Sommario
Con maculopatia si intendono varie degenerazioni della macula, area centrale della retina, connesse a deficit della vista. L’anomalia del tessuto fotosensibile comporta immagini deformate, colori alterati e, a volte, una macchia nera nella visione.
Essendo la macula responsabile della percezione visiva centrale e dei colori, ogni sua lesione si ripercuote su questa visione. Le 2 forme principali di maculopatia, o AMD, sono quella “umida”, o essudativa o neovascolare, e la “secca”, o atrofica.
Nella prima, rapida e aggressiva, i nuovi vasi sotto la retina causano emorragie e cicatrici, con gravi danni visivi. L’AMD secca si sviluppa lentamente, con depositi sottoretinici lipo-proteici, ed è legata all’età, per cui è detta DML.
Prevalente nelle donne e dopo i 60 anni, la degenerazione maculare interessa in Italia 1 milione di soggetti e nel mondo 30 milioni.
Fattori di rischio per l’ADM sono fumo, diete grasse, obesità, colesterolo alto e ipertensione arteriosa. Per altre maculopatie, come l’ereditaria e la miopica, condizioni scatenanti sono patologie, traumi e infezioni.
Per prevenire il disturbo, serve uno stile di vita corretto, con dieta sana e moderazione con fumo, alcolici e sole.
Maculopatia: che cos’è
Nella definizione di maculopatia rientrano alcune condizioni patologiche che interessano tutte la macula. Infatti, la zona che si trova al centro della retina, nella parte posteriore del bulbo oculare, può alterarsi per varie cause.
Questo tessuto fotosensibile permette una visione nitida e particolareggiata per cui, se si deforma, la vista degenera. Quindi, il disturbo può determinare:
- immagini deformate
- colori alterati
- campo visivo ridotto
- macchia nera.
Solo di rado la malattia porta alla cecità completa, anche se può danneggiare seriamente la vista. Esistono 2 forme di maculopatia, diverse per formazione, manifestazioni, evoluzione e gravità dei sintomi.
Il tipo “umido”, essudativo o neovascolare, è quello più rapido e aggressivo, collegato a una perdita visiva progressiva. Invece, la forma ”secca”, o atrofica, provoca, lentamente, macchie di alterazione della visione che possono allargarsi e unirsi.
Oltre all’età avanzata, alcuni fattori contribuiscono all’insorgenza della maculopatia, come ipertensione, fumo e diabete.
Le terapie sono rivolte alla forma umida, per evitare nuovi vasi sanguigni anomali, responsabili della maculopatia. Se il disturbo non viene trattato, può compromettere pesantemente le normali attività quotidiane, come guidare e leggere.
Maculopatia degenerativa
La maculopatia a volte viene chiamata erroneamente retinica perché si ritiene che la retina sia interessata completamente. Il malinteso è dovuto alla posizione del tessuto colpito, la macula, che ne è l’area centrale.
Quindi il cattivo funzionamento della retina dipende dall’alterazione di questa parte essenziale, collocata al suo centro. Invece, Il danno graduale alla macula può portare alla perdita progressiva e inarrestabile della vista.
Però di solito il processo degenerativo inizia e prosegue con una visione centrale offuscata. In effetti i coni, fotorecettori della macula, aumentano la luminosità delle immagini e rendono nitida la visione.
Tuttavia, alcuni fattori possono compromettere il meccanismo, attaccando e deteriorando i coni. La maculopatia è collegata soprattutto all’età, anche se non sono chiare le cause del processo.
Quante forme di maculopatia ci sono?
Per maculopatia, si intende la malattia che riguarda la macula, spesso in relazione all’invecchiamento, ma non solo.
All’anomalia o alla perdita della visione centrale, competenza della macula, intervengono vari fattori che contraddistinguono le maculopatie.
Tipologie ereditarie
Le tipologie “ereditarie” comprendono: la distrofia maculare giovanile o di Stargardt, quella North Carolina, la pseudo-infiammatoria di Sorsby, la tipo Butterfly, la malattia di Best o distrofia vitelliforme e l’edema maculare cistoide dominante.
Maculopatie acquisite
Delle maculopatie “acquisite” fanno parte: la miopica, il foro maculare idiopatico, l’edema maculare cistoide, le maculopatie conseguenti a traumi e infezioni e quella degenerativa legata all’età, AMD.
