Sommario
La blefarite è un’infiammazione abbastanza comune che colpisce le palpebre.
Palpebre incollate, arrossate, gonfie e pruriginose. Sono questi i principali sintomi. Solitamente la blefarite non è grave, ma se non trattata può portare ad altri problemi, come secchezza oculare, orzaiolo e congiuntivite.
Ne esistono di diversi tipi e spesso risulta molto difficile da trattare, così può durare mesi o anni. Ecco perché è sempre meglio rivolgersi ad uno specialista non appena compaiono i primi sintomi.
Nella maggior parte dei casi, si risolve con una pulizia degli occhi accurata e costante e impacchi caldi. In altri casi, è necessaria la prescrizione di antibiotici disponibili in vari formati.
Anche se si tratta di una patologia molto comune, prevenire la blefarite è possibile. Basta seguire basilari ma importanti norme igienico-comportamentali e qualche piccolo consiglio che abbiamo raccolto qui per voi.
Blefarite: che cos’è
La blefarite, dal greco blépharon, palpebre, è un’infiammazione acuta o cronica che interessa i margini palpebrali dell’occhio, ossia una zona molto esposta.
Infatti, le palpebre, insieme alla congiuntiva e all’apparato lacrimale, fanno parte dell’apparato di protezione dell’occhio. Inoltre, essendo le palpebre pieghe della pelle costituite da molti strati sono difficili da mantenere pulite e dunque maggiormente a rischio di infezioni o infiammazioni.
E’ un disturbo che solitamente colpisce entrambi gli occhi, ma che può interessare anche solo uno dei due. In alcuni casi l’infiammazione parte dal bordo ciliare e si amplia fino ad arrivare alla cute, ai follicoli sebacei, alla congiuntiva e alle ghiandole di Meibomio e ciliari.
Si può manifestare a tutte le età, ma per fortuna, quasi mai causa danni permanenti alla vista e non è contagiosa. Il che permette di circoscrivere il problema ed evitare che venga trasmesso ad altre persone o, nel caso sia affetto soltanto uno dei due occhi, anche all’altro.
I batteri responsabili di questa infiammazione sono quasi esclusivamente Stafilococchi coagulasi-positivi e Stafilococchi coagulasi-negativi, talvolta batteri gram-negativi.
Le prime avvisaglie sono date da un forte prurito e da lacrimazione continua, il che porta di solito la persona a stropicciarsi continuamente gli occhi e a peggiorare la situazione provocando rossore, gonfiore e sensazione di corpo estraneo al loro interno.
Tipi di blefariti
Le blefariti possono essere suddivise in base al tipo d’infiammazione o a dove essa si concentra.
Le tipologie di blefariti classificate in base all’entità dell’infiammazione sono tre:
- Ulcerativa: in questo caso il principale responsabile è lo stafilococco, si manifesta con ascessi e crosticine e si può presentare sia nei bambini piccoli che negli adulti.
- Squamosa o seborroica: le cause di questo tipo di blefarite si suppone siano legate ad acne rosacea, forfora e dermatite seborroica.
- Iperemica: si presenta con edema palpebrale o occhi arrossati e gonfi.
Le blefariti suddivise in base alla zona di concentrazione dell’infiammazione sono anch’esse tre:
- Blefarite anteriore: colpisce l’esterno dell’occhio, dove le ciglia si attaccano alla palpebra. Si manifesta a causa di batteri o come conseguenza della dermatite seborroica, ossia un’infiammazione cutanea cronica che interessa principalmente il cuoio capelluto e il viso provocando cute grassa e forfora.
- Blefarite posteriore: colpisce le ghiandole di Meibomio, strutture che producono sostanze oleose, localizzate dietro la base delle ciglia. Questo tipo di blefarite si manifesta quando le ghiandole vengono ostruite da scaglie di pelle oppure da elementi prodotti a seguito della dermatite seborroica o dalla rosacea.
- Blefarite mista: insieme dei due tipi di blefarite.
Blefarite da stress
Un particolare tipo di blefarite è quella da stress prolungato, cioè causata da tutte quelle condizioni presenti nella vita quotidiana che alterano lo stato di salute psichica di una persona e di conseguenza il suo sistema immunitario che risulta indebolito.
In questo caso la blefarite rientra tra le malattie psicosomatiche come la dermatite e l’acne, perché essa altro non è che la manifestazione fisica di un problema molto più profondo che arriva dalla testa.
