Sommario
La miopia è un difetto della visione per cui un soggetto non riesce a vedere in modo nitido da lontano. Il disturbo, riguardante 15 milioni di italiani, di solito insorge in gioventù e coinvolge cornea e cristallino. Nella miopia, le 2 lenti oculari non rifrangono correttamente la luce e il punto di fuoco è spostato verso la pupilla.
In genere, è l’allungamento dell’occhio che provoca la messa a fuoco dei raggi luminosi davanti alla retina invece che sul suo piano. Il livello di miopia è valutato con la diottria, l’unità di misura del potere di rifrazione di una lente.
La miopia è congenita o acquisita e, in base alle diottrie da 0 a oltre 8, lieve, moderata o elevata. Tra le cause del vizio di refrazione, ci sono genetica, gravidanza, cataratta ed eccessiva attività ravvicinata. Fattori scatenanti sono la familiarità e uno scorretto stile di vita, con troppe ore al pc e poche all’aria aperta.
Sedersi troppo vicini alla tv, mal di testa e strabismo sono i sintomi principali della miopia. L’oculista la diagnostica con strumenti, come la tabella ottotipica, con righe di lettere di grandezza progressiva. Simulando distanze fino a 10 metri, si stabiliscono i decimi di visione, fino a che riga il soggetto vede i segni.
La miopia è corretta con lenti divergenti, a contatto o su occhiali, che fanno confluire i raggi di luce sulla retina. Invece, l’intervento chirurgico, con vari tipi di laser, permette di rimodellare la cornea, ma va praticato solo a miopia stabile.
Il problema si previene con comportamenti corretti, come una dieta ricca di frutta e verdura e una regolare attività all’aperto.
Miopia: che cos’è
La miopia, o ametropia, è un difetto visivo a causa del quale un individuo non vede bene da lontano. In effetti, il miope, guardando a distanza un oggetto circolare, come un punto, lo scorge rotondo ma sfocato.
In condizioni fisiologiche, l’occhio produce un’immagine nitida delle cose lontane, che si forma in corrispondenza della retina. Al contrario, nella miopia l’occhio non mette a fuoco perché i raggi provenienti dall’esterno si focalizzano davanti alla retina.
La radice della parola deriva dal greco μυωπία, termine che combina “occhio” con “chiudersi”.
Il significato dell’anomalia refrattiva allude alla tipica mossa del miope che strizza gli occhi per cercare di vedere meglio. Infatti, strizzare le palpebre permette di aumentare la profondità di fuoco, come con un diaframma.
All’opposto, il miope ha una visione nitida degli oggetti vicini che può mantenere anche in tarda età. Gli occhiali o le lenti a contatto correggono la miopia, ma devono essere prescritti su misura con una visita oculistica.
Epidemiologia
In Italia, sembra che questo vizio di refrazione colpisca circa 15 milioni di persone, con un costante aumento di casi. Invece, in tutto il mondo, sarebbero 2 miliardi le persone miopi riconosciute, con altri numerosi casi sommersi.
In questa epidemia, prevalgono i Paesi dell’Asia Orientale, tra cui Giappone, Cina e Singapore. All’opposto, la minor incidenza del disturbo visivo si rileva in Europa, Australia e America.
Particolarmente rilevante il fatto che, secondo gli esperti, entro il 2050 metà della popolazione sulla Terra sarà miope.
Anatomia dell’occhio
In pratica, l’occhio è un sistema di lenti deputato alla visione: la cornea e il cristallino, all’interno del globo oculare. Però la prima struttura che la luce incontra arrivando agli occhi è il film lacrimale, davanti alla cornea, anch’esso dotato di proprietà refrattive.
Comunque le due lenti deviano i raggi luminosi, provenienti da un oggetto, e li fanno convergere sulla retina. Questa parte dell’occhio è composta da tessuto di origine nervosa e riveste quasi tutto l’interno dell’occhio.
La retina, che è una delle 3 tonache del bulbo oculare e contiene i fotorecettori, sensibili alle onde luminose, recepisce l’immagine. Come un fototrasduttore, questa tonaca trasforma gli stimoli luminosi catturati in segnali bioelettrici e li trasmette ai centri visivi cerebrali.