Tra tutte queste, la tipologia più diffusa è l’AMD che si distingue in 2 tipi, a seconda delle caratteristiche.
La forma secca o atrofica progredisce lentamente, spesso in entrambi gli occhi, ma può evolvere in quella più grave nel 10% dei malati. In questo caso, i tessuti della macula si assottigliano con scomparsa delle cellule, ma senza emorragie o cicatrici.
Poiché la parte centrale retinica si consuma con gli anni, sotto di essa si accumulano ammassi di materiale lipidico-proteico. Quindi, la raccolta di questi depositi grassi giallastri, o “drusen”, sta alla base della manifestazione degenerativa atrofica.
Invece, la forma essudativa o umida è meno comune ma più severa ed è contraddistinta dalla nascita di nuovi vasi sanguigni. Le neoformazioni vascolari proliferano nello strato di tessuto sotto-maculare e creano cicatrici sotto-retiniche.
Particolarmente rilevante il fatto che i neovasi possono rilasciare sangue e liquidi nella parte all’interno della retina.
Pucker maculare
Diversa è la pucker maculare, detta maculopatia a cellophane o fibrosi premaculare o membrana epiretinica o piega maculare.
In tale condizione, che in genere compare dopo i 50 anni, è presente una sottile membrana sulla retina. Si tratta di tessuto cicatriziale che determina il raggrinzimento della retina e anomalie e annebbiamento della vista.
In ogni caso, qualsiasi tipo di degenerazione maculare provoca alterazione e riduzione della funzionalità della parte. Di conseguenza, chi è portatore di maculopatia accusa visione distorta e una diminuzione di quella centrale.
Il meccanismo della visione
Nella parte posteriore dell’occhio, la retina contiene le cellule sensibili alla luce, o fotorecettori, e vasi sanguigni di nutrimento. La parte più reattiva di questa membrana è la piccola area detta macula, ricca di milioni di fotorecettori, fittamente stipati.
Ciascuno di essi è collegato a una fibra nervosa, che si congiunge alle altre in fasci per formare il nervo ottico. I fotorecettori retinici traducono l’immagine in impulsi elettrici che vengono trasmessi al cervello attraverso il nervo ottico.
Dei due tipi di recettori, i coni, concentrati nella macula, sono responsabili della percezione visiva accurata centrale e dei colori. Queste cellule sono collocate nella foveola, zona più sottile della fovea, depressione retinica al centro della macula.
I coni sono appunto in grado di trasformare i segnali luminosi in impulsi bioelettrici, offrendo una visione distinta. Invece, i bastoncelli, più numerosi, sono distribuiti nella periferia della retina e permettono la visione notturna.
Infatti, questi fotorecettori fanno percepire forme e movimento in condizioni di scarsa luce, ma non i colori.
Quali sono le cause della maculopatia
L’origine dell’ADM
La più comune, degenerazione maculare senile, altamente invalidante, aumenta con l’avanzare dell’età. Gli specialisti ipotizzano che con il trascorrere degli anni diminuisca l’apporto di sangue e sostanze nutritive agli occhi.
Le cellule oculari, senza un’adeguata energia, si atrofizzano, diventano sottili e non svolgono più le loro funzioni visive. Altrimenti, la retina potrebbe subire piccole perdite di sangue, con conseguenti cicatrici che ne rompono le cellule.
Del resto, nella forma secca, si formano sulla retina accumuli di scorie cellulari, che possono riassorbirsi oppure calcificare.
Invece, nella tipologia umida, con il tempo, nascono in modo anomalo nuovi vasi sotto la retina che viene danneggiata. Comunque le probabilità di ammalarsi sono maggiori con uno stile di vita scorretto, che comporta fattori di rischio, come:
- fumo
- diete troppo ricche di grassi saturi
- obesità
- colesterolo alto
- ipertensione arteriosa.
Altre condizioni che contribuiscono all’insorgere di maculopatia sono l’esposizione eccessiva ai raggi solari e il sesso femminile.
