Sommario
Il distacco della retina è un problema molto serio che colpisce gli occhi e che può compromettere definitivamente la vista.
Si tratta di una condizione abbastanza comune oltre i 50 anni, in cui la retina, che è ciò che ci permette di trasformare gli input luminosi in immagini e quindi di vedere, viene tirata via dalla sua posizione normale per diverse cause. La storia familiare e l’età possono aumentare la probabilità di comparsa.
Se il distacco di retina è trattato in tempo la vista può essere salvata, ma a volte l’unica speranza è l’intervento chirurgico che, come vedremo, risulta essere non sempre del tutto risolutivo.
Distacco della retina: che cos’è
Il distacco della retina è un problema agli occhi che si verifica quando la retina, ossia lo strato di tessuto sensibile alla luce, viene allontanata dalla sua posizione normale che si trova nella parte posteriore dell’occhio.
Si tratta sempre di una situazione d’emergenza in cui le cellule retiniche vengono separate dallo strato di vasi sanguigni che forniscono ossigeno e nutrimento alle stesse.
Più è lungo il tempo che trascorre tra il distacco e il trattamento, maggiore è il rischio di perdita permanente della vista nell’occhio colpito.
La retina: com’è fatta e a cosa serve
La retina è la parte anatomica dell’occhio dove avviene il “miracolo della visione”.
E’ la membrana più interna del bulbo oculare che riceve le onde luminose per poi trasformarle in impulsi nervosi. Da qui, quegli stessi segnali raggiungono il cervello dove vengono elaborati.
Questa importante membrana ha uno spessore variabile che va da 0,4 mm nella parte centrale a 0,1 mm nella parte più marginale. Al suo interno sono presenti due sistemi vascolari indipendenti tra loro: il sistema dell’arteria centrale e il sistema coriocapillare.
La retina è, inoltre, costituita da dieci strati e in uno di questi vi troviamo coni e bastoncelli, cellule sensibili alla luce. I bastoncelli, che in un occhio raggiungono un numero di 120 milioni circa, intervengono solo nella visione in bianco e nero e nelle sfumature di grigio.
Mentre, i coni, che sono di numero inferiore, all’incirca 6 milioni, sono i responsabili della visione a colori. A questa funzione si aggiunge quella di rendere l’esperienza visiva più nitida possibile.
La loro forma caratteristica ricorda quella delle pigne di abete, da qui il nome coni, e ognuno di essi si occupa di riconoscere i colori primari: blu, rosso e verde. Colori dalla cui mescolanza si possono ottenere tutti gli altri colori.
Quali sono i sintomi del distacco della retina?
Il distacco della retina non provoca dolore, ma i segnali arrivano presto, come ad esempio il 50% dei pazienti lamenta:
- Comparsa di mosche volanti e corpi scuri fluttuanti davanti alla vista (miodesopsie).
- Comparsa di scotomi (macchie scure e colorate, fisse o scintillanti) nel campo visivo.
- Lampi di luce in uno o entrambi gli occhi (fotopsia).
A questi possono aggiungersi:
- Improvvisa comparsa di corpi mobili nell’occhio.
- Visione offuscata.
- Visione laterale o periferica gradualmente ridotta.
- Un’ombra simile a una tenda sul campo visivo.
- Sanguinamento intraoculare.
- Visione doppia.
Cosa può provocare il distacco della retina
Dal punto di vista delle cause, il distacco della retina può essere dovuto a numerosi fattori, nonché alla tipologia di distacco di cui si tratta.
- In caso di distacco regmatogeno, la causa più comune è l’invecchiamento. Con l’avanzare del tempo, infatti, il materiale gelatinoso (umor vitreo) che riempie l’occhio internamente, diminuisce o diventa più liquido spostandosi. Quando questo avviene si separa dalla retina con forza creando a volte delle vere e proprie lacerazioni o un distacco.
- La causa del distacco di trazione è tipico delle persone con diabete. Chi soffre di questa patologia, infatti, presenta con gli anni qualche grado di alterazione della retina a causa di una lunga esposizione a livelli elevati di zucchero nel sangue che rende le pareti dei piccoli vasi più fragili e quindi a rischio di rottura. I vasi danneggiati diffondono poi sangue e liquido nella retina favorendone il distacco.
