Sommario
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria intestinale che provoca dolore addominale, diarrea grave, affaticamento, calo ponderale e malnutrizione. L’infiammazione causata può interessare diverse aree del tubo digerente e spesso include gli strati profondi della parete intestinale.
La patologia può colpire qualsiasi segmento dall’esofago all’ano, ma la localizzazione preferita si trova nell’ultima porzione dell’intestino tenue (ileite terminale) e nel colon.
La diagnosi è in primis clinica a seguito di un’attenta anamnesi ed è solitamente seguita da una colonoscopia con biopsia annessa. Sebbene non esista una cura per il morbo di Crohn, vari farmaci possono ridurre significativamente i segni ed i sintomi della malattia e indurre una remissione a lungo termine (assenza di manifestazioni).
Uno stile di vita sano con un’attività fisica nel limite della tolleranza, una dieta povera di scorie e l’abbandono del fumo rientrano nei comportamenti che aiutano il paziente a limitare il più possibile il numero di ricadute
Morbo di Crohn: cos’è
Il morbo di Crohn è una malattia cronica che provoca infiammazione nel tratto digestivo.
Può interessare qualsiasi parte del tubo digerente, che va dalla bocca all’ano. La scelta prediletta ricade di solito sull’intestino tenue o l’inizio dell’intestino crasso.
A seconda della localizzazione dell’infiammazione nel tratto digestivo, possiamo riscontrare 6 varianti del morbo di Crohn:
- Morbo di Crohn gastroduodenale: è una forma rara che colpisce principalmente lo stomaco e il duodeno, cioè la prima parte dell’intestino tenue.
- Digiuno-ileite: si verifica nella seconda parte dell’intestino, chiamata digiuno; è anche rara.
- Ileite: comporta un’infiammazione nell’ultima parte dell’intestino tenue o dell’ileo.
- Ileocolite: colpisce l’ileo ed il colon ed è il tipo più comune di morbo di Crohn.
- Colite di Crohn: colpisce solo il colon (intestino crasso) e può interessare gli strati più profondi della parete intestinale.
- Malattia perianale: si manifesta spesso con fistole anorettali (comunicazioni anomala tra il canale anale e altre regioni adiacenti), infezioni profonde (ascesso anorettale), nonché crepe e ulcere localizzate nel canale anale.
Sintomi della patologia
Frequentemente i sintomi compaiono gradualmente e possono essere di varia intensità, da lieve a grave, possono variare e cambiare nel tempo ed alcuni potrebbero peggiorare a lungo termine.
Molto raramente la sintomatologia compare improvvisamente ed in forma grave. In questi casi possono verificarsi complicazioni potenzialmente letali.
Frequentemente la malattia ha un’evoluzione ricorrente, con esacerbazioni (fasi acute) che si alternano a periodi di calma (remissione). Quando la malattia è attiva, i segni e i sintomi includono:
- Diarrea.
- Dolore addominale e crampi.
- Febbre.
- Astenia marcata.
- Perdita di appetito.
- Perdita di peso.
- Sensazione che l’intestino non si sia svuotato dopo la defecazione.
- Sangue nelle feci.
Con il progredire della malattia, le manifestazioni possono diventare più gravi. Tra queste possono verificarsi:
- Fistole perianali (una comunicazione anormale tra il canale anale e altre regioni adiacenti), che provocano dolore e secrezione purulenta vicino allo sfintere anale.
- Ulcere varie, che possono essere localizzate ovunque, dalla bocca fino all’ano.
- Artrite-infiammazione delle articolazioni – nel circa 25% dei casi.
- Irritazione e congiuntivite – infiammazione dell’occhio.
- Infiammazione del fegato e delle vie biliari.
- Manifestazioni cutanee della pelle.
- Anemia da carenza di ferro.
- Calcoli renali.
- Ritardo dello sviluppo e pubertà ritardata nei bambini.
Morbo di Crohn: cause e soggetti a rischio
La malattia di Crohn è più comune nell’Europa occidentale e nel Nord America dove ha una prevalenza di 100-300 casi ogni 100.000 persone.
In Italia si stima che ci siano almeno 150.000 persone affette da malattie infiammatorie intestinali di cui probabilmente il 30-40% affette dal morbo di Crohn. Nonostante la patologia possa manifestarsi a qualsiasi età è più probabile che si sviluppi nelle seguenti persone:
- Soggetti tra i 15 e i 35 anni.
- Chi ha un membro della famiglia, il più delle volte un fratello o un genitore, con una malattia infiammatoria intestinale.