La malattia è agevolata anche dalla predisposizione genetica che può essere scoperta con uno specifico test. Infatti, se in famiglia qualcuno è affetto dalla malattia, si hanno più possibilità di sviluppare qualunque forma di maculopatia.
Retinopatia miopica
Nelle persone con miopia elevata, oltre 6 diottrie, può manifestarsi la maculopatia miopica. Anche in questa situazione, si verifica una degenerazione maculare, però diversa da quella senile.
Infatti, la malattia può presentarsi in giovane età e progredire con il tempo ed è dovuta all’allungamento dell’occhio. La deformazione a sua volta provoca varie alterazioni anatomiche per cui la retina subisce lesioni e stiramenti.
Poiché il tessuto non viene più irrorato correttamente, si assottiglia ed è soggetto a rotture. Così a livello della macula si può verificare atrofia dei vasi sottoretinici che crea un’area bianca al centro dell’occhio.
Inoltre, si possono instaurare la rottura di una membrana sottoretinica e la produzione di neovasi, con maculopatia umida.
Degenerazioni maculari da malattie o accidenti
La maculopatia diabetica consiste in una complicazione del diabete stesso, non ben controllato. Con la glicemia alta, si sviluppano piccoli vasi sanguigni che sfiancano e fanno trasudare la parte liquida del sangue nella zona maculare.
Nella forma non proliferante, la maculopatia diabetica comporta:
- emorragie retiniche
- edemi
- ischemie.
Se i capillari occlusi sono molti, si ha la forma proliferante, con sofferenza della retina e sviluppo di altri vasi sanguigni anomali. Il diabete può essere alla base della pucker in cui si rilevano condizioni scatenanti, come l’uveite o un trauma oculare.
Il puker maculare, così come il foro maculare, è associato ad alterazioni dell’interfaccia vitreo-retinica. Infiammazioni, innanzitutto la corioretinopatia sierosa centrale, e infezioni, tra cui la corioretinite da Toxoplasmosi, causano maculopatia.
La patologia può derivare da lesioni sull’occhio, come l’edema di Berlin, o complicanze post-operatorie, soprattutto dopo l’intervento di cataratta.
Anche l’assunzione di alcuni farmaci è correlata a maculopatia come:
- Tamoxifene
- Antimalarici
- Clorpromazina
- Tioridazin.
Problemi vascolari, ad esempio l’occlusione vascolare retinica arteriosa o venosa, centrale o di branca, determinano degenerazione maculare.
In ogni caso, le cellule della retina, una volta danneggiate o rotte, non possono più rigenerarsi.
Maculopatia: quali sono i sintomi
Poiché la maculopatia non causa dolore, a volte passa inosservata, almeno nei primi momenti. In particolare, se la patologia colpisce un solo occhio non viene notata, perché il difetto è compensato dall’altro, sano.
Segnali d’allarme possono essere l’annebbiamento e una visione deformata nel centro del campo visivo.
Chi è colpito da degenerazione maculare si accorge della patologia soprattutto perché subisce un calo della vista. All’esordio, il disturbo può riguardare solo la lettura che diventa difficoltosa e necessita di un aumento della luce.
Anche infilare un ago o riconoscere i segnali stradali alla guida può diventare problematico. Così, ad esempio, leggere i caratteri piccoli o riconoscere i volti può risultare faticoso.
In seguito, il maculopata ha una visione delle immagini distorta e alterata e vede i colori meno brillanti e nitidi. All’interessato, dopo mesi o anni, gli oggetti possono sembrare rimpiccioliti, micropsie, oppure ingranditi, macropsie.
In sintesi, la maculopatia corrisponde a una perdita graduale della visione centrale, con la sensazione di avere un velo davanti.
Ad essa si unisce la metamorfopsia, ovvero una percezione distorta e scarsamente dettagliata delle cose dritte. In questo modo, il paziente vede ondulati i gradini, le piastrelle, le righe dei libri e tutte le linee che invece sono rette.
Inoltre, la patologia comporta anche una visione sfocata dei colori che appaiono sbiaditi e con poco contrasto.
Diagnosi
Test fondamentali
I soggetti devono essere sottoposti al test di acuità visiva, in particolare da vicino, per controllare la funzionalità maculare. Infatti, i malati guardando attraverso un apposito foro, detto stenopeico, vedono molto meno di chi ha una buona vista.