Mentre la forma della cornea è fissa, il cristallino, modificando la curvatura, può focalizzarsi su oggetti a distanze diverse. Ma, con l’assottigliamento del suo spessore, il cristallino mette a fuoco le cose più lontane dagli occhi.
Il cristallino e la cornea possono non rifrangere correttamente la luce, con il punto di fuoco spostato verso la pupilla. Mentre, il globo oculare può risultare troppo lungo, rispetto al potere diottrico totale, per cui la luce è focalizzata davanti alla retina.
Convergenza
Perciò, il miope ha un eccesso di convergenza, o potere diottrico maggiore, con difficoltà a mettere a fuoco in lontananza.
In pratica, chi è affetto da miopia ha una forma dell’occhio allungata, che altera l’ingresso della luce. Così, i raggi luminosi deviati non vanno a finire, come dovrebbero, sulla retina, ma davanti alla stessa.
La direzione della luce nell’occhio può essere modificata anche da anomalie della curvatura della retina o della cornea.
Anche se comunemente chi è colpito da miopia riferisce che gli “mancano dei gradi”, il concetto non è esatto.
In realtà, i gradi non esistono e la miopia, come tutti i difetti visivi, viene misurata in diottrie, stabilite dall’ottica.
Diottria
La diottria è l’unità di misura del potere di rifrazione di una lente, cioè di modificare la direzione dei raggi luminosi per formare un’immagine. In pratica, più la lente devia il raggio luminoso e più è alto il suo potere diottrico.
In riferimento alla miopia, le diottrie stabiliscono l’entità del deficit e servono per realizzare gli occhiali adeguati. Ad esempio, in un occhio miope di 3 diottrie, i raggi luminosi vengono deviati, per cadere a fuoco sulla retina, con una lente di 3 diottrie.
Pertanto chi è miope di 3 diottrie potrà vedere nitidamente con occhiali forniti di lenti da 3 diottrie.
Ad esempio, chi vede bene solo fino a mezzo metro di distanza ha 2 diottrie di miopia. La messa a fuoco a 33 centimetri corrisponde a una miopia di 3 diottrie, quella a 10 centimetri a 10 diottrie.
Invece, quando vengono indicati i decimi di miopia, si intende la distanza dalla quale un soggetto vede determinate cose. Quindi per la misurazione, viene utilizzata una tabella con righe di lettere di grandezza progressiva, per simulare le distanze.
Simulando così la visione fino a 10 metri di distanza, il decimo segnala il numero di righe che un miope riesce a leggere.
Caratteristiche della miopia
La miopia non permette di vedere bene da lontano e, per mettere a fuoco, richiede l’uso degli occhiali.
Invece, per questioni ottico/refrattive, il difetto della vista è accompagnato dalla visione distinta da vicino, senza occhiali. Il vizio refrattivo non consente ai raggi luminosi di focalizzarsi normalmente sulla retina. Quindi, l’incapacità di mettere a fuoco gli oggetti distanti comporta un offuscamento visivo, che incide sulla qualità della vita.
Ad esempio, un bambino che diventa miope può avere problemi nelle attività scolastiche. Oppure, chi guida può trovarsi in difficoltà al volante, vista la scarsa visione dei tratti di strada lontani o dei cartelli stradali.
Una persona priva di difetti della vista ha una visione nitida del punto più distante dall’occhio, senza accomodazione. In tale condizione, questo punto remoto è posto all’infinito, mentre nella miopia risulta a una distanza finita.
Perciò la distanza massima a cui un miope riesce a vedere in modo chiaro è inversamente proporzionale al livello di miopia.
Se con questo vizio refrattivo non si vede bene da lontano, viceversa si riesce a vedere bene da vicino. Quindi, il miope ha una visione non solo sfocata di tutto quello che è distante ma anche distorta.
