Sommario
La cistite acuta nei bambini ha cause prevalentemente batteriche (es. cistite al mare); di rado è abatterica o interstiziale. Non è una complicanza di COVID-19, non è contagiosa.
Nei neonati in allattamento e fino ai 2 anni i sintomi sono: irritabilità, febbre, nausea e vomito, anche senza bruciore; sopra i 2 anni si ha mal di pancia e bruciore alla minzione, talvolta sangue nelle urine. La cistite può essere asintomatica.
Nei bambini molto piccoli è più diffusa fra i maschi, mentre dai 5 anni in su fra le femmine. Si riconosce dai valori alterati del test (urinocoltura).
Cosa fare? Quando indicato, la cura è l’antibiotico. Fra le cure naturali, alcuni integratori (es. probiotici, non fermenti lattici, in bustine o flaconcini).
Cosa mangiare? L’alimentazione deve escludere pietanze salate o pepate e dolci; è raccomandata una buona idratazione.
Cistite bambini: cos’è e come si manifesta
La cistite è l’infiammazione della vescica e dunque una tipologia di infiammazione delle vie urinarie, cioè degli organi e condotti che portano l’urina dal rene (dove viene prodotta) all’esterno del corpo. In particolare, la vescica è ricompresa fra le vie urinarie basse. È la più frequente infezione urinaria.
La causa principale è infettiva, prevalentemente batterica; in caso contrario viene definita abatterica. Le vie urinarie sono normalmente sterili e, quando vi si sviluppano colonie di microbi questi possono proliferare fino a dare un’infezione.
La cistite interstiziale, più nota negli adulti, può interessare occasionalmente anche i bambini. Spesso viene confusa con i disordini congeniti della minzione.
Nella maggior parte dei casi si tratta di cistite acuta, che viene riconosciuta tramite l’esecuzione di un esame delle urine accompagnato da urinocoltura.
La patologia viene diagnosticata e trattata dall’urologo pediatrico.
Cistite bambini: come si manifesta nei più piccoli
Il bambino si lamenta per il bruciore e il dolore che insorgono mentre urina e fa pipì in piccole quantità ma più spesso del solito. È irritabile, stanco, piange spesso e non gioca come farebbe abitualmente; tende a rifiutare il cibo e, in alcuni casi, può avere nausea e vomito.
Nei bambini più grandi questi sintomi possono essere accompagnati da mal di pancia e urine maleodoranti, sintomo tipico degli adulti.
La febbre non è sempre presente, ma in alcune circostanze può rappresentare l’unico sintomo.
Quanto dura? Le manifestazioni della cistite nei bambini durano qualche giorno e si risolvono in genere senza complicanze. In alcuni casi, l’infezione si propaga ai reni (pielonefrite acuta): per prevenire tale condizione è necessario istituire tempestivamente la terapia antibiotica laddove indicata.
Differenza bimbi e bimbe
L’incidenza della cistite è diversa fra maschi e femmine, a causa della differente conformazione delle vie urinarie.
Di norma, l’urina viene prodotta nel rene e da lì scende negli ureteri, sottili condotti che la convogliano verso la vescica. Qui, l’urina si raccoglie, fino alla minzione: quando il piccolo fa pipì la vescica si svuota e l’urina in essa contenuta esce all’esterno del corpo passando attraverso l’uretra.
La contaminazione delle vie urinarie avviene quasi sempre dall’esterno. Batteri presenti sulla pelle e sulle mucose genitali esterne, del perineo (l’insieme dei tessuti molli che separano le vie urogenitali e l’ano) e dell’ano possono farsi strada all’interno di esse, risalendo fino alla vescica. Qui, la loro proliferazione può dare luogo a una infezione.
Eccettuate le primissime fasi di vita, quando sono i maschi a essere più a rischio, le bambine sono più colpite, in generale, da tutte le tipologie di infezioni delle vie urinarie. L’uretra femminile è, infatti, più corta rispetto a quella dei maschi e ciò rende più breve e semplice la risalita dei batteri.
