Sommario
La disidrosi palmare o plantare (anche nota come pomfolix, che significa “vesciche”) è una condizione della pelle caratterizzata dalla comparsa di piccole vesciche sulle mani o sulle piante dei piedi. La ricorrenza è comune e per molti pazienti la condizione può diventare cronica.
L’incidenza è di 1:5.000. La disidrosi alle mani o piedi non è contagiosa, ma la pelle interessata può aumentare la suscettibilità alle infezioni e il prurito associato può essere causa di disagio per il paziente.
Diversi sono i possibili fattori scatenanti, come gli allergeni, lo stress fisico o mentale e il cambio di stagione. La terapia è varia e comprende cortisone topico ed antistaminici. Le forme lievi sono autolimitanti, senza necessità di trattamento, mentre in altri casi segue un’evoluzione cronica, intermittente, con diversi episodi di riattivazione, specie dopo i 40 anni. Alcuni pazienti possono guarire spontaneamente in due o tre settimane. Come profilassi è sempre consigliato di evitare il contatto con determinati allergeni o irritanti come il nichel, di seguire una corretta igiene delle mani e di utilizzare regolarmente creme emollienti.
Disidrosi: che cos’è
Il termine deriva da “dis-hidròs” che significa “cattiva sudorazione”, un tempo considerata l’eziologia della condizione.
Parola più appropriata per descrivere l’eruzione cutanea è “pompholix”, che sta ad indicare le vesciche.
La disidrosi palmare o plantare è una forma di eczema caratterizzata da piccole vesciche che compaiono su:
- piante dei piedi
- palmi
- lati delle dita delle mani e dei piedi.
Le vesciche di solito causano prurito e sono spesso piene di liquido. Persistono da due a quattro settimane e possono manifestarsi su base allergica o di stress intenso. Diversi fattori possono scatenare la disidrosi come:
- esposizione ad allergeni
- stress fisico o mentale
- cambio di stagione.
Disidrosi e altri tipi di eczemi
Gli specialisti inquadrano la diagnosi di disidrosi confrontando le differenze con altre forme di eczemi, come:
Dermatite atopica (eczema)
La dermatite atopica è la forma più comune di eczema.
Di solito inizia nell’infanzia e spesso diventa più mite o può scompare nell’età adulta. Questa dermatite fa parte di quella che i medici chiamano “la triade atopica”. Le altre due malattie sono l’asma e la febbre da fieno.
Molte persone con dermatite atopica sono colpite da tutte e tre le condizioni. Tipicamente, si verificano eruzioni cutanee su:
- guance
- collo
- pieghe del gomito e del ginocchio
- caviglie.
Dermatite da contatto
Chi ha la pelle arrossata e irritata a causa di una reazione alle sostanze che si toccano, potrebbe soffrire di dermatite da contatto. Essa è comunemente definita come una reazione del sistema immunitario a una sostanza irritante come il lattice o un metallo.
Eczema nummulare
Il termine significa “moneta” in latino, proprio perché provoca la formazione di macchie rotonde sulla pelle. Le lesioni sono molto caratteristiche e possono causare prurito intenso.
Dermatite seborroica
Negli adulti, la dermatite seborroica produce un’eruzione cutanea sul cuoio capelluto, sul viso, sulle orecchie e occasionalmente sulla parte centrale del torace.
Invece, nei neonati può produrre un’eruzione consistente dietro le orecchie o può essere piuttosto estesa, arrivando a coinvolgere l’intera superficie corporea.
Disidrosi: chi colpisce
La disidrosi si verifica nel 5-20% dei pazienti con eczema alle mani, con un’alta incidenza nei climi caldi durante i mesi primaverili ed estivi (pomfolix estivo o stagionale).
Il rapporto tra i due sessi sembra essere 1:1. L’eczema colpisce gli individui tra i 4-76 anni, con una media di 38 anni. L’incidenza massima della condizione si verifica in pazienti tra i 20-40 anni. Dopo i 40 anni, la frequenza degli episodi tende a diminuire.
Cause e fattori di rischio
L’ipotesi della disfunzione delle ghiandole sudoripare è stata negli anni contestata perché non è stata dimostrata l’associazione delle vescicole con i dotti sudoripari. I dati istopatologici mostrano che le ghiandole non svolgono alcun ruolo nella disidrosi, anche se sembra svolgano un fattore aggravante nel 40% dei pazienti.
Tra i soggetti colpiti, il 50% ha la dermatite atopica. Fattori esogeni (dermatite da contatto con nichel, cobalto, sensibilità ai metalli ingeriti, infezione da dermatofiti, infezione batterica) possono scatenare episodi di disidrosi. Questi antigeni possono legarsi alle proteine palmoplantari dello strato lucidum dell’epidermide, scatenanado anticorpi specifici.
Gli studi dimostrano che l’ingestione di ioni metallici come il cobalto può indurre ipersensibilità di tipo I e IV. Inoltre, questi possono agire come “apteni atipici”, attivando i linfociti T attraverso percorsi indipendenti dall’antigene leucocitario umano, causando dermatiti allergiche sistemiche sotto forma di eczema disidrotico.