Certamente, accorciando la distanza, il miope arriva a scorgere meglio gli oggetti che da più lontano gli risultano sfocati. Quindi, senza il supporto delle lenti correttive adatte, l’interessato continua a strizzare gli occhi nel tentativo di vederci meglio. A lungo andare, questo comportamento può determinare o acuire alcuni disturbi connessi al deficit visivo.
Infatti il miope, soprattutto se non compensa bene con gli occhiali, può facilmente soffrire di mal di testa o affaticamento visivo. Dopo molti anni di miopia, in alcuni soggetti si verificano le miodesopsie, chiamate comunemente “mosche volanti”.
Il fenomeno è dovuto alla estrema lunghezza dell’occhio che deforma il vitreo in cui compaiono appunto questi corpi mobili.
Classificazione della miopia
Della miopia sono definiti 3 stadi, a seconda della sua entità.
- Lieve, che va da 0 a 3 diottrie, in un occhio altrimenti sano.
- Moderata, da 3 a 6 diottrie, di livello medio.
- Elevata, con un difetto visivo oltre le 6 diottrie.
- Le miopie più gravi sono quelle sopra le 7-8 diottrie, specialmente con alterazioni retiniche.
Vizio refrattivo
Inoltre il vizio refrattivo si divide in:
- “congenito,” in quanto presente dalla nascita; il deficit può essere riscontrato subito oppure prima dei 6 anni e avere una gravità variabile, che oscilla tra 4 e 10 diottrie.
- “Semplice”, contraddistinto dalla benignità e derivato da un occhio troppo lungo in rapporto alla sua potenza ottica o troppo potente per la sua lunghezza assiale.
- “Degenerativo”, con caratteristiche evolutive che possono arrivare a compromettere la visione a causa di alterazioni retiniche tipiche. In questo caso, l’allungamento del bulbo oculare è abbinato a complicanze anche gravi del fondo oculare; così possono alterarsi vitreo, retina e coroide con marcato calo dell’acutezza visiva.
Miopia patologica
La miopia viene ritenuta d’ordine “patologico” quando è connessa a malattie oculari, tra cui il glaucoma.
Il disturbo visivo può anche essere acquisito o funzionale, ereditario o evolutivo, nel caso dei bambini in crescita.
In relazione all’eziologia, è possibile distinguere alcuni tipi di miopia:
- assiale, dovuta a un aumento della lunghezza assiale del bulbo oculare.
- Di curvatura, maggiore, di una o più superfici rifrangenti dell’occhio, in particolare la cornea.
- Refrattiva, che riguarda le parti refrattive oculari.
- D’indice, che varia in uno o più elementi dell’occhio.
Forme diverse e particolari di miopia
Infine, possono manifestarsi forme diverse e particolari di miopia:
- pseudomiopia, provocata da spasmi del muscolo ciliare, insorge in modo improvviso oppure peggiora lo stato di miopia preesistente; di solito è transitoria e scompare in breve tempo, ma a volte può avere carattere permanente.
- Notturna, quando il difetto visivo si presenta di fronte a una scarsa illuminazione durante la notte. Il problema, che affligge tutti ma in maniera blanda, può essere dovuto a una disfunzione sferica (della sfera oculare) o cromatica (dei colori).
- A causa del campo vuoto, ovvero se mancano gli stimoli visivi, in particolare nella nebbia o con il cattivo tempo, ma non al buio.
Cause della miopia
Nonostante siano stati eseguiti numerosi studi, la causa della miopia ancora non è completamente chiarita.
Tra i fattori che pare abbiamo qualche influenza sulla miopia troviamo:
Attività ravvicinata eccessiva
L’attività riavvicinata eccessiva ha un effetto inducente la miopia.
Livello di luce
Un basso livello di luce ambientale, durante la lettura e lo studio, influisce sul vizio di refrazione.
Connessione tra istruzione e miopia
Come hanno evidenziato numerosi studi, più le popolazioni sono colte e più la miopia è prevalente e diffusa.
Familiarità
I bambini con un genitore miope hanno 2 volte il rischio di sviluppare miopia rispetto agli altri.
Se padre e madre sono entrambi miopi, la probabilità per il figlio sale di 8 volte. Quindi, la familiarità è un importantissimo fattore predittivo per la miopia.