La causa infatti è da ricercare in tutti quei fattori che ne hanno potuto favorire la comparsa. Ne sono degli esempi i ritmi frenetici, il lavoro o lo studio intenso, la mancanza di tempo libero da dedicare ad una sana alimentazione e ad una corretta cura di sé, o ancora, i cambiamenti improvvisi e profondi come un lutto, la perdita del lavoro o di un amore.
Quello che si può fare in questi casi è curare i sintomi, ma la cosa veramente importante è cercare di cambiare abitudini e stili di vita in modo da ridurre fatica e tensioni. Una delle azioni mirate in tal senso potrebbe essere migliorare la qualità del sonno, che oltre a diminuire lo stress porta ad un aumento dei meccanismi antinfiammatori dell’occhio.
Blefarite da squilibrio intestinale
Le blefariti sono spesso associate a:
- Gastriti.
- Coliti.
- Reflusso gastroesofageo.
- Helicobacter.
- Disturbi del tratto intestinale come la disbiosi, ossia lo squilibrio della flora batterica.
Questo perché sebbene occhi e intestino siano due organi lontani, essi sono in relazione tra loro.
Infatti, lo squilibrio intestinale porta ad un’eccessiva produzione di citochine sviluppando un’infiammazione con attivazione di meccanismi immunitari che vanno a colpire a distanza tutti gli organi, tra cui l’occhio.
Le cause associate a questi squilibri possono essere tante, tra queste:
- Disordini alimentari
- Uso di antibiotici
- Periodo di stress.
Ciò che serve in questi casi è una dieta antinfiammatoria sotto parere di uno specialista.
Le cause
I fattori alla base di questa comune infiammazione sono tanti e i principali sono i seguenti:
- Alterata secrezione delle ghiandole di Meibomio.
- Infezioni batteriche.
- Infezioni virali, specie da Herpes simplex tipo I.
- Malattie della pelle come forfora o rosacea.
- Pelle grassa.
- Pidocchi o acari delle ciglia.
- Secchezza oculare.
- Forte lacrimazione.
- Vizi refrattivi non correttivi come ipermetropia e astigmatismo.
- Carenze alimentari come avitaminosi o dispepsia, “cattiva digestione”.
- Patologie come il diabete o l’accumulo di grassi nel sangue (colesterolo, trigliceridi).
- Fattori allergici o ambientali (pollini, cosmetici, pomate oftalmiche, lenti a contatto, alimenti, polveri e fumo).
- Eccessiva irradiazione solare.
- Forte eritema.
Blefarite: sintomi
La blefarite provoca di solito dolore, prurito, rossore e gonfiore. A seconda della gravità con cui si presenta, può determinare altri sintomi quali:
- Sensazione di polvere negli occhi.
- Lacrimazione.
- Sensibilità alla luce (fotofobia).
- Secchezza oculare.
- Palpebre appiccicose con difficoltà ad aprire gli occhi soprattutto al mattino.
- Infiammazione estesa ad altre parti dell’occhio.
- Fastidio a portare lenti a contatto.
- Presenza di forfora o crosticine alla base delle ciglia.
Altri sintomi gravi sono:
- Visione annebbiata.
- Ciglia che cadono.
- Ciglia che crescono nella direzione sbagliata.
- Gonfiore di altre parti dell’occhio come la cornea.
Complicazioni
Pur non essendo considerata una malattia grave, la blefarite è molto fastidiosa e in più, se non adeguatamente trattata, può causare numerose complicazioni più o meno serie all’occhio e a volte alla vista.
Le complicazioni della blefarite includono molte patologie. Vediamole di seguito.
Sindrome dell’occhio secco
Si manifesta con occhi asciutti, doloranti, infiammati, a causa di una minore produzione di lacrime dovuta ad elementi che ne bloccano il passaggio dalle ghiandole.
Congiuntivite
E’ l’infiammazione della congiuntiva, la membrana trasparente che riveste internamente le palpebre e copre la parte bianca dell’occhio. La congiuntivite è causata da un’infezione batterica, non è pericolosa e di solito si risolve in due settimane, altrimenti con l’aiuto di antibiotici.
Calazio
Il calazio è un nodulo duro e indolore sulla palpebra causato da una ghiandola bloccata. Spesso si manifesta a seguito di un porcile o di una blefarite non trattata e i sintomi includono gonfiore e arrossamento della palpebra. Un calazio spesso va via da solo.