Cistite bambini: sintomi
A differenza della pielonefrite, che interessa le alte vie urinarie (reni), la cistite è un’infezione delle basse vie urinarie. Questo significa che è correlata a una gravità mediamente inferiore, con sintomi più lievi e minor rischio di complicanze.
Se da un lato questi aspetti sono vantaggiosi, dall’altro la sintomatologia più generica e sfumata rende più difficile la diagnosi. I genitori possono non riconoscere le manifestazioni del disturbo e rivolgersi con ritardo al pediatra.
Ciò può avere un impatto serio se il bambino è affetto da una malformazione del sistema urinario. Nello specifico, può accelerare l’evoluzione verso la pielonefrite acuta. Nei casi a rischio, quindi, il pediatra e l’urologo pediatrico sensibilizzano i genitori a riconoscere per tempo sintomi potenzialmente legati alla cistite.
Fra questi:
- Diarrea, nausea, vomito e mal di pancia. Il dolore addominale che si intensifica e si irradia alla regione lombare della schiena può essere un segno di evoluzione verso la pielonefrite.
- Irritabilità, pianto frequente e malessere generale.
- Inappetenza.
- Pianto durante la minzione, dovuto al bruciore e al dolore (stranguria) scatenati dal passaggio della pipì nelle vie urinarie irritate.
- Maggiore frequenza della minzione: il bambino fa poca pipì e più spesso del normale, una condizione detta pollachiuria.
- Arrossamento all’interno delle cosce.
- Febbre: non sempre presente, ma talvolta è l’unico sintomo. La febbre non accompagnata da nessun altro sintomo evidente deve far sospettare un’infezione urinaria, specialmente nei bambini a rischio per malformazioni dei tratti urinari e reflusso vescico-ureterale.
- Sangue nelle urine (ematuria), non sempre presente né visibile.
I sintomi in base alle età
Nei bambini da 0 a 2 anni i sintomi prevalenti sono quelli più generici: febbre, vomito, irritabilità e sonnolenza. Il piccolino non gioca e piange di frequente. I genitori non possono accorgersi del fatto che fa pipì più spesso del solito, perché indossa il pannolino e il volume totale è inalterato.
Al di sopra dei 2 anni, la febbre è assente o bassa (sotto i 38°C); il bambino in genere mantiene l’appetito e la vivacità ma può avere dolori addominali. Il bruciore mentre fa pipì è più evidente, perché il piccolo piange e si lamenta o, in certi casi, la trattiene per non sentire fastidio.
Incontinenza e enuresi notturna
L’incontinenza urinaria nei bambini è definita come il rilascio involontario di urina che si verifica almeno 2 volte al mese dopo l’eliminazione del pannolino.
L’enuresi consiste nella perdita involontaria di urina durante il sonno in un’età (5-6 anni) nella quale il bambino dovrebbe avere già acquisito il controllo degli sfinteri. Può essere secondaria a una cistite e, in questo caso, si risolve con la guarigione dell’infezione.
Quali sono le cause della cistite nei bambini?
La causa più comune è un’infezione batterica, soprattutto da Escherichia coli, un germe alla base del 60% circa di tutti i casi. Altri batteri coinvolti sono la Klebsiella spp, il Proteus spp. e gli enterococchi.
Gli episodi infettivi possono comparire in circostanze particolari, ad esempio al mare, a causa del contatto prolungato del piccolo con la sabbia contaminata, che si infila nel costumino e nel pannolino. Per questo i pediatri consigliano di cambiare spesso il costume ai bambini, specialmente quando bagnato: l’ambiente umido favorisce la proliferazione dei germi.
Meno frequenti le forme virali e da funghi. Se la patologia non è provocata da batteri, si parla di cistite abatterica.
