Sommario
L’obesità è un anormale aumento del peso dovuto all’eccessivo deposito di grasso nel corpo. E’ considerato il maggior problema sanitario nei Paesi industrializzati.
Quindi, i chili di troppo e una linea over size non sono solo un fatto estetico ma “pesano” sulla salute dell’individuo perché nel tempo può andare incontro a varie malattie fisiche, disagi psicologici e minore aspettativa di vita.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’obesità è un’epidemia globale, triplicata dal 1975, con quasi 2 miliardi di persone in sovrappeso e 650 milioni di obesi, e risulta la principale causa di mortalità evitabile. Quindi, è fondamentale conoscere e documentarsi sui rischi e i rimedi per l’obesità, sensibilizzando soprattutto i più giovani a uno stile di vita sano ed equilibrato, a tavola e non solo.
Cos’è l’obesità? Definizione e significato
L’obesità è una malattia fisica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso nel corpo, che nuoce gravemente alla salute. L’eccesso di grasso corporeo riguarda sia adulti sia bambini soprattutto dei paesi industrializzati. Infatti, nella società cosiddetta del benessere, una dieta scorretta, con prevalenza di cibi grassi e ipercalorici, e la mancanza di movimento, favoriscono l’eccesso di grasso corporeo.
Questa patologia, diagnosticata in base a vari parametri, tra cui l’IMC-indice di massa corporea (ovvero il rapporto tra peso e altezza, detto anche BMI), può provocare altre malattie collegate, come diabete e infarto, e quindi ridurre l’aspettativa di vita.
Dieta corretta, sport e anche un supporto psicologico servono per prevenire l’obesità e sono utili per perdere chili di troppo per chi è in sovrappeso, con un IMC tra 25 e 30, e a maggior ragione per chi è obeso, con un IMC oltre 30.
Nei casi più gravi, l’obesità può essere curata con l’aiuto di uno specialista affiancato da uno psicologo. Nelle situazioni limite, con IMC superiore a 40, si può ricorrere alla chirurgia bariatrica che, riducendo le dimensioni dello stomaco, limita le abbuffate di cibo.
Di rado, nell’insorgenza dell’obesità, entrano in causa disfunzioni di alcuni ormoni, innanzitutto leptina e insulina, che incrementano la fame.
Diagnosi e misura dell’obesità: il calcolo dell’indice di massa corporea
Il calcolo per sapere se sei nella norma o devi perdere chili di troppo si fa dividendo il tuo peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri. Ma come si calcola? È semplicissimo: basta dividere il proprio peso espresso in chili per il quadrato dell’altezza espressa in metri:
IMC = massa corporea (Kg) / statura² (m).
Per fare un esempio, l’IMC di una persona che pesa 75 chili, con un’altezza pari a 1,80 m, sarà quindi uguale a 23,1.
Per le donne è auspicabile un IMC tra 19 e 24, per essere definite normopeso, mentre per gli uomini i valori si alzano, tra 20 e 25. Nell’ambito del sovrappeso, l’IMC femminile si attesta tra 24 e 30 e quello maschile tra 25 e 30.
Per entrambi i sessi, indici da 30 a 40 segnalano ”adiposità” e quelli superiori a 40 ”obesità grave”.
L’Indice di massa corporea è utile non solo per individuare sovrappeso e obesità, ma è fondamentale per l’epidemiologia, perché è collegato al rischio di morbilità e mortalità per malattie connesse all’obesità, come patologie renali e cardiovascolari.
Obesità infantile
Per stabilire l’obesità infantile, bisogna valutare il peso, la statura e altri parametri, quali la circonferenza del braccio e le misure delle pliche cutanee. In base ai dati, è possibile determinare in quale “percentile” si colloca il bambino, cioè quale sia il suo livello di “sviluppo” in confronto a 100 bambini della sua età.
Il bimbo normopeso si trova all’incirca al 50° percentile, mentre quello che va oltre il 97° percentile è obeso, dal momento che esistono 97 bambini su 100 più magri di lui.