All’aumentare del livello di miopia dei genitori aumenta anche la probabilità di comparsa di miopia nei figli. In alcune famiglie, la miopia, tra altri marcatori genetici, può essere trasmessa da una generazione all’altra, senza intervalli. La ricerca ha scoperto circa 40 geni in relazione con il disturbo, ma si prevede che ne saranno identificati altri.
Refrazione periferica retinica (defocus):
Le immagini sfocate nella periferia dell’occhio (retina periferica) potrebbero entrare in gioco nello sviluppo e progressione della miopia. Comunque, ci sarebbero lenti che provano a intervenire su questa condizione.
Accomodazione
La contrazione del muscolo ciliare, necessaria per la messa a fuoco delle immagini ravvicinate, è detta accomodazione. Un suo eccessivo stimolo può produrre una tensione sulla parete dell’occhio (sclera) con conseguente allungamento dello stesso. Tuttavia, studi in tal senso non sono ancora stati intrapresi.
Gravidanza e miopia
E’ convinzione comune che la gravidanza peggiori la miopia.
In alcuni casi è vero, ma non in tutti, anche perché all’opposto, qualche donna migliora. Il fenomeno è dovuto alle modificazioni ormonali, che si riassorbono dopo il termine dell’allattamento.
Il computer peggiora la miopia?
Non è dimostrato che l’uso del pc possa aggravare direttamente il deficit visivo, ma forse le attività prossimali (come leggere, guardare tablet e schermo del pc), specie in condizioni di bassa luminosità ambientale, possono incidere sulla miopia.
Genetica
Sicuramente i fattori genetici intervengono nella formazione del problema di visione da lontano.
Cataratta
L’opacizzazione del cristallino, tipica dell’età avanzata, può portare a miopia, ma anche al suo contrario.
Infatti, l’ipermetropia può subentrare a seguito delle modifiche interne dell’indice di deviazione della luce. In caso di cataratta, il difetto di rifrazione viene denominato “miopia di indice”.
In genere la miopia è dovuta all’eccessivo allungamento del globo oculare che però a volte non si verifica. Infatti, il vizio refrattivo può derivare da un cristallino troppo potente o con la superficie anteriore molto curva.
Anche la cornea è chiamata in causa nell’insorgenza della miopia quando ha una curva eccessiva. Inoltre, il problema visivo può comparire con il cheratocono, degenerazione della cornea che diventa sottile, sfaldata e a forma di cono.
Insorgenza e fattori di rischio della miopia
Nella miopia semplice, si riconoscono alcuni fattori scatenanti sia genetici sia ambientali. Infatti lo sviluppo del vizio di refrazione può essere dovuto alla familiarità o ad abitudini che lo favoriscono.
Secondo una scuola di pensiero, si possono segnalare alcuni comportamenti nocivi per la visione. Ma, alcuni specialisti ritengono che la miopia venga agevolata dall’eccesso di lettura o di lavoro, che comporta stretta vicinanza agli oggetti.
Stile di vita
Quindi, lo stile di vita e ciò che circonda una persona possono concorrere allo sviluppo della miopia.
Ad esempio, passare poco tempo all’aperto può predisporre alla comparsa del vizio rifrattivo. Inoltre, troppe ore al chiuso, davanti al televisore o al computer, e giochi infantili sedentari sembrano facilitare la miopia.
Riguardo alle attività scolastiche, in particolare i bambini che restano a lungo chini sui libri possono andare incontro a miopia.
Nella nostra epoca, a differenza delle generazioni precedenti, l’affaticamento visivo è frequente, a causa delle nuove tecnologie. Durante la giornata, tutti si impegnano in numerose operazioni digitali, come inviare una mail o guardare la televisione.
Infatti, secondo un’inchiesta del The Vision Council, del 2016, il 60% delle persone passa più di 5 ore al giorno davanti a uno schermo.
Le varie fonti di luce blu-viola sono nocive in quanto affaticano la vista, procurando una sensazione di tensione agli occhi. Scrutare a breve distanza e a lungo un piccolo schermo, come quello dello smartphone, produce affaticamento accomodativo.