Lo stress emotivo e i fattori ambientali (cambiamento di stagione, temperature alte o basse, umidità) aggravano la disidrosi. Eruzioni cutanee simili sono state riportate anche con l’uso di infusioni endovenose di immunoglobuline. L’eruzione cutanea risponde bene agli steroidi topici, ma può diventare ricorrente e più aggressiva dopo dosi ripetute.
In alcuni pazienti un’infezione fungina a distanza può causare un pomfolix palmare come effetto collaterale. Un terzo degli episodi alle palme, ad esempio, sembra risolversi dopo il trattamento della tigna.
Disidrosi nei bambini
L’eczema, o dermatite atopica, è comune nei bambini e nei neonati (circa il 20% dei bambini presenta una qualche forma).
Tuttavia, la metà di loro, guarirà spontaneamente una volta raggiunta l’età adulta. D’altra parte, la disidrosi, sebbene possa colpire anche i piccoli, è più comune negli adulti di età compresa tra 20 e 40 anni.
Una visita dal pediatra di fiducia potrà rassicurare i genitori riguardo la corretta diagnosi e la terapia (quando necessaria). L’uso empirico (diretto) di corticosteroidi topici senza aver effettuato un consulto specialistico è sconsigliato.
Quali sono i sintomi della disidrosi
L’eczema disidrotico è caratterizzato da vesciche o bolle chiare situate lateralmente alle dita, ai palmi o alle piante dei piedi, simmetricamente.
Nelle forme più leggere le vesciche sono presenti solo sulle facce laterali delle dita dei piedi e occasionalmente coinvolgono le piante.
Le vescicole sono profonde, senza eritema periferico e possono aumentare di dimensioni, formare bolle e diventare confluenti oppure scomparire senza rompersi, dopo essersi ridimensionate.
Nell’80% dei pazienti sono colpiti solo i palmi, nel 10% la malattia colpisce solo le gambe e in un altro 10% sono colpiti entrambi. Nelle forme ad evoluzione prolungata, le unghie dei pazienti possono presentare alterazioni distrofiche (vaiolature, discromie, ispessimento, bordo irregolare, striature trasversali).
Spesso è presente macerazione interdigitale e desquamazione degli spazi interdigitali, nonostante la possibile assenza di infezione dermatofitica.
Le vesciche possono infettarsi secondariamente al grattamento, con la comparsa di lesioni pustolose. Possono svilupparsi cellulite e linfangite.
Diagnosi
La diagnosi di disidrosi viene solitamente posta clinicamente, sebbene la coltura batterica e i test di suscettibilità escludano un’infezione secondaria.
Gli esami del sangue di solito non sono raccomandati, tuttavia, i livelli di immunoglobuline E sono spesso alti. Il contatto con possibili allergeni ingeriti può scatenare esacerbazioni, per cui spesso le prove allergiche vengono consigliate al paziente per escludere una dermatite da contatto. L’infezione dermatofitica viene esclusa dalla colorazione con idrossido di potassio.
La biopsia con colorazione ad ematossilina-eosina non è richiesta. La dermatofitosi è esclusa nei pazienti che non rispondono al trattamento con la colorazione di Schiff. Invece, la biopsia con immunofluorescenza diretta può escludere il pemfigoide bolloso in caso di dubbi.
All’esame istopatologico sono presenti vesciche intraepidermiche che non sono associate alle ghiandole sudoripare.
Disidrosi: quando rivolgersi al medico?
Il consiglio rimane sempre quello di rivolgersi al proprio medico di famiglia per un primo approccio diagnostico.
In caso di necessità egli indirizzerà il paziente dallo specialista della pelle (dermatologo) che saprà diagnosticare e curare anche le disidrosi più ostiche.
Per aiutare il medico durante l’anamnesi può essere utile identificare ed annotare i possibili fattori scatenanti.
- Cibi e bevande ingerite prima della comparsa delle lesioni.
- Prodotti per la pelle, prodotti chimici, saponi, trucco e detergenti usati.
- Attività che si svolgono, come fare una passeggiata nei boschi o nuotare in una piscina.
- Quanto tempo si passa nella vasca da bagno o nella doccia e la temperatura dell’acqua.
- Livello personale di stress a cui si è sottoposti.
Come curare la disidrosi
Nell’eczema disidrotico il primo trattamento comprende potenti steroidi topici e l’applicazione di impacchi freddi.
Gli steroidi orali sono la seconda opzione terapeutica per gli episodi acuti. Anche gli inibitori della calcineurina possono essere efficaci.
Sono stati osservati effetti variabili con la somministrazione orale di psoraleni e l’esposizione secondaria alla terapia PUVA.
La fotochemioterapia con 8-metossipsoralene è probabilmente efficace quanto la fototerapia sistemica o l’irradiazione con alte dosi di UVA-1. Invece, per i casi difficili, i corticosteroidi sono combinati con immunosoppressori.
Disidrosi: trattamento delle bolle
In presenza di bolle sono indicati i seguenti trattamenti.