La cistite nei bambini non è contagiosa.
Come diagnosticare la cistite nei bambini
Come già anticipato nei paragrafi precedenti, è importante arrivare alla diagnosi della cistite nel più breve tempo possibile, per evitare che l’infezione si estenda ai reni e possa dare conseguenze permanenti.
Nei piccoli è molto difficile riconoscere, in assenza di esami di laboratorio, la presenza della cistite, dato che spesso non manifestano sintomi specifici. Per questo è importante effettuare delle verifiche in caso di febbre senza altri sintomi o accompagnata da manifestazioni sfumate e generiche (malessere generale, inappetenza, pianto frequente e irritabilità).
In questi casi, è possibile effettuare già a casa o presso l’ambulatorio del pediatra un test rapido utilizzando uno stick acquistabile in farmacia.
Questo esame permette di avere una prima idea sull’eventuale presenza di una cistite o di altra infezione urinaria. Ma non è esaustivo e deve pertanto essere accompagnato da un monitoraggio specifico dei sintomi. È anche importante comunicare al pediatra il risultato del test, se eseguito a domicilio, in modo che possa prescrivere ulteriori indagini all’occorrenza.
Come leggere lo stick delle urine? La striscia di carta assorbente del kit deve essere bagnata con l’urina del piccolo. Se si colorano i quadratini corrispondenti ai nitriti e ai leucociti (globuli bianchi), il test è considerato positivo ed è molto probabile che l’infezione ci sia effettivamente. Ma la conferma deve arrivare da altre prove, che devono essere prescritte dal pediatra.
Esame delle urine
È il primo test in ordine di tempo a cui sottoporre il bambino quando si sospetta un’infezione urinaria. Anche in questo caso, viene in particolare rilevata la presenza dei leucociti e dei nitriti, segno di infezione.
Cistite bambini: urinocoltura
L’esame con cui viene diagnosticata la cistite è l’urinocoltura. Il test deve essere effettuato precocemente per evitare pericolose complicanze a carico dei reni (pielonefrite acuta).
Il problema principale connesso a questa procedura è rappresentato dalla modalità con cui viene raccolta l’urina, che influenza in maniera significativa l’attendibilità dei risultati.
Molto spesso, infatti, capita che l’urina si contamini per il contatto con l’ultima porzione di uretra, dove la vicinanza con l’ambiente esterno determina una maggiore presenza di batteri. L’esame risulta così positivo anche se il piccolo non ha la cistite. Per evitare questo rischio, l’urina viene raccolta da mitto intermedio, cioè dopo avere scartato il primo getto.
Come si effettua la raccolta da mitto intermedio?
Bisogna lavare accuratamente con acqua e sapone i genitali esterni del bambino e raccogliere nel contenitore sterile un campione di urina dopo aver lasciato andare il primo getto.
Un secondo problema si pone con i bambini molto piccoli, che non sono collaboranti. In questo caso si ricorre a due soluzioni principali. Una di queste consiste nel tenere il piccolo senza pannolino, facendolo bere spesso e applicandogli un asciugamano intriso di acqua tiepida sul basso ventre. Ciò stimola la minzione: quando il piccolo fa pipì bisogna raccoglierla “al volo”.
Un’altra soluzione è quella di applicargli sui genitali un sacchettino, dotato di un adesivo che lo incolla temporaneamente alla pelle che circonda lo sbocco all’esterno dell’uretra. Quando il piccolo fa pipì, l’urina si raccoglie direttamente nel contenitore, che viene poi rimosso.
Dal sacchettino viene prelevato il campione da analizzare bucandolo con una siringa sterile. La raccolta delle urine con il sacchettino è più comoda rispetto alla prima modalità, ma è associata a un rischio di contaminazione maggiore: l’esame potrebbe quindi dare esito positivo anche se non è presente alcuna infezione.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’urinocoltura.