Gli occhi devono concentrarsi tra un pixel e l’altro e le palpebre sbattono di meno, per cui subentra secchezza oculare.
Anche la luminosità del televisore, soprattutto in una stanza buia, costringe gli occhi a continui adattamenti alle variazioni di luce. Gli stakanovisti del digitale sono sottoposti a riverberi luminosi variabili, riflessi e passaggi da lettere grandi a quelle piccole e viceversa,
Quindi, le condizioni visive imposte da uno schermo in modo continuato possono far nascere o accentuare la miopia.
Età di insorgenza della miopia
Comunque, l’età di insorgenza del difetto di visione è variabile, perché può anche essere presente alla nascita. In alcuni soggetti, la miopia compare nella prima infanzia, in altri nell’adolescenza o più tardivamente.
Miopia transitoria
Esistono anche miopie transitorie che sono collegate ad alcune cause:
- farmaci, che velocemente inducono calo della vista fino a 7 diottrie.
- Iperglicemia, soprattutto in caso di diabete, in rapporto all’aumento del valore del glucosio nel sangue che produce perdita visiva di poche diottrie.
- Traumi, che colpiscono direttamente l’occhio e generano miopia fino a 6 diottrie, ma che di solito si risolve in circa 10 giorni.
- Vecchiaia, in quanto gli anziani diventano più suscettibili al disturbo.
Quali sono i sintomi della miopia
Di solito la miopia si manifesta in gioventù, progredisce e poi smette di crescere in età adulta.
In prevalenza, il difetto visivo appare in età scolare, aumenta durante lo sviluppo e si stabilizza intorno ai 20 anni.
Bambino
Nel bambino, si possono osservare alcuni segni che indicano il vizio di rifrazione:
- il piccolo potrebbe sedersi molto vicino al televisore, per distinguere meglio le immagini.
- Può accusare frequenti o assidui mal di testa.
- Nel bambino, spesso si nota lo strabismo.
- Negli scolari è significativo il fatto di non poter leggere quanto scritto sulla lavagna o nei cartelli didattici.
Adulti
Negli adulti, la miopia si manifesta soprattutto con difficoltà alla guida e nel riconoscere le persone per strada.
Sintomi principali
Per tutti, i sintomi principali e caratteristici del deficit sono:
- calo di vista da lontano.
- Necessità di avvicinarsi agli oggetti per vederli a fuoco.
Inoltre, i miopi vanno soggetti frequentemente a cefalee e tensioni muscolari del collo, nel tentativo di acuire la visione. Molto significativo è lo strofinamento degli occhi, che nella miopia si verifica più del normale.
Comunque, il segnale che contraddistingue la miopia è quello di sedersi troppo vicino alla tv, alla lavagna o altri oggetti. Gli occhi miopi sono particolarmente affaticati e stanchi, e, a volte, strabici, se non hanno i 2 assi visivi allineati.
Miopia e occhio pigro
Se la miopia non è corretta in modo adeguato, lo strabismo può peggiorare ed è possibile che si instauri l”occhio pigro”. Questa ambliopia consiste nella funzione visiva di un occhio ridotta o assente, anche senza danni oculari organici sottostanti.
A causa dell”occhio pigro”, l’acuità viene fortemente ridotta, con gravi disagi e problemi per l’interessato. Soprattutto, i miopi di vecchia data o con poche diottrie possono soffrire di glaucoma, correlato a una pressione dell’occhio elevata.
Oltre che dalla cataratta, l’occhio miope può essere colpito da distacco della retina, la trazione del tessuto retinico. Tale condizione altera la trasmissione dei segnali luminosi e degli stimoli nervosi che consentono al cervello di formare un’immagine.
Nelle persone con forte miopia, il bulbo oculare può subire vere rotture retiniche, provocate dall’eccessivo sforzo a cui è sottoposto. Tuttavia, le anomalie di forma e curvatura nel globo oculare non hanno effetto sulla visione da vicino, che è conservata.
Diagnosi della miopia
Il riscontro della miopia è esclusivo dell’oculista, nel corso di un’accurata visita al paziente.
