Sommario
Il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) alto o molto alto è correlato al rischio di malattie cardiovascolari, a differenza dell’HDL (colesterolo buono).
Il dosaggio viene eseguito (anche in farmacia) tramite un esame del sangue, sulla base della formula di Friedewald o come LDL diretto (se i trigliceridi sono alti). Come indicato nelle Linee Guida ESC, i limiti (in particolare il massimo) cambiano in circostanze fisiologiche come la gravidanza o nei cardiopatici dopo infarto o ictus.
Poiché il colesterolo LDL non dà sintomi, è importante dosarlo periodicamente, soprattutto se sono presenti fattori di rischio.
Cosa fare se è alto? Occorre riportarlo vicino al valore ideale, inferiore a 100 mg/dL. Come abbassarlo? Con dieta, medicinali (dalle statine ai nuovi farmaci), integratori e attività fisica.
Cosa mangiare? Da evitare i cibi pronti e processati, i formaggi, i fritti (le uova sono state riabilitate). Anche bambini e giovani possono avere valori alti per cause genetiche.
Il colesterolo LDL può raramente essere basso, per cause e con sintomi diversi.
Colesterolo LDL: che cos’è il colesterolo cattivo?
Il colesterolo LDL è una sostanza grassa che viene assorbita prevalentemente dagli alimenti e, in minima parte, prodotta dal nostro stesso organismo. È anche conosciuto come “colesterolo cattivo” per la sua correlazione con il rischio di malattie cardiovascolari. In questo senso, si contrappone al colesterolo HDL (“colesterolo buono”), che promuove il metabolismo dei grassi.
Malgrado se ne parli sempre nella sua accezione negativa, il colesterolo riveste funzioni fisiologiche importanti. Ad esempio, è un componente essenziale delle membrane cellulari e contribuisce alla produzione della vitamina D e di alcuni ormoni.
Il problema sorge quando la quantità che ingeriamo con i cibi, sommata a quella che viene sintetizzata dal nostro fegato, è maggiore rispetto a quanta ce ne serve e l’organismo non riesce a metabolizzare l’eccesso. In questo caso, succede che il colesterolo nel sangue aumenta (questa condizione viene detta ipercolesterolemia) e tende a depositarsi sulla parete delle arterie formando le cosiddette placche ateromatose.
Le conseguenze si osservano solo nel tempo, non nell’immediato, e possono essere serie. Se il passaggio del sangue viene ostacolato dalle placche possono verificarsi episodi di ischemia. Quando ad essere coinvolto è il cuore, il rischio è l’infarto miocardico; se, invece, ad essere interessato è il cervello, può subentrare un ictus.
Il valore del colesterolo LDL può essere dosato attraverso un esame del sangue. Si tratta di un parametro indicativo, che tuttavia deve essere abbinato ad altri rilievi (colesterolo HDL, colesterolo totale, trigliceridi) per poter essere pienamente significativo.
Differenza tra colesterolo LDL (cattivo) e colesterolo HDL (buono)
Le espressioni colesterolo LDL e colesterolo HDL non indicano due diversi tipi di colesterolo: il colesterolo è sempre lo stesso, a cambiare è il vettore che lo trasporta.
Essendo una sostanza grassa, si muoverebbe con difficoltà nel sangue, che è un liquido acquoso. Viene quindi trasportato da speciali proteine, presenti nell’organismo (secondo un’analisi di massima) in due tipologie: LDL e HDL.
Perché le prime sono considerate cattive mentre le seconde buone? Il colesterolo LDL tende a ossidare, assumendo una forma che ne facilita l’infiltrazione all’interno della parete delle arterie. Qui si accumula, formando la placca ateromatosa, un ostacolo alla corretta circolazione del sangue.
Le placche che si formano negli organi vitali possono causare gravi conseguenze: nel cuore possono portare all’insorgenza dell’infarto miocardico e nel cervello dell’ictus.
Al contrario, il colesterolo HDL trasporta senza intoppi il colesterolo verso gli organi che lo utilizzano o che lo metabolizzano, promuovendo la sua eliminazione dal sangue.