Antibiogramma
L’urinocoltura deve essere associata all’antibiogramma. Solo la lettura incrociata dei dati provenienti da entrambi i test può fornire all’urologo pediatrico un quadro significativo ai fini della diagnosi.
La sola presenza di batteri in concentrazioni elevate nelle urine, infatti, non è sempre sinonimo di infezione da trattare. Se i batteri in questione appartengono a specie poco virulente non generano sintomi e non richiedono una cura. Questa condizione viene definita batteriuria (cioè presenza di batteri nelle urine) asintomatica.
L’antibiogramma è l’esame di laboratorio con cui vengono testati tutti gli antibiotici utilizzati comunemente per il trattamento delle infezioni delle vie urinarie, al fine di individuare quello più efficace.
È di estrema importanza per stabilire la terapia più opportuna, soprattutto alla luce della diffusione delle resistenze microbiche. Gli antibiotici che oggi usiamo nella terapia delle comuni infezioni sono sempre meno efficaci e ciò è dovuto anche all’uso improprio che ne viene fatto. Diventa quindi particolarmente importante prenderli solo se l’ha stabilito il medico e seguendo con attenzione le modalità da lui prescritte.
Se il quadro clinico è in peggioramento o il bambino è a rischio per altre malattie, il medico non aspetta gli esiti degli esami di laboratorio, per i quali potrebbero volerci diversi giorni, per dare inizio alla terapia. Dopo avere eseguito un test rapido e averne verificato la positività, prescrive un antibiotico ad ampio spettro, riservandosi di modificare la terapia una volta conclusi tutti i test.
Cistite bambini: altre analisi
I test di laboratorio sopra citati sono utili nell’immediato, per confermare o escludere la diagnosi e per stabilire la terapia farmacologica più appropriata.
Ma la comparsa di una cistite in un bambino richiede a volte anche esami di approfondimento che permettano di capire se l’infezione è correlata a malformazioni delle vie urinarie.
Un primo quadro viene tracciato con l’esecuzione dell’ecografia addominale: esaminando i tratti urinari, il medico può rilevare la presenza di difetti di forma congeniti.
Solo quando si sospetta un reflusso vescico-ureterale, dal momento che è un’indagine invasiva, viene eseguita la cisturetrografia minzionale. Nella vescica del piccolo viene introdotto un catetere con il quale si inietta un mezzo di contrasto che permette di visualizzare il flusso dell’urina.
La scintigrafia renale viene prescritta nel bambino che ha avuto diversi episodi di cistite per verificare come e quanto i reni funzionino.
Cistite bambini: cure e rimedi
La cura per la cistite batterica è rappresentata dall’antibiotico. Un tempo trattata sempre, oggi la cistite del bambino viene curata con gli antimicrobici solo in alcuni casi, quando è presente un rischio specifico.
La comunità scientifica si sta muovendo nella direzione di sviluppare integratori e altre soluzioni in grado di ridurre la frequenza di utilizzo degli antibiotici.
Di una certa importanza anche l’intervento sulla dieta e gli stili di vita: una dieta ricca di vegetali e un’adeguata idratazione possono contribuire ad abbreviare il decorso della malattia.
Cure farmacologiche
La cistite viene curata con antibiotici somministrati per bocca.
Quali antibiotici si usano? La tipologia del farmaco viene stabilita sulla base delle indicazioni emerse dall’antibiogramma che viene effettuato con l’urinocoltura. Se il caso è urgente, perché il piccolo è a rischio di complicanze, la terapia viene istituita nell’immediato ed eventualmente modificata una volta disponibili gli esiti.
In ogni caso, il trattamento deve cominciare prima possibile e durare, a seconda del tipo di antibiotico prescritto, da 7 a 10 giorni.
All’occorrenza, se è presente febbre, è possibile dare al bambino un antipiretico (es. paracetamolo).