Porcili
E’ un’infezione che si sviluppa vicino alla base delle ciglia. Il risultato è un nodulo rosso e doloroso sul bordo della palpebra e la produzione di pus.
Danno alla cornea
Questa è una delle complicazioni più gravi e si può manifestare a causa di irritazione alle palpebre, ciglia che crescono nella direzione sbagliata o sfregamento eccessivo e violento dell’occhio.
Blefarite cronica
La blefarite cronica è un’infiammazione cronica del margine delle ciglia, spesso di entrambe le palpebre. Colpisce spesso le persone anziane e provoca molto prurito e depositi simili a forfora.
Orzaiolo
Si tratta di un nodulo piccolo e doloroso che si sviluppa sull’interno o sull’esterno della palpebra superiore oppure posteriore, causando lacrimazione e arrossamento della stessa.
In genere è dovuto a un’infezione di batteri stafilococchi ed è estremamente contagioso, al punto che basta sfregarsi con le mani per trasmetterlo ad altre parti dell’occhio.
Le cause dell’orzaiolo sono diverse, per esempio, può essere provocato dal contatto con un altro individuo colpito dallo stesso problema oppure da scarsa igiene dell’occhio ed infine da stress e batteri.
Spesso il problema si risolve da solo nel giro di pochi giorni, ma se questo non avviene è il caso di intervenire con dei farmaci adatti come:
- Tobramicina
- Eritromicina
- Vancomicina.
Blefarite: diagnosi
Può essere diagnosticata con una visita specialistica effettuata dall’oculista, il quale dovrà ispezionare l’occhio sia internamente che esternamente. Di solito, la blefarite è abbastanza semplice da riconoscere, grazie ai sintomi e ai segni presenti sulle palpebre e sul bordo ciliare.
Lo strumento usato dall’oculista è il biomicroscopio, ossia una lampada a fessura in grado di far esplorare sia la struttura delle palpebre e l’aspetto della pelle che quello delle ciglia.
Inoltre, si possono visionare i margini dell’occhio e verificare se le ghiandole di Meibomio sono aperte o ostruite. Infine, l’oculista è in grado di valutare la quantità e la qualità delle lacrime.
Come curare la blefarite
Le terapie usate per curare la blefarite di solito sono risolutive a meno che non si tratti di blefariti croniche caratterizzate da recidive.
La scelta del trattamento varia in base al tipo di blefarite. In caso di quella batterica è necessario usare antibiotici per bocca o colliri e antinfiammatori ad uso topico.
Durante il trattamento è sconsigliato indossare lenti a contatto e usare trucco come matita per occhi, eyeliner e mascara.
La pulizia delle palpebre è un valido aiuto ai fini della guarigione. Si può effettuare seguendo i seguenti passaggi:
- Lavarsi accuratamente le mani.
- Mescolare acqua tiepida e detergente delicato.
- Immergere un panno pulito o del cotone nella miscela.
- Posizionare il panno sugli occhi per circa 10 minuti.
- Strofinare il panno delicatamente avanti e indietro concentrandosi sulla zona delle ciglia.
- Risciacquare l’occhio con acqua pulita.
- Eseguire un delicato massaggio delle palpebre per circa 30 secondi.
L’esecuzione di questa procedura favorisce la fuoriuscita di eventuali ostruzioni dalle ghiandole.
In ogni caso, è bene seguire i consigli dell’oculista che insieme alla pulizia può prescrivere eventuali altri rimedi.
Rimedi per prevenire le recidive
La blefarite è difficile da guarire completamente ma non impossibile. Ciò che serve è tanta costanza e l’esecuzione di fondamentali norme igienico-comportamentali.
- Una delle raccomandazioni più banali ma importanti è lavarsi sempre le mani, in particolare prima di toccare gli occhi.
- Sciacquare le palpebre con acqua tiepida, sfregandole leggermente.
- Lubrificare gli occhi in caso di secchezza oculare.
- Curare la forfora del cuoio capelluto.
- Controllare la presenza di acari.
- Seguire una dieta ricca di frutta e verdura fresca, proteine provenienti da pollo e pesce e povera di zuccheri e caffeina.
- Pulire frequentemente lenzuola, federe, asciugamani e vestiti.
Fonti
- ISSalute.
- Medicioculisti.it.
- NHS.
- IAPB– Italia onlus.
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