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La polmonite è un’infiammazione del tessuto dei polmoni. In genere è provocata da un’infezione batterica, tuttavia, può essere causata anche da virus, funghi o dall’aspirazione di un corpo estraneo.
Si manifesta con tosse, difficoltà a respirare, febbre, a volte anche dolore al petto e stato di confusione mentale.
Anche se può colpire persone di ogni età, nei neonati e nei bambini rappresenta una delle infezioni più gravi e frequenti, al punto da costituire la principale causa di morte infantile nel mondo.
Pur trattandosi di una malattia che nella maggior parte dei casi può essere curata e da cui si guarisce, nelle persone anziane o con altre patologie già presenti, può manifestarsi in modo grave e portare gravi complicazioni.
Cos’è la polmonite
È un’infezione delle piccole cavità polmonari, chiamate alveoli, e dei tessuti circostanti. Infatti, per effetto della polmonite, gli alveoli polmonari si infiammano e si riempiono di liquido.
Ma cosa sono gli alveoli polmonari? Immagina minuscoli palloncini elastici che svolgono la funzione di estrarre dall’aria l’ossigeno necessario alle cellule del nostro corpo. Allo stesso tempo, rilasciano l’anidride carbonica, che è il prodotto di scarto dell’attività cellulare. Come conseguenza di questa infiammazione, lo scambio gassoso diventa difficile così come diventa difficile respirare.
In particolare, si distinguono due tipi di polmoniti:
- alveoliti: infiammazioni che colpiscono soprattutto gli alveoli e sono causate principalmente da batteri.
- Interstiziali acute: interessano il tessuto polmonare interstiziale e sono provocate da virus e da alcuni batteri.
È da sottolineare che questa malattia è tra le cause più comuni di decesso in tutto il mondo, in particolare nelle persone che sono affette da altre malattie croniche gravi. Infine, è anche la causa più frequente di decesso tra le infezioni che si contraggono in ospedale.
Sintomi della polmonite e come si manifesta
I segni della polmonite possono comparire all’improvviso, nel giro di 1 o 2 giorni ed essere molto seri: in questo caso si parla di polmonite grave. Al contrario, possono manifestarsi anche più lentamente, in diversi giorni. Nel caso in cui i sintomi siano lievi, si parla di polmonite atipica.
Ad ogni modo, i sintomi più comuni sono:
- tosse: secca oppure con presenza di catarro denso, di colore giallo-verde, marrone o chiaro, con possibili striature di sangue.
- Difficoltà respiratoria: la persona respira in modo più rapido e superficiale e ha la sensazione di “fiato corto”, come avviene durante l’attività fisica.
- Febbre e battito cardiaco accelerato.
- Stato di malessere generale, con mal di testa, nausea e vomito.
- Brividi e sudorazione.
- Mancanza di appetito.
- Dolori al petto, che si accentuano con la respirazione o con la tosse.
- Confusione (soprattutto nelle persone anziane).
Raramente, può presentarsi anche emottisi, ovvero l’emissione di sangue con i colpi di tosse.
In genere i sintomi più gravi si presentano nei bambini piccoli, negli anziani e nelle persone che già soffrono di altri disturbi polmonari, come la BPCO, cioè la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva.
Sintomi nei bambini
I bambini che hanno la polmonite presentano sintomi simili agli adulti, come febbre, tachipnea (aumento della frequenza respiratoria) e dispnea (difficoltà respiratoria), tosse, respiro sibilante e dolore toracico. A questi si aggiungo altri segni non legati all’apparato respiratorio, come:
- mancanza di appetito.
- Sonnolenza.
- Vomito e diarrea, eventualmente anche con mal di pancia.
- Irritabilità.
Tipi di polmonite
La polmonite si differenzia principalmente per l’agente patogeno che la causa e per i sintomi associati. Ecco allora una panoramica sulle diverse tipologie di polmoniti.
Polmonite batterica
Nella polmonite batterica, i batteri invadono i polmoni e scatenano una reazione infiammatoria che può causare i sintomi tipici di questa malattia.
I sintomi e la gravità della polmonite batterica possono variare a seconda del tipo di batterio coinvolto e delle condizioni del soggetto. È importante identificare il tipo di batterio responsabile anche per determinare il trattamento antibiotico più adeguato.
Generalmente la polmonite è provocata da un batterio, lo Streptococcus pneumonia, noto anche con il nome di pneumococco. Ma ci sono anche altri batteri che possono provocarla, come:
- Haemophilus influenzae.
- Staphyloccocus aureus.
- Legionella pneumophila.
