione del muscolo cardiaco.
La sua misurazione è registrata da due numeri. La prima cifra o pressione sistolica viene captata dopo che il cuore si contrae ed è la più alta. La seconda, pressione diastolica, viene misurata prima che il cuore si contragga ed è la più bassa.
Lo sfigmomanometro (manuale o digitale) con bracciale è lo strumento utilizzato per la misurazione della pressione sanguigna. I parametri andrebbero valutati almeno una volta a settimana nei soggetti ipertesi e circa 2 volte l’anno per chi ha superato i 40 anni d’età.
L’aumento della pressione arteriosa è chiamato “ipertensione” e può avere gravi conseguenze su cervello, reni, arterie periferiche ed occhi. Uno stile di vita sano, accompagnato da una terapia appropriata e controlli frequenti dal proprio medico possono aiutare il soggetto iperteso ad evitarne le temibili conseguenze.
Cos’è la pressione arteriosa
La pressione sanguigna è uno dei migliori strumenti per tenere sotto controllo la propria salute. Essa è espressa da due numeri scritti come frazione che possiamo ricordare e monitorare costantemente.
Il valore più alto è la pressione nelle arterie quando il cuore sta pompando fuori il sangue. Invece, il valore più basso è la pressione tra i battiti, quando il cuore è a riposo. Maggiore è la pressione, maggiore è il rischio di problemi di salute.
Inoltre, se i valori sono alti, uguali o superiori a 140/90 mm Hg, si parla di ipertensione, condizione che, se non controllata, aumenta il rischio di:
- Infarto del miocardio.
- Ictus.
- Insufficienza cardiaca.
- Malattie renali.
- Morte improvvisa.
Pressione arteriosa: valori
L’ipertensione (pressione alta) è definita così quando i valori tensionali sono superiori a 140/90 mmHg, indipendentemente dall’età (l’idea che la pressione normale aumenti con l’avanzare degli anni non è più accettata).
L’ipertensione è considerata un vero e proprio problema di salute pubblica, essendo la malattia cardiovascolare più comune e la principale causa di morbidità e mortalità tra la popolazione adulta.
Il settimo rapporto del Comitato nazionale americano per la prevenzione, il rilevamento, la valutazione e il trattamento delle malattie cardiovascolari ha recentemente raccomandato di definire la pressione sanguigna ideale come inferiore ai valori di 135/85 mmHg.
La classificazione dell’ipertensione nelle persone di età superiore ai 18 anni può essere dunque così divisa:
Pressione | Sistolica (mmHg) | Diastolica (mmHg) | |
Normale | 120-139 | 80-89 | |
Ipertensione Stadio 1 | 140-159 | 90-99 | |
Ipertensione Stadio 2 | maggiore/uguale a 160 | maggiore/uguale a 100 |
Pressione bassa o ipotensione
Ma anche valori troppo bassi, al di sotto di 90/60 mmHg, universalmente sono considerati anomali e causa di problemi. Infatti, l’ipotensione può provocare malesseri come:
- Vertigini.
- Svenimenti.
- Difficoltà respiratorie o dispnea.
- Dolore toracico.
Scopri tutto sulla pressione bassa: cos’è e come combatterla.
Quando e perché va misurata?
Tutti gli adulti dovrebbero misurare la propria pressione sanguigna almeno un paio di volte all’anno in assenza di ipertensione.
Invece, se diagnosticati, la misurazione va eseguita molto spesso, quando si cambia terapia farmacologica, e di routine una volta a settimana oppure ogni volta che non ci si sente bene.
Se viene riscontrato un valore superiore a 140/90 mm Hg deve essere effettuato un consulto dal proprio medico di famiglia per monitorare la pressione sanguigna e consigliare i cambiamenti dello stile di vita necessari per controllarla e per prevenire ulteriori complicazioni.
Inoltre, per evitare disturbi cardiovascolari, si consiglia di fare anche una visita regolare dal proprio cardiologo per valutare lo stato di salute. Attenzione! Se ignorata, l’ipertensione può portare a malattie coronariche. Inoltre, non dimentichiamo che possiamo misurare la pressione anche a casa. Come? Niente di più facile!
Utilizzando sfigmomanometri convenzionali (manuali) o elettronici (automatici).
Come si misura la pressione arteriosa?
La pressione arteriosa può essere misurata presso lo studio del medico di famiglia o del lavoro, dal cardiologo ma anche a casa, mediante automisurazione.