Invece, un piccolo al 90° percentile è in sovrappeso. In altri termini, viene giudicato obeso un bambino che supera del 20% il suo peso ideale. Le verifiche su un bambino vanno effettuate ogni 3-6 mesi, consultando i valori di riferimento standard.
Se ti interessa l’argomento, scopri tutti consigli per prevenire l‘obesità infantile.
Pesi e altezze nella norma nei bambini under 12
Età (anni) | Peso (kg) | Altezza (m) | ||
Minimo | Medio | Massimo | ||
5 | 14 | 18 | 24 | 1,12 |
6 | 15,5 | 20,5 | 27 | 1,19 |
7 | 18,3 | 23 | 30 | 1,24 |
8 | 19 | 25 | 34 | 1,30 |
9 | 21 | 28 | 39 | 1,35 |
10 | 23 | 30 | 43 | 1,40 |
11 | 25 | 33 | 48 | 1,45 |
12 | 28 | 36,5 | 53 | 1,50 |
Pesi e altezze nella norma nelle bambine under 12
Età (anni) | Peso (kg) | Altezza (m) | ||
Minimo | Medio | Massimo | ||
5 | 13 | 18 | 23 | 1,11 |
6 | 15,5 | 20,5 | 27 | 1,18 |
7 | 18 | 22,6 | 30 | 1,23 |
8 | 20 | 25 | 35 | 1,29 |
9 | 21 | 28 | 40 | 1,34 |
10 | 23 | 30,5 | 45 | 1,41 |
11 | 25 | 35 | 50 | 1,47 |
12 | 30 | 40 | 58 | 1,53-1,60 |
Un’iperalimentazione nei primi due anni di vita, oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose, determina anche un aumento del loro numero.
Una volta adulti, nei soggetti si avrà una maggiore predisposizione all’obesità e una difficoltà a scendere di peso.
Sintomi dell’obesità
Nel breve periodo, una persona con chili di troppo fa fatica a compiere le semplici attività quotidiane.
Il corpo può lanciare segnali come:
- Affanno e stanchezza al minimo sforzo, come salire le scale.
- Sudorazione eccessiva.
- Frequenti episodi di apatia o sonnolenza durante il giorno.
Non solo, gli individui grassi manifestano disturbi circolatori, dalla cellulite all’edema linfatico. Hanno anche problemi digestivi, come il reflusso gastroesofageo.
Infine, russano di notte e possono avere apnee notturne, con scarsa ossigenazione del sangue, che può scatenare ipertensione, ictus e infarto.
Inoltre, un obeso può avere problemi alle articolazioni, soprattutto a schiena, anche e ginocchia, a causa del carico ponderale. Ma anche fastidi sulla pelle, tra cui eczemi e irritazioni nei punti soggetti a sfregamento, come l’interno delle cosce.
Obesità: cause
L‘obesità è un fenomeno multifattoriale in quanto può dipendere da più condizioni. Alcune delle cause determinanti non sono modificabili, come l’ereditarietà, l’età e il sesso, a differenza di altre, tra cui i cibi dei fast food e l’abuso di alcool.
Alimentazione sbagliata
Il corpo, per vivere e far funzionare i suoi organi, deve rifornirsi di energia, sotto forma di cibo, misurata in calorie. Se riceve più calorie di quelle che consuma, il nostro corpo le trasforma in grasso.
Tutti, grandi e piccoli, possono avere la tendenza a mangiare spesso e male. Spizzicando a tutte le ore cibi grassi e calorici, come dolci e salatini, corriamo il rischio di ingrassare e di diventare obesi.
Quindi, mangiando più di quello di cui hai bisogno, bruci meno “carburante” di quanto ne introduci, soprattutto se non pratichi attività fisica.
Tra gli errori alimentari più frequenti troviamo:
- Menù monotoni e privi di molti nutrienti.
- Prima colazione scarsa o assente, che induce a spizzicare tra i pasti.