Distacco essudativo
Nel distacco essudativo le cause possono essere molteplici. Le principali sono: degenerazione maculare legata all’età, lesioni dell’occhio, tumori, infiammazioni. Vediamole nel dettaglio.
- La degenerazione maculare è una patologia legata all’invecchiamento e consiste nel deterioramento della retina (chiamata anche macula) e quindi nel malfunzionamento della stessa. Ne esistono di due tipologie, secca e umida, e di queste, solo la seconda, a causa dell’accumulo di sangue e liquido sotto la macula, è responsabile del distacco della retina.
- Le lesioni dell’occhio, causa di distacco della retina, possono essere di diverso tipo. Nella maggior parte dei casi si tratta di corpi estranei che penetrano nell’occhio a diverse profondità. Gli oggetti appuntiti, per esempio, lacerano la superficie e penetrano al suo interno, mentre quelli duri come piccole pietre o granelli di sabbia, possono anche arrivare a spostare strutture più interne dell’occhio come la retina.
- I tumori oculari si possono sviluppare a partire dalle cellule che costituiscono i tessuti di una di queste tre regioni: intraoculare, orbitale o annessiale. Sulla base di dove compaiono possono causare o meno una compressione della retina con relativo spostamento e distacco.
- Un occhio infiammato può essere indice di diverse patologie e può interessare varie zone, da quelle esterne come la palpebra, la cornea o la congiuntiva a quelle più interne come l’uvea. Se l’infiammazione viene trascurata o ignorata, può portare a sanguinamento dei vasi e a fuoriuscita del liquido che una volta raggiunta la zona sottoretinica può a sua volta contribuire allo spostamento o alla lesione della retina.
Fattori di rischio
Oltre alle principali cause che abbiamo analizzato, esistono dei fattori che aumentano il rischio di distacco della retina e sono:
- Precedente distacco della retina.
- Storia familiare di distacco.
- Miopia grave.
- Precedente intervento chirurgico agli occhi, come per esempio la rimozione della cataratta.
- Grave lesione oculare.
- Precedenti malattie tra cui retinoschisi, ossia un processo degenerativo intraretinico.
Come si diagnostica il distacco della retina
Il distacco della retina rappresenta un’emergenza medica, in quanto è possibile perdere definitivamente la vista.
Per questo motivo è importante consultare immediatamente un medico nel caso in cui si verifichino segni o sintomi riconducibili a questa condizione. Attraverso diversi esami, l’oculista è in grado di diagnosticare il distacco della retina e la tipologia.
Esame del fondo dell’occhio
Una corretta diagnosi parte da un esame del fondo dell’occhio, una parte cruciale dell’esame oculistico, in cui lo specialista somministrerà colliri speciali per dilatare le pupille.
Questo aumenta le dimensioni delle stesse, offrendo al medico la possibilità di ispezionare l’interno degli occhi, ossia:
- Vitreo
- Nervo ottico
- Vasi sanguigni
- Retina.
Lo strumento utilizzato dall’oculista è l’oftalmoscopio binoculare indiretto (BIO) collocato sul capo del medico mediante un supporto, provvisto di illuminazione e di una lente molto potente.
Grazie ad esso, è possibile illuminare il fondo dell’occhio e osservare l’intera area della retina, in quanto il campo visivo risulta più ampio. Lo svantaggio è che l’immagine appare invertita e poco ingrandita.
Ecografia oculare
L’ecografia oculare è il secondo passo per diagnosticare il distacco della retina. Si tratta di un esame non invasivo che, grazie agli ultrasuoni, permette di studiare le varie sezioni dell’occhio distinte tra loro e in formato bidimensionale.
Il funzionamento è molto semplice. Gli ultrasuoni rimbalzano sui tessuti dell’occhio, generando delle onde che, una volta captate, vengono tradotte in immagini.
Altri esami
Nel caso il medico avesse ancora dei dubbi, o volesse aggiungere altri elementi per una diagnosi completa, potrebbe far eseguire al paziente i seguenti esami:
- Elettroretinografia, dove si osserva il comportamento della retina in seguito ad uno stimolo luminoso.