Con l’esame del fondo oculare, vengono visualizzate le strutture interne dell’occhio. In una stanza poco illuminata, lo specialista osserva soprattutto corpo vitreo, retina e testa del nervo ottico per mezzo dell’oftalmoscopio.
Le pupille, dilatate dal collirio midriatico, vengono esaminate usando una lente interposta tra apparecchio e paziente. Così la fonte luminosa, una lampada a fessura, permette di vedere il segmento posteriore dell’occhio e le degenerazioni della macula.
Una prova basilare è il test di Amsler che permette di valutare in modo preciso la capacità visiva intorno al punto di fissazione. Il test, anche per l’autodiagnosi, consiste in una griglia a quadretti, con al centro un punto nero che deve essere fissato dal paziente.
I maculopatici vedono segmenti deformati e ondulati, invece che linee tutte rette e perpendicolari tra di loro.
La prova, che constata la condizione dell’area floveale e parafloveale, serve per la diagnosi e per seguire il decorso della degenerazione. Inoltre, può essere effettuato un test color per controllare la capacità del soggetto di scorgere l’effettiva intensità cromatica.
Altre indagini non invasive sono proposte tramite l’elettrofisiologia oculare che si basa sui fenomeni elettrici associati alla visione. La funzionalità delle strutture visive e le possibili patologie sono esplorate in modo analogo all’elettrocardiogramma per il cuore.
Essenzialmente si utilizzano 4 metodiche:
- EOG-elettroculogramma
- ERG-elettroretinogramma
- PEV-potenziali evocati visivi
- PERG-elettroretinogramma da pattern.
Esami strumentali
La conferma di maculopatia a volte richiede altre indagini, come l’angiografia al verde di indocianina. Anche per monitorare l’eventuale progressione della malattia, si praticano esami specialistici strumentali.
L’OCT, tomografia ottica computerizzata, esamina lo stato di macula e nervo ottico tramite la ricostruzione al computer degli strati retinici. Sfruttando il riflesso dei raggi laser infrarossi inviati sulla retina, si scattano fotografie della membrana. Simile a un’ecografia, l’OCT analizza tutti gli spessori della retina e rileva eventuali alterazioni, soprattutto della macula.
Invece, l’angiografia con verde di indocianina prevede l’iniezione nella vena del braccio della persona dello speciale colorante. Quando il verde di indocianina passa attraverso i vasi sanguigni della retina, si possono individuare zone anomale nella stessa.
La fluorangiografia, simile alla prima, studia la circolazione di retina e coroide, evidenziando aree ischemiche e lesioni dovute a nuovi vasi. Dopo la dilatazione delle pupille con l’apposito collirio midriatico, al paziente viene iniettato in vena un colorante.
Di fronte al rettinografo, al soggetto sono scattate alcune foto per formare una mappa retinica, con le zone malate.
Di utilizzo recente, l’OCTA, angiografia senza iniezione di colorante, rileva la vascolarizzazione della retina senza impiegare sostanze.
Complicazioni della maculopatia
Nel campo visivo, con la maculopatia possono sopraggiungere macchie grigie che, con il peggioramento, si trasformano in nere. Quindi la degenerazione maculare può provocare la perdita totale al centro del campo visivo.
Questa grave condizione è detta scotoma negativo, in quanto lo stimolo luminoso non viene percepito per riduzione o assenza di sensibilità. Lo scotoma negativo non permette più di scorgere e distinguere i dettagli nel punto in cui il soggetto fissa lo sguardo.
La macchia che preclude la visione centrale può produrre, rapidamente o nel corso di mesi, anomalie della vista importanti. Nell’osservare un volto, il paziente scorge le orecchie ma non l’espressione della persona, poiché non vede occhi e bocca.
Allo stesso modo, guardando l’orologio, può individuarne la forma ma non le lancette, e quindi l’ora indicata.
Invece, nella forma neovascolare, la diminuzione della vista può essere improvvisa e marcata. In effetti, la neovascolarizzazione sottoretinica è la complicanza più pericolosa anche per la tipologia miopica. Quindi, la condizione dannosa comporta un immediato e brusco calo della vista, molto importante.
