Sommario
L’extrasistole è un’aritmia cardiaca, cioè quando un battito extra si origina da zone non comuni del cuore. In questo caso i sintomi non sono sempre presenti oppure possono essere avvertiti come “pause al cuore” o “sfarfallio del cuore”.
La diagnosi viene confermata tramite ECG, prova da sforzo o registrazione Holter di 24, 48 o 72 ore. Le extrasistoli sono frequenti, apparentemente idiopatiche e generalmente considerate una condizione benigna che può essere gestita con misure conservative. I beta bloccanti possono essere molto efficaci.
La terapia di ablazione con catetere a radiofrequenza è generalmente riservata ai pazienti la cui qualità di vita è disturbata da sintomi fastidiosi o a quelli con tachicardia ventricolare sostenuta.
Ma un corretto stile di vita con controlli periodici dal cardiologo può rendere la patologia innocua senza incorrere in conseguenze importanti.
Extrasistole: che cos’è
Le extrasistoli (note anche come battiti prematuri) sono pulsazioni che hanno origini inusuali (come le camere inferiori del cuore, dette ventricoli).
La parola in sé potrebbe essere divisa in “extra” e “sistole”, cioè contrazione extra del miocardio.
Infatti, i battiti normali hanno origine nelle camere superiori del cuore, più precisamente nel nodo seno-atriale. I battiti ectopici, che danno origine al cosiddetto “sfarfallio del cuore”, si verificano prematuramente e lo fanno contrarre in modo diverso.
Ma a seconda dell’esatta sede di origine, le extrasistoli possono essere classificate come:
- Sopraventricolari (atriali), che si generano al di sopra del livello del ventricolo.
- Ventricolari (VES), che si generano proprio all’interno delle camere inferiori.
Extrasistoli sopraventricolari
I battiti cardiaci prematuri che si verificano nelle camere superiori del cuore sono contrazioni atriali premature (extrasistoli atriali). Spesso causate da disturbi della valvola mitrale o insufficienza cardiaca, possono (ma non sempre) predire l’insorgenza della fibrillazione atriale.
Extrasistoli ventricolari
Il battito extrasistolico è un’attivazione elettrica spontanea. Si verifica in aggiunta alla normale frequenza cardiaca (ritmo sinusale) e ha origine nelle due camere del cuore chiamate ventricoli.
Normalmente il muscolo cardiaco batte a causa di un focus automatico (pacemaker naturale) chiamato nodo del seno. Invece, l’extrasistole ventricolare si verifica a causa della comparsa di un nuovo focus che “non ascolta” il ritmo normale e batte contemporaneamente.
Ciò fa sì che il ritmo sia irregolare e la contrazione del miocardio sia inefficiente, con una diminuzione delle prestazioni complessive.
Ma le extrasistoli ventricolari possono essere completamente asintomatiche oppure avvertite come:
- Interruzioni di frequenza cardiaca.
- Battito cardiaco mancato.
- Disconforto nella frequenza cardiaca.
- Dolore toracico.
- Vertigini, raramente perdita di coscienza, ecc.
Extrasistole: quali sono i sintomi
Molti pazienti non avvertono i sintomi dell’extrasistole. Invece altri possono provare una sensazione di “sbattimento” nel petto/stomaco o di vuoto/pausa nell’attività cardiaca che risulta abbastanza sgradevole, spesso preoccupando il soggetto.
Questa sensazione si verifica perché, dopo un battito prematuro, il ciclo cardiaco si ripristina. Inoltre, è preceduto da una breve pausa, facendo sentire al paziente che il “cuore si è fermato” per un momento.
Altri sintomi includono vertigini, sensazione di bruciore al petto o mancanza di respiro.
Questi sono più comuni di notte o a riposo perché la frequenza cardiaca è più lenta e consente così di fare attenzione ai battiti ectopici.
Non esiste un’età specifica che predispone alla formazione di extrasistoli. Inoltre, molti pazienti possono manifestare sintomi sporadicamente e senza particolari fattori scatenanti o in modo intermittente, con pause di settimane o mesi tra gli episodi.
Le extrasistoli sono pericolose?
Nella maggior parte dei pazienti, che hanno un cuore strutturalmente normale, i battiti ventricolari ectopici sono quasi sempre benigni. Quindi, non richiedono alcun trattamento a meno che non causino sintomi fastidiosi.
Solo nei pazienti con danno cardiaco strutturale (valvulopatie, ventricoli dilatati, fibrillazione) la presenza di extrasistoli ventricolari può essere un marker di aumentato rischio.
Extrasistole: cause e soggetti a rischio
Le extrasistoli ventricolari sono dovute a un’area del ventricolo che non si sincronizza più con il battito cardiaco principale.
Le cause di questo tipo di aritmia possono essere diverse, come:
- Forti emozioni.
- Stress.
- Stati d’ansia.
- Panico.
- Squilibrio nella ritenzione di sali minerali (consumo eccessivo di lassativi o diuretici).
- Febbre.