Il fatto che l’LDL sia associato alla deposizione delle placche mentre l’HDL al mantenimento di bassi valori di colesterolo nel sangue giustifica l’uso delle espressioni “colesterolo cattivo” e “colesterolo buono”.
Ai fini della salute, è necessario avere valori bassi del primo e valori alti del secondo, entrambi compresi nei range di normalità individuati dalle società scientifiche e dalle istituzioni sanitarie.
Come si misura il colesterolo cattivo
Il colesterolo LDL viene dosato con un semplice ed economico esame del sangue, eseguito con metodo enzimatico-colorimetrico, effettuabile in qualsiasi laboratorio di analisi o in farmacia.
Se devi sottoporti a questo controllo, non ti serve una preparazione particolare. Ma se ti sottoponi alla rilevazione per valutare il profilo lipidico (che comprende colesterolo LDL, colesterolo HDL, colesterolo totale, trigliceridi), ti viene chiesto di digiunare per almeno 9-12 ore prima dell’esame. È, invece, permesso bere acqua.
L’ingestione di cibo nelle ultime ore altera i risultati e li rende non confrontabili fra loro. In questo caso, il medico non può disporre delle informazioni necessarie per capire se le condizioni del paziente sono migliorate, sono stabili oppure sono peggiorate.
Generalmente, il calcolo del colesterolo LDL viene effettuato sulla base della formula di Friedewald (a partire dai valori di colesterolo totale e trigliceridi); in questo caso, si parla di LDL-C.
In condizioni particolari, ad esempio quando i trigliceridi sono molto alti (superiori a 400 mg/dL) o sono presenti malattie che interferiscono con la rilevazione (come la cirrosi epatica), si dosa il colesterolo diretto (LDL-C diretto).
Il test delle particelle lipoproteiche a bassa densità (LDL-P) costituisce un ulteriore elemento di supporto nella determinazione del rischio cardiovascolare.
Se nel referto del tuo esame del sangue hai trovato la sigla LDLs, sappi che si riferisce al fatto che il dosaggio è stato effettuato nel siero, la parte liquida del sangue.
Quando è consigliato il dosaggio?
La misurazione dei livelli di LDL può essere prescritta:
- Nell’ambito di controlli periodici, che vengono consigliati dal medico di base dopo una certa età (45 anni per gli uomini e 55 anni per le donne) almeno ogni 5 anni.
- Dopo il riscontro di valori alterati in precedenti controlli, per valutare se è indicata la prescrizione di una dieta o di una terapia farmacologica o per verificare l’efficacia della dieta e dei medicinali.
- Come monitoraggio periodico nelle persone cardiopatiche, per tenere sotto controllo il rischio di infarto o ictus.
- Alle persone soggette a fattori di rischio per i disturbi cardiovascolari: casi in famiglia di malattie del cuore o delle arterie, fumo, ipertensione, diabete.
- Nei bambini a rischio per malattie genetiche specifiche, come l’ipercolesterolemia familiare congenita.
Valori normali del colesterolo LDL
Di seguito riportiamo i valori considerati normali del colesterolo LDL e degli altri parametri essenziali per valutare il profilo di rischio cardiovascolare.
PARAMETRI | INTERVALLI DI RIFERIMENTO |
Colesterolo LDL | <100 mg/dL |
Colesterolo HDL | >60 mg/dL |
Colesterolo totale | <200 mg/dL |
Colesterolo LDL ossidato | 20 – 170 ng/mL |
Trigliceridi | 50 – 150 mg/dL |
Ognuno di noi ha proprie caratteristiche, di origine genetica e influenzate da specifiche condizioni, dall’ambiente in cui viviamo e dalle abitudini che adottiamo.
Per questa ragione si parla di intervalli di riferimento e non di valori precisi. Ad esempio, in gravidanza sono accettabili valori superiori di colesterolo LDL. Il corpo della mamma è, infatti, impegnato nella costruzione di quello del feto e questo processo fa sì che molti dei suoi valori del sangue siano alterati.