Polmonite da coronavirus
La COVID-19, cioè la malattia provocata dal nuovo coronavirus, può manifestarsi con sintomi più lievi, come febbre, stanchezza e tosse secca, congestione nasale, mal di gola, dolore muscolare.
Al contrario, nei casi più gravi, l’infezione può causare anche la polmonite. Tra le persone più a rischio di sviluppare forme gravi della malattia, ci sono gli anziani e coloro che hanno altre patologie, come:
- pressione alta.
- Malattie cardiache.
- Diabete.
- Immunodepressi.
Altri tipi di polmonite
In aggiunta a quella di origine batterica, ci sono altri tipi di polmonite:
- virale: frequentemente provocata dal virus respiratorio sinciziale (RSV), soprattutto nei bambini sotto l’anno di età. Si manifesta con una “bronchiolite” che colpisce appunto i bronchioli. Inoltre, le polmoniti virali possono essere provocate anche da virus influenzali di tipo A e B e dai coronavirus. Ad ogni modo sono più rare di quelle batteriche.
- Fungina: è una forma molto rara e che in genere colpisce persone con un sistema immunitario indebolito. Fra gli agenti patogeni più comuni che la provocano ci sono l’Histoplasma capsulatum, il Coccidioides immitis e la Blastomyces dermatitidis.
- Da aspirazione (o ab ingestis): anche questa forma è molto rara, in quanto è provocata dall’aspirazione nelle prime vie respiratorie e successivamente nei polmoni di sostanze estranee (solide, liquide o gassose). In genere si tratta soprattutto di cibo o succhi gastrici, oppure oggetti estranei, sostanze tossiche come fumo o sostanze chimiche. Infine, la polmonite da aspirazione è più frequente in quelle persone che hanno difficoltà a deglutire a causa di malattie degenerative o ictus cerebrale.
- Polmonite ostruttiva: si manifesta quando c’è un’ostruzione delle vie aeree nei polmoni, provocata per esempio da un tumore. In questo caso i batteri si accumulano dietro questa ostruzione.
- Ospedaliera: nota anche come nosocomiale, colpisce persone ricoverate in ospedale per la cura di altre malattie oppure sottoposte a interventi chirurgici. In particolare, sono a rischio coloro che sono ricoverati nelle terapie intensive e sottoposti a respirazione artificiale. Ad ogni modo, anche questo tipo di polmonite è provocata da batteri, come Pseudomonas eruginosa, Acinetobacter, Klebsiella pneumoniae.
Polmonite: cause e fattori di rischio
Di solito, i germi si trasmettono da una persona all’altra oppure toccando oggetti o superfici in cui sono presenti i germi e poi portandosi le mani alla bocca o al naso.
Fortunatamente il nostro organismo è in grado di eliminare questi germi quasi sempre, prima che raggiungano i polmoni e causino un’infezione.
In caso di polmonite conclamata, quella di origine batterica non è contagiosa. Comunque, chi ha la polmonite è bene che eviti i contatti con familiari o altre persone che hanno un sistema immunitario debole, perché più suscettibili ad ammalarsi.
Fattori di rischio
Ci sono alcune persone che sono più suscettibili di altre ad ammalarsi di polmonite:
- neonati o bambini molto piccoli.
- Anziani.
- Fumatori.
- Persone che soffrono di alcune malattie respiratorie, come asma, fibrosi cistica o malattie del cuore, dei reni o del fegato.
- persone che hanno un sistema immunitario indebolito (per malattie, come l’influenza, AIDS, per chemioterapia o per farmaci antirigetto dopo un trapianto).
Polmonite: diagnosi
Se si presenta uno dei sintomi sopra descritti, è bene recarsi dal dottore che effettuerà la diagnosi ascoltando il torace con lo stetoscopio, per rilevare eventuali rumori che si manifestano se i polmoni non sono sani. Infatti, in presenza di una polmonite, l’aria genera rumori particolari perché attraversa zone del polmone che sono piene di liquido.
Nel caso in cui il medico pensi che la polmonite sia grave oppure se i sintomi non migliorano dopo 48 ore da quando si è iniziata la cura, bisogna effettuare una radiografia dei polmoni.
Infatti, questo esame serve per valutare quanto è estesa l’infezione e soprattutto per distinguere tra polmonite e bronchite, dato che le due malattie hanno sintomi iniziali simili.
Inoltre, possono essere necessari anche altri esami, come analisi del sangue (emocoltura) e/o esame microbiologico dell’espettorato per identificare gli agenti patogeni e scegliere la cura più appropriata.