Profilassi antibiotica
I bambini con malformazioni delle vie urinarie e reflusso vescico-ureterale vengono sottoposti a una terapia preventiva con antibiotici, per mantenere l’urina sterile ed evitare possibili infezioni, che potrebbero evolvere rapidamente verso la pielonefrite acuta.
La terapia profilattica viene effettuata con dosi basse di antibiotico e mantenuta nel tempo, fino alla risoluzione (spontanea o chirurgica) del problema o fino al momento in cui il rischio di danno renale è, a giudizio dell’urologo pediatrico, rientrato.
Oggi, rispetto a quanto avveniva in passato, la profilassi antibiotica viene prescritta più raramente e solo nelle circostanze in cui è davvero utile al contenimento del rischio.
Rimedi naturali
Il trattamento della cistite nel bambino richiede la supervisione del pediatra o dell’urologo pediatrico. Per i rischi già richiamati a carico dei reni, non deve essere lasciata al fai-da-te o al passaparola.
A causa della diffusione di batteri resistenti agli antibiotici, diventa sempre più importante limitare il ricorso a questi medicinali ai casi in cui il loro impiego è strettamente necessario. L’uso di integratori alimentari a base di sostanze ed estratti vegetali può contribuire, in determinati casi, al trattamento e permettere di evitare l’antibiotico.
In quest’ottica, sono stati sviluppati prodotti a base di D-mannosio, uno zucchero estratto dalla betulla che impedisce ai batteri di aderire alla mucosa urinaria. Questa sostanza ha mostrato, nell’ambito di numerosi studi e anche nel bambino, una certa efficacia nel prevenire le cistiti ricorrenti e nel contribuire a trattare le cistiti acute. Tuttavia, la comunità scientifica ritiene che a riguardo siano necessari ulteriori approfondimenti.
I probiotici possono essere utilizzati per migliorare la salute del microbiota intestinale e quindi controllare la presenza di patogeni che possono passare dal sistema digerente a quello urinario. Nel bambino che soffre di stitichezza possono rappresentare una valida soluzione.
È stato valutato in molte ricerche anche il ruolo del mirtillo rosso, che agisce con un meccanismo simile a quello del D-mannosio, inibendo la capacità dei batteri di aderire alla mucosa urinaria. Gli studi hanno evidenziato la sua sicurezza anche nel trattamento dei più piccoli e l’efficacia nel ridurre il ricorso all’antibiotico.
Fra le altre sostanze usate, l’acido ialuronico e l’acido ascorbico (la comune vitamina C).
Cistite bambini: alimentazione e stile di vita
Cosa mangiare, quindi, con la cistite? Non viene consigliata una dieta specifica, anche se un regime alimentare caratterizzato da un elevato residuo acido è consigliato. Ciò aiuta, infatti, a mantenere le urine acide, riducendo la capacità di alcuni batteri di aderire alle pareti della vescica.
La dieta acida prevede un consumo adeguato di vegetali e cereali integrali, pesce fresco e formaggio fresco.
Ottimo come condimento il classico olio di oliva extravergine. Viene anche consigliato lo yogurt, ma è importante che non sia zuccherato.
Meglio scegliere uno yogurt naturale a cui aggiungere cubetti (se il bambino è grandicello) o polpa di frutta fresca (se è più piccolo). Allo stesso modo sono sconsigliati i dolci.
Occorre evitare i cibi piccanti o molto salati, che occasionalmente ai bambini più grandicelli può capitare di mangiare, come il salame e altri salumi, per non peggiorare il bruciore e l’irritazione delle mucose urinarie. È importante ricordare, allo stesso modo, che qualsiasi spezia contribuisce a irritare la vescica.
Se il bambino beve acqua in quantità adeguata mantiene più diluita l’urina e riduce la carica batterica nella vescica. Non è possibile indicare il volume preciso di fluidi che dovrebbe assumere, perché questo varia a seconda del peso e dell’età. Ci si può regolare in base alle sue abitudini di sempre, senza esagerare.