Nell’ambito di una certa variabilità, di cui viene tenuto conto quando vengono stilati i valori considerati normali, occorre mantenersi all’interno dei range.
Per alcune persone, è più importante che per altre rientrare nei valori normali. Un esempio, sottolineato dalla Società Italiana di Diabetologia (SID), è rappresentato dai soggetti diabetici e da tutti coloro che soffrono di alterazioni metaboliche (sindrome metabolica, insulino resistenza), per i quali l’LDL alto costituisce un rischio aggiuntivo per infarto o ictus.
Nuovi limiti per il colesterolo cattivo
Le recenti Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (European Society of Cardiology, ESC) hanno rivisto i valori considerati normali del colesterolo LDL, portando il limite massimo generale da 190 a 100.
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte al mondo. In passato tipiche dei Paesi occidentali, oggi si stanno pericolosamente diffondendo anche nelle aree del mondo emergenti, per via delle modifiche alle abitudini alimentari.
Dall’altro lato, la correlazione di valori eccessivi di colesterolo LDL nell’insorgenza di queste malattie è stata accertata dalla scienza. Complessivamente, il carico sui sistemi sanitari non è più sostenibile. Da qui, la decisione di agire con maggiore decisione, imponendo limiti restrittivi nella speranza di raggiungere più ambiziosi obiettivi di salute.
Le indicazioni delle nuove Linee Guida sono quindi:
TIPOLOGIA DI PAZIENTE | OBIETTIVO TERAPEUTICO |
Pazienti ad altissimo rischio (“very high risk”) | Dimezzare i valori di LDL + LDL <55 mg/dL |
Pazienti a rischio ancora più alto (“very very high risk”) | LDL <40 mg/dL |
Pazienti ad alto rischio | Dimezzare i valori di LDL + LDL <70 mg/dL |
Pazienti a rischio moderato | LDL <100 mg/dL |
Pazienti a basso rischio | LDL <116 mg/dL |
Per rientrare nei limiti bisognerà sfruttare tutti gli strumenti a disposizione: dai farmaci alla dieta, all’attività fisica.
Una ulteriore novità introdotta dalle recenti Linee Guida riguarda l’impiego dei medicinali: la terapia farmacologica dovrà essere più estesa e includere anche i nuovi farmaci, gli inibitori PCKS-9.
Colesterolo LDL alto
Da tempo la comunità scientifica ha accertato la correlazione fra valori eccessivi di colesterolo LDL e rischio cardiovascolare.
Ma perché il colesterolo è così pericoloso? Come anticipato nei brani iniziali di questo articolo, il colesterolo non viaggia da solo nel sangue. Viene accompagnato da speciali proteine (dette lipoproteine), che hanno il compito di evitare che formi aggregati simili a quelli che si vengono a creare quando si versa dell’olio in acqua, che causerebbero problemi nel flusso del sangue.
Mentre il colesterolo al loro interno è sempre lo stesso, le lipoproteine sono presenti in tipologie diverse, fra cui LDL (proteine a bassa densità, Low Density Lipoproteins) e HDL (proteine ad alta densità, High Density Lipoproteins).
LDL e HDL possiedono caratteristiche differenti: per questa ragione i loro livelli nel sangue vengono considerati separatamente e attribuiti di significati medici diversi.
Le LDL possono andare incontro a un processo di ossidazione e, una volta ossidate, si infiltrano facilmente nella parete delle arterie, danneggiandola.
Al contrario, le HDL sono efficienti nel trasportare il colesterolo verso gli organi e i tessuti che lo utilizzano e lo metabolizzano, eliminandolo dal circolo sanguigno. Questo spiega perché al colesterolo LDL sia associato un aumento del rischio cardiovascolare, al contrario di quanto avviene per HDL, correlato alla protezione da questo rischio.
Il colesterolo LDL alto non causa, di per sé, sintomi. Ecco perché gli esperti raccomandano di effettuare la misurazione a intervalli regolari dopo una certa età o in presenza di fattori di rischio specifici.