Nell’adulto, è possibile valutare lo stato refrattivo dell’occhio con appositi strumenti, come i test visivi standard. Grazie alle attrezzature, lo specialista può misurare anche la lunghezza del bulbo oculare, aumentato in caso di miopia.
Invece, per i bambini, che spesso non collaborano, si utilizzano strumenti dedicati, ma si può anche ricorrere alla schiascopia. Questa tecnica manuale, attraverso il riflesso dei raggi di luce, permette all’oculista di stimare i difetti della vista.
In base all’esame visivo, lo specialista è in grado di decidere l’entità di miopia da correggere. Infatti, non è scontato che sia necessaria la correzione totale, ma questa viene personalizzata sulle esigenze della persona.
Esame della vista
Tramite la tavola ottotipica, l’oculista può individuare il grado di capacità visiva del paziente, espresso in decimi. Per l’esame della vista, la tabella riporta alcune righe di simboli o di lettere che hanno dimensioni in progressione.
Così viene simulata la distanza di visione fino a 10 metri, per appurare fino a che livello il soggetto legge i segni riportati. Un occhio normale, senza difetti, può arrivare a vedere tutte le immagini della tavola e quindi avere10/10.
I controlli periodici della vista sono opportuni per tutti, ma si rivelano indispensabili per i più piccoli.
Le visite preventive oculistiche dovrebbero iniziare nel neonato, entro i primi 3 giorni dalla nascita. In seguito, dopo 4 settimane, il controllo oculistico permette di scoprire eventuali patologie congenite, come la cataratta.
Entro i primi 2 mesi di vita, si può fare un secondo test per evidenziare nel bambino problemi sfuggiti al primo. Invece, per escludere un occhio pigro, che fa prevalere la visione con l’altro, si raccomanda un esame verso i 2-3 anni d’età.
Infine, a 5 o 6 anni, la visita oculistica è necessaria per controllare lo sviluppo della vista, prima dell’ingresso a scuola.
Miopia: come correggerla
Riguardo alle terapie, la situazione è ancora arretrata, in quanto non esiste un trattamento contro la miopia. A questo proposito, va chiarito che gli occhiali non curano il vizio di refrazione, ma sono solo sostitutivi della vista.
Tipo di lente
Comunque, nei bambini molto piccoli gli occhiali sono obbligatori, anche perché prevengono l’occhio pigro. In pratica, le lenti sono una protesi, come una stampella, che permette di vedere ma non influisce sull’evoluzione del disturbo.
Nella miopia, bisogna riportare a una visione normale l’occhio che, essendo allungato, ha una messa fuoco prima della retina.
Qualsiasi tipo di lente corregge il difetto di refrazione allungando il fuoco e facendo così cadere la luce sulla retina. Quindi, per il problema refrattivo si possono usare lenti frontali in vetro o in plastica, su montatura, o lenti a contatto.
I più utilizzati sono gli occhiali, dotati di lenti negative, o divergenti, che fanno confluire i raggi di luce esattamente sulla retina. In questa “protesi”, le lenti in plastica si graffiano facilmente, mentre quelle in vetro sono più resistenti ma si possono rompere.
Lenti a contatto
Le lenti a contatto sono un prezioso strumento, consigliato dall’adolescenza, da usare però con molta attenzione. Come gli occhiali, anch’esse fanno divergere i raggi paralleli, ma non hanno effetti univocamente dimostrati nel rallentare la miopia.
Giornaliere o monouso, morbide o dure, le lenti a contatto devono essere alternate sempre agli occhiali correttivi. In genere, le lenti a contatto più usate sono morbide, composte da plastica flessibile, e idrofile, perché assorbono acqua.
Grandi, coprono la superficie della cornea e permettono all’ossigeno di raggiungerla per mantenerne il tessuto. Dal momento che sono sferiche e appoggiate sulla cornea, le lenti a contatto consentono di vedere tutto il campo visivo.
Se non sono pulite e utilizzate bene, ad esempio se si portano di notte, le lenti a contatto possono dare gravi infezioni.