- Fumatori.
Le cause per la comparsa del morbo di Crohn non sono, ad oggi, completamente comprese. Probabilmente si pensa ad un insieme di fattori complessi, in una combinazione di genetica, cause ambientali e stile di vita.
Meccanismo autoimmune
Una delle cause del morbo di Crohn potrebbe essere una reazione autoimmune che si verifica quando l’organismo attacca le proprie cellule sane nel corpo.
Gli esperti ritengono che forse i batteri nel tratto digestivo possano erroneamente stimolare il sistema immunitario che, sovrasollecitato, provoca infiammazione nell’intestino causando i sintomi del morbo di Crohn.
Genetica
La malattia di Crohn a volte può verificarsi nei membri di una stessa famiglia. Gli studi hanno dimostrato che il rischio di contrarre la patologia aumenta se c’è un genitore o un fratello in famiglia a cui viene diagnosticata la malattia di Crohn o la colite ulcerosa. I medici continuano a studiare il legame tra i geni e la patologia.
Altri fattori
Alcuni studi suggeriscono che il rischio di sviluppare la malattia di Crohn è aumentato a causa di alcuni fattori, tra cui:
- Fumo: raddoppia il rischio e provoca anche sintomi più gravi, a volte sollevando la necessità di un intervento chirurgico; è allo stesso tempo il più importante fattore di rischio controllabile.
- Uso smodato di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come aspirina, ibuprofene, naprossene o diclofenac, antibiotici e contraccettivi orali.
- Dieta ricca di grassi.
Morbo di Crohn: diagnosi ed esami strumentali
Il gastroenterologo diagnosticherà la malattia di Crohn utilizzando una combinazione di test e indagini strumentali.
Inizialmente eseguirà una serie di prove per escludere altre malattie come la colite ulcerosa, la malattia diverticolare o il cancro, che possono causare sintomi simili a quelli del morbo di Crohn.
Alcuni accertamenti consigliati sono:
- Esami del sangue: per identificare possibili anemie, infezioni, disturbi elettrolitici e infiammazioni; anche i test di funzionalità epatica possono essere utili.
- Esame delle feci: per identificare emorragie occulte, batteri o parassiti.
- Endoscopia e colonoscopia digestiva superiore: per esaminare rispettivamente il tratto gastrointestinale superiore e l’intestino crasso. Il gastroenterologo preleverà un campione di tessuto da esaminare al microscopio in laboratorio (biopsia intestinale).
- Tomografia computerizzata (TAC) e risonanza magnetica (RMN) consentono un esame dettagliato, in particolare per la valutazione delle complicanze (possibili fistole).
- Endoscopia con videocapsula: è una moderna tecnica mininvasiva che esamina il tubo digerente mediante un piccolo dispositivo che, una volta ingerito dal paziente, ricava immagini fotografiche; rimane comunque una metodica alternativa ma ancora controversa.
Morbo di Crohn: cure, terapie, dieta e trattamenti
Attualmente la malattia di Crohn non può essere curata. Tuttavia ci sono una serie di opzioni terapeutiche che variano caso per caso a seconda della gravità e della risposta al trattamento, che vengono utilizzate sia per il sollievo dei sintomi che per la remissione a lungo termine della malattia.
Farmaci antinfiammatori
È il primo passo nel trattamento della malattia infiammatoria intestinale.
Esempi sono: corticosteroidi e 5-Aminosalicilati (sulfasalazina, mesalamina).
I corticosteroidi sono i farmaci antinfiammatori più utilizzati nel trattamento delle riacutizzazioni di forma da moderata a grave. Invece, le ricadute importanti devono essere trattate in ospedale mediante somministrazione endovenosa e spesso in combinazione con farmaci chemioterapici come la ciclosporina.
Immunomodulatori
Riducono l’infiammazione e vengono utilizzati, ad esempio, in condizioni croniche con fasi acute ripetute che richiederebbero un trattamento a lungo termine con corticosteroidi. Sono spesso usati in combinazione.
Sono efficaci per il trattamento a lungo termine e possono ridurre la necessità di corticosteroidi, mantenendo la remissione per anni. È necessario un attento monitoraggio perché hanno effetti collaterali significativi.
Esempi sono:
- Azatioprina.
- 6-mercaptopurina.
- Metotrexato.
Terapie innovative anti-TNF
Questa classe di farmaci agisce su alcune proteine prodotte dal sistema immunitario. Esempi sono:
- Natalizumab.
- Vedolizumab.