Secondo i rappresentanti della Società Europea di Cardiologia ad esempio, se prendiamo la pressione sanguigna a casa, dobbiamo effettuare diverse misurazioni al fine di ottenere una valutazione accurata dei valori tensionali. Nello specifico è consigliato per 3 giorni consecutivi:
- 3 misurazioni al mattino fino alla colazione, ad intervalli di pochi minuti l’una dall’altra.
- 3 misurazioni la sera tra la cena e il momento di coricarsi, anche a distanza di pochi minuti l’una dall’altra.
- La misurazione della pressione sanguigna deve essere eseguita quando siamo calmi e in una posizione seduta.
Accomodiamoci dunque in tranquillità su una sedia e inseriamo la mano nel bracciale dello sfigmomanometro fino ad arrivare al gomito.
Controlliamo che la posizione dello stesso sia corretta facendo attenzione a far combaciare lo stetoscopio (o il sensore pressorio) sulla parte interna del nostro gomito.
In caso di un apparecchio automatico ci basterà premere il pulsante e attendere il risultato.
Invece, in caso utilizzassimo un apparecchio manuale procediamo gonfiando il bracciale fino a un massimo di 150 mmHg. A questo punto sgonfiamo la valvola con attenzione ai suoni cardiaci.
Il primo suono rappresenta la pressione sistolica. L’ultimo battito quella diastolica.
Come si interpretano i valori?
La pressione sanguigna è espressa sotto forma di due numeri. Il primo numero o pressione sanguigna sistolica (massima) è il più alto dei due e misura la pressione nelle arterie quando il cuore si contrae. Di solito, in condizioni di riposo fisico, questo valore è inferiore a 140 mmHg.
Il secondo numero o pressione sanguigna diastolica (minima) misura la pressione nelle arterie tra le contrazioni del cuore, quando questo si rilassa e riceve una nuova quantità di sangue.
In condizioni di riposo fisico, questo valore è inferiore a 90 mmHg. La pressione sanguigna tende ad aumentare con l’età, a causa del fatto che le arterie tendono a perdere la loro elasticità, dovuto all’accumulo a lungo termine delle placche aterosclerotiche e a causa di complicazioni di malattie cardiache e vascolari.
Di solito, viene prestata maggiore attenzione alla pressione sanguigna diastolica in quanto è un importante fattore di rischio per le patologie circolatorie.
Per molto tempo alcuni medici hanno pensato che una pressione sistolica superiore a 140 mmHg potesse essere tollerata negli anziani, ma, in realtà, ad oggi possiamo affermare che entrambi i numeri si sono rivelati altrettanto importanti.
Quali sono le conseguenze della pressione alta?
Se l’ipertensione non è controllata da un regime alimentare o da farmaci adeguati, esiste il rischio di apparizione di alcune condizioni gravi come:
- Aritmie cardiache.
- Ictus.
- Infarto miocardico.
- Malattia renale cronica (insufficienza renale).
- Insufficiente apporto di sangue agli arti inferiori.
- Visione offuscata o addirittura cecità.
Come tenere sotto controllo la pressione arteriosa?
L’ipertensione arteriosa è una “malattia silenziosa” senza sintomi specifici tranne gli aumenti improvvisi e significativi dei valori (crisi ipertensiva) che possono manifestarsi con:
- Mal di testa.
- Vertigini.
- Mal d’orecchi o acufeni.
- Problemi alla vista.
- Nausea.
- Malessere generale.
Molte persone sono ipertese da molti anni senza saperlo in quanto non controllano periodicamente la pressione sanguigna.
L’importanza della diagnosi e del trattamento risiede nelle principali complicanze che si verificano in questa malattia che colpisce il cuore (cardiopatia ischemica, infarto del miocardio, aritmie, insufficienza cardiaca), i vasi cerebrali (ictus) e i reni (nefroangiosclerosi con insufficienza renale cronica).
Uno studio sul trattamento ottimale dell’ipertensione, eseguito su un campione rappresentativo di pazienti trattati, ha rivelato che il valore ottimale della pressione arteriosa da raggiungere per ridurre il tasso di eventi cardiovascolari pericolosi è inferiore a 135/83 mmHg (nei diabetici sotto 120/80 mmHg).
Lo scopo del trattamento dell’ipertensione è:
- Abbassare i valori della pressione a un livello massimo di sicurezza (inferiore a 130/85 mmHg).