- Utilizzo di impacchi con soluzione di Burow (10% acetato di alluminio) in diluizione 1:40 per pochi giorni fino alla remissione.
- Impacchi con una soluzione di permanganato di potassio 1: 10.000.
- Drenaggio delle grandi bolle con una siringa sterile, mantenendo intatto il soffitto epidermico.
- Copertura antibiotica sistemica contro lo Staphylococcus aureus e gli streptococchi di gruppo A.
Ai pazienti verrà consigliato di evitare il contatto con irritanti o allergeni, ridurre lo stress emotivo, seguire l’igiene delle mani e utilizzare regolarmente creme emollienti.
Terapia UVA
Paradossalmente, sebbene a volte associata ad una possibile causa, nel trattamento è stata utilizzata la terapia UVA palmo-plantare per alleviare l’eruzione cutanea e il prurito se somministrata 2-3 volte a settimana.
La dose inizia a 0,5 J per sessione e aumenta man mano che si continua la terapia. L’applicazione topica di 8-metossipsoralene insieme ai raggi UVA ha dimostrato di essere il metodo più efficace per il trattamento della disidrosi.
Corticosteroidi
I corticosteroidi topici sono la terapia di prima scelta. Inizialmente vengono utilizzati steroidi di classe I o in alternativa di classe II o III.
Gli unguenti penetrano nella pelle meglio delle creme e la pramossina antipruriginosa topica sembra aver un buon effetto per prevenire le lesioni da grattamento.
Possono essere utilizzati anche corticosteroidi sistemici: la somministrazione intramuscolare di triamcinolone o il prednisone orale hanno dimostrato un buon successo terapeutico, tenendo la pressione arteriosa sotto controllo.
Tossina botulinica A
Le iniezioni intradermiche di tossina botulinica di tipo A, in aggiunta alla terapia topica con corticosteroidi sono state testate in vari studi con una significativa riduzione dell’eczema e del prurito.
Agenti immunosoppressivi
Per casi selezionati di grave refrattarietà possono essere utilizzati:
- Azatioprina
- Metotrexato
- Micofenolato mofetile
- Ciclosporina
- Etanercept.
Disidrosi e intolleranza: cosa non mangiare
Allergia al nichel
Il nichel è una sostanza ampiamente diffusa nella maggior parte dei cibi. Per i pazienti sensibili viene consigliata una dieta di quattro settimane.
Tuttavia, il regime è difficile da seguire per i pazienti, in quanto si tratta di evitare cibi come:
- pesce
- funghi
- cipolle
- mais
- spinaci
- pomodori
- frutti di bosco
- tè
- cioccolato
- lieviti.
Anche eventuali padelle contenenti nichel vanno evitate.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’allergia al nichel.
Allergia al cobalto
Tra tutti i metalli pesanti, di particolare interesse è l’ingestione di cobalto che causa dermatite allergica sistemica sotto forma di eczema disidrotico.
L’eczema disidrotico è un tipo di dermatite cronica intermittente che colpisce mani e piedi.
I sintomi includono prurito e una sensazione di bruciore che può precedere lo sviluppo di vescicole e bolle; anche se il meccanismo esatto non è noto, gli ioni metallici possono probabilmente funzionare come tipi di allergeni che causano ipersensibilità di tipo I e IV e conseguente comparsa di dermatite allergica sistemica.
Recentemente l’evidenza sostiene anche che gli ioni metallici agiscono come “aptene atipico”, attivando cioè le cellule T attraverso vie indipendenti.
Sebbene non tutti gli eczemi disidrotici siano dovuti a ipersensibilità ai metalli, un’elevata ingestione orale di cobalto dovrebbe essere considerata indipendentemente dai risultati delle prove allergiche.
Nel 1979, Veien e Kaaber hanno dimostrato come un‘ingestione di nichel, cobalto e cromo poteva provocare una riacutizzazione di eczema disidrotico anche quando i risultati del patch test erano negativi. La riacutizzazione è migliorata con una dieta povera di alimenti ricchi in sali metallici e si ripresentava se il regime veniva interrotto.
Sebbene la sensibilità al nichel sia più comune della sensibilità al cobalto, la due sono abbastanza collegate.
Gli scienziati Rystedt e Fischer hanno riferito che un quarto dei pazienti sensibili al nichel ha sviluppato un’allergia al cobalto e i pazienti con allergie simultanee ai due metalli sono più inclini a sviluppare eczema disidrotico grave.
Quindi, nel caso della dieta restrittiva al cobalto, evitare:
- pesche
- fagioli
- birra
- cavoli
- cacao
- cioccolato
- caffè
- fegato
- noci
- farina integrale.
Prevenzione
Le persone affette da disidrosi sono incoraggiate a rafforzare la barriera naturale della pelle idratandola costantemente, evitando cosmetici con alcol, profumo o oli minerali e ingredienti aggressivi.
In questo modo l’eczema può andare via facilmente, anche più velocemente di 2 settimane, se non viene graffiato e la pelle rimane ben idratata.
Fonti
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