Con la visione centrale fortemente compromessa, l’individuo ha la sensazione di avere sempre una macchia al centro dell’occhio.
Dal momento che la visione laterale non è coinvolta, gli oggetti ai margini della macchia rimangono visibili. Per lo stesso motivo, difficilmente la maculopatia, in fase avanzata, può portare alla cecità completa.
Come curare la maculopatia
Farmaci
Soprattutto in caso di maculopatia umida bisogna intervenire al più presto per evitare la progressione della malattia. Per bloccare i neovasi, si può ricorrere a iniezioni intravitreali in prossimità della macula, effettuate in ambiente sterile.
I farmaci più utilizzati sono gli anti-VEGF, o Vascular Endothelial Growth Factor, che a volte possono migliorare la vista.
Le sostanze iniettabili sono di diverso genere e prevedono iniezioni a intervalli bimensili o trimestrali. Alcuni medicinali contengono cortisone, indicato nella degenerazione maculare da diabete, trombosi venosa o uveite.
Per la maculopatia secca senile, esistono più terapie, tra cui la doxiciclina a basso dosaggio. I farmaci inibitori della cascata infiammatoria promossa dal Complemento agiscono sul fattore infiammatorio (detto Complemento). Su questi si concentra l’attuale ricerca che, in Inghilterra, ha sviluppato una nuova cura genica, o GT005.
La terapia consiste in un virus che viene iniettato, una sola volta, sotto la retina ed è in grado di modificare alcuni geni.
In questo modo le cellule dell’epitelio pigmentato ritornano a funzionare correttamente e la maculopatia secca si arresta. Per la maculopatia ereditaria, in America è stato messo a punto un farmaco che potrebbe riparare il gene responsabile del difetto.
La sostanza comprende un virus adenovirale che trasporta una copia sana del gene errato. Inoculato sotto la retina, durante la vitrectomia, il farmaco trasferisce il gene sano dentro le cellule dell’epitelio pigmentato.
Trattamenti
Per contrastare l’edema della maculopatia essudativa, viene consigliata anche la fotocoagulazione laser. L’intervento, in ambulatorio e sotto anestesia con un apposito collirio, impiega un raggio di luce concentrata che distrugge i neovasi.
Il laser giallo micropulsato serve per alcuni tipi della patologia, come quella diabetica o la CRSC, Corio Retinopatia Sierosa Centrale. Con questo strumento, l’energia laser viene suddivisa in molti picchi, o pulse, separati da pause di riposo.
In tale maniera, viene limitato il riscaldamento dei tessuti e si riducono i danni, come le cicatrici pericolose per la vista.
Infatti, il laser tradizionale brucia le cellule e le distrugge, mentre quello micropulsato le rispetta e attiva le cellule dell’epitelio pigmentato.
Altra alternativa per la forma umida è la terapia fotodinamica, più indicata per la maculopatia miopica o associata con gli anti-VEGF. Per endovena, viene iniettata una sostanza fotosensibilizzante che si accumula nei vasi neoformati.
In seguito, si applica un laser non termico che richiede l’accortezza di evitare l’esposizione alla luce nei 3 giorni successivi.
Invece, il laser 2 RT viene suggerito da molti specialisti per trattare la maculopatia secca, ma i risultati non sono certi.
La vitrectomia è un’operazione chirurgica riservata soprattutto ad alcune maculopatie:
- miopica
- diabetica
- pucker
- foro maculare.
Con microstrumenti, sonda e vitrectomo (bisturi automizzato), si rimuove il corpo vitreo, che occupa in gran parte il globo oculare.
L’eliminazione del corpo vitreo, sostituito da umor acqueo o gas o olio di silicone, non richiede suture ma la parete si richiude da sola.
Supporti
Anche se non è possibile recuperare la vista persa con la maculopatia, il paziente può imparare a usare meglio quella residua. Allo scopo, viene proposta la riabilitazione visiva che è improntata sulla funzione rimasta per sfruttarla al massimo.
Attraverso esercizi mirati e tecniche di stimolazione, il malato può tornare a leggere e a praticare le normali attività quotidiane.
Soprattutto in caso di DMS, per sfruttare le zone di retina ancora funzionanti, vengono applicate lenti intraoculari. Quelle telescopiche riescono ad ingrandire le immagini che arrivano sulla parte centrale della retina.