Tuttavia, se si avvertono subito sintomi più gravi, come difficoltà a respirare e dolore al petto, è bene andare direttamente al Pronto Soccorso.
Complicanze della polmonite
In alcuni casi di persone particolarmente deboli, perché molto giovani, anziane o affette da altre patologie, per esempio il diabete, la polmonite può dar luogo a complicazioni tra cui:
Pleurite
La pleurite è la più comune fra tutte. Si manifesta quando si infiamma la pleura, cioè la membrana sottile che riveste i polmoni e la parte interna del torace.
In aggiunta, può essere accompagnata anche da versamento pleurico, ovvero dall’aumento del liquido contenuto nello spazio tra polmoni e torace. Di conseguenza, viene compresso il polmone e la respirazione diventa difficile, al punto che questa complicanza può dar vita ad insufficienza respiratoria.
Nel caso in cui l’infezione si estenda anche al liquido e al cavo pleurico (empiema), è necessario intervenire chirurgicamente con un drenaggio o con interventi più invasivi.
Ascesso polmonare
L’ascesso polmonare è una complicazione rara, che può presentarsi in persone che hanno già altre malattie o hanno fatto abuso di alcol.
Si manifesta come una sacca di pus che si forma nei polmoni. Si cura con antibiotici e solo raramente è necessario un intervento chirurgico al fine di drenare l’ascesso e asportare la parte di polmoni coinvolta.
Insufficienza respiratoria
L’insufficienza respiratoria si presenta quando la quantità di ossigeno nel sangue diminuisce oppure quella di anidride carbonica è troppo elevata. Si manifesta con respiro affannoso, cianosi e stato confusionale.
Per curarla si somministra ossigeno e nei casi più gravi può essere necessaria la respirazione artificiale, fino a che non si riesce a curare la polmonite che l’ha provocata.
Polmonite: cura
In genere per il trattamento si usano:
- antibiotici che agiscono contro il tipo di germe che ha provocato l’infezione. In pratica si tratta di somministrare un antibiotico a spettro ristretto. Si somministra invece subito un antibiotico ad ampio spettro (che uccide non solo i batteri della polmonite, ma per esempio anche quelli dell’intestino) solo nel caso in cui la polmonite sia grave o la persona abbia un sistema immunitario debole. Infatti, lo scopo è di ridurre subito la gravità della malattia e il rischio di complicanze.
- Antivirali: in caso di polmonite di origine virale, per esempio provocata da influenza o varicella, in cui non sono efficaci gli antibiotici.
- Antimicotici o antiparassitari: si somministrano per le polmoniti provocate da funghi o parassiti, comunque casi molto rari.
- Farmaci per alleviare febbre e dolore.
- Se necessario, somministrazione di liquidi via endovena e/o ossigeno, quest’ultimo attraverso un sondino che si infila nelle narici.
Inoltre, in alcuni casi può essere necessaria una radiografia del torace dopo 6 settimane dal trattamento per verificare che la polmonite sia scomparsa.
Se i sintomi non sono gravi, chi ha la polmonite può curarsi a casa, sotto controllo medico, seguendo la terapia antibiotica o virale. Ad ogni modo, è raccomandato bere molto e stare a riposo. Tuttavia non bisogna rimanere costantemente a letto ma alzarsi e sedersi.
Quando andare in ospedale
Solo se i sintomi sono più gravi e il paziente non risponde alla terapia può essere necessario il ricovero in ospedale. La stessa cosa vale anche in caso ci siano seri problemi di salute o altre patologie, o se i pazienti sono molto piccoli o anziani.
Se la polmonite evolve in insufficienza respiratoria, possono essere necessari interventi che aiutino la respirazione.
Generalmente, la polmonite risponde bene al trattamento e la persona guarisce, anche se la tosse può persistere dopo la scomparsa degli altri sintomi.
Polmonite: prevenzione
Non è possibile eliminare tutti i rischi di contrarre la polmonite perché la malattia può essere provocata da tante cause.
Però ci sono alcune azioni che si possono compiere per ridurre il rischio. Fra queste:
- smettere di fumare, perché il fumo facilita le infezioni dell’apparato respiratorio.
- Evitare l’abuso di alcol: si è visto infatti che l’uso eccessivo e prolungato di alcol indebolisce il sistema immunitario, che quindi non è in grado di difendere l’organismo dalle infezioni.
- Vaccinarsi.
Inoltre, è importante adottare le comuni pratiche igieniche per evitare la trasmissione dei germi, quindi il contagio, tra i malati e le persone sane, quali:
- coprirsi naso o bocca quando si starnutisce o tossisce, meglio se con un fazzoletto usa e getta.