- Cibi iperlipidici (ricchi di grassi) e a elevata densità energetica, come insaccati, “primi” elaborati, fritti, salse, formaggi grassi, snack, dolci cremosi, merendine farcite.
- Alimenti raffinati e quindi con poche fibre, come il pane bianco.
- Porzioni abbondanti, soprattutto di cibi consumati fuori casa.
- Eccesso di bibite gassate e zuccherate e di alcolici.
- Frutta e verdura in quantità minima o nulla.
Obesità e genetica
Comunque i chili in più sono in parte innati, cioè programmati dai geni avuti in dote dai genitori, e in parte generati da circostanze esterne che stimolano la sovralimentazione.
Ereditarietà e ambiente interagiscono tra loro, fin dal grembo materno, per rendere l’individuo grasso o magro.
Con un genitore obeso, un bambino, e poi l’adulto, ha il 40% di probabilità di diventarlo anche lui. Mentre il rischio sale all’80% se padre e madre sono entrambi grassi. Invece, scende al 10% quando i genitori sono normo-peso.
Disfunzione ormonale e patologie
Alvcune malattie, come l’ipotiroidismo e la sindrome dell’ovaio policistico, possono essere alla base del sovrappeso. La sindrome di Cushing o ipercortisolismo comporta un aumento di produzione di cortisolo e quindi di deposito di grasso.
I tumori pancreatici, con l’iperinsulismo, e i danni cerebrali, secondari a un’infezione dell’ipotalamo o a un tumore, stimolano il consumo di calorie in eccesso.
Alla comparsa dell’obesità, potrebbero contribuire, ma con un effetto minore, altre circostanze come:
- Mancanza di sonno.
- Inquinanti che influenzano il metabolismo dei lipidi.
- Gravidanza in tarda età.
- Menopausa.
- Smettere di fumare.
- Stress.
Anche l’uso nel lungo periodo di certi farmaci, come il cortisone e la pillola contraccettiva, possono portare a un sovrappeso importante.
Obesità e disturbi psicologici
I disturbi psicologici non sono direttamente collegati all’obesità ma possono facilitarla. Tra questi vanno segnalate:
- Sindrome da fame notturna.
- Alimentazione incontrollata.
- Crisi d’ansia.
Purtroppo, sono situazioni in cui un soggetto può sfogarsi sul cibo, mangiando in un modo incontrollato e ingrassando, senza poter fare nulla.
Cause psico-sociali
Quando mancano i soldi per poter accedere a un’alimentazione sana, come succede al 10% degli italiani (secondo dati Eurostat/Coldiretti), aumenta il consumo di cibi malsani, altamente calorici e grassi e privi di nutrienti, che sono la causa principale del sovrappeso e sono indice di errori nutrizionali.
Anche un più basso livello di scolarizzazione sta alla base di scelte alimentari scorrette. In Italia, l’incidenza dell’obesità si dimezza quando la madre è in possesso di un titolo di studio elevato.
Dunque il reddito e il ceto sociale influiscono molto sull’obesità, dato che i ricchi possono permettersi cibi salutari e la cura della propria forma fisica, mentre chi ha un reddito basso non riesce.
Rischi e conseguenze dell’obesità
L’obesità conclamata va quindi ritenuta una malattia complessa e cronica perché è un importante fattore di rischio per diverse gravi patologie e può condurre a un decesso prematuro.
A lungo termine, l’aumento abnorme di peso può provocare:
- Diabete mellito tipo 2.
- Sindrome metabolica.
- Ipercolesterolemia.
- Ipertrigliceridemia.
- Calcoli.
- Gotta.
- Trombosi.
- Embolia polmonare.
- Disfunzioni del sistema riproduttivo, come l’amenorrea.
- Steatosi e cirrosi epatica.
- Ipertensione arteriosa.
- Malattie cardiovascolari, tra cui coronaropatie e ictus cerebrale.
- Osteartrosi o artrosi degenerativa.
- Alcuni tumori, in particolare del colon-retto, dell’endometrio, renale, della prostata, della mammella e della colecisti.