- Infezioni.
Sono tutti casi in cui l’aritmia è considerata benigna. Ma i sintomi tendono a peggiorare a riposo, a volte soprattutto dopo i pasti o di notte, scomparendo con il movimento fisico.
Se invece aumentano con l’attività fisica, le extrasistoli sono spesso indicative di una patologia più importante. Quindi, richiedono terapie farmacologiche o interventi volti alla cura della malattia di base.
Il consumo di caffè o bevande energetiche, l’abuso di alcol o la privazione del sonno/stanchezza eccessiva sono di gran lunga i fattori scatenanti più comuni. I sintomi di molti pazienti migliorano significativamente con la correzione dello stile di vita.
Anche i cambiamenti ormonali in gravidanza o in menopausa possono favorire la comparsa delle extrasistoli ventricolari.
Verosimilmente, un problema gastroesofageo come il reflusso o l’ernia iatale, crea una “spina irritativa” che favorisce le banali quanto fastidiose extrasistoli.
Occasionalmente, un‘infezione virale del cuore (miocardite) può servire da fattore scatenante e quando questa va a sovrapporsi in un soggetto già cardiopatico può richiedere un trattamento più complesso.
Di notte le extrasistoli sono più frequenti?
Durante il sonno possono essere rilevate numerose aritmie, la maggior parte benigne. Di solito riflettono il cambiamento del sistema nervoso autonomo caratteristico delle varie fasi del sonno.
Quando i sintomi e le alterazioni emodinamiche non accompagnano un blocco atrioventricolare o una bradicardia, in genere non richiedono l’impianto di un pacemaker.
Tuttavia, in alcune situazioni sono indicati dei farmaci che rallentano la frequenza su base individualizzata (ad esempio in presenza di una cardiopatia strutturale sottostante).
Extrasistole: diagnosi ed esami strumentali
Il cardiologo inizia il consulto valutando l’anamnesi, i sintomi e lo stato di salute generale, individuando eventuali cause favorevoli (fattori dello stile di vita o storia familiare di malattie cardiovascolari).
Gli esami del sangue sono utili per escludere le potenziali cause di extrasistoli ventricolari, come un livello elettrolitico anormale (mancanza di potassio e magnesio) o la funzione tiroidea.
Successivamente, l’elettrocardiogramma a riposo (ECG), che registra l’attività elettrica del cuore in quel momento e fornisce informazioni generali su di esso, può riuscire a “catturare” le extrasistoli ventricolari oppure essere perfettamente normale.
Ma può essere utile anche l’ecocardiografia (per escludere anomalie strutturali e funzionali o le cardiomiopatie) e un test da sforzo su tapis roulant (che a volte può innescare extrasistoli).
Prova da sforzo
Il test da sforzo sul tapis roulant a volte può innescare un disturbo del ritmo. Comporta un esercizio graduale e supervisionato con un tapis roulant o cyclette, durante il quale l’attività del cuore sarà monitorata dall’elettrocardiogramma.
Il test da sforzo non mette alla prova la propria capacità di esercizio ma evidenzia i cambiamenti che compaiono sull’elettrocardiogramma in un esercizio fisico sostenuto e dosato, secondo un protocollo standardizzato.
Se il disturbo del ritmo si manifesta con tale sforzo e possiede un corrispondente sull’elettrocardiogramma, è chiaro: si è in presenza di un’aritmia che necessita approfondimento.
Holter
Nei casi sopra descritti si rende necessario un monitoraggio ECG (Holter) di 24, 36 o 72 ore che registra un tracciato del paziente nella vita quotidiana e aiuta a valutare la percentuale di battiti cardiaci ectopici rispetto a quelli regolari (“peso ectopico”).
Ci sono prove evidenti che un elevato “carico ectopico” (10-30%) possa potenzialmente influenzare il modo in cui il miocardio si contrae se non trattato in tempo.
Il monitoraggio dell’ECG Holter aiuta anche a determinare se i battiti ectopici provengono da un singolo focolaio o da più di uno, fornendo una guida per il trattamento.
Per i pazienti con rari episodi di palpitazioni è possibile scegliere il monitoraggio ECG ambulatoriale a lungo termine (7-14, 21 giorni) o il monitoraggio telemetrico, metodi in grado di rilevare disturbi del ritmo che si verificano meno frequentemente.
Cura dell’extrasistole
Le extrasistoli ventricolari sono presenti in 4 persone su 5 e raramente richiedono farmaci. Nella maggior parte dei pazienti dei semplici cambiamenti nello stile di vita (come ridurre la caffeina e l’alcol, smettere di fumare, dormire a sufficienza e ridurre lo stress), sono sufficienti per alleviare e persino eliminare i sintomi.
Alcuni farmaci, come i betabloccanti o i bloccanti dei recettori del calcio, possono essere usati per alleviare la sensazione di “pause del cuore” e trattare le extrasistoli ventricolari. Inoltre, se queste hanno origine in un unico focus, è possibile eseguire un intervento di ablazione transcatetere.
