Giorgia Soleri, la 25enne fidanzata del leader dei Maneskin Damiano, parla della vulvodinia, malattia di cui soffre da 8 anni.
Uno sfogo per dar voce alle donne che soffrono di una patologia non ancora riconosciuta.
Vulvodinia: che cos’è
Dolore, sofferenza e poca comprensione. Giorgia Soleri di sfoga su Instagram rivelando di soffrire di vulvodinia.
Ma di che si tratta?
La vulvodinia o Sindrome vulvo-vestibolare (SVV) è una malattia organica, ginecologica, caratterizzata da infiammazione della vulva. Come si legge sul sito dell’Osservatorio malattie rare:
Si tratta di una sindrome multi-fattoriale fortemente invalidante, che rientra nelle cosiddette allodinie, condizioni essenzialmente caratterizzate dalla comparsa di dolori associati a stimoli normalmente innocui. La forma di vulvodinia più frequente, che interessa circa l’80% dei casi, è quella localizzata al vestibolo vaginale, definita vestibolite vulvare o vestibolodinia.
Si manifesta con bruciore e dolore cronico che compare soprattutto durante la minzione o i rapporti sessuali.
Una patologia molto invalidante, come l’endometriosi, di cui soffre una donna su 7.
In Italia colpisce circa il 15% delle donne, soprattutto in età fertile.
Giorgia Soleri: l’appello dell’influencer
Giorgia Soleri non è solo la fidanzata di Damiano David, cantante dei Maneskin, ma anche una influencer con 145 mila follower su Instagram.
La malattia di cui soffre è spesso definita “invisibile”, perché molto difficile da diagnosticare, ma dolorosa e molto invalidante perché caratterizzata da una forte percezione dolorosa.
Giorgia si apre ai suoi fan e spiega i motivi che l’hanno spinta a rivelare la sua malattia:
“Ho deciso di raccontare la mia storia in un post dopo che il mio dolore è stato, per l’ennesima volta, messo in dubbio e contestato. Spero possa essere utile, come lo è stato per me, leggere le testimonianze di chi ha avuto una diagnosi e ha deciso di condividerla per portare avanti questa battaglia. Meritiamo riconoscimento e rispetto, tempi di diagnosi umani e terapie a costi accessibili. E meritiamo di essere ascoltate”.
In un altro post, ha aggiunto:
“Oggi nelle stories vi ho parlato della mia malattia, in questa foto ve la mostro, la chiamano “malattia invisibile”, ma io ricordo con estrema precisione, tutte le rinunce e le limitazioni a cui mi ha costretta. Così ho deciso di mostrarvi la parte più brutta, più marcia, più nera, ma più reale.”
Un modo per sensibilizzare sui problemi e le difficoltà che provoca la vulvodinia e sul fatto che deve essere riconosciuta dallo Stato e dal sistema sanitario nazionale.
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