Disturbi psicologici negli adulti e nei bambini
Dal punto di vista psicologico, un obeso si sente spesso a disagio e disprezzato in società. Può anche essere imbarazzato, afflitto da complessi di inferiorità e da scarsa autostima, che possono generare depressione.
Invece, i bambini obesi, nei primi anni di scuola, hanno spesso prestazioni scolastiche, comportamentali e sociali inferiori rispetto ai compagni normopeso. Quindi gli scolari grassi hanno maggiori probabilità di non completare l’istruzione superiore.
Inoltre, questi bambini sono svogliati, provano meno soddisfazione per la vita e hanno una probabilità tre volte maggiore di essere vittime del bullismo, fatto che, a sua volta, riduce le prestazioni scolastiche.
In aggiunta, possono soffrire di deformazioni ossee, come le gambe a X e i piedi piatti.
Come curare l’obesità
Diete infallibili, digiuni forzati e rimedi quasi soprannaturali non servono a niente, anzi sono dannosi e peggiorano il problema. In alcuni casi, è possibile ridurre la condizione cambiando stile di vita, passando a una dieta equilibrata e all’attività fisica costante.
Cambiare stile di vita e alimentazione
Per controllare il peso e/o perdere chili, valgono per tutti i 10 consigli della nutrizionista Michela Barichella, Responsabile della Nutrizione Clinica dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano.
1 – Fare movimento
Molto spesso la pigrizia ha la meglio sulla scelta di iscriversi in palestra o fare altre attività.
Per ovviare a questa mancanza, bisogna prediligere esercizi che siano fattibili in qualsiasi momento e che non richiedono attrezzature particolari, come per esempio camminare a passo svelto almeno 45 minuti, un paio di volta alla settimana.
2 – Attenzione ai condimenti
L’olio d’oliva fa bene alla salute, ma ne basta un cucchiaio a pasto, se sei in grave sovrappeso. Negli altri casi, puoi permetterti un mezzo cucchiaio in più.
Ogni tanto va bene anche il burro, ma un panetto non più grande di una zolletta di zucchero.
3 – Non saltare i pasti
Il primo pasto della giornata a cui non bisogna rinunciare è la colazione. Diversi studi dimostrano che il consumo regolare di una prima colazione è associato a una riduzione del rischio di sviluppare obesità, eventi cardiovascolari e diabete.
Proseguire poi la giornata aggiungendo altri due pasti e due spuntini. Il consiglio è di mangiare poco e spesso, cercando di masticare con calma e sezionando il cibo in pezzi piccoli.
4- Verdure a volontà e sì alla pasta
Porzioni di pasta, pane o patate non eccessive e condite con moderazione aiutano il corpo a percepire la sensazione di sazietà, per questo tali alimenti non devono essere eliminati dalla dieta.
Stesso discorso per le verdure: con poco condimento o senza, ne puoi mangiare fino a saziarti.
Invece per la frutta: non bisogna mangiare meno di due frutti al giorno, ma non più di 3 o 4 perché contengono fruttosio che in alte dosi aumenta i trigliceridi. La frutta deve essere ben lavata e masticata.
Può essere mangiata con la buccia in modo da aumentare le fibre in circolo, che facilitano le regolari funzioni intestinali.
5 – Ridurre l’alcool
Un bicchiere di vino o di birra ogni tanto non fa male. L’eccessivo consumo di alcool non aiuta il corpo a eliminare i grassi. Invece, ricordati di bere almeno due litri di acqua al giorno.
6 – Introdurre il pesce nella dieta
Bisogna mangiare pesce almeno due volte alla settimana, in porzioni di 200-250 grammi. È consigliabile assumere pesce fresco, ma per chi è impossibilitato ad acquistarne va bene anche il pesce surgelato, purché di qualità.
7 – Obiettivi raggiungibili per dimagrire
Il dimagrimento eccessivo e rapido è nocivo per la salute, tanto quanto l’essere in sovrappeso.