- Misurazione della pressione dell’occhio che normalmente dovrebbe essere tra i 10 e i 21 mmHg.
Distacco della retina: cure
In caso di rottura di retina e se l’area è relativamente piccola si può intervenire in due modi: con la fotocoagulazione con laser argon e con la crioterapia. Si tratta di metodi poco invasivi, indolori e che possono essere effettuati presso uno studio oculistico fornito di attrezzatura necessaria.
Fotocoagulazione laser
La fotocoagulazione sfrutta l’azione termica per creare una cicatrice intorno alla rottura, in modo da bloccare la fuoriuscita di liquido nello spazio sottoretinico.
Si procede prima con l’instillazione di un collirio per dilatare la pupilla e di un collirio anestetico e poi si effettuano diversi impatti laser.
Quanto dura la seduta
Una seduta può durare dai 15 ai 20 minuti e nel corso dell’intervento la persona può avvertire sensazioni di abbagliamento.
Post trattamento
Il post trattamento può essere caratterizzato da lievi disturbi quali annebbiamento visivo, mal di testa e capogiro che generalmente scompaiono nel giro di qualche ora.
Se tutto va bene è possibile ritornare alle normali attività in giornata, mentre nel caso di complicanze può essere prescritto riposo e assenza di sforzi fisici insieme all’utilizzo di un collirio antibiotico.
Importante è idratarsi per ripristinare il normale afflusso di liquidi nell’occhio.
Complicazioni
La fotocoagulazione laser non è esente da complicazioni, ma si tratta di eventi rari. Quelle più note sono:
- Alterazioni campo visivo periferico.
- Calo visus.
- Cheratite.
- Dilatazione pupillare angolare.
- Crisi di glaucoma acuto.
- Infezioni corneo-congiuntivali batteriche o virali.
Crioterapia
La crioterapia usa il freddo per sigillare la retina alla parete posteriore dell’occhio. L’intervento viene effettuato in un ambiente chirurgico sterile e con l’ausilio del microscopio.
Prima di tutto l’anestesista effettua delle iniezioni per rendere insensibile ed immobile l’occhio. Poi viene aperta la congiuntiva e vengono isolati i muscoli retti.
Da qui, si procede con le applicazioni con sonde congelanti trans-sclerali (crioapplicazioni) ed infine si richiude la congiuntiva.
Durata e post trattamento
Subito dopo l’intervento, che dura all’incirca mezz’ora, vengono instillate nell’occhio operato delle gocce o pomate e viene posta una protezione oculare. Insieme alla terapia locale, spesso, si aggiunge una terapia antibiotica.
A casa dopo la crioterapia
A casa dopo le applicazioni bisogna prestare molta attenzione a non esercitare pressioni nell’occhio appena operato e a utilizzare i medicinali prescritti dal chirurgo. Durante la prima settimana, inoltre, bisogna portare una benda e quando si è fuori, degli occhiali da sole che hanno lo scopo di riparare l’occhio dalla luce ed evitare traumi involontari.
Attenzione all’igiene delle palpebre dell’occhio operato che vanno pulite delicatamente con un fazzolettino sterile.
Inizialmente, l’occhio appare arrossato e dolente e dà la sensazione di avere un corpo estraneo al suo interno, ma nel giro di 3-4 giorni dovrebbe passare.
Complicanze
In casi gravi ma rarissimi, le complicanze dovute a questo tipo di intervento possono portare anche alla perdita funzionale dell’occhio e tra queste ricordiamo:
- Perforazione del bulbo oculare durante l’iniezione.
- Danno al nervo ottico o ai muscoli dell’occhio.
- Emorragia palpebrale, vitreale o coroidale.
- Lacerazione della congiuntiva o della sclera.
- Lacerazione della retina e/o distacco della stessa.
- Infezione oculare.
- Aumento della pressione oculare.
- Riduzione dell’acuità visiva.
Intervento chirurgico
Per quanto riguarda invece il distacco della retina, è quasi sempre necessario un intervento chirurgico per riportare la retina alla sua normale posizione. L’intervento può essere di diverso tipo e la scelta dipende da com’è il distacco e da quanta area è stata intaccata dal problema.