- Infliximab, ecc.
Sono dedicati ai casi gravi e solo sotto la guida di un medico o dello specialista gastroenterologo.
Antibiotici
Gli antibiotici possono ridurre la quantità di secrezioni purulente drenate da fistole e ascessi e talvolta possono curarle senza la necessità di un trattamento chirurgico.
La dieta per il Morbo di Crohn, alimenti giusti e da evitare
Anche i dati relativi alla dieta sono piuttosto discrepanti. Ma si possono descrivere diverse tipologie di alimenti per ogni fase della malattia.
Per quanto riguarda la prevenzione della malattia (da raccomandare soprattutto nei familiari dei pazienti già affetti) si consiglia di seguire la dieta mediterranea ricca di antiossidanti e omega 3.
Quindi alimenti come:
- Frutta e verdura fresca.
- Olio di oliva, noci.
- Mandorle.
- Frutti di bosco.
- Pesce azzurro.
In caso di malattia già conclamata, durante le fasi di remissione si consiglia una corretta prevenzione del malassorbimento di ferro e calcio.
Quindi, in particolare, è raccomandato il consumo di carne (2-3 volte a settimana), pesce e noci per la presenza degli acidi grassi omega 3, che hanno una spiccata azione antinfiammatoria.
Inoltre, per il loro contenuto di calcio e fosforo si consigliano anche latte e formaggi. È importante garantire un corretto assorbimento e utilizzo di questi minerali, anche con l’assunzione di uova e l’esposizione ai raggi solari per l’attivazione della vitamina D cutanea.
Inoltre, è consigliata un’abbondante assunzione di verdure a foglia larga (spinaci, bieta, lattuga) per integrare i folati necessari, soprattutto in pazienti predisposti all’anemia.
Invece, in fase acuta, la terapia è molto più complicata e personalizzata secondo le singole carenze ed esigenze. Spesso si rende necessaria la sospensione dell’alimentazione per bocca e si deve ricorrere, per periodi più o meno lunghi, all’alimentazione artificiale per via orale o parenterale.
Operazione chirurgica
Molti pazienti che soffrono della malattia di Crohn arrivano ad aver bisogno di un intervento chirurgico.
Sebbene sia considerata un’alternativa terapeutica di scelta, circa il 70% dei pazienti viene sottoposto a intervento chirurgico entro 20 anni dall’esordio della malattia.
L’operazione è indicata per risolvere complicazioni quali:
- Occlusione intestinale.
- Fistole.
- Ascessi addominali.
- Gravi emorragie.
Inoltre, essa può essere eseguita per asportare una porzione dell’intestino compromessa e quindi alleviare sintomi gravi che non rispondono al trattamento farmacologico.
Esistono diversi tipi di interventi chirurgici per il trattamento del morbo di Crohn e la decisione viene presa dopo aver discusso con un chirurgo esperto nel trattamento intervenzionale della malattia infiammatoria intestinale.
Gli interventi vengono eseguiti in anestesia generale e spesso prevedono un ricovero di 3-7 giorni. Il recupero completo può richiedere da 4 a 6 settimane.
È importante capire che la chirurgia non cura il morbo di Crohn ed i benefici sono generalmente temporanei in quanto la malattia si ripresenta localmente vicino all’area asportata.
L’approccio migliore a volte è quello di assumere farmaci immediatamente dopo l’intervento chirurgico per ridurre al minimo il rischio di ricaduta, sempre sotto controllo specialistico.
Possibili complicazioni
Occlusione intestinale
Il morbo di Crohn può colpire l‘intera parete intestinale. Nel tempo, le aree interessate possono diventare fibrose e strette, il che può bloccare il passaggio del materiale fecale.
L’ostruzione può essere parziale o completa e provocare una significativa diminuzione o la completa cessazione del transito, arrivando a rappresentare un’emergenza chirurgica.
Fistole
Le fistole sono comunicazioni anormali tra l’intestino ed altre regioni adiacenti. Le fistole possono essere sovrainfettate nel caso in cui batteri arrivino a colonizzare l’area lesa.
Ascessi
Gli ascessi sono sacche riempite di pus formatosi a causa di un’infezione batterica.
Ragadi anali
Le ragadi anali sono piccole ferite nella cute dell’ano che possono causare prurito, forte dolore e sanguinamento, soprattutto durante la defecazione.
Ulcera
L’infiammazione cronica del morbo di Crohn può portare alla formazione di ulcere lungo l’intero tratto digestivo: bocca, intestino o ano.