L’ideale è perdere circa 500 grammi alla settimana. come suggerisce la dieta Melarossa. Ricordati che dieta, letteralmente, significa “regime di vita”, quindi è necessario non solo controllare i pasti e quindi il peso, ma anche non eccedere con le proibizioni.
Inoltre, non vivere il momento della dieta come un periodo tragico, bensì come una sfida con te stesso per migliorare il tuo benessere.
8 – Mantenere il dimagrimento
Un volta raggiunto il peso forma, è importante mantenere il dimagrimento e quindi evitare le oscillazioni del peso (sindrome dello yo-yo). È meglio, infatti, un lieve sovrappeso costante che delle fluttuazioni.
9 – Sì alla dieta, ma con gusto
Ricordati che mangiare è un piacere e deve esserlo anche durante la dieta, per questo è opportuno variare cibi e ricette e, quando possibile, sperimentare.
10 – Rivolgiti ad uno specialista
Se sei in stato di obesità, le diete fai da te possono essere dannose per la salute.
Devi farti seguire da un professionista che va scelto con attenzione, valutando se il suo approccio all’alimentazione tiene conto delle specificità di ogni individuo, per formulare una dieta personalizzata, su misura, e non generica.
Sport
Per gli obesi, uno degli errori più comuni che si possano commettere è quello di avvicinarsi allo sport troppo velocemente. Ovvero andando in palestra tutti i giorni, magari dopo anni di inattività, creando uno stress improvviso ed eccessivo al corpo.
Invece, la cosa giusta da fare è cominciare gradualmente (sia in frequenza che in intensità) e far sì che lo sport diventi parte integrante della tua vita e non sia solo un affiancamento alla dieta a scopo dimagrante.
Inoltre, l’eccessivo peso rende difficile ed estremamente faticosa la pratica di una qualsiasi disciplina sportiva, oltre a causare spesso dolore agli arti inferiori.
L’ideale è dunque cominciare con una semplice camminata, per poi passare a una camminata veloce e poi a una corsa blanda.
Se non ti piace camminare, puoi fare la cyclette in casa, 3 volte a settimana per almeno 30 minuti.
Anche gli sport in acqua sono particolarmente indicati per gli obesi in quanto aiutano a sentirsi più leggeri, grazie alla spinta idrostatica dell’acqua. Inoltre consentono di mettere in moto i muscoli senza gravare sulle articolazioni. Via libera dunque all’acquagym e all’hydrobike.
Presa di coscienza
Purtroppo, l’obesità non viene avvertita sempre da chi, pur avendo un’alterata formazione di adipe, pensa di essere nella norma e non ritiene necessario modificare il suo stile di vita.
Solo una persona in sovrappeso su due ritiene il proprio peso esagerato e, addirittura, tra gli obesi, il 10% lo considera giusto.
Una percezione del proprio stato nutrizionale più esatta si registra nelle donne piuttosto che negli uomini. L’eccesso ponderale moderato si manifesta in prima battuta con la presa di coscienza che qualcosa non va nella propria figura.
La percezione non deve essere soggettiva e semplicemente supposta ma conseguita con prove alla mano:
- Osservare il proprio corpo allo specchio.
- Pesarsi.
- Calcolare il proprio indice di massa corporea.
Psicoterapia
Migliori risultati, con questa tecnica e le altre strategie anti-obesità, puoi ottenerli associando una terapia cognitivo-comportamentale, che può essere individuale o di gruppo.
Secondo la pratica, i responsabili dell’alimentazione incontrollata e dei comportamenti errati a tavola sono i pensieri disfunzionali. Vale a dire convinzioni errate sul cibo e sul corpo. A loro volta, queste cognizioni distorte sono incrementate da comportamenti non idonei, come non controllare il proprio peso.
Entrambi, cognizioni e comportamenti, vengono affrontati in prima battuta con informazioni al paziente sul disturbo, per evitare abbuffate e incoraggiarlo a fare pasti regolari ed equilibrati.
In seguito, lo specialista aiuta a migliorare qualità e quantità del cibo, facendo accettare all’obeso l’idea della dieta e le situazioni a rischio.