A seguito della formazione di ulcere corneali, il paziente corre il rischio di complicanze serie e dolorose, fino alla cecità.
Ortocheratologia
Dubbi si hanno sull’effetto di rallentamento della miopia dell’ortocheratologia, considerata un’alternativa all’intervento chirurgico. La tecnica sfrutta la deformazione temporanea della cornea ottenuta con lenti a contatto applicate nelle ore notturne.
Le lenti utilizzate sono di forma particolare, detta a geometria inversa, che riuscirebbe a correggere il difetto visivo. In questo modo, il soggetto durante il giorno non sarebbe più miope, ma il trattamento è sconsigliato da molti oculisti.
Lenti multifocali
Alcune ricerche sostengono l’utilità delle lenti multifocali, per evitare lo stimolo, detto defocus periferico. L’uso di occhiali multifocali ridurrebbe la progressione della miopia, non consentendo l’accomodazione dell’occhio. Il meccanismo produce le stesse condizioni che si verificano durante la vita all’aria aperta.
Le lenti multifocali eviterebbero un’altra causa del progredire della miopia, il defocus periferico ipermetropico. In questo caso, la parte periferica della retina riceve un’immagine sfocata, in modo ipermetropico, che si proietta oltre la retina.
Correggendo questa sovracorrezione miopica periferica, le lenti multifocali riducono anche lo sforzo accomodativo nella lettura. Tuttavia, anche riguardo a questo tipo di lenti non c’è una concordanza di tutti gli specialisti sulla loro efficacia.
Infine, dal punto di vista farmacologico, discreti risultati deriverebbero dalla somministrazione quotidiana di atropina a basso dosaggio.
Trattamento chirurgico per curare la miopia
La correzione dei difetti refrattivi, anche della miopia associata all’astigmatismo, può esser effettuata con il laser.
L’intervento viene proposto quando la miopia è ormai stabile da almeno un anno, di solito dopo i 18 anni d’età. Le procedure utilizzano il laser ad eccimeri, che produce impulsi di luce, nell’ambito dell’ultravioletto, e riduce la curvatura della cornea.
Questo può essere impiegato da solo o insieme ad un altro, caratterizzato da tecnologia a femto-secondo. In questo caso, si tratta di chirurgia refrattiva corneale, che realizza un “modellamento” (o ablazione) della cornea.
Sulla lente trasparente anteriore, o più esterna dell’occhio, avviene la modificazione indotta della sua curvatura. Così viene permessa la messa a fuoco delle immagini sulla retina e si compensa il difetto visivo.
Tecnologie operative
Attualmente vengono applicate tecnologie operative diverse per eseguire questo genere di correzione:
- PRK: è una tecnica di superficie in cui il laser ad eccimeri compie direttamente l’ablazione sulla superficie corneale.
- LASIK: prevede prima una lama (microcheratomo) oppure il laser a femtosecondo che incide creando uno sportello nella porzione anteriore della cornea; poi questo viene sollevato affinché il laser ad eccimeri possa fare il trattamento (o ablazione) nella porzione interna della cornea, o stroma.
Una recente tecnica, la SMILE, impiega solo il laser a femtosecondo per formare un tassello direttamente nello stroma corneale. Una volta asportato questo, con un’incisione molto piccola, la cornea può assumere una curvatura adeguata alla correzione del difetto visivo.
Come scegliere la tecnica più adatta
La scelta su quale tecnica utilizzare, PRK, SMILE o LASIK, dipende soprattutto dal tipo di difetto da correggere.
Nella pratica, vengono considerate anche le caratteristiche della cornea da trattare e le necessità ed abitudini del paziente.
InfattI, la possibilità di correzione del difetto di vista va affrontata in maniera diversa in alcuni casi:
- difetti refrattivi molto alti, sopra le 8-9 diottrie di miopia.
- Contemporanea presenza di una patologia dell’occhio, come cataratta, irregolarità della cornea, dovuta a cicatrici della parte, o debolezza strutturale, come nel cheratocono.