- Mantenere la pressione sotto costante controllo.
- Prevenzione o riduzione delle complicanze.
- Aumentare la qualità della vita e prolungarla.
Tra i componenti del trattamento per l’ipertensione ricordiamo:
Rimedi non farmacologi
Sono tutti quei rimedi che comportano cambiamenti nello stile di vita per tenere i valori pressori in range ottimali, come ad esempio:
- Cambiare le proprie abitudini alimentari.
- Smettere di fumare.
- Ridurre il peso corporeo.
- Praticare esercizio fisico regolarmente.
- Utilizzare tecniche di rilassamento per ridurre lo stress.
Tra le misure dietetiche più consigliate enumeriamo la riduzione del sale nella dieta fino a un massimo di 5 g/giorno, praticamente ottenuta con le seguenti regole.
- Non aggiungere sale alla cottura dei cibi (attenzione ai potenziatori di aroma o dadi da cucina che contengono molto sodio).
- Non mettere sale in tavola mentre si mangia.
- Evitare cibi ricchi di sodio (leggere le etichette e attenzione ai conservanti).
- Non usare sostituti del sale.
- Evitare la disidratazione bevendo abbastanza liquidi, circa 1,5 litri/giorno.
- Ridurre il consumo di alcol al di sotto dei 30 g di etanolo/giorno (equivalenti a 500 ml di birra o 250 ml di vino) e non quotidianamente.
- Ridurre il consumo di grassi animali saturi (burro, margarina e carni grasse).
Scopri la dieta per l’ipertensione.
Cure farmacologiche
Attualmente esistono molti farmaci indicati nel trattamento dell’ipertensione ma la scelta della terapia più appropriata è responsabilità dello specialista che è in grado di fare un quadro completo dei rischi e delle altre patologie da cui è affetto il paziente.
Va detto che secondo alcuni studi sembra essere preferibile associare più farmaci a piccole dosi invece che una sola sostanza attiva, dopo un programma ben stabilito, per un controllo ottimale e costante dei valori della pressione sanguigna.
Inoltre, sono necessarie visite mediche periodiche per verificare l’efficacia del trattamento ed eventualmente il suo adattamento con dosi o combinazioni terapeutiche. Un ultimo consiglio sempre valido per le persone con pressione alta che sono in cura: quando ci si reca dal medico è buona norma prendere le medicine secondo il programma stabilito, non tralasciando il trattamento per il semplice fatto che si devono fare dei prelievi, esami o un controllo specialistico.
Infatti, se non si assumono le pastiglie, la pressione sanguigna sarà più alta e i valori presi in considerazione non risulteranno veritieri. Se invece abbiamo dimenticato di assumerle è bene comunicarlo al proprio medico al momento della visita. In caso contrario qualsiasi cambiamento nel regime di trattamento potrebbe essere dannoso.
I farmaci antipertensivi comprendono le seguenti classi:
- Betabloccanti.
- Diuretici.
- Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina.
- Bloccanti del recettore dell’angiotensina.
- Calcioantagonisti.
- Alfa bloccanti.
Pressione alta: l’importanza del trattamento
Il trattamento raccomandato dal medico contro l’ipertensione deve essere assunto costantemente per tutta la vita. In caso contrario, i livelli di pressione sanguigna possono sfuggire di mano e possono verificarsi gravi complicazioni.
La mancanza di trattamento per l’ipertensione aumenta significativamente il rischio di malattie cardiovascolari, oftalmiche, neurologiche e renali.
Quindi, in conclusione, ogni paziente deve fare attenzione a mantenere i valori di salute e pressione sanguigna entro i limiti normali. Alcune regole di base da seguire comprendono:
- Controllare la pressione sanguigna ogni mese e consultare un medico se si notano cambiamenti.
- Non interrompere il trattamento prescritto. L’ipertensione è una malattia cronica e la sua cura va assunta per tutta la vita, anche se i valori diventano normali per via dei farmaci.
- Ridurre l’assunzione di sale. Non bisogna eliminare il sodio dalla dieta, bensì prestare attenzione alla sua quantità nel cibo, specie se preconfezionato. In generale si può cercare di limitare l’assunzione a meno di 5 g al giorno, l’equivalente di un cucchiaino da caffè raso.
- Fare attività fisica moderata ma continua. L’esercizio e la perdita di peso possono aiutare ad abbassare e mantenere sotto controllo i valori pressori, specie dopo i 50 anni.
Fonti
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