Solitamente si utilizza uno di questi due approcci.
Ab-esterno
Quando l’intervento avviene nella parte esterna dell’occhio, detta sclera, ossia la parte bianca (chirurgia episclerale). In questo caso la rottura viene chiusa avvicinando la parete dell’occhio alla rottura stessa, otturandola.
Per farlo si usa il piombaggio, cioè si colloca sulla sclera una spugnetta di silicone che chiude la rottura. A questa operazione spesso ne segue un’altra, il cerchiaggio.
Un intervento che consiste nell’applicazione di una banda di silicone che stringe l’occhio come fosse una cintura, in modo da ridurre il diametro dell’occhio, ma anche la forza esercitata dal vitreo staccato sulla retina.
Ab-interno
Si effettua la vitrectomia. Nello specifico, consiste nella rimozione del corpo vitreo che tira la retina, ossia la sostanza gelatinosa presente tra iride e retina, per sostituirlo con un liquido artificiale.
Successivamente, si riuniscono i lembi distaccati della stessa al fondo oculare. In questo modo si evita che la retina si degeneri causando cecità.
Durata dell’intervento
L’intervento di chirurgia episclerale ha tempi di esecuzione molto rapidi, mentre l’operazione di vitrectomia ha una durata in genere di due ore circa e vede l’impiego di tre strumenti che vengono inseriti nell’occhio.
Fanno parte di questi:
- Sonda che inietta acqua per mantenere la pressione oculare costante.
- Fibra ottica per illuminare l’operazione.
- Vitroctomo che effettua l’intervento.
Post-operatorio
La chirurgia episclerale è poco invasiva, proprio perché viene eseguita esternamente all’occhio. Per questo motivo il post-operatorio non è particolarmente invalidante per il paziente.
Al contrario, la vitrectomia è un intervento molto invasivo, richiede una convalescenza dolorosa e comporta dei rischi seri. I tempi di recupero variano tra le 2 e le 6 settimane.
In generale, dopo un intervento chirurgico agli occhi, il consiglio è quello di riposare o dormire sulla schiena o sul fianco dell’occhio non operato e in alcuni casi addirittura semi seduti per prevenire l’infiammazione.
Quasi sempre l’occhio deve essere protetto da un bendaggio per farlo riposare dalla luce e per far agire i farmaci locali e da un pezzo di plastica come scudo, in modo da non fargli subire nessun tipo di pressione.
Bisogna evitare di fare sforzi eccessivi per un mese circa e di riprendere le attività fisiche dopo almeno due mesi dall’operazione.
In ogni caso, è bene affidarsi alle indicazioni specifiche e dettagliate del chirurgo e del medico oculista.
Complicazioni
L’occhio trattato con la chirurgia episclerale può sviluppare difetti visivi importanti che sono:
- Miopia recidiva.
- Persistenza del distacco di retina.
- Diplopia per lesione dei muscoli oculari.
- Vari problemi retinici dovuti al mal posizionamento del cerchiaggio.
Anche i rischi connessi alla vitrectomia sono tanti e alcuni di essi possono compromettere la vista del paziente per molto tempo se non addirittura per sempre:
- sanguinamento post-operatorio
- distacco della retina
- opacizzazione del cristallino
- glaucoma
- perdita della vista
- cataratta
- perdita anatomica dell’occhio.
Distacco della retina: prognosi
La probabilità di successo della chirurgia episclerale nel distacco retinico è molto alta, 80-90%, ma dipende dal tipo di paziente su cui viene effettuata.
I casi su cui risulta efficace sono pazienti giovani, coloro che non hanno subito alcun intervento chirurgico della cataratta, e chi ha un distacco della retina non gravissimo.
I risultati di una vitrectomia sono più che apprezzabili. In genere i pazienti recuperano buona parte della vista, pur mantenendo qualche difetto visivo. Ecco perché è consigliata soprattutto a chi ha già poche speranze di recuperare totalmente la vista.
Il recupero totale dall’intervento richiede invece circa tre mesi.
Fonti
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