In tali condizioni, è necessario un intervento chirurgico all’interno dell’occhio, ad esempio asportando il cristallino. Infatti, questa lente, presente nel globo oculare, con il tempo può opacizzarsi creando la cosiddetta cataratta.
Protesi o lente oculare
Al posto del cristallino, viene impiantata una protesi o lente intraoculare (IOL) di un potere adatto a correggere la miopia. Nei pazienti più giovani e con cristallino trasparente, esiste un’altra opportunità di correzione di un difetto elevato.
L’impianto di lente intraoculare fachica consiste nell’introduzione di una lente nell’occhio, mantenendo il cristallino naturale.
In caso di patologie corneali, tra cui opacità, cicatrici o cheratocono evoluto, parte del difetto dipende dall’irregolarità della cornea. Inoltre, per poter migliorare o correggere la situazione, è spesso necessario sostituire il tessuto corneale, con un trapianto di cornea.
Cosa fare per prevenire la miopia
L’identificazione precoce dei primi fastidi nella visione da lontano è importante per correggere e possibilmente arrestare la miopia. Anche cambiare abitudini scorrette può influenzare in modo positivo il corso del disturbo visivo.
Perciò la prevenzione si basa sull’evitare i fattori potenzialmente miopizzanti, come restare concentrati per ore davanti al pc. Infatti, secondo alcuni oculisti, il dilagare dei dispositivi digitali, con lettura e visione ravvicinate allo schermo, ha incrementato la miopia.
Invece, sembra che una regolare e costante attività all’aperto potrebbe avere un effetto benefico sugli occhi.
Perciò i bambini e chi è a rischio di miopia, ma anche gli altri, dovrebbero trascorrere molte ore all’aperto. Il movimento, la luce naturale e l’aria meno inquinata potrebbero rallentare il processo negativo oculare.
Alimentazione e stile di vita
In un corretto stile di vita, l’esposizione al sole favorisce la sintesi di vitamina D, che può avere esiti salutari sulla vista. Ad ogni modo, gli occhi vanno sempre difesi e protetti dai danni dei raggi solari con lenti appropriate.
Inoltre, una corretta alimentazione, ricca di frutta e verdura, permette l’assunzione di micronutrienti salutari per l’occhio. Le vitamine A, E e C sono antiossidanti che potrebbero proteggere dai danni ossidativi le diverse strutture oculari.
I flavonoidi, pigmenti naturali dei vegetali, hanno azione anti-infiammatoria e aiutano la retina. Invece, le procianidine, contenute soprattutto in mirtilli e agrumi, sono utili per il microcircolo e come antiossidanti.
La luteina, concentrata in verdure a foglia verde e avocado, può ridurre il rischio di alterazioni croniche dell’occhio.
Consigli pratici per rallentare la miopia
Quindi, adottando buone pratiche di vita è possibile ridurre i problemi visivi. Ad esempio:
- fare pause regolari davanti al computer
- spostare ogni tanto gli occhi verso un orizzonte più lontano
- non stancare troppo la vista con letture prolungate o di pagine a caratteri piccoli
- limitare gli hobby che comportano lunghi periodi di messa a fuoco di oggetti a distanza ravvicinata.
In definitiva, per il benessere degli occhi, è opportuno leggere o utilizzare apparecchi digitali con una corretta illuminazione ambientale. Inoltre, è sempre bene alternare frequentemente la visione ravvicinata con quella a distanza e mantenere una postura corretta.
Comunque, è importante sottoporsi con regolarità a controlli visivi, almeno ogni 2 anni per gli adulti e annualmente per i bambini.
Se una persona non corregge tempestivamente anche un piccolo problema di refrazione, si espone a danni maggiori. Tuttora resta da valutare la reale efficacia protettiva, oltre che delle lenti a contatto, di quelle anti-defocus periferico.
Con la consulenza del dr Alberto Lanfernini, oculista presso San Pier Damiano Hospital Faenza, e della dr.a Romina Fasciani, Dirigente Medico alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS Roma, UOC di Oculistica: membri dell’AIMO-Associazione Italiana Medici Oculisti e di Rosanna Ercole Mellone, divulgatrice della nutrizione e del benessere.
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