È piuttosto diffusa la credenza in base alla quale la piscina potrebbe essere un luogo a rischio per contrarre la cistite. Non è così. Né il bagno in mare né quello in piscina possono provocarla, anche se è consigliabile cambiare spesso il costumino dei bambini, soprattutto dopo il bagno.
Il decorso
Se nell’adulto la cistite è una condizione che nella maggior parte dei casi non desta grosse preoccupazioni, nel bambino non è così.
La lunghezza ridotta delle vie urinarie dei piccoli e la relativa immaturità del loro sistema immunitario li rendono più soggetti alle complicanze della cistite. La principale è la pielonefrite acuta, l’infezione del rene.
Questa condizione può non risolversi completamente e lasciare cicatrici nell’organo, che ne comprometteranno irreversibilmente la funzione. In casi gravi, quando le infezioni sono ripetute nel tempo o quando non vengono trattate tempestivamente, si può avere un’insufficienza renale.
Quando preoccuparsi, quindi? Nella maggior parte dei casi, comunque, la malattia ha un decorso benigno. I sintomi permangono per qualche giorno, per poi risolversi senza lasciare tracce permanenti. Una febbre senza altri sintomi in un bambino che ha già avuto altri episodi merita un approfondimento del pediatra, così come una cistite che non passa dopo qualche giorno di terapia.
È anche vero che negli ultimi anni la tendenza è quella di intervenire meno rispetto al passato. Mentre un tempo anche un singolo caso di cistite o, peggio, di pielonefrite veniva seguito da un’indagine strumentale completa, oggi si tende a eseguire le procedure invasive solo quando strettamente necessario.
Come prevenire la cistite nei bambini
Per ridurre il rischio che il bambino sviluppi una cistite è importante rispettare una corretta igiene intima. Crescendo, il bambino con malformazioni delle vie urinarie deve essere abituato a lavarsi correttamente, cioè in direzione antero-posteriore (dai genitali verso l’ano) e non viceversa. Il senso è quello di non portare i germi presenti nella mucosa intestinale verso quella urinaria.
È importante che il piccolo venga lavato dopo ogni minzione, per evitare il ristagno di batteri e la loro proliferazione. E che per la sua detersione non vengano utilizzati prodotti aggressivi, che possono alterare la flora batterica locale favorendo la crescita dei batteri patogeni.
La circoncisione dei piccoli di sesso maschile riduce il rischio di infezione urinaria.
Poiché la stitichezza rappresenta un fattore di rischio, è bene trattarla quando presente. I bambini che fanno fatica a scaricarsi possono essere aiutati con una dieta più ricca di fibre alimentari: se i piccoli, come spesso accade, provano avversione per le verdure, si può provare a modificarne la forma e il sapore, offrendo loro piatti più gustosi.
È diffusa l’errata convinzione che i bambini vogliano/abbiano bisogno di pietanze insipide, ma non è così. Senza esagerare con il sale, si può provare a utilizzare le erbe aromatiche, magari quelle dal sapore più delicato. Ciò va fatto solo dopo avere sentito il parere del pediatra, per accertarsi che il piccolo sia sufficientemente grande e non sia a rischio specifico di allergie alimentari.
Difficilmente i bambini chiedono da bere quando hanno sete: è importante ricordarsi di dargli spesso dell’acqua, da bere in piccoli sorsi. Un’adeguata idratazione manterrà le sue feci più morbide e ne faciliterà l’evacuazione.
È possibile usare i microclismi di glicerina dopo avere sentito il pediatra e solo occasionalmente.
Fonti
- T. Cooper et al. D-mannose for preventing and treating urinary tract infections in adults and children. Cochrane Colloquium Abstracts. (2020).
- R. Hudson et al. Examination of Complementary Medicine for Treating Urinary Tract Infections Among Pregnant Women and Children. Frontiers in Pharmacology. (2022).