Quando preoccuparsi, quindi? Quando i controlli regolari danno risultati alterati occorre rivolgersi a un cardiologo, che inquadri la situazione e prescriva, se necessari, ulteriori approfondimenti.
Cause del colesterolo cattivo alto
La causa principale del colesterolo LDL alto è da cercare negli stili di vita, soprattutto alimentari. In passato, erano diffuse abitudini di vita molto diverse rispetto a quelle attuali. Le persone svolgevano per lo più lavori manuali, che richiedevano grande dispendio di energie. Inoltre, gli standard medi di vita erano ridotti: era molto ristretta la fascia sociale di persone che potevano permettersi di mangiare carne con una certa frequenza.
La carne era considerata cibo per ricchi e questa convinzione ha condizionato le scelte alimentari delle generazioni successive. Quando il benessere economico si è esteso a segmenti di popolazione più ampi, il consumo di derivati animali è aumentato. Contemporaneamente, però, le abitudini di vita e lavoro sono cambiate, diventando molto meno impegnative dal punto di vista fisico. Oggi, la maggior parte delle persone svolge mansioni d’ufficio e trascorre gran parte della giornata seduta su una sedia, davanti allo schermo di un computer.
Questa evoluzione ha portato all’esplosione delle malattie cardiovascolari. Infarto, ictus, ipertensione sono diventati così frequenti da rappresentare, nel loro complesso, la prima causa di morte al mondo. La spesa sanitaria per la cura di queste patologie è salita alle stelle: basti pensare che uno dei farmaci utilizzati in questo ambito (il Lipitor®) è stato per anni il medicinale più venduto al mondo.
Oggi questa spesa è diventata insostenibile per la maggior parte dei servizi sanitari. Ed è socialmente non più accettabile, dal momento che origina da condizioni in massima parte prevenibili.
Solo una piccola percentuale di casi di ipercolesterolemia deriva infatti da cause genetiche, in particolare da una malattia nota come ipercolesterolemia familiare congenita.
In questi casi, l’intervento sulla dieta non è sufficiente e i pazienti devono seguire terapie farmacologiche specifiche fin da bambini.
Diagnosi e trattamento per il colesterolo LDL alto
Se rientri nelle categorie a rischio per le malattie cardiovascolari (sei fumatore, hai avuto casi in famiglia, hai più di 45 anni e sei un uomo o più di 55 anni e sei donna) puoi tenere sotto controllo il tuo quadro sottoponendoti a controlli periodici. Se i tuoi valori sono a posto, non rinunciare a condurre comunque una vita sana, per prevenire problemi futuri.
Rivolgiti al tuo medico per i consigli più generali e al cardiologo per gestire le circostanze più specifiche.
Lo specialista ti prescriverà, in caso di bisogno, screening regolari dei parametri coinvolti nella genesi delle patologie di cuore e arterie. E, nel caso siano già alterati, una dieta e/o una terapia farmacologica.
Quali farmaci?
Negli ultimi anni, sono stati rivisti i criteri di accesso ai farmaci: mentre in passato si aspettava molto di più prima di trattare farmacologicamente un paziente, oggi si tende a prescriverli più precocemente.
Pur essendo disponibili diversi tipi di medicinali, le statine continuano a rappresentare l’opzione terapeutica di prima linea. Nei pazienti a rischio alto o molto alto, però, le statine non sono sempre sufficienti. Mentre alcuni individui reagiscono positivamente a questa terapia, per altri l’efficacia non è così spiccata e per altri ancora le statine sono responsabili di effetti collaterali che ne limitano l’assunzione.
Nei casi in cui queste sostanze non funzionino o siano correlate a importanti reazioni avverse, si ricorre ad altri farmaci in grado di ridurre i valori del colesterolo LDL, fra cui ezetimibe e gli inibitori della PCSK-9. In genere, il cardiologo imposta uno schema di trattamento personalizzato, che viene modificato al bisogno.
L’assunzione di rimedi omeopatici non è correlata ad alcun beneficio clinico dimostrabile. Scopri tutto quello che c’è da sapere su come abbassare il colesterolo.
