Termina il 31 maggio la Settimana Mondiale della Tiroide. Purtroppo la pandemia da coronavirus ha sospeso tutte le iniziative programmate, ma questo non vuol dire che dobbiamo dimenticarci di questo organo così importante per il nostro corpo.
Quindi, oltre a mascherina e guanti, possiamo adottare altri comportamenti virtuosi, soprattutto a tavola, in questo caso utili per prevenire le malattie tiroidee.
In Italia sono circa 6 milioni le persone affette da patologie legate alla tiroide.
Lo stress da quarantena, i cibi calorici e la scarsa attività fisica degli ultimi mesi possono dare le prime conseguenze in termini di salute: aumento di peso e squilibrio ormonale.
“Lo stress influisce non solo sul nostro fisico ma anche sulla nostra tiroide”, spiega la dottoressa Serena Missori, endocrinologa specializzata in nutrizione funzionale preventiva e biotipizzata, anti-aging e anti stress.
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Stress e tiroide
“Quando siamo stressati – prosegue la dottoressa – il cortisolo nel sangue, cioè l’ormone coinvolto nello stress e nel malfunzionamento tiroideo, comunica con la nostra ‘centrale di comando’, formata da ipotalamo e ipofisi”.
Il messaggio che invia è quello di risparmiare energia il più possibile e di consumarne meno perché siamo in una condizione di privazione o di necessità.
Quindi, la conseguenza è che la ‘centrale di comando’ innesca un blocco della produzione degli ormoni tiroidei che governano il nostro metabolismo.
Campanelli d’allarme
In caso di stress cronico e disfunzione tiroidea, il nostro organismo manda dei segnali. Disturbi digestivi, difficoltà a concepire, alterazioni del ciclo mestruale, sistema immunitario che va in tilt con riacutizzazioni di herpes simplex labiale e/o vaginale, candida e altro.
In più, in questa condizione, “sembra praticamente impossibile riuscire a dimagrire“, sottolinea la dottoressa.
Combattere lo stress a tavola
Oltre a praticare qualche tecnica di rilassamento, anche per pochi minuti al giorno, bisogna imparare a mangiare sano.
Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) il semplice utilizzo di POCO SALE MA IODATO nella nostra alimentazione consente di raggiungere un’adeguata nutrizione iodica. E, quindi, di prevenire le più frequenti patologie tiroidee e i disturbi neurocognitivi minori.
Infatti, lo iodio è il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei, i quali svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello e, durante la vita adulta, nel mantenimento dell’equilibrio metabolico.
Il fabbisogno di iodio in un adulto è di 150 mcg al giorno, ma in gravidanza il fabbisogno aumenta (250 mcg al giorno).
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Quindi, gli alimenti da prediligere in caso di disfunzioni tiroidee sono:
- Pesce
- crostacei
- molluschi
- latticini
- uova
- spinaci
- noci
- semi di girasole
- semi di chia.
Al contrario sono da evitare sostanze con effetti eccitanti come caffè, tè e alcolici. Infatti, questi possono aumentare i sintomi legati all’ipertiroidismo, come agitazione, nervosismo e insonnia.