- Gettare via il fazzoletto usato perché i germi possono sopravvivere anche diverse ore al di fuori dell’organismo.
- Lavare regolarmente le mani con acqua e sapone, per evitare di trasferire i germi ad altre persone o su oggetti o superfici di contatto.
Polmonite: vaccinazione
Efficaci anche nel prevenire alcuni tipi di polmonite o ridurre il rischio di contrarla, sono anche alcuni vaccini.
Vaccino antipneumococco
È raccomandato in particolare per i bambini sotto i 6 anni, gli adulti sopra i 65 anni e in generale per persone con alcuni problemi di salute, come il diabete.
Ad ogni modo, in Italia, il vaccino antipneumococco è gratuito per le persone over 65 e per i nuovi nati (a cui va effettuato entro il primo anno di vita in tre dosi).
Inoltre, basta vaccinarsi una sola volta per essere coperti per tutta la vita.
Vaccino antinfluenzale
Vaccinarsi ogni anno contro l’influenza riduce il rischio di contrarre la polmonite che può essere provocata dall’influenza stagionale.
Infatti, l’influenza può indebolire i polmoni e metterli a rischio di polmoniti batteriche.
Questo vaccino è raccomandato alle persone sopra i 65 anni, alle persone a rischio (come chi ha il diabete o altre patologie croniche), agli operatori sanitari e a chi lavora in comunità.
C’è anche il vaccino anti-haemophilus influenzae di tipo B. Si tratta di un vaccino specifico che può prevenire la polmonite provocata dal ceppo Haemophilus influenzae di tipo B (che provoca anche meningite).
In particolare, questo vaccino è raccomandato a tutti i bambini a partire dai due mesi di età, soprattutto se frequentano asili e/o nido, perché più esposti al contagio.
Polmonite: dieta per convalescenza
I tempi di recupero dipendono dal tipo di polmonite, dalla gravità e dall’età della persona.
Ad ogni modo non bisogna avere fretta di ritornare subito alle proprie attività, ma invece dare tempo all’organismo di recuperare le energie.
Infatti, ci si può sentire debilitati e affaticati, come spesso avviene dopo malattie importanti che ci hanno costretto a letto a lungo.
Durante questo periodo di convalescenza è bene ricominciare pian piano a:
- consumare pasti regolari.
- Alzarsi dal letto.
- Fare un po’ di movimento.
- Esporsi, anche dalla finestra o dal balcone, alla luce solare, evitando ovviamente di prendere freddo.
Se si sono assunti antibiotici, l’intestino potrebbe risentirne, per cui consulta il medico per valutare se assumere integratori a base di probiotici e fermenti lattici per ristabilire l’equilibrio della flora batterica.
Altrettanto importante è seguire un’alimentazione sana e nutriente, soprattutto se si è perso peso durante la malattia. Mangiare poco e spesso può essere una buona strategia per recuperare il senso di appetito e assumere la quantità necessaria di calorie.
Infine, non dimenticare di bere a sufficienza: semplice acqua, oppure tè, tisane, infusi, spremute o centrifughe di frutta e verdura.
Polmonite: cenni storici
Conosciuta già dai tempi antichi, la malattia risulta citata per la prima volta dagli antichi Greci. Ma è solo nel 1881 che viene scoperto lo streptococco pneumonia, un batterio responsabile della maggior parte dei casi di polmonite in tutto il mondo.
Ad effettuare questa importante scoperta furono il francese Louis Pasteur e l’americano George Sternberg, entrambi biologici. Infatti, indipendentemente l’uno dall’altro, i due scienziati individuarono questo batterio nella saliva.
Più avanti, mentre si cercava di mettere a punto un vaccino, negli anni ’30 fu introdotta la sulfapiridina, il primo agente antibatterico. Nonostante il successo che questo farmaco ottenne nel curare Winston Churchill nel 1942, fu presto messo da parte con la scoperta della penicillina agli inizi degli anni ’40. Tuttavia questo antibiotico veniva utilizzato per tutti i tipi di polmonite, anche quelle non di origine batterica, tanto che finì per provocare lo sviluppo di antibioticoresistenze.
Scoperta del vaccino
Finalmente, nel 1977 è stato sviluppato il primo vaccino in grado di proteggere contro la polmonite da pneumococco, anche se è in grado di agire solo contro un numero limitato di sierotipi di streptococco.
Inoltre, nel 2000, è stato introdotto un secondo vaccino, che offre una protezione contro molti più sierotipi, compresi quelli che sono risultati resistenti agli antibiotici.
Fonti