Dieta: cibi da evitare per il colesterolo LDL
L’alimentazione è sempre il primo punto su cui agire quando i valori di LDL sono fuori limite. Oltre alla conoscenza dei cibi consentiti e di quelli vietati, è importante che la persona che si trova in questa condizione si formi una coscienza nuova sugli alimenti.
Il cibo può essere solo fonte di nutrienti ed energia, come il carburante per la macchina, oppure può diventare qualcosa di più, agire con una funzione all’interno dell’organismo, né più e né meno che una medicina. In questo senso, oggi si parla sempre di più di alimentazione funzionale.
Spezie, erbe aromatiche, specifiche combinazioni di alimenti, frutta e verdura, pesce, olio extravergine d’oliva possono essere utilizzati per ottenere benessere e non semplicemente per riempire un vuoto di calorie e nutrienti.
Volersi bene è un’esperienza determinante per mantenersi in salute. Una dieta per trattare il colesterolo alto è, quindi, la prima scelta da fare per combattere il colesterolo LDL in eccesso.
Rischi del colesterolo LDL alto
I depositi del colesterolo LDL all’interno delle arterie provocano una catena di eventi che porta alla formazione della placca ateromatosa.
Questa rappresenta un ostacolo al flusso del sangue che può portare a conseguenze potenzialmente gravi, quali:
- Infarto: se la placca si forma nelle coronarie, le piccole arterie che nutrono il cuore, il rischio è che quest’organo non riceva sangue in quantità sufficiente per svolgere le sue funzioni. La conseguenza è l’infarto miocardico: la gravità dell’evento dipende dall’estensione dell’area colpita e dalle condizioni generali del cuore.
- Ictus: se a ostruirsi è un’arteria del cervello, è quest’organo ad avere problemi di rifornimento di sangue. I neuroni che non ricevono un afflusso adeguato vanno così in sofferenza e muoiono. Non potendo essere rigenerati, la funzione da essi svolta viene perduta irrimediabilmente.
- Ischemie ad altri organi: le placche possono formarsi in altri organi e tessuti, causando ischemie locali.
Colesterolo LDL basso: cause e sintomi
Nel quadro che stiamo descrivendo, cosa significa dunque avere il colesterolo LDL basso? Normalmente livelli bassi di colesterolo LDL non sono associati a condizioni di interesse clinico. Ma esistono alcune eccezioni.
Una di queste riguarda il cervello. Uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista scientifica Neurology mostra che livelli molto bassi di LDL sono correlati a un aumento del rischio di emorragia cerebrale.
In particolare, questo rischio è del 65% più elevato per i soggetti con LDL compreso tra 50 e 69 mg/dL e 2,69 volte più elevato per quelli con concentrazioni al di sotto dei 50 mg/dL, rispetto ai partecipanti alla ricerca con LDL compreso nel range 70-90 mg/dL. L’associazione tra un LDL basso e aumento del rischio di emorragia cerebrale diventa significativo al di sotto del valore soglia pari a 75,7 mg/dL.
Di conseguenza, anche i valori di colesterolo totale bassi (in particolare inferiori a 120 mg/dL) sono soggetti allo stesso rischio. Ma non è emersa alcuna correlazione significativa con il colesterolo HDL o i trigliceridi.
Queste considerazioni hanno bisogno di ulteriori studi per essere confermate e tradotte in modifiche delle Linee Guida. Se ti sei sottoposto di recente a un esame del sangue che ha messo in luce un valore del colesterolo LDL al di sotto della norma, parlane con il tuo medico.
Fonti
- 2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk: The Task Force for the management of dyslipidaemias of the European Society of Cardiology (ESC) and European Atherosclerosis Society (EAS).
- Hua J. et al. Variable Effects Of LDL Subclasses Of Cholesterol On Endothelial Nitric Oxide/Peroxynitrite Balance – The Risks And Clinical Implications For Cardiovascular Disease. International Journal of Nanomedicine. (2019).
- Chaoran Ma et al. Low-density lipoprotein cholesterol and risk of intracerebral hemorrhage: A prospective study. Neurology. (2019).