Malnutrizione
La malnutrizione si verifica quando il corpo non riceve la giusta quantità di vitamine, minerali e sostanze nutritive di cui ha bisogno per mantenere i tessuti sani.
La causa principale è da ricollegarsi alla carenza di cibo oppure allo scarso assorbimento di vitamine e minerali nel tratto intestinale, a causa della mucosa compromessa.
Infiammazione in altre zone del corpo
Può verificarsi infiammazione delle articolazioni, degli occhi e della pelle.
Cancro colorettale
Se la malattia di Crohn è localizzata nel colon il rischio di cancro del colon-retto aumenta considerevolmente.
Tuttavia, se la malattia viene trattata e si ottiene una remissione, questo rischio può essere ridotto. È importante parlare con il proprio medico di famiglia riguardo a quando iniziare lo screening del cancro del colon.
Di solito, nei pazienti a medio rischio, senza malattia infiammatoria intestinale, la prima colonoscopia è più comunemente raccomandata a partire dai 50 anni e ripetuta ogni 10 anni se il risultato è normale.
Nel caso di un paziente con morbo di Crohn i test inizieranno prima e la loro frequenza sarà maggiore.
Trombosi venosa
La malattia di Crohn aumenta il rischio di trombi (coaguli di sangue) nelle vene e nelle arterie.
Prevenzione e convivenza con la malattia
Il tipo di alimentazione adottato non causa direttamente il morbo di Crohn ma alcuni cibi e bevande possono peggiorarne i sintomi, specialmente durante un’esacerbazione.
Infatti, una volta che si è stati diagnosticati con la malattia, il proprio gastroenterologo consiglierà di parlare con un dietologo per aiutare a capire quali alimenti possono influenzare i sintomi e come la dieta può aiutare nel decorso della patologia.
Inizialmente è importante tenere un diario alimentare in cui vengono indicati in dettaglio quali cibi sono stati consumati e quali hanno causato problemi.
Utilizzando queste informazioni il dietologo aiuta il paziente a stilare un programma alimentare che ha il ruolo di migliorare l’assorbimento dei nutrienti, limitando al contempo quegli alimenti che peggiorerebbero la sintomatologia.
Un determinato programma di dieta può funzionare per un paziente ma potrebbe non essere utile per un altro, ma in generale alcune delle raccomandazioni dietetiche includono:
- Consumo di fibre: alcuni pazienti possono permettersi una dieta ricca di fibre solubili come mela, carote, patate e proteine mentre altri cibi come frutta e verdura possono irritare il tratto gastrointestinale.
- Limitare l’assunzione di grassi: il morbo di Crohn può interferire con la capacità dell’intestino di scomporre e assorbire il grasso che, in eccesso, passerà dall’intestino tenue al colon causando diarrea.
- Limitare il consumo di latticini: sebbene molti soggetti non abbiano mai avuto intolleranza al lattosio prima, una volta diagnosticata la malattia di Crohn potrebbero avere difficoltà a digerire i latticini con mal di stomaco, crampi addominali e diarrea.
- Assunzione adeguata di liquidi: il rischio di disidratazione aumenta se il paziente ha diarrea e sanguinamento.
- Integratori vitaminici e minerali: il morbo di Crohn può influenzare la capacità dell’intestino di assorbire correttamente i nutrienti dal cibo; mangiare alimenti ricchi di nutrienti potrebbe non essere sufficiente per cui a volte è possibile discutere con il proprio gastroenterologo su quale tipo di preparati multivitaminici è più opportuno adottare.
Abbandono del tabagismo
Il fumo aumenta il rischio di sviluppare la malattia di Crohn e, una volta diagnosticata, può peggiorarne i sintomi. Le persone affette che fumano hanno maggiori probabilità di ricadere e sottoporsi a un intervento chirurgico.
L’abbandono del tabagismo è una delle misure di supporto più importanti nei pazienti diagnosticati e riduce il rischio di recidiva della malattia del 2% a 2 anni rispetto ai soggetti che continuano a fumare.
Gestione dello stress
Sebbene lo stress non causi il morbo di Crohn, può peggiorarne i segni e i sintomi fino ad innescare una ricaduta. Esempi di attività che possono allentare lo stress sono:
- Praticare attività fisica.
- Esercizi di rilassamento.
- Fare passeggiate nella natura.
- Pregare.
- Meditare.
- Incontrare persone care.
L’articolo è stato realizzato con la collaborazione del dottor Luca Piretta, Medico chirurgo, specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva.