In Italia, una persona su 3 ha livelli di pressione arteriosa fuori della norma, con un rischio per la salute del cuore e delle arterie.
Infatti, l’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari, come infarto, ictus e scompenso cardiaco.
Queste malattie rappresentano la prima causa di morte nel nostro Paese, con 240 mila decessi all’anno.
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Valori borderline
Un aspetto che viene spesso sottovalutato è che prima che la pressione arteriosa raggiunga valori elevati e pericolosi, c’è un periodo di borderline.
Gli esperti la definiscono “anticamera dell’ipertensione”: si tratta di una pressione normale-alta o pre-ipertensione che si presenta con valori molto vicini a quelli patologici.
Se si contrasta subito questa “impennata” della pressione, si può evitare che si trasformi in ipertensione vera e propria.
I valori normali di pressione arteriosa sono <140 mmHG per la sistolica e <90 mmHg per la diastolica.
I benefici degli integratori
Per riportare i valori pressori nella norma non sempre è necessario assumere farmaci. Infatti, si può ricorrere a integratori alimentari specifici che, in abbinamento a modifiche dello stile di vita, possono portare a benefici significativi.
A sottolinearlo è un Documento di consenso della Società Europea dell’Ipertensione (ESH), pubblicato sul Journal of Hypertension.
In particolare, il Documento ha confermato che nelle persone con livelli pressori borderline (compresi tra 130/139 mmHg per la massima e 85/89 mmHg per la minima) è raccomandato l’uso di alimenti funzionali, prodotti nutraceutici e componenti di origine naturale.
In poche parole, basandosi su studi clinici randomizzati e controllati, il Documento ribadisce quanto già affermato dalle Linee Guida ESH/ESC sulla possibilità di ricorrere a un approccio non farmacologico se i dislivelli pressori sono moderati.
Quali sono i nutrienti raccomandati e come agiscono
“Gli integratori alimentari sono prodotti efficaci e sicuri, in particolare nelle condizioni di cosiddetta pressione normale-alta. Esiste un’ampia letteratura scientifica a supporto dell’efficacia clinica di formulazioni naturali che combinano elementi in grado di modulare i livelli di pressione arteriosa”. Così spiega il Prof. Arrigo Cicero, Presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut).
Tra i principali componenti con efficacia dimostrata nel contrastare i primi segnali di ipertensione ci sono magnesio, ortosifon, biancospino e ibisco.
Nel dettaglio, queste sostanze contribuiscono a ripristinare l’omeostasi vascolare (miglioramento della funzionalità endoteliale). Con il vantaggio di non avere effetti collaterali ipotensivanti e risultando sicuri anche se utilizzati in persone fragili.
Inoltre, questi nutrienti hanno dimostrato di ridurre i valori di pressione arteriosa in media dai 2 ai 5 mm, con un impatto diretto sulla prevenzione del rischio cardiovascolare associato all’ipertensione.
“È stato osservato – continua il Prof. Cicero – che per ogni 2mm di riduzione della pressione sistolica nella popolazione generale è possibile ottenere una riduzione del 7% dell’incidenza di cardiopatia ischemica e del 10% dell’incidenza di ictus”.
In particolare, ciascuno dei nutrienti attivi sulla pressione arteriosa ha un meccanismo d’azione principale e almeno uno ancillare additivo. Il biancospino è un ACE-inibitore e presenta proprietà rilassanti. Il magnesio ha un effetto rilassante e in parte anche vasodilatatore. L’ortosifon è diuretico ed ha un’azione secondaria ACE-inibitore. L’ibisco è infine un antiossidante, cui si associa anche un’azione additiva vasodilatatrice.
In conclusione, come già avviene per il colesterolo alto, gli integratori alimentari rappresentano un’arma in più per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, anche nei casi in cui sono correlati alle prime manifestazioni di ipertensione.
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