Invece, le lenti prismatiche sono in grado di spostare la messa a fuoco su aree retiniche, poste fuori dal centro e sane.
Queste lenti speciali vengono inserite all’interno dell’occhio durante l’intervento di cataratta oppure nei pazienti già operati. Però non tutti i soggetti possono accedere all’operazione di impianto, che è efficace solo a determinate condizioni.
Occhiali
Per i maculopati, sono stati realizzati occhiali particolari, che, avendo potere di ingrandimento, aumentano l’acuità visiva. Le lenti degli occhiali ipercorrettivi, utili innanzitutto per leggere, funzionano di più se viene incorporata la luce.
Molto correttivo è l’occhiale aplanatico in cui una costruzione ottica permette di ingrandire un’immagine, senza deformazioni. Inoltre, il sistema dei telescopi e dei cannocchiali può essere montato sugli occhiali per dare ingrandimenti da vicino e da lontano.
Video ingranditori
Così, il soggetto può guardare la televisione, leggere cartelli distanti, infilare un ago e fare altre attività di precisione.
Se la vista è fortemente compromessa, si può optare per video ingranditori, ovvero televisioni a circuito chiuso. Una telecamera riprende l’oggetto che poi viene fatto vedere all’interessato su un monitor e ingrandito.
A disposizione esistono vari modelli, dal più piccolo, come una lente, al più grande, da tavolo, analogo a un televisore. La ricerca è ora concentrata sull’uso del computer che permette ingrandimento, contrasto, colori ottimali e altri benefici.
Tra l’altro, applicazioni dedicate sono studiate anche per tablet e smartphone, per un uso semplice ed efficace.
Altro campo innovativo è quello della retina artificiale, di cui ogni anno si sviluppano ulteriori modelli.
Retina arteficiale
Ancora utilizzata in pochi casi, la retina artificiale sarebbe riservata a chi ha perso la vista a causa di retinite pigmentosa.
Candidate sarebbero le persone con compromissione di macula e visione periferica, con perdita di campo visivo laterale. Dispositivi di diverso genere, come microchip o elettrodi collocati a livello della retina, dovrebbero rimpiazzare i fotorecettori distrutti.
Per poter funzionare, la retina artificiale richiede energia e strumenti esterni, come ricevitori o telecamere, che recepiscono i segnali luminosi.
Perciò la complessità del sistema, ancora in via di sviluppo, lo limita a casi molto particolari, privi di altre possibilità. Gli scienziati si stanno occupando dell’innesto di cellule staminali, trattamento promettente nella retinite pigmentosa.
Come prevenire la maculopatia
Dieta e cibi per proteggere la vista
Alcuni fattori modificabili, in particolare l’alimentazione, possono rallentare la maculopatia e anche prevenirla.
La dieta per difendersi dalla degenerazione maculare dovrebbe essere ricca di:
- antiossidanti
- carotenoidi
- acidi grassi polinsaturi.
Le vitamine antiossidanti A, C ed E svolgono un ruolo profilattico sul danno alla macula dovuto all’età. I carotenoidi sono in grado di proteggere l’area, mentre gli acidi grassi omega-3 hanno un’azione strutturale.
In pratica, il regime mediterraneo si presta meglio alla prevenzione in quanto basato su cereali, vegetali, pesce e olio extravergine d’oliva.
A tavola bisognerebbe abbondare in:
- Arance
- Kiwi
- Fragole
- Mirtilli
- Frutti di bosco
- Carote
- Zucca
- Spinaci
- Cavoli
- Peperoni.
Ad esempio, gli spinaci e le carote apportano beta-carotene e luteina, il pesce omega-3 e i cereali integrali zinco, tutti anti-maculopatia.
Al contrario, un’alimentazione tipica dei Paesi Industrializzati, fatta di cibi ipercalorici, raffinati e grassi, è un fattore di rischio. Se la dieta risulta carente dei nutrienti salutari, è possibile fare ricorso a specifici integratori alimentari per completarla.
Integratori
Più utili contro la malattia sono i supplementi contenenti:
- Vitamine B, C, E
- Antiossidanti
- Luteina
- Zeaxantina
- Selenio
- Zinco.