L’ablazione transcatetere
L’ablazione transcatetere è una procedura minimamente invasiva. Prevede l’ingresso con un filo molto sottile (catetere) attraverso una vena della mano o del piede, che, guidata dal flusso sanguigno, raggiunge il cuore.
Gli elettrodi posizionati nella parte superiore di questo catetere misurano i segnali elettrici nel miocardio e creano una mappa virtuale 3D utilizzando un sistema computerizzato.
Viene dunque identificato il luogo esatto (focus) dei battiti ectopici, seguito dal rilascio di un’energia ad alta frequenza localizzato al fine di distruggere le aree problematiche, interrompendo così la trasmissione dei segnali che causano extrasistoli ventricolari.
Queste correnti non danneggiano il cuore ma impediscono a quella piccola parte di trasmettere impulsi elettrici, interrompendo il focus che alimenta le extrasistoli.
L’ablazione con catetere può essere eseguita in anestesia locale con sedazione o in anestesia generale. La procedura è rapida e generalmente non richiede il ricovero (i pazienti spesso tornano a casa lo stesso giorno o la mattina successiva).
La percentuale di successo è superiore all’85% e i rischi associati alla procedura sono bassi (1-2%), come il sanguinamento all’interno o intorno al muscolo cardiaco.
Rimedi naturali
Le contrazioni ventricolari premature sono state descritte nell’1% delle persone clinicamente sane che hanno eseguito un ECG standard. Invece, nel 40-75% delle persone apparentemente sane da ECG Holter di 24-48 ore.
Inoltre, sia l’incidenza che la complessità delle extrasistoli sembrano aumentare in quasi tutte le malattie cardiache e potrebbero essere presenti nel 90% delle patologie coronariche e nella cardiomiopatia dilatativa.
Tuttavia, queste irregolarità non interferiscono con la normale durata della vita, se occasionali, ma una prognosi più severa è implicita se diventano frequenti.
Studi più recenti hanno documentato che alcune conseguenze (come la disfunzione ventricolare sinistra) in pazienti con frequenti extrasistoli potrebbero essere reversibili dopo l’eliminazione delle aritmie mediante trattamento medico o terapia di ablazione con catetere in alcuni casi selezionati.
Magnesio e potassio, insieme a sodio e calcio, sono esempi di elettroliti presenti nel sangue. Gli elettroliti aiutano a innescare e regolare gli impulsi elettrici nel cuore e bassi livelli di magnesio e potassio possono portare a uno squilibrio elettrolitico, che può contribuire all’aritmia.
L’assunzione di integratori di magnesio e potassio può aiutare a ridurre i sintomi, ma sempre previo consulto del medico in modo che ne possa monitorare i livelli ematici.
Ma per quanto riguarda le terapie non convenzionali sappiamo che spesso ci vengono incontro nel coadiuvare un’ampia serie di disturbi medici, di cui, ahimè, le extrasistoli non fanno parte.
Alcuni autori citano l’agopuntura, il marrubio bianco o il biancospino, ma la loro efficacia rimane ad oggi molto dubbiosa tanto da consigliare un consulto con il proprio medico curante prima di iniziare una qualsiasi terapia alternativa non convenzionale.
Possibili complicazioni
Molti pazienti senza problemi cardiaci possono sviluppare vari tipi di aritmie considerate benigne, come semplici extrasistoli ventricolari isolate, senza un aumento del rischio di malattie cardiovascolari o di morte.
Tuttavia, se le aritmie sono molto comuni possono causare:
- Vertigini.
- Dilatazione.
- Insufficienza cardiaca.
- Perdita di coscienza.
Extrasistole: prevenzione e convivenza
Le extrasistoli ventricolari sono il più delle volte benigne ma possono essere fastidiose. Per questo motivo, è molto importante contattare il cardiologo che adatterà il trattamento alle esigenze di ciascuna persona.
Generalmente la visita completa (che comprende l’elettrocardiogramma a riposo e l’ecocardiografia) deve essere ripetuta all’intervallo di tempo stabilito (di solito a 3 mesi o più spesso se si tratta di un peggioramento dei sintomi).
L’esecuzione periodica dell’elettrocardiogramma ambulatoriale è necessaria per un monitoraggio efficace della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.
Si raccomanda di ripetere annualmente il test da sforzo su tapis roulant se si sospetta una causa ischemica, al fine di valutare la necessità di un’indagine invasiva (angiografia coronarica).
I farmaci cardiovascolari possono essere prescritti a vita, le dosi devono essere aggiustate in base all’evoluzione di ciascuno e una valutazione corretta, fatta in tempo, può salvare la vita.
Ascoltare i consigli che si ricevono dal cardiologo, non interrompere il trattamento senza chiedere il suo consenso e non rimandare le regolari consultazioni cardiologiche, anche se ci si sente fisicamente bene, rientrano tra le regole di base per una “convivenza pacifica” con le comuni extrasistoli.
Fonti
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