Infine, il percorso continua con la prevenzione dalle ricadute, per la quale è utile l’uso del diario alimentare. Le annotazioni vengono discusse con il terapeuta insieme alle emozioni collegate al cibo e alle difficoltà familiari e sociali, che favoriscono il problema.
Chirurgia dell’obesità
La chirurgia bariatrica, o dell’obesità, viene riservata ai grandi obesi, con IMC oltre 40, oppure in presenza di complicanze e solo quando gli altri mezzi hanno fallito lo scopo.
Gli interventi in sala operatoria, per far diminuire l’assunzione e l’assorbimento del cibo, sono di 3 tipi, eseguiti con incisione della parete addominale oppure per via laparoscopica:
- Gastrorestrittivo, che limita l’ingestione degli alimenti tramite un anello gonfiabile (bendaggio gastrico) posizionato per separare una piccola parte dello stomaco dal resto.
- Malassorbitivo, che impedisce in modo drastico l’introduzione di grandi quantità di cibo, riducendo le dimensioni dello stomaco.
- Misto, che unisce le due procedure precedenti, soprattutto tramite il bypass gastrico, con la formazione di una piccola tasca gastrica collegata direttamente all’intestino, saltando lo stomaco.
In genere, dopo l’operazione, c’è una perdita di peso del 50% nel giro di 10 anni e una riduzione del rischio di mortalità e di sviluppare le patologie connesse al grasso corporeo.
Ma la chirurgia bariatrica non è esente da complicanze e non bisogna vederla come unico metodo sicuro.
Anche se è uno strumento efficace a lungo termine, richiede collaborazione e buona volontà da parte del paziente che deve seguire per sempre precise linee guida alimentari e di vita.
Obesità: prevenzione
Educazione alimentare
L’educazione alimentare è una delle armi principali per combattere la malnutrizione e l’obesità e va rivolta non solo al singolo ma alle famiglie.
Molte iniziative, come l’Obesity Day ogni ottobre, la campagna “C’era una volta la cena” di Helpcode e quella “Io vorrei… (che l’obesità fosse considerata una malattia invalidante)” di Open Italy, divulgano i princìpi di uno stile di vita sano.
Decalogo del nutrizionista
Per prevenire l’obesità, ecco il Decalogo della nutrizionista, che consiglia un ritorno alla tradizionale Dieta Mediterranea, modello alimentare al quale si ispira Melarossa.
Un comportamento alimentare corretto comprende:
- Limitazione del consumo di grassi e zuccheri.
- Aumento del consumo di verdure, e cibi freschi.
- Scegliere una dieta variata, con porzioni ridotte.
- Diminuzione o abolizione dell’alcol, nocivo alla salute degli organi e importante fonte di calorie “vuote”.
- Fare una regolare attività fisica, come 30 minuti al giorno per 5 volte alla settimana di esercizio fisico aerobico di intensità moderata.
- I bambini devono giocare o fare sport per almeno 60 minuti al giorno.
- Nel caso in cui si desideri perdere peso, il livello di attività fisica dovrà essere graduale.
- Dare ai bambini un buon esempio in materia di alimentazione.
Prevenire obesità nei bambini: decalogo
La Federazione Italiana Medici Pediatri ha realizzato per Helpcode “10+1 regole” per una corretta alimentazione nei primi due anni di vita, quando si gioca la partita del peso del bambino nel futuro.
A tre anni è ancora bassa la prevalenza dell’obesità, mentre è possibile identificare i bambini a rischio (in sovrappeso) attraverso un attento monitoraggio per mettere in atto, subito, misure di prevenzione.
Il Decalogo della FIMP
Dieta e strategie per educare il bambino
Per vincere le resistenze infantili verso la dieta salutare, si possono mettere in pratica alcuni trucchi:
- Curare la presentazione delle vivande che devono essere semplici, ma variate, colorate e invitanti.
- Proporre al bambino piatti unici sazianti, legumi, gelati alla frutta, ricotta, piuttosto che formaggio, prosciutto crudo o cotto, e insaccati.