Buone pratiche
Poiché l’età avanzata favorisce la degenerazione maculare, bisogna intervenire sulle condizioni che accelerano l’invecchiamento.
Quindi è bene non fumare, in quanto il fumo ha un forte impatto su cuore e circolazione, agevolando la malattia. Inoltre, è opportuno moderare gli alcolici dato che superando la dose di 3 drink giornalieri il difetto oculare si manifesta precocemente.
Anche stare attenti all’esposizione al sole è una strategia di prevenzione perché gli occhi sono sensibili ai raggi ultravioletti. Perciò è necessario indossare gli occhiali da sole per proteggersi dagli effetti negativi solari sulla retina.
Soprattutto alcuni individui, come gli agricoltori, devono schermare gli occhi perché esposti alla luce in modo continuo, per anni.
I raggi eccessivi, raggiunta la macula, danneggiano l’epitelio pigmentato e i fotorecettori, soprattutto i coni per la luce blu. Inoltre, l’esposizione all’inquinamento o a sostanze tossiche andrebbe evitata perché innesca pericolose reazioni ossidative sulla retina.
In caso di famigliarità alla maculopatia, è importante iniziare il più presto possibile la prevenzione, senza attendere la diagnosi.
SOS Macula
Per i loro diritti, come una diagnosi precoce, i pazienti hanno a disposizione Associazioni dedicate, come il Comitato Macula di Genova. Senza fini di lucro, l’ente è impegnato perché i soggetti riescano ad affrontare il difetto oculare e a conviverci nel migliore dei modi.
Allo scopo, il Comitato ha istituito il servizio “SOS Macula” che, in tutta l’Italia, propone di seguire ogni malato secondo le sue esigenze. Anche i familiari dei maculopati possono chiedere assistenza per trovare le soluzioni più adatte ai loro problemi.
“SOS Macula” vuole essere un punto di incontro per avere informazioni su patologia, prevenzione e percorso terapeutico.
La consulenza viene effettuata anche per difficoltà legislative, operative ed assistenziali, compreso il settore del lavoro.
Maculopatia: epidemiologia
La maculopatia prevale nel sesso femminile e compare soprattutto dopo i 60 anni d’età.
La degenerazione maculare riguarda il 18-20% degli anziani, con preferenza per i soggetti a pelle chiara e fumatori. Nei Paesi Sviluppati, la maculopatia rappresenta la causa principale della perdita della visione centrale dopo i 55 anni.
Secondo l’OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità, il 41% dei non vedenti deve la cecità alla maculopatia.
Nel mondo, si stima che siano oltre 30 milioni le persone che soffrono di questa alterazione della vista. Uno studio, condotto in alcuni continenti, su una larga fascia di popolazione, ha scoperto l’alterazione in molti dei partecipanti.
La maculopatia è stata riscontrata nello 0,2% dei soggetti tra i 55 e i 64 anni e nel 13% degli ultra 85enni. Visto il miglioramento dell’aspettativa di vita nei Paesi Industrializzati, è previsto un incremento della patologia.
Negli Stati Uniti, più di 8 milioni di cittadini presentano questa patologia della vista.
Italia
In Italia, gli individui affetti da maculopatia sono ritenuti un numero tra 800.000 e 1milione. Ogni anno, nel nostro Paese, si verificano oltre 80.000 nuovi casi riconosciuti della malattia.
In generale, si calcola che la maculopatia colpisca circa 200 italiani al giorno, che spesso arrivano in ritardo alla diagnosi. Inoltre, sarebbero circa 200.000-300.000 i pazienti che risultano afflitti dalla forma più avanzata e grave.
La tipologia più frequente della degenerazione maculare è quella secca che riguarda l’80% dei malati. Tuttavia, la maculopatia atrofica può progredire e trasformarsi in quella umida nel 10-15% dei casi.
Negli ultimi anni, fino al 2020, si è assistito a un aumento del 50% delle maculopatie, a livello mondiale.
Con la consulenza degli esperti dell’Associazione Italiana “Comitato Macula“ di Genova e di Rosanna Ercole Mellone, divulgatrice della nutrizione e del benessere.
Ti è piaciuto il nostro articolo? Condividilo su Pinterest.