- Non tenere in casa patatine, salatini e merendine grasse.
- Preparare fuori-pasto appetitosi e “magri” come macedonie con yogurt, frullati (con latte scremato), spremute, biscotti secchi, dolci fatti con yogurt, in sostituzione del burro, e con frutta, invece delle creme.
- Tenere esposti in cucina un cestino di verdura variopinta, come carote e ravanelli, e uno di frutta, perché il bambino si abitui a consumarle, anche come benefici spezza-fame.
- Mascherare la verdura, se non è gradita, nelle torte rustiche, in purè colorati e nei ripieni; nascondere il pesce in polpettoni o nelle insalate.
- Far partecipare il piccolo alla compilazione della lista della spesa e portarlo con sé al supermercato, per guidarlo nelle scelte.
- Chiedere la sua collaborazione in cucina per migliorare le sue conoscenze su ingredienti e tipi di cottura.
- Invitare i suoi amici a merenda, per fargli condividere con il gruppo le “novità” alimentari e non farlo sentire diverso.
Epidemiologia e diffusione dell’obesità
Obesità nel mondo
I dati sono allarmanti: il 39% della popolazione sulla Terra, pari a quasi 2 miliardi di persone, è in sovrappeso mentre il 13%, ovvero 650 milioni di soggetti, risulta obeso.
La metà della popolazione ha chili in eccesso: in 34 dei 36 paesi OCSE-Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (di cui, tra gli altri, fanno parte l’Italia, l’Australia e il Canada) quasi una persona su quattro è obesa.
Inoltre, I tassi medi di obesità negli adulti nei paesi dell’OCSE sono aumentati dal 21% nel 2010 al 24% nel 2016.
Infine, nel Mondo, è notevole la percentuale di bambini al di sotto dei cinque anni in sovrappeso o perfino obesi. Sono più di 40 milioni ed è un numero purtroppo, in costante aumento.
Europa
In Europa la metà degli abitanti è in sovrappeso, con un tasso di obesità che è in aumento ed è addirittura raddoppiato negli ultimi 20 anni nella maggior parte degli Stati membri.
Italia
In Italia, secondo i dati del primo Italian Obesity Barometer Report, realizzato in collaborazione con Istat, sono oltre 23 milioni le persone over 18 in eccesso di peso, di cui quasi 13 milioni in sovrappeso e oltre 5 milioni in stato di obesità.
In sintesi, il 46% degli italiani, ovvero 1 persona su 2, ha problemi con la bilancia.
Particolarmente rilevante la condizione dei bambini italiani in quanto nella nostra penisola si concentra il maggior numero di piccoli obesi e in sovrappeso a livello europeo. Inoltre siamo il quarto paese al mondo per obesità infantile, preceduti solo da Usa, Nuova Zelanda e Grecia.
- Nella fascia d’età tra 6-9 anni, un soggetto su tre ha un peso anomalo, come indica il Report di Helpcode, organizzazione non profit a favore dei bambini.
- Fino ai 17 anni, il 24,2% dei ragazzi, cioè 1 su 4, ha problemi con la bilancia.
- Su 100.000 bambini in sovrappeso, c’è una prevalenza di maschi, al 21%, mentre le femmine arrivano al 14%.
Il nostro non invidiabile record è insidiato da vicino da ciprioti, greci e spagnoli.
Tra le famiglie italiane, si verificano forti diseguaglianze geografiche dal momento che la diffusione del fenomeno riguarda soprattutto quelle residenti nelle isole e al Sud.
La Campania è in testa alla classifica dei chili in più, con il 40% dei bambini in sovrappeso o obesi, seguita da:
- Molise.
- Calabria.
- Sicilia.
- Basilicata.
- Puglia.
La prevalenza dell’obesità nel Meridione d’Italia è collegata soprattutto a scarse risorse economiche, basso livello di scolarizzazione e conseguente malnutrizione infantile, che sono a livelli superiori rispetto alla media nazionale.
Fonti: